David Bowie: 6 canzoni che hanno fatto la storia
Il Duca Bianco ha riempito le classifiche con le sue hit, ormai divenute famose in tutto il mondo. La sua vasta discografia può rivelarsi dispersiva per chi si vuole avvicinare alla sua musica, quindi ecco una breve rassegna delle canzoni famose di David Bowie con la quale potrete iniziare l’ascolto.
Artista amatissimo e controverso, David Bowie è ormai entrato nella storia della musica. Capace di scrivere brani di generi diversi e con testi variegati che vanno dalla passione per lo spazio, alle emozioni, dalla critica alla società americana, fino addirittura ai Grandi Antichi di H.P. Lovecraft e all’esoterismo, il Duca Bianco ha veramente rivoluzionato il mondo del pop, contribuendo anche alla nascita dell’Indie grazie ad alcune composizioni innovative e ad un modo di fare musica spesso sperimentale.
Persino con la morte alle spalle, David Bowie ha regalato al mondo il bellissimo album Blackstar, testamento dell’artista che purtroppo il 10 gennaio del 2016 si è spento a New York dopo una lunga battaglia contro il cancro.
Oltre alla musica David Bowie ha sperimentato anche il cinema e nei videogiochi, con diversi ruoli in film e addirittura scrivendo la colonna sonora per un gioco ormai dimenticato chiamato Omikron: The Nomad Soul. La sua vita sentimentale si divide tra la presunta omosessualità (spesso dichiarata e poi smentita dallo stesso artista) e tra varie relazioni, una su tutte quella con Angie Bowie, la moglie da cui David Bowie ha avuto un figlio, Duncan, diventato regista di buone pellicole come Moon.
Se vi state appassionando all’opera di questo musicista, potreste rimanere decisamente sconcertati dalla sua immensa discografia composta da ben 25 album in studio. Molti di questi contengono brani diventati ormai leggendari, ottimi punti di partenza per esplorare l’arte di Bowie. Vediamo quali sono le canzoni di David Bowie più conosciute e importanti.
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Space Oddity
Nel mondo della musica ci sono diverse tipologie di artisti, tra queste troviamo quelli che trovano la fama per puro caso e altri che invece la bramano a tutti i costi. David Bowie rientra nella seconda categoria, in quanto negli anni ‘60 si fa praticamente in quattro per riuscire ad ottenere un buon contratto discografico. Il primo brano di grande importanza lo compone nel 1969 grazie al produttore Gus Dudgeon, già famoso per aver lavorato con Elton John. Space Oddity è uno dei brani di David Bowie più iconici, una sorta di dedica spaziale ad un astronauta perso nello spazio, il Maggiore Tom (Major Tom).
Il brano viene usato dalla BBC per accompagnare la diretta dello sbarco lunare, sebbene Bowie dichiarò di essersi ispirato al film di Stanley Kubrick tratto dal romanzo di Arthur C. Clarke: 2001 Odissea nello Spazio. Chitarra acustica, voce, pedali multieffetto e sintetizzatori creano un suono ‘spaziale’ ed ipnotico, rimanendo però sempre ancorati alla sfera emotiva, dove Bowie mostra una certa empatia per questo povero cosmonauta perso nel freddo vuoto dello spazio profondo.
The Man who sold the World
La title track dell’omonimo album caratterizzato da una splendida copertina e da composizioni dai temi più sinistri rispetto ad altri lavori di Bowie. In questa traccia e in The Supermen, David Bowie prende spunto dalle opere di scrittori di fantascienza come H.P. Lovecraft e Robert A. Heinlein. Se però in The Supermen l’autore fa un chiaro riferimento alle divinità aliene dello scrittore di Providence, The Man Who Sold The World parla dell’incontro di Bowie con un suo sosia, come se volesse fare una ricerca personale. Il brano ha un incedere lento e rilassato, quasi psichedelico che accompagna l’ascoltatore in un mondo quasi onirico. Famosa la cover dei Nirvana, non a caso Kurt Cobain adorava questo disco. Il brano fa parte della colonna sonora del videogioco Metal Gear Solid V che tra l’altro contiene diversi nomi ispirati a titoli di canzoni di Bowie.
Blackstar
Contenuto nell’omonimo album rilasciato pochi giorni prima della morte di David Bowie, Blackstar è un brano sinistro, cupo e dal contenuto misterioso. La voce è quasi una preghiera solenne e si ha l’impressione di partecipare a un rituale, forse proprio per accompagnare l’artista negli ultimi attimi, per lasciare che la sua anima finalmente fluttui libera nel cosmo. Il video è un vero e proprio spettacolo, nonché una storia narrata attraverso simboli, alcuni tratti dalla discografia di Bowie.
I am afraid of Americans
Chi ha paura degli americani? Si sa che Inghilterra e Stati Uniti spesso non vedono le cose allo stesso modo e Bowie non ha paura di ammettere di avere un po’ di timore verso i ‘cugini’ oltreoceano. In realtà il brano non è una critica aperta verso gli americani, quanto più una sorta di considerazione su come negli anni ‘90 gli Stati Uniti stessero praticamente ‘conquistando’ il mondo con il loro ‘stile di vita’ a volte un filo troppo semplicistico. Il brano creato con Brian Eno presenta sonorità decisamente aggressive che sfociano quasi nell’industrial metal, non a caso il brano è stato anche rimaneggiato da Trent Reznor per l’edizione del videoclip. La frase ‘God is an American’ ripetuta all’infinito al termine del brano è emblematica.
Heroes
Le canzoni d’amore di David Bowie non sono certo banali, d’altronde l’artista si è sempre distinto per i suoi testi ricercati. Probabilmente una delle canzoni più famose del musicista inglese, Heroes è un inno all’amore e alla libertà che narra di una storia d’amore tra due persone divise dal muro di Berlino. Dell’intera discografia di Bowie probabilmente è uno dei brani più ‘commerciali’, ma non per questo poco apprezzabile. La melodia creata con Brian Eno colpisce le corde del cuore ed emoziona, inoltre ha ispirato numerose composizioni indie rock.
Ashes to Ashes
Negli anni 80 David Bowie non se la passa molto bene: appena uscito dalla tossicodipendenza deve fare i conti con se stesso e rimettere in ordine la sua vita. Forse proprio per questo decide di far tornare il suo Maggiore Tom che dopo la sua disavventura nello spazio è caduto in un tunnel di droga. Brano dall’animo pop che comunque viaggia su linee alternative tipiche di Bowie, divenendo una hit anche se i contenuti erano abbastanza ‘duri’ da digerire per il grande pubblico.
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