Gli 8 migliori album dei Beatles

Ultimo aggiornamento: 26.04.24

 

Album dei Beatles –  Consigli d’acquisto, Classifica e Recensioni

 

The Beatles o più semplicemente, come li chiamiamo noi, i Beatles sono uno di quei gruppi da ritenere fondamentali per la storia della musica popular. La storia dei “Baronetti” di Liverpool è stata breve ma intensa e soprattutto costellata di successi. Hanno venduto tanto e ancora oggi vendono tanto (al netto della crisi del mercato discografico, s’intende). Fatto sta che nonostante la band non esista più da tantissimo tempo, continua a conquistare nuovi fan, chissà quanti di quei nipoti di oggi hanno avuto una nonna urlante in prima fila a un concerto dei “Fab Four” e magari è proprio grazie a lei hanno scoperto la band di Liverpool. Anche noi vogliamo fornire il nostro contributo e dare ristoro alla vostra sete di conoscenza sulla band presentandovi alcuni album, come questi due: Abbey Road Anniversary Edition LP che è un disco collezionabile non tanto perché uscito in occasione del suo cinquantesimo anniversario quando per il fatto di essere un picture disc. Un altro over 50 è The Beatles box super deluxe limited, che è ricco di materiale inedito tra cui spicca un interessante libro.

 

 

Tabella comparativa

 

Pregio
Difetto
Conclusione
Offerte

 

 

Gli 8 migliori album dei Beatles – Classifica 

 

Abbiamo stilato una classifica che comprende non solo gli album più venduti online ma anche altri che secondo il nostro giudizio meritano la posizione assegnata. Ad ogni modo potrete leggere le nostre ragioni all’interno della recensione scritta per ciascun disco. Per chi volesse sapere dove acquistare a prezzi bassi l’album preferito dei Beatles può fare riferimento ai link sottostanti le recensioni. Per un acquisto ponderato invitiamo voi tutti a confrontare i prezzi.

 

 

1. Abbey Road Anniversary Edition LP picture disc da 180 g

 

Molti esperti o semplici appassionati di musica ritengono che Abbey Road sia il miglior album pubblicato dai Beatles. Il disco originariamente uscì nel 1969, la band è ormai agli sgoccioli della sua carriera in quanto ci sarà solo lo spazio per un ultimo lavoro l’anno seguente. Siamo, dunque, al cospetto di una formazione matura dal punto di vista tecnico e compositivo. Abbey Road è un nome, anzi, un luogo importante per la storia del gruppo, così si chiamano gli studi di registrazione di proprietà della EMI che a sua volta prende il nome dalla strada dove sono ubicati. 

Storica, poi, la copertina che raffigura i Beatles, in fila attraversare sulle strisce pedonali quella via per poi entrare negli studios. Abbey Road Anniversary Edition è un disco celebrativo per festeggiare i 50 anni dalla pubblicazione, la versione scelta è un picture disc quindi è anche un album da collezione. 

Ma scegliere la versione picture disc vuol dire rinunciare a una ventina di brani tra demo e outtakes presenti nella versione deluxe e disponibile sia in  CD che in vinile ma a un prezzo più alto. La qualità della rimasterizzazione è buona e il vinile è da 180 g quindi meno soggetto a deformazioni. Rispetto alla tracklist originale manca un brano, ovvero Her Majesty che in vero è un pezzo da una ventina di secondi.

 

Pro

Da collezione: Gli appassionati sono sempre sensibili ai picture disc, sul vinile in questione è perfettamente riprodotta la mitica copertina dell’album.

Qualità audio: In fase di rimasterizzazione è stato svolto un attento lavoro al fine di donare un suono degno di un’opera così importante.

Materiale: L’album è inciso su un vinile da 180 g, tale peso ma soprattutto spessore, lo rende meno soggetto a deformazioni.

 

Contro

Brani mancanti: Rispetto alla versione originale manca il breve brano Her Majesty, inoltre non ci sono le versioni demo e outtakes presenti sulla più costosa edizione deluxe.

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2. The Beatles box super deluxe limited 6 CD + Blu-ray  

 

The Beatles, questo è il titolo dell’album ma in realtà sono in pochi a chiamarlo così perché per la maggior parte delle persone è il White Album a causa della copertina totalmente bianca, una scelta che in fin dei conti si è rivelata vincente nella sua disarmante complicità. Abbiamo scelto l’edizione deluxe in formato CD uscita nel 2018 in occasione del cinquantesimo anniversario del disco. 

Diciamo subito che la qualità audio è buona, la rimasterizzazione non ha tolto nulla come a volte capita bensì ha aggiunto un significativo miglioramento che anche gli audiofili sapranno apprezzare. Imperdibile per i fan il libro di 164 pagine con foto del periodo, riproduzioni di manoscritti, l’introduzione di Paul McCartney e la spiegazione dell’opera da parte di Gilles Martin, foglio di George che produsse l’album. 

Utile il contributo del critico John Harris che riassume la storia del disco contestualizzandola nel periodo socio politico del 1968. Insomma, è un’opera completa e anche se non costa poco ogni vero fan dovrebbe avere.

 

Pro

Qualità audio: I sei CD godono di un’ottima qualità sonora, si nota che dietro c’è stato un duro lavoro per riportare a nuova luce i brani, comprese le versioni demo.

Libro: A rendere questa versione imperdibile non c’è solo la musica ma anche il libro di 164 pagine ricco di foto e aneddoti vari.

Blu-ray: Chi nel proprio impianto ha un dispositivo capace di leggere i Blu-ray audio potrà ascoltare altro materiale interessante anche in formato Dolby True HD 5.1.

 

Contro

Prezzo: L’unico aspetto svantaggioso di un’opera perfetta per qualità audio e packaging può solo essere il prezzo che è comprensibilmente alto.

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3. Sgt. Pepper’s Lonely Hearts Club Band Anniversary Super Deluxe Edition 

 

L’operazione (commerciale) per commemorare il cinquantesimo compleanno di diversi album dei Beatles continua Sgt. Pepper’s Lonely Hearts Club Band e sebbene occupi l’ultimo gradino del podio rimasto disponibile, sappiamo che altri titoli non avrebbero sfigurato in questa posizione, ciò detto lasciare questo album fuori dalla Top 3 sarebbe stato impossibile. 

Dopotutto l’album è da più parti ritenuto tra i dischi fondamentali del ventesimo secolo mentre la redazione americana di Rolling Stone lo piazza addirittura al primo posto dei 500 migliori album di sempre, ma dopotutto non è l’unico titolo della band di Liverpool collocato ai primi posti della suddetta classifica. 

Anche in questo caso abbiamo una copertina pensata per restare impressa nella memoria degli appassionati di musica. Per realizzarla Jann Haworth e Peter Blake svilupparono un’idea di Paul McCartney ed è considerata una autentica opera Pop Art. Ancora una volta Giles Martin riesce a dare nuovo splendore a ciò che il padre aveva fatto in precedenza con la prima edizione, la qualità sonora è molto buona, curata. In tutto ci sono cinque CD e un Blu-ray per l’ascolto in alta definizione. Non manca un libro ricco di fotografie dell’epoca. Il prezzo resta alto ma rispetto a quando è uscito potete trovarlo con un bello sconto.

 

Pro

Suono: Giles Martin svolge un lavoro egregio in studio riuscendo a migliorare il suono di un album che ormai ha 50 anni sul groppone.

Tracks: C’è davvero tanto da ascoltare, oltre alla tracklist originale trovate ad esempio il direct transfer del mixaggio in versione originale e molto altro.

Copertina: Ritenuta un vero esempio di Pop Art, ai tempi del lancio del disco fece discutere i più bigotti per la presenza di personaggi come Aleister Crowley.

 

Contro

Costo: L’edizione deluxe è ricca di materiale, chiaramente tanta carne al fuoco non può costare poco, fatevi due conti prima di comprare questa versione.

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4. Revolver remastered limited edition digipack

 

Se Rolling Stone riservò a Sgt. Pepper’s Lonely Hearts Club Band il primo posto della sua classifica dei 500 migliori album di sempre, non bisogna scorrere troppo in basso le posizioni per imbattersi in Revolver, che infatti occupa il terzo posto. 

Su Revolver troviamo qualche indizio della direzione psichedelica che avrebbe intrapreso il suo successore, del resto i dischi dei Beatles uscivano a cadenza annuale (in alcuni casi anche meno) quindi è normale che elementi che caratterizzavano un album si trovassero magari in minor misura rispetto a quello successivo. 

Si conferma la buona qualità audio che caratterizza le rimasterizzazioni dei Beatles. Peccato per l’assenza di qualche bonus track, qui è presente la stessa tracklist dell’album uscito nel 1966 con la sola aggiunta del documentario Revolver che però è in lingua originale senza sottotitoli. Packaging nella media, quindi anche in questo caso non aspettatevi nulla di particolare.

 

Pro

Sound: Il suono dei Beatles comincia ad arricchirsi di elementi di una componente rock psichedelica che poi ritroveremo con maggior presenza in Sgt. Pepper.

Audio: L’album è stato ottimamente rimasterizzato secondo noi, la qualità audio ci soddisfa completamente e siamo certi soddisferà anche parecchi di voi.

 

Contro

Brani extra: Purtroppo non ci sono brani extra e rarità varie, il documentario è presente solo in lingua originale, senza sottotitoli.

Packaging: Anche sul versante del packaging c’è ben poco da aspettarsi, nessuna foto rara o note particolari, confezione poco curata.

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5. Rubber Soul remastered limited edition

 

Molto probabilmente Rubber Soul è il disco che certifica la maturità artistica della band. Non è passato di certo un secolo dal debut Please Please Me ma due anni scarsi, siamo nel 1965 tuttavia Rubber Soul è già il sesto lavoro dunque i Fab Four hanno avuto modo di fare esperienza sui vari aspetti che concernono la composizione e produzione di un album. 

I testi d’amore (piuttosto adolescenziale in vero) che facevano svenire le ragazzine cominciano a far posto a una certa varietà tematica. Come si ascolta il CD, ovvero com’è la qualità audio, per dirla in altre parole? 

Sicuramente buona, magari non da audiofili ma critiche negative sarebbero fuori luogo. Non ci sono tracce extra ma troviamo comunque un mini documentario che può essere visto solo su computer, naturalmente è in lingua originale e senza sottotitoli.

 

Pro

Nuovo stile: Affiorano i primi cambiamenti nello stile dei Beatles, ci sono tracce di psychedelic rock ma soprattutto una maggiore varietà a livello lirico.

Audio: Il disco è stato fatto oggetto di una buona opera di rimasterizzazione, a noi la qualità sonora ha soddisfatto.

 

Contro

Bonus track: Nessuna chicca per i fan che si ritrovano tra le mani la tracklist così com’era nel 1965, per questo non vale molto ai fini del collezionismo.

Documentario: Il Rubber Soul mini documentary può essere visto solo con il computer, sarebbe stato più comodo avere un disco compatibile con un lettore Blu-ray o DVD.

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6. Let It Be remastered limited edition

 

Let It Be ha l’ingrato compito di chiudere la carriera dei Beatles come band. Quando arrivò nei negozi era già noto che il quattro avrebbero separato le loro strade e non è che siano state tutte rose e fiori durante le registrazioni, anzi i litigi e abbandoni non sono mancati. Alla fine portare a termine il disco è stata una sorta di miracolo. 

Non è un gran disco ma neanche è da buttare via. Ci sono brani buoni ma nulla più, anche se alla fine un pezzo com Let It Be è riuscito meritevolmente a emergere per poi essere considerato a tutti gli effetti un classico, l’ultimo della storia dei Beatles che immaginariamente ci salutano sulle sue note; sarebbe stato perfetto come chiusura dell’album ma all’epoca fu scelto di inserirlo a metà strada. 

Abbastanza anonima è la copertina, quasi come se non si volesse perdere tempo a lavorarci su, molto più semplice piazzare quattro foto. Chiude il solito mini documentario che anche in questo caso può essere fruito solo dal computer.

 

Pro

Let it be: A nostro avviso l’episodio migliore del disco è la title track, un pezzo lento che arriva dritto al cuore, un vero classico ed evergreen.

Qualità audio: Il CD non suona affatto male, pur non stravolgendo il sound originale viene alzato il livello qualitativo dal punto di vista audio.

 

Contro

Mini documentario: Come elemento bonus è presente un mini documentario però come accaduto anche pr altri titoli, questo può essere guardato solo dal computer.

Copertina: Neanche ci hanno provato a realizzare una cover degna di essere definita tale, lavoro pressoché approssimativo con quattro comuni foto.

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7. Please Please Me remastered limited edition

 

Qui è dove tutto è cominciato (o quasi): siamo nel 1962 quando Please Please Me arriva sugli scaffali dei negozi di dischi e nessuno immagina che di lì a poco si sarebbe parlato addirittura di Beatlesmania. Love me do è il singolo che anticipa l’album, l’accoglienza di critica e pubblico magari non è eclatante ma lascia ben sperare. 

Il disco è composto da brani easy listening, a tratti acerbi con un certo non so ché di adolescenziale ma la formula funziona. A nostro avviso la tracklist comprende troppe cover. Il prezzo per questo CD non è affatto male ed è sicuramente una ragione in più per comprarlo. Qualità audio buona e immancabile mini documentario che caratterizza le versioni rimasterizzate del 2009 fruibile solo da computer. Ridotta la durata dell’album.

 

Pro

Gradevole: Chi ama la musica semplice, magari da ascoltare distrattamente, qui troverà una serie di tracce che gli allieteranno la giornata.

Prezzo: Il CD è venduto a un prezzo contenuto, questa è sicuramente una delle buone ragioni per comprarlo senza pensarci troppo.

 

Contro

Cover: Non critichiamo le cover nel merito ma per essere un debut album secondo noi ce ne sono fin troppe.

Durata: Sebbene il disco contenga quattordici brani la durata è di soli 34 minuti, secondo noi è troppo breve con una media di 2:40 per brano.

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8. Live at the Hollywood Bowl

 

Ci è sembrato giusto chiudere la nostra selezione con un album dal vivo perché dopotutto è in questo contesto che si distinguono i bravi musicisti da quelli meno bravi. In studio un pezzo lo si può ripetere all’infinito finché non viene bene ma dal vivo non ci sono seconde possibilità. Il live si compone di tredici pezzi registrati all’Hollywood Bowl di Los Angeles. La cosa interessante è che in quel posto i Beatles tennero tre concerti, sempre nel mese di agosto, ma tra il 1964 e il 1965, dunque abbiamo sullo stesso disco brani suonati a un anno di distanza. 

Non solo, perché l’album uscì una dozzina di anni dopo, nel 1977, e chissà se mai sarebbe stato pubblicato se non avesse cominciato a girare il bootleg Live! at the Star-Club in Hamburg, Germany del 1962. Il problema è che la qualità audio era pessima (senza contare le difficoltà d’ascolto dovute al baccano del pubblico) tanto è vero che ben due produttori storici del gruppo, George Martin prima e Phil Spector poi, rinunciarono al lavoro. Alla fine nel ‘77 George Martin, viste le insistenze della Capitol, compì un mezzo miracolo. Martin senior, però, non aveva a disposizione la tecnologia di Martin Junior incaricato di riportare alla luce il live. 

Il lavoro svolto dal figlio d’arte è stato lodevole e oggi la qualità audio è buona, in più rispetto alla prima edizione sono stati ripescati quattro brani extra, ovvero, You can’t do that, I want hold your hand, Everybody’s trying to be my baby e Baby’s in black. Il prezzo del CD è ottimo, molto povero il packaging.

 

Pro

Qualità audio: Giles Martin come sempre ha svolto un lavoro egregio, solo chi possiede la prima edizione del ‘77 può capire di che portata siano state le migliore audio.

Brani extra: Rispetto al live pubblicato nel 1977 qui troviamo ben quattro canzoni in più, all’epoca probabilmente rimaste escluse perché di pessima qualità o magari per mancanza di spazio.

Prezzo: Il costo di questo CD è poca cosa, parliamo di somme che si spendono senza pensarci su neanche un attimo.

 

Contro

Packaging: A lodevole lavoro fatto in studio non ha corrisposto un pari impegno nel fornire al disco una confezione migliore.

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Come scegliere un buon album dei Beatles

 

Sebbene i Beatles non esistano più, non di rado sul mercato escono nuove e allettanti offerte. Le abbiamo selezionate per voi dopo una comparazione certosina. Certo, oltre il prezzo va sempre tenuto conto del valore artistico dell’album, parliamoci chiaro: per acquistare un disco non si possono usare gli stessi parametri di riferimento che sono invece comuni ad altri oggetti proprio perché la musica è ben altra materia e soprattutto ha una componente soggettiva non irrilevante, tanto è vero che già ci immaginiamo le critiche che ci pioveranno addosso da parte di quanti non sono d’accordo con noi su quali sono i migliori album dei Beatles. 

I nostri sono pareri personali, è vero, tuttavia nei limiti del possibile cerchiamo di affidarci anche a quei pochi dati oggettivi applicabili a un gruppo musicale. Ciò detto non mancheremo di darvi delle indicazioni di carattere generale che vi aiutino a decidere quale album dei Beatles comprare senza condizionamenti da parte nostra. Insomma, dopo aver letto la nostra guida saprete come scegliere un buon album dei Beatles.

Prima edizione o ristampa

Diciamolo subito, trovare una prima stampa di qualsiasi album dei Beatles è impossibile a meno che non ci si rivolga a un collezionista. Un collezionista, però, perché mai dovrebbe privarsi della sua preziosa reliquia? Per denaro? Beh state certi che in quel caso non parleremmo di pochi soldi. Ecco perché le ristampe sono salvifiche e, pur non avendo grande valore, consentono a chi negli anni ‘60 non era ancora nato di ascoltare i dischi pubblicati proprio in quel decennio. 

Anche le ristampe vanno valutate con attenzione, ne possono essere fatte diverse edizioni nel corso degli anni e non tutte presentano lo stesso livello qualitativo. Ok, prendiamo la ristampa, ma su quale supporto? Oggigiorno gli album dei Beatles si trovano anche in CD. Perché diciamo “anche”? Perché quando i Beatles suonavano, i compact disk non esistevano. 

Diciamo pure che le ristampe su CD erano quelle che andavano per la maggiore ma come i più attenti sapranno, il vinile è tornato in auge quindi adesso è possibile trovare nuovamente il miglior album dei Beatles in questo formato. Qual è il supporto più economico? Le ristampe in CD mediamente costano meno rispetto a quelle in vinile.

 

Tracce extra e packaging

Ci sono alcune cose che possono rendere una ristampa ghiotta anche a chi magari ne possiede una precedente, certo, bisogna essere dei super fan per comprare due volte lo stesso album ma tant’è… quali sono queste cose? 

Sicuramente delle bonus track, pezzi live e/o versioni demo di brani rimaste in chissà quale archivio per decenni per poi uscire fuori e rappresentare l’occasione per commercializzare un vecchio disco. Anche il packaging è importante, i fan adorano booklet con foto, note e informazioni varie sul disco per non parlare delle edizioni deluxe.

Cofanetti e Best of

Chi desidera avere una panoramica sulla carriera dei Beatles per poi magari andare a pescare quei dischi dove ci sono i singoli che gli sono piaciuti, può prendere una raccolta che può contenere anche materiale raro o inedito. Un semplice Best of può anche costare poco ma quando sentite parlare di cofanetti o box il prezzo sale ma c’è da dire che in questo caso si ha anche un packaging più curato.

 

 

 

Quello che (forse) non sapete sui Beatles

 

Cosa sapete sui Beatles ma soprattutto cosa non sapete? No, qui non si parla di quando è uscito Please Please Me oppure Let It Be e neanche vogliamo raccontarvi del quinto Beatles. Questo spazio è riservato a curiosità e aneddoti riguardanti la band.

 

L’incontro che cambiò la storia

I beatles erano in quattro ma indiscutibilmente le due colonne portanti della band erano Lennon e McCartney, come si conobbero i due, come nacqua la loro amicizia? Si racconta che i due si incontrarono nel 1957 nell’ambito di un evento musicale per gruppi emergenti organizzato presso la St. Peter’s Church. Lennon aveva alzato il gomito, vide McCartney e lo avvicinò, cominciarono così a parlare di musica, questa fu la scintilla che fece nascere la loro amicizia.

Fan incontinenti

Leggenda o verità? Noi non c’eravamo dunque non possiamo confermare o smentire quanto dichiarato da Bob Geldof durante una intervista con Q Magazine del 2010. Il musicista dice di ricordare le chiazze di urina per terra durante i concerti dei Beatles, visto che pare che le giovani fan se la facessero letteralmente sotto per l’emozione di assistere allo show dei loro idoli.

 

Il Vaticano perdona, Rinfìgo Starr no

È noto che dalle parti del Vaticano siano bacchettoni e sul capo dei Beatles pendeva una sorta di scomunica, almeno fino al 2010 quando L’Osservatorio Romano li riabilitò. Sul “perdono” si espresse il batterista Ringo Starr: “Non me ne frega niente”.

 

L’America e la Beatlemania

Si dice che la Beatlemania arrivò negli Stati Uniti grazie a una ragazzina che, quasi indignata, telefonò a una radio locale chiedendo perché nel suo Paese non venisse trasmessa musica come quella dei Beatles. La protesta della giovane fan suscitò curiosità nel conduttore radiofonico che alla fine decise di trasmettere I want hold your hand. L’esempio venne seguito anche da altre radio e i Beatles conquistarono gli States.

Un’occasione persa per gli extraterrestri

Vi immaginate se la Beatlesmania scoppiasse anche tra gli (ipotetici) abitanti di altri pianeti? Beh se ciò non accadrà prendetevela con la EMI. Questi sono i fatti: il famoso astronomo Carl Sagan voleva che il brano Here come the sun venisse inclusa nel Voyager Golden Record, una registrazione con dei saluti pronunciati in tutte le lingue del mondo, musiche, immagini, suoni naturali e spedita nello spazio una sonda nell’ambito del programma Voyager del 1977. Era convinzione di Sagan che quella canzone dei Beatles fosse perfetta per testimoniare la natura pacifica dell’umanità. Ebbene la EMI non volle concedere i diritti.

 

 

 

Domande frequenti

 

Chi è il quinto Beatles?

Come tutti sanno la formazione comprendeva quattro elementi, tuttavia spesso si sente parlare di un quinto Beatles. Chi è costui? Si tratta del famoso produttore George Martin che lavorò a gran parte di dischi pubblicati dai Fab Four. Il suo contributo alla musica della band fu considerevole oltre che lodevole.

Chi ha ucciso John Lennon?

A uccidere John Lennon con quattro colpi di pistola sparati alle spalle fu Mark David Chapman, ex guardia giurata con conclamati problemi di droga e mentali. L’omicidio avvenne l’8 dicembre del 1980 all’esterno dell’abitazione del musicista (New York), mentre rincasava.

 

Cos’ha fatto come prima cosa Paul McCartney dopo lo scioglimento dei Beatles?

Il primo passo di McCartney dopo la fine dei Beatles è quello di pubblicare un solo album dal titolo “McCartney” nel 1970. Il disco, suonato interamente dal musicista e aiutato per i cori dalla moglie Linda, si compone di tredici pezzi scritti durante il suo periodo con i Beatles ma che per varie ragioni non erano stati mai registrati dalla band.

 

Con quale disco hanno esordito i Beatles?

Il primo disco pubblicato dai Beatles è stato Please Please Me, uscito nel 1963. Una curiosità è che il disco negli Stati Uniti fu pubblicato con un titolo diverso Introducing… The Beatles e segna anche l’inizio della proficua collaborazione con il produttore George Martin.

 

 

 

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