Il celebre cantante e musicista soul dalla voce profonda ha avuto una vita tutt’altro che semplice prima di arrivare al successo.
Le canzoni di Barry White entrano nell’anima e la mettono a suo agio, grazie a quella voce baritonale avvolgente e facilmente riconoscibile. Il musicista nella sua carriera ha influenzato tantissimi musicisti di diverse nazionalità, con un mix tra soul e disco music che negli anni 70 e 80 faceva ballare i giovani nei locali e nelle discoteche.
Figura di grande carisma, Barry White è apparso anche in diverse serie TV e addirittura nel cartone animato The Simpson. Le sue performance memorabili includono anche un live al Central Park di New York con il nostro tenore Luciano Pavarotti, un evento musicale incredibile trasmesso in mondovisione. Artisti come Michael Jackson hanno tratto lezioni dalla sua musica e dal suo modo di rendere il soul accessibile a livello internazionale.
Una vita tra musica e gang
Barrance Eugene Carter nacque in Texas nel 1944, ma crebbe a Los Angeles con il padre, la madre e il fratello. Sin dalla tenera età dimostrò un grande amore per la musica, ascoltando la collezione di musica classica della madre Sadie Marie Carter. Questo fece avvicinare il giovane Barry White allo studio del pianoforte, sebbene la sua voce iconica si sviluppò solo all’età di 14 anni. L’autore infatti afferma che prima della pubertà aveva una voce molto stridula con la quale difficilmente avrebbe potuto diventare un cantante.
La carriera di Barry White inizia a prendere piede dopo un episodio poco felice. Come molti ragazzi afroamericani cresciuti Los Angeles, lui e il fratello vengono coinvolti nella malavita di quartiere. A sedici anni Barry White viene arrestato per il furto di pneumatici Cadillac e questa esperienza lo cambia radicalmente: decide che nessuno lo priverà mai della libertà e comincia a mettersi sulla strada giusta dedicandosi esclusivamente alla musica.
Uscito di prigione Barry White abbandona completamente la vita da gangster e inizia a cantare in alcuni gruppi, facendosi conoscere da diverse label della scena losangelina. Stranamente però il suo successo nella musica arriva prima con una produzione di un gruppo al femminile chiamato Love Unlimited, in puro stile Motown. Il singolo Walkin’ in the rain with the One I Love, scritto e arrangiato da Barry White, è un successo, al punto da arrivare al n. 14 della famosa classifica Billboard Hot 100.
Al termine di questa avventura da produttore e accumulata una buona esperienza, Barry White decide che è il momento di partire con la carriera da solista. Nel 1970 comincia a scrivere i brani che lo hanno reso famoso.
Love’s theme
Il primo esempio di musica orchestrale prodotto da Barry White con la sua The Love Unlimited Orchestra è un brano che unisce la chitarra con lo strumming tipico del funk ad una linea di basso melodica, il tutto accompagnato da sezioni di archi e fiati. Il brano finisce direttamente al primo posto della Billboard e che convince Barry White a continuare la produzione di pezzi strumentali con l’orchestra. Ancora oggi Love’s Theme colpisce con il suo ritmo e che mostra tutte le capacità compositive dell’artista.
L’esordio al microfono
A sentire la sua voce magnetica può sembrare strano il fatto che Barry White non avesse molta fiducia nelle sue capacità canore. L’artista si convinse a mettersi dietro al microfono solo dopo alcuni dischi strumentali. Il primo disco solista arriva solo nel 1973, intitolato I’ve Got So Much to Give e che lo porta al successo anche come cantante.
L’anno successivo esce il disco ‘Can’t Get Enough’ che contiene brani come Your’the first, the last, my everything. L’arrangiamento dei brani è molto simile a quello della Love Unlimited Orchestra, con alcune differenze strutturali nella composizione per adattarle alle linee vocali di Barry White. Tra le sue canzoni più famose di quel periodo troviamo anche Just The Way you Are (una cover dell’artista Billy Joel) e Let the music play, altro brano con orchestre strabordanti e chitarre funky, dove Barry White avvolge il microfono wireless con la sua grande voce.
I problemi negli anni 80 e la rinascita nei 90
Con la fine degli anni 70 la musica disco e il funk iniziano a perdere un po’ di mordente, sostituiti da generi come l’hard rock, il rap, la synthwave e l’heavy metal. Barry White non riesce a ripetere i successi del decennio passato, ma uno dei suoi brani ‘Change’ finisce comunque al numero 12 della Billboard per il genere R&B. I dischi di White però vendono sempre di meno, specialmente tra i giovani poco interessati a quel tipo di musica. Per questo l’artista decide di concentrarsi sui tour, chiudendo la sua etichetta per poter ammortizzare i costi.
Nel 1983 affronta la tragica scomparsa del fratello Darryl, ucciso in uno scontro tra gang rivali. Nel 1988 Barry White e la moglie Glodean James divorziano qualche dopo aver inciso un disco insieme nel 1981 e intitolato Barry & Glodean. La vita sentimentale dell’artista tutto sommato è stata abbastanza tranquilla rispetto a quella di altri musicisti dell’epoca. I figli di Barry White sono nove in totale, nati da questo matrimonio e da quello con la prima moglie Mary.
Negli anni ‘90, grazie a un ritorno di interesse verso la musica dance da parte del giovane pubblico, Barry White vive una seconda ondata di successo: torna in cima alle classifiche R&B con l’album Put me in your Mix e con il singolo Practice What You Preach contenuto nel disco The Icon is Love, con il quale vince anche un grammy. Barry White ci lascia a soli 58 anni a causa di problemi di salute dovuti alla pressione alta e al diabete.