Ultimo aggiornamento: 23.04.24

 

Microfono wireless – Consigli d’acquisto, Classifica e Recensioni

 

Oggigiorno desideriamo che tutto sia wireless: i microfoni sono stati tra i primi dispositivi a essere realizzati senza fili, ed è proprio questo l’argomento che vogliamo proporvi. Il modello wireless, ovvero, libertà di parola in movimento, un tipo di microfono comodo anche quando si sta seduti davanti a un computer. Il campo di applicazione di questi dispositivi per la voce è ampio, si va dal lavoro agli aspetti più ludici, ed è nostra intenzione portare a conoscenza dei modelli più interessanti, indipendentemente che possano servire per il karaoke o per una conferenza, durante la quale dovete parlare a un pubblico. Tanto per cominciare, vi presentiamo due di quelli che secondo noi sono i microfoni più interessanti: Tonor Microfono Senza Fili Doppio Microfono Wireless UHF ha un buon rapporto qualità/prezzo. Li consigliamo per il karaoke o per parlare in pubblico. Puro divertimento, invece, con ShinePick Microfono Karaoke 4 in 1 Bluetooth Wireless LED, che costa poco e fa felice bambini e adulti.

 

 

Tabella comparativa

 

Pregio
Difetto
Conclusione
Offerte

 

 

Gli 8 migliori microfoni wireless – Classifica 2024

 

Abbiamo scritto una recensione per i microfoni che abbiamo scelto di presentarvi, questi sono organizzati secondo una classifica. Chi vuol sapere dove acquistare a prezzi bassi i dispositivi più venduti online che seguono, può cliccare sul link che forniamo.

 

 

1. Tonor Microfono Senza Fili Doppio Microfono Wireless UHF

 

Non nascondiamo di essere rimasti sorpresi dal microfono Tonor o, meglio, dai microfoni, visto che si tratta di una coppia. Cosa ci ha sorpreso in particolare? Sicuramente il rapporto qualità/prezzo. 

Chiariamo che stiamo parlando di un microfono entry level, buono per le serate di karaoke, per tenere una lezione o comunque parlare in pubblico; quindi se avete una band, anche amatoriale, non è il TW820 che vi consigliamo, ma per tutti gli altri impegni succitati è perfetto. 

La voce arriva chiara e il segnale è molto stabile. Una cosa importante da segnalare è che, come dichiarato dal produttore, il microfono non è compatibile con laptop e tablet. Se credete che con un adattatore il problema si risolva, le informazioni della casa produttrice dicono il contrario. 

È un peccato, poiché il nostro giudizio sarebbe stato ancora migliore. Buona la qualità dei materiali, i microfoni hanno un solido corpo in metallo che ci fa ben sperare circa la resistenza. Sempre sul corpo del microfono, c’è un utile piccolo display, che ci informa sul canale selezionato, la frequenza e lo stato della batteria.

 

Pro

Prezzo: Anche tenendo conto che i microfoni sono due, riteniamo di poter etichettare il Tonor come conveniente.

Materiali: I microfoni, così come la ricevente, sono solidi e ben costruiti, quindi la qualità delle strutture non ci ha deluso.

Qualità audio: La qualità della voce è buona, per essere un microfono entry level; è un dispositivo perfetto per il karaoke o per parlare in pubblico.

 

Contro

Incompatibilità: Come dichiarato dal produttore, il microfono non è compatibile con laptop e tablet pertanto, se ne cercate uno per questo scopo, non è il Tonor ciò che fa per voi.

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2. ShinePick Microfono Karaoke 4 in 1 Bluetooth Wireless LED

 

Lo ShinePick è un microfono palmare, altrimenti detto gelato, dal prezzo veramente basso. Il dispositivo si collega via Bluetooth, l’accoppiamento è istantaneo, ma c’è da dire che non tutti tollerano la voce che avverte l’avvenuta connessione, perché il volume del messaggio è troppo alto. 

Tutti hanno trovato parecchio divertente la funzione Audio Magica: che cosa fa? In pratica l’utente può scegliere tra quattro modalità oltre la voce naturale: vece di bambino, voce maschile, femminile e vecchio. 

Ci sono una serie di luci LED che lampeggiano al ritmo della musica. La qualità audio non è degna di nota, ma rispecchia comunque il prezzo del microfono, pertanto non possiamo lamentarci più di tanto. 

Ciò che invece dobbiamo assolutamente bocciare sono i materiali: la qualità costruttiva è scarsa, di conseguenza anche la durata, inoltre è tutto in plastica e l’interruttore ON/Off pare essere tra gli elementi più deboli, visto la facilità con cui è solito rompersi.

 

Pro

Prezzo: Il microfono si trova in vendita a un prezzo particolarmente basso, pertanto si acquista senza sforzi.

Audio Magica: È piaciuta parecchio la funzione che permette di cambiare la propria voce in quella di un bambino, donna, uomo o vecchio.

 

Contro

Materiali: Il livello qualitativo dei materiali è molto basso, il microfono è di plastica e l’interruttore ON/Off pare essere molto delicato.

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3. Willful Cuffie Bluetooth Senza Fili con Microfono Antirumore

 

Quelle di Willful sono cuffie con microfono wireless totalmente compatibile con i diversi sistemi operativi, sia per smartphone sia per computer, oltre a una serie di dispositivi Bluetooth. Andiamo subito alla qualità audio in entrata e in uscita, non eccezionale ma buona, sicuramente si ha quanto ci si aspetterebbe da un dispositivo in questa fascia di prezzo.

Insomma non ci sono rumori, il vostro interlocutore vi riceve forte e chiaro fin quando la connessione resta stabile: è questo il problema principale, infatti molti lamentano lo scollegarsi dalla cuffia dal telefono, dal computer e così via. 

Il microfono può essere disattivato in qualsiasi momento. Buona la qualità dei materiali, la cuffia è leggera, ma non pensate di riuscire a portarla per un paio d’ore senza problemi, perché dopo un po’ comincia a dar fastidio. 

Molto comoda la base di ricarica, inoltre l’autonomia della batteria ha soddisfatto tutti.

 

Pro

Audio: Per questa fascia di prezzo, possiamo dire che la qualità audio, sia delle cuffie sia del microfono, è valida.

Materiali: È un dispositivo che non delude per la qualità dei materiali, è solido ed ha la giusta elasticità, da un lato per adattarsi alla testa dell’utente e dall’altro per non spezzarsi.

Compatibilità: La cuffia riconosce qualsiasi dispositivo Bluetooth, inoltre non ci sono problemi di compatibilità con computer e smartphone.

 

Contro

Bluetooth: Dà un po’ di problemi, la connessione non brilla per stabilità e durante l’uso capita che la cuffia si disconnetta.

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4. Cocopa Microfono Karaoke Bluetooth Wireless con Altoparlante

 

Consideriamo il microfono Cocopa per quello che è, ossia un giocattolo, sebbene in qualche descrizione potreste leggere che si tratta di un dispositivo professionale. Si tratta fondamentalmente di un modello pensato per il karaoke, inoltre è dotato di altoparlante, quindi non serve un sistema di amplificazione.

Grazie alla connessione Bluetooth, potete contare sui vostri brani preferiti trasmessi in streaming, ma avvertiamo che il volume non è molto alto. È possibile anche il collegamento via cavo al computer o altro device. 

Divertente la funzione che consente di cambiare la voce in quella di un bambino o di un uomo. Il prezzo è molto basso, vero, ma bisogna anche dire che la qualità dei materiali è scarsa e non sono mancati i problemi di funzionamento. Lo ripetiamo, il microfono va considerato come un giocattolo: se cercate qualcosa per far divertire i vostri figli, fateci un pensierino.

 

Pro

Prezzo: Per acquistare il microfono spendete una cifra irrisoria e se lo regalate ai vostri figli si divertiranno sicuramente.

Cambio voce: Il microfono presenta una divertentissima funzione che permette di cambiare voce in quella di un bambino oppure in quella di un uomo.

 

Contro

Volume: È vero che il microfono è dotato di altoparlante ma è altrettanto vero che il volume non è molto forte e può capitare di coprire quanto esce dallo speaker con la propria voce. Anche per questo motivo si tratta di un dispositivo più adatto ai piccoli.

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5. Xiaokoa Microfono Senza Fili 2.4G Wireless Microphone Portata 50m

 

È un microfono ad archetto, pensato principalmente per parlare in pubblico e tenere le mani libere. Non lo consigliamo per il canto, in quanto non sufficientemente performante. La struttura è buona poiché parliamo di un oggetto leggero, comodo da portare e che si adatta perfettamente alla testa. 

Una volta messo resta in posizione ed ha una buona elasticità. La connessione (2.4 GHz) è molto stabile, e c’è la massima compatibilità con dispositivi quali altoparlanti, amplificatori e attrezzature audio in generale ma non con il computer e questo è un limite di cui tenere conto.

Buona la portata che in linea teorica e quindi in assenza di ostacoli arriva fino a 50 m. L’utilizzo è semplicissimo: parliamo di un microfono plug and play che però non può essere usato in concomitanza di un secondo dispositivo uguale, in quanto si verifica un conflitto tra i due. 

 

Pro

Segnale: Ottima la tecnologia di trasmissione, che regala un segnale incredibilmente stabile, la portata teorica è di 50 m.

Materiali: Ci sono piaciuti, in quanto riescono a far convivere leggerezza, elasticità e resistenza in un unico dispositivo.

Semplicità d’uso: Il microfono è plug and play. La cosa più difficile da fare è inserire il jack nello spinotto; una volta fatto si è subito pronti all’uso.

 

Contro

Collegamento esterno: Questo microfono non funziona se collegato a un computer, un limite non da poco, pertanto è bene tenerlo in considerazione.

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6. Tonor Microfono Wireless Set Radiomicrofono VHF con Display LED

 

Niente male questa coppia di microfoni VHF della Tonor, compagnia che non bada al risparmio nella scelta dei materiali per i suoi prodotti: infatti qui abbiamo un dispositivo ben costruito e resistente.

A parte qualche piccolo pezzo di plastica, è costruito in metallo, che fin da subito trasmette una sensazione di solidità. La qualità della voce è buona ma non si tratta di microfoni adatti al canto. Allora chi può essere utile questo prodotto? Sicuramente a chi deve parlare in pubblico. 

Sia chiaro, non è che se organizzate una serata karaoke a casa questi microfoni non vadano bene, ma se suonate in una band vi serve altro. Oltretutto la portata è di 20 m e detta così può anche suonare grandioso, ma bisogna tener conto che si tratta di una portata teorica, senza ostacoli tra il microfono e il ricevitore, in sostanza non potete allontanarvi più di tanto. 

Non può essere collegato con il computer: in definitiva il nostro giudizio è positivo e il prezzo sembra essere conveniente.

 

Pro

Solido: La qualità costruttiva dei microfoni è molto buona, i materiali sono di qualità e tutto appare molto resistente.

Audio: Niente affatto male la qualità audio, infatti la voce non presenta distorsioni o alterazioni e, al netto di un buon impianto di amplificazione, giunge all’ascoltatore in modo chiaro.

Costo: Tenendo conto dei diversi punti di forza, che caratterizzano la coppia di microfoni, riteniamo buono il rapporto qualità/prezzo.

 

Contro

Computer: Purtroppo questi microfoni non possono essere collegati a un computer, quindi se è questo l’uso che vorreste farne, non vanno bene per voi.

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7. Sennheiser XSW 1-835 Sistema Microfonico Professionale Wireless per Canto 

 

Il Sennheiser è un microfono wireless di ottimo livello: ci si può fare un po’ di tutto, dal cantare davanti a un pubblico al parlare durante una conferenza o altro. Ha una capsula cardioide, la voce arriva calda e omogenea alle orecchie di chi vi ascolta e si possono usare fino a dieci microfoni in contemporanea (la confezione ne comprende soltanto uno). 

L’utilizzo è semplicissimo: basta accendere l’interruttore e siete pronti. La qualità costruttiva è a nostro avviso molto buona e tutto sommato il peso del palmare è contenuto. Lo ripetiamo, è un dispositivo di buona qualità su cui si può fare affidamento anche in contesti professionali.

Di conseguenza il prezzo non è basso, per cui sarebbe sprecato solo per cantare qualche canzone con gli amici, magari dopo aver bevuto qualche birra.

 

Pro

Audio: Siamo certi che resterete soddisfatti per la qualità audio, in quanto la voce arriva forte e chiara.

Materiali: Eccellente solidità costruttiva per il microfono in oggetto, infatti i materiali sono di prima scelta, per cui si tratta di un dispositivo costruito per resistere nel tempo.

Professionale: Lo XSW 1-835 può tranquillamente essere impiegato nell’ambito di contesti professionali, anzi, per un karaoke con gli amici sarebbe sprecato.

 

Contro

Costo: È un microfono professionale, dalle ottime prestazioni e realizzato con buoni materiali; il rovescio della medaglia è un prezzo alto.

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8. Shure-Blx24 pg58 microfono senza fili per mano 

 

In fatto di microfoni Shure è una garanzia: diciamo pure che è la marca più amata dai cantanti, infatti sono usati tantissimo a livello professionistico. Ottima la trasmissione della voce, con una qualità più che soddisfacente. Non stiamo parlando di un top gamma del catalogo Shure, ma siamo comunque su ottimi livelli. 

La portata del microfono dinamico, in condizioni standard, è di 100 m, inoltre il ricevitore può gestire fino a 12 microfoni. Utile l’indicatore LED che segnala lo stato dell’audio, in particolare, se i suoni sono eccessivi, si accende una spia rossa che segnala il pericolo di saturazione. 

Incredibile l’autonomia della batteria, che può arrivare fino a 14 ore, mentre la struttura del microfono è leggera, ma ciò non significa che non sia robusta, anzi.

 

Pro

Audio: Siamo molto soddisfatti per come la voce è riprodotta, è molto naturale, chiara e calda, infatti si tratta di un microfono indicato per cantare.

Materiali: Shure è una garanzia e, sebbene questo microfono non sia un top gamma, non delude.

Ricevitore: Ottimo anche questo elemento, solido, ben costruito, può gestire fino a 12 microfoni contemporaneamente.

 

Contro

Prezzo: Sebbene questo non sia il microfono più costoso targato Shue, il suo prezzo è comunque alto. Non è per tutti.

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Come scegliere un buon microfono wireless

 

Ogni giorno ci sono nuove e interessanti offerte sul mercato, ma accanto a queste ci sono anche delle autentiche trappole, che magari ingolosiscono perché la proposta è più economica di altre.

Spendere poco non è sempre sinonimo di risparmio: noi che facciamo questo mestiere lo sappiamo bene ma sappiamo anche che non è strettamente necessario comprare dispositivi della migliore marca, per avere la certezza di essere soddisfatti dell’acquisto. 

Nel caso dei migliori microfoni wireless del 2024, ad esempio, è importante che siano soddisfatte le esigenze dell’acquirente, quindi non si tratta di comprare il pezzo più valido in assoluto ma piuttosto quello giusto, un po’ come comprare un abito su misura. 

Ci sono una serie di vincoli che il cliente deve necessariamente rispettare; il budget è il primo di questi e quando i soldi sono pochi, decidere quale microfono wireless comprare diventa ancora più difficile perché bisogna confrontare i prezzi, leggere quanti più pareri possibile e fare un’attenta comparazione tra i vari modelli. 

Abbiamo fatto questo, oltre a raccogliere le informazioni necessarie a comprendere come scegliere un buon microfono wireless: le trovate qui di seguito.

Dinamico oppure a condensatore

Quando si parla di microfoni, che siano wireless o meno, c’è una distinzione importante da fare, che riguarda quella tra modelli dinamici oppure a condensatore. Non è nostra intenzione entrare in discorsi tecnici, che probabilmente poco interessano a chi ci legge, quindi ci limitiamo a dire qualcosa di generico.

Il microfono dinamico è preferibile per le esibizioni live e costa mediamente meno di quello a condensatore che però, badate bene, è indicato per chi deve registrare la sua voce, in quanto ha una maggiore sensibilità ed è anche più dettagliato. 

Quindi dove può trovare impiego un microfono dinamico? Sicuramente negli studi di registrazione e nelle radio, di conseguenza va bene anche per le registrazioni audio che si fanno a casa; pensiamo a un podcast oppure ai video da caricare su YouTube.

 

La portata

Un discorso sui microfoni wireless non può esimersi dalla portata ma soprattutto dal problema delle interferenze. I microfoni più economici non solo hanno una minore portata, ma soprattutto hanno più problemi legati alle interferenze. 

Vogliamo chiarire una cosa molto importante sull’entità della portata: quella che trovate indicata  sulla confezione fa riferimento a tot metri ma in assenza di ostacoli. Man mano che il segnale ne incontra uno nel tragitto tra la trasmettitore il ricevitore, il segnale perde forza e quindi rischia di essere disturbato. 

Ora, se vi esibite con una band dal vivo vi serve un microfono dalle buone portata e resistenza alle interferenze. Per un uso casalingo, magari per un microfono da usare al computer, il discorso sulla portata è relativo, l’importante è che la qualità audio sia buona.

Cambio di polarità

Una delle caratteristiche interessanti, che però non trovate in tutti i microfoni, è il selettore per il cambio di polarità: avercelo di certo non guasta. Le polarità selezionabili sono la omnidirezionale, da scegliere quando si vogliono riprendere le voci che arrivano da tutte le direzioni e la cardioide, che riprende esclusivamente la voce che arriva dall’area frontale.

Ci sono anche a supercardioide, che riprende le voci provenienti dall’area frontale, ma più ristretta e infine c’è la figura a otto, che riprende le voci provenienti davanti a da dietro.

 

 

 

Come utilizzare il microfono wireless

 

Il microfono è un dispositivo che torna utile in più occasioni. Volendo sintetizzare al massimo, il suo scopo è quello di permettere a chi parla (o canta) di farsi ascoltare. Si dirà che in fin dei conti fa la stessa cosa che fa un megafono, ma parliamo di due cose ben diverse, poiché un buon microfono non dovrebbe alterare la voce, cosa che invece un megafono fa.

La distanza dal ricevitore

La prima attenzione nell’impiego di un microfono wireless è sicuramente non superare la distanza massima dal ricevitore. A seconda del modello e della potenza del segnale questa può andare da qualche decina di metri a un centinaio. 

Tali valori, che trovate ben indicati sulla confezione e persino pubblicizzati per sottolineare la qualità del dispositivo, in realtà fanno riferimento alle condizioni standard. Cosa si intende? È una condizione che difficilmente potrete sperimentare e vi spieghiamo subito perché. 

Se il vostro microfono ha una portata di 100 m, non significa che se vi mettete a tale distanza tutto funzionerà alla perfezione poiché, lungo questo tragitto, che vi separa dal ricevitore, non dovrebbero esserci ostacoli o altri elementi di disturbo. Per rispettare tale portata dovreste vivere in mezzo al nulla, quindi cercate di non allontanarvi troppo dal ricevitore.

 

Effetto pop

Uno dei più grossi fastidi derivanti dai microfoni è l’effetto pop più o meno accentuato. Ciò può essere risolto? In effetti sì e senza neanche spendere troppi soldi. Basta mettere sulla capsula un filtro anti pop, che a volte è anche compreso come accessorio.

 

Vento

Può capitare di usare il microfono all’aperto, magari durante una giornata ventosa. Il vento è fonte di disturbo poiché il suo rumore è percepito dal microfono e quindi è amplificato fino a coprire la voce. Anche in questo caso arriva in aiuto un filtro, quello antivento, che come quello antipop è di semplice applicazione, perché si mette come un calzino.

Test

Soprattutto se state per andare in diretta, non fatevi cogliere impreparati e fate una prova microfono, innanzitutto per testare se funziona ma anche per la qualità dell’audio, ed eventualmente intervenite a migliorare la situazione.

 

 

 

Domande frequenti

 

Che differenza c’è tra un microfono dinamico e uno a condensatore?

Il microfono dinamico è dotato di un diaframma che si trova in un campo magnetico. Quando cambia la pressione dell’aria (fenomeno che si verifica per esempio, ma non solo, quando si parla al microfono) il diaframma vibra generando un segnale elettrico. Nel secondo caso, invece, c’è un condensatore composto da due lamine, una fissa l’altra mobile. 

La lamina mobile risente della variazione di pressione generata da un suono nell’aria. Un’altra differenza importante tra microfono dinamico e condensatore è che quest’ultimo ha bisogno di un alimentatore per polarizzare il condensatore. L’alimentazione, normalmente, è data dal cavo collegato al mixer.

Come collegare il microfono wireless al PC?

Collegare il microfono wireless al computer è semplicissimo. Dopo essersi sincerati della compatibilità tra i due dispositivi ci sono due possibili soluzioni: la prima è quella di collegare il ricevitore alla scheda audio del computer, in quanto basta inserire il jack nell’ingresso dedicato ed eventualmente scaricare i driver, per poi seguire una procedura guidata. 

Molto comodo, poi, il collegamento via Bluetooth che naturalmente deve essere presente sul computer e attivato. Fatto ciò, basta accendere il microfono e il computer immediatamente rileva il segnale: a questo punto si clicca su “aggiungi  Bluetooth” e una procedura guidata porta alla connessione in pochi istanti.

 

Come funziona un radiomicrofono?

Il radiomicrofono si compone di tre elementi che sono ll trasmettitore, il microfono e il ricevitore. Se il microfono è palmare allora in trasmettitore è al suo interno; altri tipi di microfono hanno il trasmettitore bodypack che è esterno e solitamente viene tenuto saldo agli indumenti. Al ricevitore arriva il segnale inviato dal trasmettitore e quindi all’amplificatore.

 

Sulla confezione del mio microfono wireless c’è scritto che ha la portata di 100 m, è davvero così?

La portata massima indicata sulla confezione del microfono, nonché nel libretto delle istruzioni, è puramente indicativa. La portata può essere tale solo se si rispettano le condizioni ideali, che sono l’assenza di ostacoli e altri elementi di disturbo del segnale. Queste condizioni non si verificano praticamente mai.

 

Che cos’è l’effetto pop?

Detto in parole semplici, l’effetto pop è una distorsione che emerge quando si pronunciano le cosiddette consonanti esplosive come la “p” o la “b”. Per prevenire questo problema si può fare ricorso a un filtro antipop.

Non riesco a usare il microfono all’aperto poiché, vivendo in una zona dove c’è molto vento, la voce diventa incomprensibile. Cosa posso fare?

La soluzione è più semplice di quanto si possa credere, infatti non serve un uragano affinché il vento disturbi la qualità audio durante l’uso del microfono. Il problema può essere risolto con un filtro antivento, ovvero un involucro di spugna da mettere sopra la capsula.

 

 

 

Ultimo aggiornamento: 23.04.24

 

Leggio – Consigli d’acquisto, Classifica e Recensioni

 

Molto spesso ci sono accessori per i musicisti cui non si dà la dovuta importanza, questo è un errore. È giusto, anzi, giustissimo concentrarsi sulla qualità dello strumento ma anche il “contorno” merita attenzione, la necessaria considerazione. Prendiamo il caso del leggio, chi suona a orecchio e non sa leggere le note potrà anche ritenerlo un acquisto superfluo, ma chi invece la musica la conosce per davvero, ha bisogno di suddetto accessorio, vuoi per eseguire degli esercizi oppure per l’esecuzione di brani musicali, tanto che si tratti di musica classica quanto di pop, non è il genere che conta. Se siete stanchi di tenere gli spartiti su un tavolo, allora date un’occhiata alla nostra guida, siamo certi che troverete ciò che fa per voi. Non ci credete? Allora vi facciamo subito due esempi: il Rayzm leggio portatile è comodissimo da trasportare in quanto leggero. Struttura stabile e solida per il Gewa Pure FX F900720 un’interessante alternativa.

 

 

Tabella comparativa

 

Pregio
Difetto
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Gli 8 migliori leggii – Classifica 2024

 

Quale modo appropriato se non una classifica per premiare il miglior leggio? Naturalmente il ranking da solo dice poco, ecco perché abbiamo scritto una recensione dedicata a ciascun articolo, in questo modo possiamo portare alle vostra attenzione i pregi ma anche i difetti. A completare il tutto vi mettiamo a disposizione dei link, a cosa servono? Beh, sono utili a chi è interessato a sapere dove acquistare a prezzi bassi un nuovo leggio tra quelli più venduti.

 

 

1. Rayzm leggio portatile e pieghevole in metallo con borsa

 

Venduto a un prezzo competitivo, riteniamo il leggio Rayzm adatto soprattutto per quei musicisti che hanno l’esigenza di trasportarlo, pensiamo a quanti devono recarsi a lezione oppure alle prove. Perché è adatto al trasporto? Perché è leggero, una volta chiuso non ingombra ed è corredato di una borsa. 

Anche se lo si dovesse smarrire perché magari lo dimenticate sul treno (sono cose che possono capitare) il danno economico sarebbe trascurabile. L’altezza è regolabile tuttavia è un accessorio pensato per suonare da seduti, non che non si possa stare in piedi ma come ammette il produttore è comodo solo se non si superano i 160 cm di altezza. 

La qualità dei materiali lascia a desiderare, ma lo ribadiamo, è un oggetto economico. Grossi problemi capitano con i rivetti della base che vengono via facilmente. È un prodotto da maneggiare con cura. Poco soddisfacente anche la stabilità. Ribadiamo il nostro concetto, è un buon leggio nel momento in cui si ha l’esigenza di spendere poco e di trasportarlo agevolmente.

 

Pro

Trasportabilità: Il leggio è molto comodo nel momento in cui l’esigenza principale è di portarselo dietro, pesa poco, è poco ingombrante ed è dotato di una sacca.

Costo: Il prezzo, secondo noi, è ottimo. La spesa da sostenere è talmente irrisoria che anche se doveste perdere il leggio non sarebbe un danno significativo.

 

Contro

Fragile: Sulla confezione dovrebbero scrivere “maneggiare con cura”, a gran parte delle persone si sono rotti uno o più rivetti.

Stabilità: Non è certo il punto di forza del Rayzm, la struttura è troppo leggera e potenzialmente soggetta a deformarsi.

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2. Gewa Pure FX F900720 Leggio da Orchestra Lamiera Forata

 

Il Gewa è un leggio ad altezza regolabile che consente di suonare con una certa comodità sia in piedi sia da seduto. La base di appoggio per gli spartiti è in metallo, abbastanza ampia. La sua inclinazione è regolabile così da trovare la posizione migliore per la lettura delle note. Peccato manchi un fermo per i fogli. 

In generale la struttura è robusta, il leggio è tutto in metallo eccetto per alcune funzioni di plastica ed è proprio qui che troviamo il “tallone di Achille”, sconsigliamo di allentare e serrare le viti spesso poiché la plastica tende a spaccarsi e le viti a spanarsi, qui emerge il carattere dilettantistico del leggio. Il problema succitato non deve far credere che il Gewa pecchi in stabilità, anzi è il contrario. 

Secondo noi non è adatto al trasporto e spieghiamo il perché: è pesante, si piegano i tre piedi ma non la base di appoggio per gli spartiti che tutt’al più può essere asportata. Non è prevista una sacca. Infine allentare e serrare le viti, come detto in precedenza possono provocare la spaccatura delle giunture di plastica.

 

Pro

Struttura: Realizzata in metallo, è molto robusta, caratteristica che unitamente alla base ampia costituita da tre piedi conferisce buona stabilità.

Base di appoggio: Gli spartiti poggiano su una superficie forata in metallo, ampia e comoda da usare al momento di girare le pagine.

 

Contro

Giunture: Se è vero che il leggio ha una struttura stabile, non di meno abbiamo individuato nelle giunture di plastica un preoccupante tallone di Achille.

Trasportabilità: Secondo noi non è un oggetto pensato per il trasporto, è pesante, la piastra in metallo per ovvie ragioni non può essere piegata e non è prevista una borsa.

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3. Cahaya Leggio Musicale Pieghevole per Spartiti 

 

Difficile parlare male del leggio Chaya, è un prodotto che ci ha realmente convinto e pertanto siamo felici di proporvelo perché siamo certi che potrebbe fare al caso di molti dei nostri lettori. È versatile, potete usarlo come leggio da tavolo, stare seduti su uno sgabello oppure in piedi. Il piano ha l’inclinazione regolabile, può tornarvi utile anche per metterci sopra il notebook, è una cosa comoda poiché oggigiorno i computer sono sempre più usati per suonare uno strumento. 

La struttura è stabile, pensate che può reggere fino a 5,4 kg di peso. La base è molto ampia, un piede dall’altro dista ben 58 cm, è un’ottima ampiezza. C’è una corrente d’aria? Avete acceso il ventilatore perché fa caldo? Non preoccupatevi, le pagine dello spartito non si gireranno grazie ai fermagli di cui il leggio è dotato. 

Se dovete andare a lezione, nessun problema, chiudete il leggio, mettetelo all’interno della pratica borsa compresa nella confezione e via. Cosa c’è che non va? Nulla o quasi, al massimo possiamo segnalare un prezzo leggermente alto ma parliamo comunque di somme alla portata di tutti.

 

Pro

Versatile: Grazie all’altezza regolabile e al piano inclinabile fino a 180°, il leggio si presenta versatile, potete anche appoggiarci sopra il notebook.

Stabilità: È un oggetto molto stabile grazie ai tre piedi che distanziano l’uno dall’altro ben 58 cm, la struttura regge fino a 5,4 kg di peso.

Trasportabilità: È comodissimo da trasportare, si chiude e apre facilmente ed entra perfettamente nella borsa compresa nella confezione.

 

Contro

Costo: C’è pochissimo da criticare, segnaliamo un costo leggermente più alto rispetto alla media dei leggii entry level, ma è tutto qui.

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4. Donner DMS-1 leggio musicale pieghevole con lampadina e custodia

 

Vogliamo subito mettere in chiaro una cosa: il leggio Donner non è un prodotto malvagio ma per il prezzo richiesto avrebbe dovuto offrire qualcosina in più e non parliamo degli accessori, quelli non mancano, ad ogni modo ci torniamo tra un attimo. L’unico elemento in metallo è il cavalletto per il resto è stato impiegato dello ABS di discutibile qualità, tutto appare troppo sottile, fragile. 

Questa è la ragione principale per cui il leggio è tanto leggero e volendo guardare il bicchiere mezzo pieno, poco peso significa facilità di trasporto soprattutto se in questo caso c’è anche una borsa. 

Siamo così giunti al capitolo accessori che comprendono: luci LED, utilissime in caso di buio, un cavo USB per la ricarica e un fermacarta. Il tutto è sempre in rigorosa plastica sottile. Cos’altro c’è da aggiungere sul Donner? Altezza regolabile e poca stabilità.

 

Pro

Accessori: La dotazione non è male, in particolare ci riferiamo alla luce LED grazie alla quale si può leggero lo spartito anche in una sala buia.

Trasportabilità: È leggero e come si sa, pesare poco è un bene quando bisogna portarsi dietro il leggio, magari insieme allo strumento.

 

Contro

Materiali: Gli elementi in ABS sono troppo sottili e fragili, se non si presta la massima attenzione si danneggiano, visto il prezzo si doveva fornire un oggetto più resistente.

Instabile: La stabilità lascia parecchio a desiderare, del resto ce lo aspettavamo da un oggetto così leggero, attenti a non urtarlo.

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5. Andoer Leggio da Tavolo in Metallo Pieghevole

 

Il leggio Andoer può fare al caso a chi ne cerca uno da tavolo e a pensarci bene torna utile non solo ai musicisti. Un esempio? Potreste usarlo in cucina quando dovete seguire una ricetta da un ricettario. È leggero ma ciò non ne compromette la stabilità che, anzi, è buona. 

Aperture e soprattutto chiusura non sono così immediate, attenti a non forzare perché potrebbe piegarsi in qualche punto. Ad ogni modo se  riuscite a chiuderlo senza intoppi, occupa uno spazio irrisorio. 

Sapete cos’altro è irrisorio? Il prezzo! Un simile costo fa passare in secondo piano la tendenza a piegarsi cui abbiamo fatto cenno in precedenza e in fin dei conti basta un po’ di attenzione in più per aggirare il problema. Una borsa per il trasporto avrebbe sicuramente fatto comodo ma magari stiamo chiedendo troppo, lo diciamo in virtù del già citato costo contenuto.

 

Pro

Stabilità: Nonostante sia un oggetto parecchio leggero, il poco peso non influisce negativamente sulla stabilità che anzi, è buona.

Costo: Secondo noi a queste cifre non c’è neanche da pensarci tanto sull’acquisto, il prezzo è di sicuro interesse.

Poco ingombro: Una volta chiuso il leggio occupa pochissimo spazio e complice il poco peso, è molto comodo da trasportare.

 

Contro

Chiusura: Il sistema di apertura e chiusura non è così immediato, soprattutto nel secondo caso; bisogna prenderci la mano ma attenti a non forzare.

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6. Mugig leggio musicale pieghevole ad altezza regolabile

 

Prezzo interessante per il leggio Mugig che ha il vantaggio, meno scontato di quanto si possa credere per modelli entry level come questo, di essere adatto a suonare in piedi anche per persone che superano i 180 cm di altezza. 

Vero è che più si regola in alto e più diminuisce la stabilità, che poi è il problema principale del modello in questione ma che tuttavia riscontriamo spesso e volentieri in accessori economici come questo. È molto leggero, altra caratteristica che non gioca  a favore della stabilità ma che almeno non fa affaticare durante il trasporto. 

A proposito, in dotazione c’è una sacca. Apertura e chiusura sono semplici così come il montaggio, ad ogni modo sono presenti anche le istruzioni quindi non avrete alcun problema in tal senso. Un altro piccolo, anzi, piccolissimo difetto lo abbiamo individuato per i fermacarte, decisamente duri per un uso comodo.

 

Pro

Altezza: Come tutti i leggii del genere, l’altezza può essere regolata ma questa volta si ottiene una misura tale da adattarsi bene per suonare in piedi anche superando i 180 cm di altezza.

Montaggio: Il leggio si monta velocemente, rapide sono anche l’apertura e la chiusura, il tutto entra in una piccola sacca quindi possiamo dire che il trasporto è comodo.

 

Contro

Instabile: Indubbiamente qualche problemino di instabilità c’è, soprattutto se si estende il leggio al massimo della sua capacità.

Fermacarte: Come fatto notare da qualche cliente, i fermacarte sono troppo duri per un utilizzo agevole e veloce.

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7. Kinsman KSS09 leggio standard da tavolo compatto e pieghevole

 

Il Kisman è un leggio da tavolo dal costo contenuto; chiaramente ciò non significa che sia un oggetto scadente, anzi, siamo convinti che possa soddisfare le esigenze di molti dei nostri lettori. Tra i suoi pregi, oltre al succitato prezzo, c’è anche la buona stabilità. Il leggio può essere regolato secondo diverse angolazioni in modo tale da fornire sempre la migliore visuale possibile delle partiture. Comodi i ferma spartiti regolabili a piacimento. 

Apertura e chiusura sono agevoli ma è richiesta un po’ di delicatezza per evitare di piegare l’oggetto in qualche punto. Nessuna difficoltà per il trasporto poiché parliamo di un leggio leggerissimo a per nulla ingombrante, cosa oltretutto facilmente intuibile. 

È compresa una borsa che fa sempre comodo sia per il trasporto sia quando bisogna metterlo da parte. In conclusione possiamo sicuramente ritenere buono il rapporto qualità/prezzo.

 

Pro

Stabile: L’oggetto in questione ci è piaciuto in particolare per l’ottima stabilità, tale caratteristica la riteniamo di grande importanza nella scelta di un leggio.

Prezzo: Il KSS09 richiede per l’acquisto una somma di denaro molto piccola, di quelle che sono nelle disponibilità di tutti.

Inclinazione: Riuscirete a leggere la partitura sempre nel miglior modo grazie all’inclinazione regolabile del leggio.

 

Contro

Delicato: La struttura non è molto robusta, in particolare bisogna essere delicati nell’aprire e chiudere il leggio per evitare che si deformi.

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8. Tiger leggio da tavolo per spartiti musicali regolabile

 

Solido, ben piantato: è il leggio perfetto per chi cerca la stabilità e la solidità. I materiali sono molto buoni, parliamo di un oggetto costruito in metallo, almeno in gran parte. L’ampia superficie può accogliere uno spartito, anche di diverse pagine o magari un tablet. L’angolazione regolabile consente di trovare sempre una buona posizione per la lettura. 

Peccato che non possa essere usato su strumenti quali tastiere a causa del poco spazio. Massima aderenza su qualsiasi superficie grazie al piede in gomma nonché ai punti di contatto in schiuma. Abbiamo detto che lo spartito è quasi tutto in metallo quindi non aspettatevi un oggetto leggero, anzi, arriva quasi a 1,5 kg. 

A proposito, deve essere venduto a peso considerando il prezzo alto. Ad ogni modo, se il denaro non è un problema e cercate uno spartito di buona qualità, il Tiger ha le caratteristiche richieste.

 

Pro

Struttura: Il prodotto è molto solido, è costruito con buoni materiali, parliamo di un oggetto interamente o quasi in metallo.

Stabilità: Una volta regolata l’angolazione state pur certi che il leggio non si muoverà, offre la massima aderenza e stabilità su qualsiasi superficie.

 

Contro

Peso: Oggetto pesantuccio e anche se non stiamo di certo parlando di un macigno, 1,5 chili per un prodotto del genere non sono pochi.

Prezzo: Non lo paga a peso d’oro ma a peso di metallo probabilmente sì, un po’ caro il Tiger, almeno per come la vediamo noi.

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Come scegliere un buon leggio

 

Abbiamo fatto una comparazione tra le offerte presenti sul mercato e confrontato i prezzi dei leggii della migliore marca venduti online. Tutto ciò ci ha permesso di individuare quelli che secondo noi sono i migliori leggii dl 2024. Un simile lavoro sarebbe stato incompleto se non avessimo tenuto conto dei pareri che i consumatori hanno espresso. 

Riteniamo che l’opinione di chi paga, di chi acquista e testa il prodotto sia di vitale importanza almeno per due motivi: il primo è che si tratta di un giudizio disinteressato, il secondo è perché il suddetto giudizio è conseguenza di una esperienza diretta dell’articolo comprato; esperienze che abbiamo vagliato, analizzato e sintetizzato allo scopo di fornirvi un resoconto preciso che aiuti noi ma anche voi nel decidere quale leggio comprare. 

È tuttavia nostra convinzione che chi ci fa l’onore di leggerci possa entrare in possesso di strumenti utili a comprendere in autonomia come scegliere un buon leggio. Se poi è tra gli articoli da noi selezionati che troverà ciò che cerca, la cosa non potrà che farci piacere.

 

 

Tipi di leggio

Fin dall’inizio abbiamo impostato il nostro articolo dando per scontato che il leggio sia un oggetto che interessa i musicisti. Naturalmente è una cosa che confermiamo ma al tempo stesso vogliamo precisare che si presta anche ad altri usi, poi è chiaro che ci sono alcuni modelli più adatti a uno scopo piuttosto che a un altro. 

Cosa vogliamo dire? Pensateci, che cos’è un leggio? Fondamentalmente si tratta di una struttura con un piano inclinato per facilitare la lettura. Dunque il leggio può ospitare uno spartito musicale ma anche un libro oppure dei fogli quando si deve tenere un discorso. 

Quello che usa il musicista si chiama leggio musicale e tra le sue caratteristiche deve avere altezza regolabile di modo che l’utente sia libero di suonare da seduto oppure in piedi. Restando in ambito musicale ci sono anche i leggi per tastiera che vanno agganciati allo strumento. Non è da escludere la possibilità di affidarsi a un leggio da tavolo.

Stabilità

È importante che il leggio sia stabile, molto spesso, attratti dal prezzo, si sceglie il modello più economico per poi accorgersi che traballa pericolosamente, basta un piccolo urto a farlo cadere. È chiaro che un acquisto del genere si rivela inutile, per non dire frustrante se il leggio cade di continuo. 

Prima di spendere male i vostri soldi controllate questo dettaglio tutt’altro che trascurabile, i tre piedi devono costituire una base ampia, questa dà più stabilità così come il peso dell’oggetto. Buoni materiali, tubi spessi, fanno sì che il leggio abbia un buon peso però c’è un “ma”. Quale? Se dovete trasportare questo accessorio, allora è il caso di preferire un modello più leggero (la stabilità deve comunque essere buona), se corredato da una sacca, è anche meglio.

 

 

 

Come utilizzare un leggio 

 

Il leggio è un accessorio importante per tutti i musicisti e aspiranti tali ed è sbagliato pensare che possa servire solo agli orchestrali. Il leggio torna utile in tutte quelle situazioni dove si rende necessario leggere uno spartito o magari un libro. C’è da dire che sebbene tutti svolgano la medesima funzione, ci sono delle differenze che determinano, in un certo senso, il modo di utilizzo. 

Per tale ragione ci sono leggii da tavolo, altri che permettono di suonare soltanto da seduti o comunque che non sono comodi da utilizzare stando in piedi, e poi ci sono quelli che facilitano proprio questo ultimo caso. Comprato il vostro prodotto, augurandoci che sia quello giusto e che magari avete trovato proprio grazie a noi, andiamo a vedere come servirsene al meglio, nel modo corretto.

Regolare l’altezza

Uno dei gesti fondamentali al momento dell’apertura del leggio è certamente la regolazione dell’altezza. Quanto stiamo scrivendo, per ragioni che ci sembrano fin troppo ovvie, non riguarda i leggii da tavolo che pure richiedono una regolazione ma ne riparleremo tra un attimo. 

Trovare l’altezza giusta è importante almeno per due motivi. Il primo che è bisogna leggere senza problemi le partiture o il libro. Il secondo motivo, oltretutto legato al primo, è che bisogna assumere una postura corretta per poter suonare lo strumento. Se magari il leggio è troppo in basso per leggere le note si finisce con l’assumere una postura scorretta.

 

Inclinazione

Non soltanto l’altezza, anche l’inclinazione va regolata allo scopo di leggere nel migliore dei modi lo spartito. Questa può essere determinata dalle preferenze personali ma anche da esigenze dovute alla giusta illuminazione.

 

Stabilità

Un’altra condizione fondamentale è la stabilità. Ora, ci sono modelli che sono instabili per loro natura perché fatti male o troppo leggeri. Innanzitutto vi suggeriamo di preferire leggii che, anche se leggeri ed economici, abbiano una base ampia, in questo modo si favorisce la stabilità. Detto questo, anche la superficie di appoggio ha la sua importanza. 

Una superficie in pendenza, anche minima, può compromettere la stabilità, soprattutto per i succitati leggii economici. Una superficie sconnessa neanche a parlarne. Se non siete i soli a suonare, nei limiti del possibile tenete una distanza sufficiente dal vostro compagno per scongiurare un urto accidentale con il leggio.

Illuminazione

Scegliete bene dove posizionate il leggio, le pagine devono essere ben illuminate sia che si tratti della luce diurna che artificiale. Poi è chiaro che se il vostro modello ha una lampadina integrata, il problema non si pone.

 

 

 

Domande frequenti

 

Dove posso comprare un leggio?

Chiunque sia interessato all’acquisto di un leggio può recarsi presso un negozio di strumenti musicali, in particolare quelli specializzati in strumenti classici. Una valida alternativa è rappresentata dai siti di e-commerce.

 

Mi reco a lezione di violino spostandomi con i mezzi pubblici, che caratteristiche devo ricercare in un leggio a riguardo?

Quando ci si sposta con leggio a seguito, soprattutto se a bordo di mezzi pubblici, è preferibile un modello leggero e poco ingombrante quando chiuso, meglio se dotato di sacca. Simili caratteristiche, in casi del genere, possono anche essere più importanti della stabilità.

Posso usare un leggio da tavolo per le tastiere?

Non è possibile per una questione di spazio, la tastiera non offre una superficie sufficientemente ampia per accogliere il leggio.

 

Quanto costa un leggio?

Il leggio non è un oggetto particolarmente costoso, si va dai 12 euro circa fino ai 50 euro o poco più per supporti professionali. Questi ultimi sono consigliati per chi suona all’interno di una orchestra.

 

Oltre ad accogliere uno spartito musicale si possono fare altri usi del leggio?

Certamente, fare musica è solo una delle diverse possibilità di impiego. Un leggio, ad esempio, è utile per reggere un tablet o persino un notebook. Torna utile anche per accogliere un libro o più semplicemente dei fogli, magari per un discorso in pubblico.

 

Usando il leggio posso suonare stando in piedi?

È possibile, la cosa importante è verificare a che altezza si regola il leggio per capire se può andare bene per la propria statura. La scelta del modello più adatto passa anche da dettagli come questo.

 

Cerco un leggio che sia soprattutto stabile, quali caratteristiche devo riscontrare?

Per capire immediatamente se un prodotto di questo tipo è stabile ci sono almeno due aspetti da considerare: il primo riguarda la base, o meglio, la sua ampiezza. Misurate la distanza tra un piede e l’altro, se questa è superiore al mezzo metro, allora possiamo parlare di base ampia e quindi di un leggio stabile. L’altro dettaglio importante è il peso, al quale naturalmente concorre anche la qualità del metallo usato per il cavalletto. Un leggio leggero sarà inevitabilmente poco stabile pertanto se per voi la stabilità conta più della trasportabilità, scegliete un modello più pesante.

Quanto peso può reggere un leggio?

Il carico massimo sopportabile varia da modello a modello, ad ogni modo ci sono leggii che possono reggere un peso anche superiore ai 5 kg ed è difficile che uno spartito o un libro pesino tanto.

 

Il leggio è indispensabile per chi fa musica?

Non è un accessorio indispensabile da avere a tutti i costi, tuttavia torna molto utile quindi il suo acquisto è vivamente consigliato ai musicisti.

 

 

 

Ultimo aggiornamento: 23.04.24

 

Pannelli fonoassorbenti – Consigli d’acquisto, Classifica e Recensioni

 

Vogliamo immediatamente chiarire un punto molto importante, sebbene la guida che state leggendo è pensata principalmente a chi ha a che fare con la musica, può essere trovata interessate anche da chi al massimo suona il campanello. Cosa vogliamo dire? Che i pannelli fonoassorbenti sono certamente indispensabili in uno studio di registrazione o in una sala prove ma anche in casa perché magari i vicini si sono lamentati per il cane che abbaia o avete attrezzato una sala cinema con un potentissimo impianto surround progettato dalla NASA, a voi piace ascoltare il suono degli effetti speciali a tutto volume mentre l’ultima volta il vicino, allarmato, ha bussato alla porta di casa vostra temendo che fosse scoppiata una guerra, invece eravate voi che stavate guardando Fury in compagnia di vostra moglie. La cosa è pure strana, perché lei odia i film di guerra… evidentemente non Brad Pitt. Torniamo a noi e in particolare a questi due articoli: lo ETT Pannello fonoassorbente, 50 x 100 x 3 cm è versatile ed assorbe molto bene il suono mentre i Pannelli Fonoassorbenti Piramidali Correzione Acustica 50x50x6 D25 Pacco da 20 sono venduti a un buon prezzo.

 

 

Tabella comparativa

 

Pregio
Difetto
Conclusione
Offerte

 

 

Gli 8 migliori pannelli fonoassorbenti – Classifica 2024

 

Per scegliere i pannelli fonoassorbenti adatti al vostro nuovo studio di registrazione o casa, date uno sguardo alla nostra classifica e leggete la recensione scritta per ciascun articolo. Dopo aver preso visione dei nostri pareri, se vi interessa sapere dove acquistare i pannelli più venduti online a prezzi bassi, potete cliccare sui link da noi segnalati. Siamo certi che anche chi cerca qualcosa di più economico resterà soddisfatto della nostra selezione.

 

 

1. ETT Pannello fonoassorbente, 50 x 100 x 3 cm

 

Il pannello fonoassorbente in esame si rivela essere parecchio versatile poiché oltre al canonico impiego in sala di registrazione o sala prove, ben si presta ad assolvere altri compiti come da imbottitura per una valigetta degli attrezzi o magari per ridurre il rumore della vostra lavatrice che non è più silenziosa come un tempo. Diciamo che con un po’ di ingegno se ne possono dare diversi usi del pannello. Ma mettiamo da parte questi discorsi e concentriamoci sulle caratteristiche che più interessano ai musicisti. Il pannello ha una buona densità, 25 kg per metro cubo, lo spessore è di 3 cm, questo è un dato molto importante soprattutto per chi è interessato a pannelli standard dunque con uno spessore di 5 cm. Funzionano? A giudicare dalla soddisfazione dei clienti pare proprio di sì. Sono un po’ costosi ma se il prezzo è sotto gli occhi di tutti, più difficile è notare che non i pannelli non sono tagliati con la massima precisione e questo è un piccolo problema quando c’è da installarne diversi su una parete.

 

Pro

Versatile: L’uso in una sala prove o studio di registrazione è solo uno dei possibili compiti che questo pannello può assolvere.

Efficacia: Il pannello una volta montato esegue egregiamente il suo compito, ciò è stato motivo di grande soddisfazione per i clienti.

 

Contro

Taglio: È importante segnalare come il pannello non sia stato tagliato con precisione, in questo modo è difficile far combaciare alla perfezione più pannelli sulla parete.

Prezzo: Anche alla luce di qualche imperfezione, riteniamo il prezzo di vendita leggermente alto, una riduzione del costo è auspicabile.

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2. Pannelli Fonoassorbenti Piramidali Correzione Acustica 50x50x6 D25 Pacco Da 20

 

Il prezzo di questi pannelli fonoassorbenti è certamente allettante, bisogna considerare che un pacco ne contiene 20. Sono indicati per la correzione acustica delle frequenze medie e alte da 500 a 4000 Hz. Il solo fatto che non si faccia cenno alle frequenze da 250 Hz lascia intendere che non fanno al caso di uno studio di registrazione professionale. Ciò detto, la forma piramidale favorisce l’assorbimento delle onde sonore e una riflessione uniforme. Il fatto che non si tratti di pannelli adeguati a un utilizzo professionale emerge con forza anche da almeno altri due fattori: all’interno del pacco difficilmente troverete due pannelli della stessa, anzi, identica misura, c’è sempre uno scarto non trascurabile. Com se non bastasse, anche il taglio è impreciso. Converrete che in queste condizioni è complicato installarli su una parete senza essere costretti a rattoppare gli spazi vuoti. Aggiungiamo, infine, anche una scarsa uniformità del colore, problema meramente estetico ma che dà comunque fastidio.

 

Pro

Prezzo: Chi vuole allestire un home recording studio in economia, può certamente prendere in considerazione questo articolo.

Efficacia: I pannelli funzionano bene, l’assorbimento delle onde sonore è soddisfacente, dicasi lo stesso della loro riflessione che è uniforme.

 

Contro

Non professionali: I pannelli per noi non sono indicati per studi di registrazione professionali in quanto la correzione acustica è efficace solo per le frequenze da 500 a 4000 Hz.

Imprecisi: Se i pannelli costano poco probabilmente è dovuta anche per l’imprecisione delle misure e del taglio, in questo modo è difficile una installazione perfetta senza rattoppare qui e lì gli spazi vuoti.

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3. Super Dash 24 Pezzi di 25 X 25 X 5 cm Pollici Cuneo 

 

Cominciamo chiarendo subito un disguido causato da qualche descrizione imprecisa. Questi pannelli wedge servono per la correzione del suono, ossia risolvere problemi di eco e/o riverbero. Non sono adatti a insonorizzare, non è la loro funzione. Non sono professionali poiché assorbono poco le frequenze alte mentre sono ottimi per quelle alte, ne consegue che per il vostro piccolo studio di casa dove magari registrare delle demo e cose di questo tipo, possono fare al caso vostro. Se invece si vuole ottenere una registrazione professionale, i Super Dash non li consigliamo. Il prezzo è buono ma i pannelli sono tagliati con una certa imprecisione, quindi si presenta il già discusso problema al momento dell’installazione. All’apertura avvertirete un cattivo odore, andrà via dopo che avrete fatto arieggiare i pannelli. Non siamo in grado di dire quanto il problema sia diffuso ma facciamo presente che almeno un utente ha sofferto di irritazione agli occhi. Per non correre rischi, se avete qualche allergia lasciate perdere questo prodotto. Dimenticavamo, dal punto di vista estetico sono piaciuti molto, sono disponibili in diversi colori.

 

Pro

Costo: Riteniamo che il prezzo per l’acquisto di un pacco contenente 24 pannelli sia conveniente, perfetti per chi vuole spendere poco.

Estetica: Scordatevi il solito e triste grigio, questi pannelli sono disponibili in diverse colorazioni che rendono l’ambiente più allegro.

 

Contro

Frequenze: Le frequenze alte sono male o per nulla assorbite, ciò indica chiaramente che i pannelli non sono adatti a un utilizzo professionale.

Imprecisi: Pare essere il problema dei pannelli economici, questi sono tagliati con una certa imprecisione, cosa che obbliga a inventarsi qualcosa per una installazione senza sbavature.

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4. Hama Pannello Adesivo Fonoassorbente, Grigio

 

Il pannello fonoassorbente Hana si presta a svariati usi. Come dichiarato dal produttore ha una funzione insonorizzate quindi potete anche installarlo in casa per non disturbare i vicini oppure, come fatto da qualcuno, contenere il rumore della lavatrice, giusto per fare un esempio. Cogliamo l’occasione per chiarire una questione molto importante. Se sono i vostri vicini a fare tumore, il problema non lo risolvete in quanto i pannelli non sono fatti per assolvere questo compito, quindi evitate di sprecare denaro. Il pannello è dotato di adesivo, cosa sicuramente comoda in quanto non vi obbliga a servirvi di colla. La tenuta dell’adesivo, descrive chi ha montato i pannelli, è molto forte. Il taglio è preciso quindi da questo punto di vista non avrete problemi. Dobbiamo dire che il prezzo ci sembra un po’ alto. Ancora una cosa da aggiungere, all’apertura della confezione sarete investiti da un cattivo odore.

 

Pro

Adesivo: Per l’installazione del pannello non è richiesto l’impiego di colla in quanto è già provvisto di un adesivo dall’ottima tenuta.

Taglio: Il pannello è tagliato con estrema precisione quindi anche se se ne devono installare diversi sulla parete, non sarà necessario mettere delle toppe.

 

Contro

Prezzo: L’articolo Hama non costa poco e se servono tanti pannelli la spesa da sostenere può essere parecchio alta.

Puzza: Ricordatevi di far arieggiare bene e a lungo il pannello perché fin dall’apertura della confezione si avverte un cattivo odore.

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5. Xin&Log 48 pezzi pannelli fonoassorbenti da 2,54×30,5×30,5 cm

 

Escludiamo a priori un utilizzo professionale di questi pannelli che hanno il pregio di costare molto poco se si tiene conto che una confezione contiene 48 pezzi. Tuttavia questi pannelli costano poco perchè economici dal punto di vista costruttivo, lo spessore è poca cosa è la qualità dei materiali è, come dire, precaria nel senso che la spugna si sgretola. Il produttore dichiara che assorbono le frequenze medio alte e noi ci crediamo, il problema è che una informazione del genere dice poco, per esempio come si comporta con le frequenze sotto i 500 Hz? Con quelle da 250 Hz in giù neanche ci poniamo la domanda perché è evidente che in questo caso la resa non è buona. Noi non li installeremo in uno studio di registrazione ma per un utilizzo casalingo possono essere una soluzione low cost. Attenzione perchè i pannelli non presentano un taglio irregolare. All’apertura si avverte un cattivo odore… qualcuno dentro ci ha anche trovato uno scarafaggio morto.

 

Pro

Prezzo: La confezione contiene 50 pezzi, in virtù di ciò possiamo certamente ritenerci soddisfatti per il prezzo di vendita praticato.

Uso casalingo: Per un uso casalingo possono sicuramente essere una buona soluzione, magari per la vostra postazione di gioco con i videogame come ha fatto qualcuno con risultati soddisfacenti.

 

Contro

Materiali: La qualità costruttiva di questi pannelli lascia a desiderare, la spugna in alcuni casi tende a sgretolarsi. All’apertura della confezione si avverte un cattivo odore.

Taglio: I pannelli presentano un taglio irregolare, difficile farli coincidere alla perfezione al momento di montarli.

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6. Arrowzoom Super Dash Pacco da 24 di 25 X 25 X 5 cm 

 

Questi pannelli, adatti ad un utilizzo non professionale, possono migliorare la qualità del suono che giunge alle vostre orecchie in quanto evitano il suo riflettersi sulle superfici dure. Alla luce di ciò, potete installarli nella vostra stanza adibita allo svago dove siete soliti ascoltare musica, giocare con i videogame o godervi un bel film con tanto di sistema home theater. La schiuma poliuretanica che compone i pannelli è di buona qualità, è anche ritardante di fiamma che, attenzione, non significa che i pannelli siano ignifughi. Tuttavia tale caratteristica sottolinea ulteriormente la buona qualità del prodotto in questione. Hanno anche un bell’impatto visivo poiché essendo disponibili in diverse colorazioni, è possibile combinarli come più aggrada; c’è però un problema, i pannelli scoloriscono in breve tempo. I pannelli che vi abbiamo presentato sono 25 x 25 x 5 cm, ottimo lo spessore, ad ogni modo chi lo desidera sono disponibili anche da 50 x 50 x 5 cm.

 

Pro

Materiali: I pannelli sono di buona qualità, la schiuma poliuretanica che li compone è ritardante di fiamma pertanto parliamo di un artico sicuro.

Spessore: Siamo molto soddisfatti anche per lo spessore di 5 cm che sebbene si tratti di una misura standard, non caratterizza sempre i pannelli non professionali.

Diversi colori: Essendo disponibili in diversi colori l’utente ha modo di combinarli come meglio crede e dare un tocco in più all’ambiente.

 

Contro

Scoloriscono: Che i pannelli siano colorati è una cosa positiva, il problema è che spesso, nel breve tempo scuriscono un po’.

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7. Advanced Acoustics, pannelli fonoassorbenti in schiuma per insonorizzazione acustica

 

Che i pannelli Advances siano di ben altro livello lo si evince dalle informazioni fornite sul Coefficiente di Riduzione del Rumore (NRC) che è di 0,85. Sono forniti, inoltre, i “numeri” per le frequenze da 125 Hz fino a 4000 Hz. Per noi queste note sono indice di professionalità e il cliente in questo modo sa bene cosa sta comprando. I pannelli sono sicuri in caso di incendio, sono stati sottoposti a specifici test. La schiuma poliuretanica ha una ottima densità di 30 kg per metro cubo. La confezione comprende 16 pannelli che coprono un’area di 1,48 metri quadrati. Il taglio è regolare. Non costano poco ma viste le caratteristiche elencate ci saremmo meravigliati del contrario. Secondo noi gli Advanced Acoustic possono tranquillamente essere installati in un buono studio di registrazione.

 

Pro

Professionali: È nostra convinzione che questi pannelli abbiamo tutte le carte in regola per un utilizzo all’interno di uno studio di registrazione professionale.

NRC: È chiaramente indicato il valore del Coefficiente di Riduzione del Rumore che oltretutto è buono in quanto 0,85.

Taglio: La qualità del taglio è ottima, questa si presenta come regolare, quindi funzionale a una installazione senza sbavature.

 

Contro

Costo: Se avete letto con attenzione le caratteristiche di questi pannelli avrete certamente capito che non costano poco.

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8. Pannello acustico Fonoassorbente Acoustic Design rosso 124x64x4 quadro acustico

 

Trattasi di un pannello acustico fonoassorbente con superficie liscia indicato per ridurre eco e riverbero delle frequenze medio alte, anche se qualcosa di buono si avverte anche con quelle basse. La qualità dei materiali è ottima, anche se non li riteniamo adatto per uno studio di registrazione mentre possono sicuramente andare bene in una sala prove o magari un ambiente adibito all’ascolto di musica con un bell’impianto Hi-Fi degno di essere definito tale. La fascia di assorbimento acustico è molto ampia. La qualità dei materiali è buona, da notare che i pannelli sono tagliati alla perfezione, dritti e senza sbavature, niente a che vedere con i pannelli fonoassorbenti economici. A proposito questo misura 124x64x4 cm. Il design è elegante quindi fanno la loro bella figura. È nostra convinzione che installando un numero sufficiente di questi pannelli si possa ottimizzare l’acustica dell’ambiente. Per quanto riguarda i colori c’è un’ampia scelta. Costano qualcosa in più rispetto alla media, va detto ma difficilmente vi pentirete dell’acquisto.

 

Pro

Qualità costruttiva: Il prodotto è di indubbia qualità, ottimi materiali e perfetto il taglio che consente una perfetta installazione nel caso in cui si vogliano unire più pannelli.

Assorbimento acustico: La fascia di assorbimento acustico è molto ampia, sebbene i pannelli diano il meglio con le frequenze medio alte, c’è soddisfazione anche per la risposta data con quelle basse.

Colori: I pannelli, oltre ad avere un design elegante e quindi belli da vedere, sono disponibili in diverse colorazioni.

 

Contro

Costo: Pur precisando che riteniamo il prezzo di vendita adeguato alla qualità del prodotto, dobbiamo comunque avvertire i lettori che pannelli del genere non costano poco.

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Come scegliere un buon pannello fonoassorbente

 

Non sono poche le offerte sul mercato in merito ai migliori pannelli fonoassorbenti del 2024, presentarle tutte sarebbe stato impossibile e poi a noi interessano le più vantaggiose dunque, dopo aver confrontato i prezzi e fatto una comparazione tra pannelli della migliore marca con altri commercializzati da produttori meno noti, abbiamo individuato quello che riteniamo essere il miglior pannello fonoassorbente. Ma se il lettore volesse decidere in prima persona quale pannello fonoassorbente comprare e senza alcun condizionamento? Noi incoraggiamo questo tipo di atteggiamento ma per non sbagliare acquisto è importante sapere come scegliere un buon pannello fonoassorbente. A tale scopo spiegheremo nei paragrafi seguenti quali sono le considerazioni da fare.

Coefficiente di riduzione del Rumore

Affrontiamo il tema dello SPCRR, di cosa si tratta? Non perdete tempo a googlerare poiché è una sigla che ci siamo inventati noi per unire tre caratteristiche importanti dei pannelli fonoassorbenti. S sta per spessore, P per pattern della superficie e infine CRR che indica il Coefficiente di Riduzione del Rumore e che in realtà si rappresenta con la sigla NRC. Cominciamo dallo spessore: la scelta ricade tra pannelli da 3 cm, 5 cm (standard) e 10 cm. I pannelli da 5, a differenza di quelli da 10, non assorbono le basse frequenze. 

Quanto al pattern della superficie la scelta ricade tra quelli detti wedges, che possiamo descrivere come dei triangoli tridimensionali, oppure piramidali. Diciamo che la forma può determinare la performance ma le differenze sono così poche che scegliere uno o l’altro fa lo stesso. Infine c’è il Coefficiente di Riduzione del Rumore che ha un valore compreso tra 0 e 1. 

Cosa indica questo valore? Indica la capacità di assorbire il suono o meglio, la sua efficacia. Più questo valore è alto maggiore è la capacità di assorbimento. Il problema del suddetto valore è che viene assegnato dopo test che prendono in considerazione quattro frequenze, ossia 250, 500, 1000 e 2000 Hz? In sostanza dai test sono escluse le frequenza sotto i 250 Hz che poi sono quelle che in uno studio di registrazione danno più problemi. Se vi capita di imbattervi in pennelli che nella scheda del prodotto riportano il Coefficiente di Assorbimento Acustico al posto di quello della Riduzione del Rumore, avrete la certezza di valori più affidabili poiché questo coefficiente misura i valori specifici di una banda di frequenza. Peccato che tale coefficiente sia raramente usato.

Dimensioni dei pannelli

Oltre allo spessore i pannelli si differenziano per le misure, queste possono essere 30 x 30, 60 x 60 e infine 60 x 120 (si tratta delle più comuni ma possono essere anche di altra misura). La scelta è abbastanza personale ma dobbiamo comunque far presente che i pannelli di misura più piccola, quindi quelli 30 x 30 sono più semplici da montare perchè essendo leggeri si possono attaccare al muro con adesivi non permanenti, quindi sono anche semplici da rimuovere.

 

 

 

Come installare i pannelli fonoassorbenti

 

Ora che avete finalmente comprato i pannelli fonoassorbenti bisogna passare all’installazione. Installare un pannello, nel suo atto pratico, ovvero fissarlo alla parete non è cosa complicata, è però importante sapere deve essere posizionato con criterio. Le indicazioni che daremo tra un attime sono valide per un studio di registrazione e sala prove.

 

Raccomandazioni preliminari

Una cosa deve essere ben chiara, l’area dietro ai monitor (o diffusori acustici) deve essere totalmente coperta dai pannelli. Da coprire sono anche gli angoli aperti della stanza. Come va coperto l’angolo? Sicuramente evitando l’errore di non lasciare spazio tra questo e il pannello, insomma curvatelo ma non schiacciatelo contro il muro.

La copertura delle pareti

Da un punto di vista quantitativo, quanti pannelli servono, che porzione va coperta? La risposta varia a seconda dell’ambiente, in generale i pannelli vanno sistemati sul 20 all’80% delle pareti. Bisognerebbe testare l’acustica dopo la disposizione di ogni pannello per non correre il rischio di metterne troppo pochi o più del necessario.

 

Il montaggio

Siamo al tanto atteso momento del montaggio vero e proprio, possibilmente senza rovinare le pareti. I pannelli vanno attaccati con una colla, un adesivo che sia forte abbastanza da reggere il loro peso ma non tanto da impedirne la rimozione senza portare via porzioni di intonaco o peggio, senza lasciare pezzetti di pannello sul muro. Non staremo qui a dirvi di usare questa o quell’altra colla perché molto dipende dal tipo di parete, da come è verniciata ecc. In questo caso l’unico consiglio che possiamo darvi è di esporre la questione al vostro ferramenta di fiducia, sicuramente vi indicherà l’adesivo migliore.

 

 

 

Domande frequenti

 

I pannelli fonoassorbenti costano troppo, in compenso mio padre ha una salumeria,  avanzano un sacco di cartoni delle uova, posso usarli per assorbire il suono?

Quella dei cartoni delle uova è una vera e propria leggenda che circola da tanto tempo, in molti ci credono tanto è vero che li incollano sulle pareti. Per carità, non è che un cartone delle uova non assorba il suono, il problema è che la sua azione è quasi nulla e quindi neanche lontanamente paragonabile a un pannello fonoassorbente della peggiore qualità.

Che cosa vuol dire fonoassorbente?

In pratica è la capacità che ha un oggetto di assorbire i rumori e i suoni. Per dirla in altre parole, i materiali fonoassorbenti sono in grado di controllare le riflessioni, il rumore e le riverberazioni.

 

Che cos’è il Coefficiente di Riduzione del Rumore?

Il Coefficiente di riduzione del Rumore, altrimenti detto Noise Reduction Coefficient e indicato con la sigla NRC, indica la porzione di suono assorbita dalla superficie di un materiale. Un valore alto dello NRC significa che altrettanto alta è la capacità di assorbimento del suono di un materiale.

 

Che differenza c’è tra bass trap e pannello acustico?

Entrambi sono elementi necessari al trattamento acustico di un ambiente tuttavia il bass trap è utile per l’assorbimento delle frequenze basse mentre il pannello è più indicato per le frequenze medio alte. Va comunque fatta una precisazione sulle bass trap in quanto si tratta di oggetti con assorbimento ad ampio spettro, quindi assorbono anche le frequenze medio alte. In un piccolo home studio, se si hanno problemi di budget, le sole bass trap possono bastare.

 

Che differenza c’è tra fonoassorbenza e fonoisolamento?

Un oggetto fonoassorbente ha la caratteristica di trasformare una parte consistente dell’energia sonora in energia di altro tipo; l’oggetto fonoisolante, invece, riflette il suono che lo investe senza trasformarlo. 

 

Di che colore sono i pannelli fonoassorbenti?

Per un lungo periodo i pannelli fonoassorbenti erano disponibili solo in colore grigio, questo poteva avere una tonalità chiara o più scura. Oggi in commercio ci sono anche pannelli con altre colorazioni alcune parecchio vivaci.

Come si fissano i pannelli fonoassorbenti sulla parete?

Per il fissaggio dei pannelli sulla parete si usa un adesivo, la scelta è a discrezione dell’utente che deve farla anche in accordo al tipo di vernice. È importante che la tenuta dell’adesivo sia sufficiente a reggere il pannello ma non deve neanche essere troppo forte da causare l’asportazione di intonaco nel caso in cui si decidesse di togliere i pannelli.

 

In percentuale che porzione di pareti va ricoperta con i pannelli fonoassorbenti?

Dare una risposta precisa non è possibile in quanto ci sono più aspetti da considerare. In linea di principio possiamo dire che le pareti vanno coperte del 20% allo 80%.

 

 

 

Ultimo aggiornamento: 23.04.24

 

Cavo AUX – Consigli d’acquisto Classifica e Recensioni

 

Sebbene sia stato un po’ messo da parte in favore dei moderni cavi USB, il cavetto AUX è duro a morire e può tornare ancora molto utile per effettuare il collegamento tra alcuni dispositivi. Se state cercando un buon modello, ma avete difficoltà ad orientarvi sul mercato, allora siete arrivati alla pagina giusta. Qui potrete trovare utili consigli d’acquisto che vi aiuteranno a trovare il cavo AUX giusto per le vostre esigenze.

Se non avete tempo di leggere tutta la pagina, qui di seguito potrete trovare una tabella dedicata ai tre migliori modelli, oppure potete subito dare un’occhiata al Syncwire Cavo Aux 3,5 mm in Nylon che si presenta con un ottimo rapporto qualità-prezzo e compatibile con la maggior parte dei dispositivi. In alternativa, potete optare per Ugreen Cavo Adattatore da 3,5 mm per collegare il vostro PC, smartphone o tablet all’impianto Hi-Fi.

 

 

Tabella comparativa

 

Pregio
Difetto
Conclusione
Offerte

 

 

Gli 8 migliori cavi AUX – Classifica 2024

 

Qui di seguito troverete i nostri pareri sui cavi AUX più venduti e apprezzati sul mercato per il loro ottimo rapporto qualità-prezzo. Al termine di ogni singola recensione, troverete una tabella di comparazione tra i vantaggi e gli svantaggi del prodotto, così potrete avere un’idea precisa su quale acquistare. Buona lettura! 

 

 

Cavo AUX un metro

 

1. Syncwire Cavo Aux 3,5 mm in Nylon 

 

Il miglior cavo AUX per rapporto qualità prezzo tra quelli venduti online, il Syncwire è una soluzione ideale che vi permette di risparmiare senza rinunciare ad un segnale audio preciso. La sua compatibilità elevata vi permette di utilizzarlo con tantissimi dispositivi, dagli smartphone alle autoradio, inoltre potrete usarlo per sostituire un cavo rovinato per le vostre cuffie. 

È compatibile anche con lettori MP3 o altri dispositivi per la riproduzione audio, tranne alcuni modelli Sony e Bose. I connettori dorati garantiscono un segnale pulito e senza alcuna perdita, quindi ideale per ascoltare la vostra musica preferita. 

Il cavo risulta molto resistente, quindi potrete farne un utilizzo intensivo senza preoccuparvi di rovinarlo. Un punto a favore anche per la flessibilità estrema che limita gli attorcigliamenti fastidiosi. Quando non lo utilizzate vi consigliamo di usare un laccetto con velcro o un elastico per tenerlo fermo. 

 

Pro

Compatibile: Il cavo AUX si potrà usare con tantissimi dispositivi, inoltre si rivela un ottimo cavo di riserva per le vostre cuffie. 

Connettori: In oro placcato, assicurano un segnale preciso e stabile, ideale per ascoltare la vostra musica preferita da qualsiasi dispositivo.

Rapporto tra costo e qualità: Il cavo è altamente resistente all’usura e durevole, inoltre viene venduto a un prezzo davvero conveniente.

 

Contro

Poco pratico: Il cavo risulta un po’ difficile da riporre a causa della sua flessibilità che da una parte evita attorcigliamenti, ma dall’altra lo rende poco pratico da sistemare una volta finito di utilizzarlo.

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Cavo AUX RCA

 

2. Ugreen Cavo Adattatore da 3,5 mm 

 

Anche gli audiofili amanti del vinile e del CD spesso non possono fare a meno di ascoltare un po’ di musica liquida. Questo cavo AUX si rivela ideale in quanto dispone di connettore jack e due RCA per poter collegare i vostri dispositivi all’impianto audio o alle casse. 

Vanta una buona compatibilità con smartphone, tablet, PC e lettori MP3 di diverse marche, inoltre sarà possibile usarlo anche con un videoproiettore o con il proprio televisore. Il cavo è stato realizzato con un materiale PVC flessibile e leggero, quindi sarà possibile arrotolarlo e riporlo con facilità anche in una bustina o un sacchetto per il trasporto. 

Grazie alla placcatura in oro da 24 carati resistente alla corrosione, i connettori di qualità assicurano un segnale stabile, sebbene con alcuni impianti audio il cavo potrebbe creare una lieve distorsione di sottofondo quando si tiene il volume molto basso. 

 

Pro

Pratico: Grazie ai connettori Jack-RCA sarà possibile usare il cavo AUX per collegare i vostri dispositivi digitali all’impianto HiFi, in modo da ascoltare la musica liquida con una qualità del suono superiore. 

Materiali: I connettori in oro placcato da 24 carati assicurano un suono preciso e un segnale audio stabile, inoltre si rivelano molto resistenti all’usura. 

Compatibile: Potrete utilizzarlo con tantissimi dispositivi oltre all’impianto Hi-Fi. Infatti il cavo si comporta benissimo anche con televisori, videoproiettori e casse amplificate. 

 

Contro

Distorsione: Su alcuni impianti o dispositivi, il cavo potrebbe generare un lieve rumore di sottofondo a volumi bassi.

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Cavo AUX macchina

 

3. Newtop Cavo AUX05 per Cuffie Auto Macchina

 

Tra i migliori cavi AUX del 2024, troviamo il conveniente modello di Newtop che si presenta con una compatibilità elevata.

È la soluzione ideale per collegare i vostri dispositivi portatili all’entrata AUX dell’autoradio e ascoltare così la vostra musica preferita o l’audio dei video usando l’impianto del veicolo. 

Allo stesso modo potrete collegare smartphone e tablet a casse portatili o alle cuffie, in modo da amplificare il suono. La qualità del cavo è molto buona, con connettori placcati in oro che assicurano un segnale stabile e preciso, senza distorsioni o rumori di sottofondo. 

Il materiale del cavetto risulta molto resistente, quindi potrete farne un uso intensivo senza preoccuparvi di rovinarlo.

L’unico neo del prodotto sta nella poca flessibilità che può portare ad attorcigliamenti, quindi ogni tanto dovrete stendere il cavo in modo da non inficiare la precisione del segnale audio.

 

Pro

Compatibilità: Il cavo è ideale per collegare i dispositivi portatili all’autoradio in modo da poter usare l’impianto della macchina per ascoltare la vostra musica preferita.

Qualità-prezzo: Sebbene sia più economico rispetto ad altri modelli, questo cavo si presenta con connettori placcati in oro che assicurano un segnale stabile e preciso. 

Resistente: Il cavetto si dimostra molto resistente, quindi potrà durare a lungo nel tempo anche se ne fate un utilizzo intensivo. 

 

Contro

Poco flessibile: Il cavo tende ad attorcigliarsi spesso, cosa che può inficiare la qualità del segnale audio e creare fastidiose distorsioni.

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Cavo AUX Amazon

 

4. Amazon Basics – Cavo Audio Stereo Maschio su Maschio

 

I prodotti Amazon Basics sono molto apprezzati per il loro rapporto qualità-prezzo, per questo sono tra i più venduti. Questo cavo AUX con jack maschio maschio si rivela ideale per auto, in quanto potrete utilizzarlo per collegare il vostro smartphone o tablet con l’autoradio e ascoltare musica tramite le casse dell’impianto. 

Il modello è compatibile con tutti i dispositivi che dispongono di ingresso jack da 3,5 mm o porta AUX, quindi sarà possibile usarlo anche con cuffie e speaker amplificati portatili. Sorprende anche al lunghezza di ben 1,2 metri, ideale per poter tenere i dispositivi ad una buona distanza e sistemarli comodamente a seconda delle vostre esigenze. 

I connettori con angoli smussati e placcati in oro, assicurano un segnale di buona qualità e privo di interferenze. Se non sapete dove acquistare il prodotto nuovo e a prezzi bassi, cliccate pure sul link della pagina del negozio online, riportato qui di seguito. 

 

Pro

Affidabile: Gli angoli smussati dei connettori assicurano un segnale stabile e preciso con qualsiasi dispositivo, ideale per ascoltare la vostra musica preferita senza distorsioni.

Versatile: Il cavetto funziona sia con dispositivi che dispongono di ingresso AUX, sia con entrata per jack da 3,5 mm. 

Lunghezza: Misura ben 1,2 metri, quindi potrete collegare i dispositivi a una buona distanza tra di loro, in modo da poter sistemarli nella maniera più comoda per voi. 

 

Contro

Sottile: Il cavo non risulta molto robusto, quindi occorre maneggiarlo con una certa attenzione per farlo durare più a lungo possibile e non rovinarlo.

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Cavo AUX iPhone 

 

5. Cavo Aux per iPhone Certificato MFi

 

I dispositivi Apple sono di ottima qualità, ma dall’altra parte hanno una serie di particolarità che li rendono poco compatibili con quelli di altre marche.

Gli accessori originali spesso costano davvero tanto, per questo conviene puntare su quelli prodotti da terze parti in modo da risparmiare. 

Il cavo in questione vi permette di collegare il vostro iPhone all’autoradio da USB a entrata AUX da 3,5 mm, in modo da poter riprodurre la musica e l’audio del telefono utilizzando l’impianto del veicolo. Il cavetto è stato progettato con un chip in grado di trasmettere rapidamente i dati, per un segnale del suono sempre affidabile che non subisce alcun ritardo o distorsione. 

I componenti del cavo si rivelano durevoli e allo stesso tempo resistenti all’usura, con il connettore Lighting progettato in metallo lucido, e quello jack placcato in oro.

Ora veniamo al lato negativo: il cavo (connettori a parte) è realizzato con materiali non eccelsi e che trasmettono la sensazione di potersi rovinare con l’uso e il passare del tempo.

 

Pro

Per iPhone: Un’ottima soluzione per collegare il vostro prodotto Apple all’autoradio o ad altri dispositivi per poter ascoltare musica o audio con una qualità sonora migliore.

Materiali: Il jack Lightning è stata prodotto con metallo lucido, mentre il cavo jack è placcato in oro. Questo rende il modello altamente resistente all’usura e assicura un segnale audio stabile.

Flessibile: Sarà possibile usarlo senza farlo attorcigliare, in modo da avere sempre un segnale preciso e poterlo riporre senza perdere troppo tempo.

 

Contro

Migliorabile: Al di là dei jack, la qualità del cavo in sé appare non entusiasmante e l’impressione è che con il tempo possa rovinarsi.

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6. Yumine – Cavo AUX per iPhone Audio Auto

 

Mentre i gli smartphone o i tablet Android e di altre marche si possono caricare facilmente collegandoli ad altri dispositivi, quelli Apple hanno bisogno di particolari adattatori.

Se avete un iPhone o un iPad e siete soliti viaggiare molto in automobile, potreste considerare l’acquisto di questo cavo Lightning-AUX per poter collegare i vostri dispositivi all’autoradio e ascoltare musica sfruttando la potenza dell’impianto. 

Allo stesso modo, il cavetto si potrà usare per ricaricare l’iPhone, sebbene questo non sempre funziona come dovrebbe. Il prodotto è compatibile con autoradio, cuffie, impianti Hi-Fi e tanti altri dispositivi che dispongono di una porta AUX, inoltre si presenta con materiali di buona qualità che assicurano un segnale audio stabile e preciso. 

Tornando alla sua funzione principale, ovvero quella di ricarica, questo cavetto sembra non fornire la carica sufficiente alla batteria con alcuni dispositivi Apple come iPad e Mac, quindi ne consigliamo l’utilizzo solo con iPhone. 

 

Pro

Economico: Se avete un iPhone e state cercando un cavo AUX dal costo più basso rispetto ai prodotti Apple, allora questo può davvero fare al caso vostro.

Versatile: Potrete usare il cavo per collegare il vostro iPhone all’autoradio, all’impianto Hi-Fi o alle cuffie per ascoltare musica e ricaricare la batteria.

Materiali: Il prodotto si rivela molto resistente e durevole nel tempo grazie ai rivestimenti dei connettori di alta qualità. 

 

Contro

Ricarica: Il cavo è stato progettato per l’iPhone, quindi potrebbe non riuscire a dare la giusta carica a dispositivi più ‘esigenti’ come Mac e iPad. 

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Cavo AUX maschio/maschio

 

7. Linkinperk Cavo Audio Stereo Jack 

 

Se volete risparmiare e non sapete quale cavo AUX comprare, potete puntare su questo modello funzionale ed economico, ideale per collegare i vostri dispositivi all’autoradio, al PC o agli speaker portatili. Nonostante il prezzo ci troviamo di fronte ad un cavo prodotto con ottimi materiali, infatti i connettori placcati in oro da 24 carati promette molto bene in quanto a resistenza e longevità. 

Il cavetto flessibile e allo stesso tempo robusto vi permette di usarlo senza farlo attorcigliare e di riporlo con facilità ovunque vogliate. Il segnale del suono è di buona qualità, sufficiente per ascoltare musica, ma che presenta comunque qualche fruscio di sottofondo a bassi volumi. 

Segnaliamo anche l’assenza della gomma tra il cavo e il connettore, una mancanza a nostro parere un po’ grossolana in quanto avrebbe reso il modello più resistente all’usura. 

 

Pro

Economico: Il prezzo ridotto del cavo AUX vi permette di acquistarlo spendendo il meno possibile, ideale se avete un budget ridotto.

Funzionale: Potrete usarlo per collegare i vostri dispositivi all’autoradio o agli speaker amplificati in modo da ascoltare musica liquida con una qualità audio migliore.

Flessibile: Non si attorciglia e si può riporre con facilità quando non lo usate. 

 

Contro

Segnale: Il modello è di qualità inferiore rispetto a quelli più costosi, quindi potrebbe produrre lievi distorsioni di fondo, specialmente a volumi bassi.

Design: Manca la gomma usata solitamente per dividere il connettore dal cavo, cosa che rende il prodotto poco durevole.

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Cavo AUX USB C

 

8. Ugreen Cavo Audio da USB C 

 

Non è proprio il modello meno costoso in circolazione, quindi ve lo consigliamo solo se avete un buon budget a disposizione. Il cavo è stato progettato per collegare smartphone e tablet Samsung o Huawei ad altri dispositivi come autoradio, casse amplificate e impianti Hi-Fi, in modo da poter ascoltare l’audio dei video o la musica potenziando e migliorando il suono. 

Il prezzo alto del prodotto è giustificato dalla presenza di un connettore realizzato in lega di alluminio e nylon di alta qualità che promette molto bene in quanto a resistenza e longevità. L’USB C si rivela molto più efficiente del classico jack placcato in oro, infatti assicura un segnale stabile e una riduzione del rumore di sottofondo ottimale. Il cavo è estremamente flessibile, quindi sarà possibile utilizzarlo senza farlo attorcigliare e riporlo comodamente ovunque vogliate. 

 

Pro

USB-C: Garantisce un segnale preciso e stabile, con una riduzione del rumore del 98% che vi permetterà di ascoltare musica o audio senza alcun disturbo. 

Materiali: I due connettori sono stati prodotti con una lega di alluminio e nylon altamente resistente che vi permette di utilizzarli a lungo nel tempo. 

Flessibile: Potrete utilizzarlo senza creare attorcigliamenti fastidiosi e riporlo facilmente in un cassetto o in una custodia. 

 

Contro

Costoso: Il prezzo del prodotto potrebbe risultare un po’ eccessivo, a meno che non siate degli audiofili sfegatati. In caso contrario sul mercato si trovano cavi AUX più economici e di buona qualità.

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Come scegliere un buon cavo AUX

 

Avete letto le nostre opinioni sulle varie offerte sul mercato, ma non siete ancora del tutto convinti su come scegliere un buon cavo AUX? Nessun problema! In questa parte della pagina troverete utili consigli che vi aiuteranno a capire quale può fare al caso vostro. 

Prima di acquistare un prodotto di questo tipo è importante capire quali sono le vostre esigenze, oltre a conoscere le caratteristiche fondamentali da cercare in un buon modello. 

Il cavo AUX viene comunemente utilizzato per collegare dispositivi portatili come smartphone o tablet alle autoradio, alle cuffie o agli speaker attivi. Nonostante molti modelli moderni dispongano di Bluetooth, il segnale audio risulta sempre più stabile con una connessione via cavo, inoltre potreste avere un’autoradio o un impianto Hi-Fi datato che non dispone di questa funzione.

Per quanto riguarda il prezzo, non dovete preoccuparvi di spendere troppo, infatti i cavi AUX si presentano con costi decisamente accessibili, sebbene ci sono comunque modelli più economici di altri. Il nostro consiglio principale è sempre quello di puntare su un modello dal buon rapporto qualità-prezzo, specialmente nel caso dei cavi AUX dove le differenze sono davvero sottili. 

Le caratteristiche principali di cui tenere conto sono i materiali usati per la realizzazione del cavo e dei connettori, la compatibilità e la lunghezza. Analizziamole nel dettaglio qui di seguito.

Connettori

I cavi AUX sono composti da due connettori jack da 3,5 mm uniti da un cavo in rame. È molto importante tenere conto della qualità dei connettori, nella maggior parte dei modelli questi hanno un rivestimento dorato, utilizzato per migliorare il segnale audio e renderlo più stabile. I modelli placcati in oro da 24 carati sono tra i più affidabili, in quanto questo materiale permette di ridurre al minimo le distorsioni sonore che si possono verificare durante il collegamento. 

Bisogna tenere conto infatti che il segnale da dispositivi come smartphone o tablet all’autoradio o all’impianto Hi-Fi può avere del rumore di sottofondo specialmente a volumi bassi, quindi più alta sarà la qualità dei materiali del connettore, più pulito sarà il suono. 

I cavi migliori (e anche più costosi) dispongono di connettori realizzati in lega di alluminio e nylon, capaci di ridurre il rumore al massimo e assicurare un suono preciso e stabile. Allo stesso modo, sul mercato si possono trovare cavi AUX con connettore USB-Jack, utilizzati con smartphone di diverse marche e particolarmente apprezzati per la rapidità nel trasferimento del segnale da un dispositivo all’altro.  

 

Materiali

Per quanto riguarda i materiali, tutti i modelli sono prodotti in rame ricoperto dalla gomma. È importante però che il modello desiderato non sia troppo sottile, perché altrimenti il rame all’interno potrebbe rovinarsi e di conseguenza inficiare la precisione del segnale audio. 

I cavi troppo spessi e rigidi sono molto più resistenti, ma allo stesso tempo si possono attorcigliare facilmente, cosa alquanto scomoda quando si tratta di riporli o di utilizzarli in automobile. I grovigli inoltre possono rovinare velocemente il cavo e soprattutto impedire una corretta trasmissione del segnale da un dispositivo all’altro. 

L’ideale è sceglierne uno flessibile, utilizzando una fascetta elastica o con velcro per poterlo riporre quando non lo si usa. Allo stesso modo è importante che i connettori e il cavo siano separati da una gommina di protezione che li rende più resistenti e durevoli. 

 

Compatibilità 

La maggior parte dei cavi AUX è compatibile con un gran numero di dispositivi, quindi potrete utilizzarli per collegare smartphone, tablet e PC ad autoradio, impianti Hi-Fi, cuffie e casse attive. Prima di acquistare un modello però vi consigliamo comunque di leggere la lista della compatibilità, in quanto molti cavi AUX di recente produzione potrebbero non funzionare con lettori MP3, walkman o lettori CD di alcune marche. 

Nel caso dei cavi USB-Jack è importante controllare il connettore USB e verificarne la compatibilità con il proprio dispositivo. Alcuni modelli sono progettati per iPhone, mentre altri possono andare bene con smartphone Android o Samsung. Questi particolari prodotti possono anche ricaricare il vostro smartphone, ma questa funzione spesso lascia un po’ a desiderare, inoltre non è indispensabile. 

Lunghezza

I cavi AUX solitamente non sono molto lunghi, in quanto sono pensati per collegamenti ravvicinati tra i dispositivi. Se però avete bisogno di misure particolari, potete puntare su modelli più lunghi di 1,2 metri in modo da collegare i vostri dispositivi ad una buona distanza. Questa soluzione è consigliata per connettersi a impianti Hi-Fi domestici, un po’ meno però per il collegamento tra i dispositivi e l’autoradio, in quanto un cavo molto lungo potrebbe risultare un po’ scomodo mentre guidate. 

 

 

 

A cosa serve il cavo AUX

 

L’arrivo del Bluetooth ha rivoluzionato il collegamento tra diversi dispositivi, eliminando la necessità dei cavi e rendendo il tutto più veloce e comodo. In realtà il Bluetooth esiste in diverse versioni, con quelle più datate che spesso hanno un segnale troppo basso, poco adatto per l’ascolto della musica. 

Proprio per questo motivo i cavi AUX sono ancora in circolazione e vengono utilizzati soprattutto per collegare smartphone o tablet alle autoradio e agli impianti Hi-Fi. Allo stesso modo un buon cavo AUX può tornare utile per sostituire quello vecchio di un paio di cuffie per poterle riutilizzare. Anche se il vostro smartphone, la vostra autoradio e l’impianto stereo sono dotati di Bluetooth, il miglior modo per ascoltare musica (e il sonoro in generale) è quello di usare un buon cavo AUX.

Com’è composto il cavo AUX

Il cavo AUX è composto da due connettori jack e un cavo in rame con un rivestimento in gomma. I componenti sono separati da un gommino che assicura una buona resistenza e durevolezza nel tempo. Esistono sul mercato cavi AUX con connettore USB-Jack o Jack-RCA che si possono usare per diversi scopi.

 

Come funziona il cavo AUX RCA

Il cavo AUX RCA è particolarmente indicato per collegare il vostro smartphone, PC o tablet ad un impianto Hi-Fi che non dispone di Bluetooth o magari ha una versione datata di questa tecnologia. Grazie ai connettori RCA sarà possibile effettuare un collegamento ottimale anche con un proiettore, in modo da poter trasferire l’audio dei video e proiettare film dal laptop. 

Allo stesso modo il cavo AUX-RCA è particolarmente indicato per i sistemi Home Theatre, oppure per ascoltare musica su smartphone e tablet, utilizzando speaker attivi con entrata RCA. Questo tipo di cavo non è adatto però al collegamento con le autoradio che dispongono di entrata AUX per jack da 3,5 mm.

Come funziona il cavo AUX-USB

Questa tipologia solitamente presenta una doppia funzione: principalmente vi permette di inviare il segnale audio dallo smartphone\tablet all’autoradio o all’impianto Hi-Fi, inoltre vi consente anche di ricaricare il vostro dispositivo. Si tratta di un articolo molto utile, sebbene spesso la ricarica non funzioni proprio come dovrebbe. 

Dipende molto dal dispositivo, solitamente con un cavo AUX-USB è possibile ricaricare uno smartphone collegandolo alla vostra autoradio, mentre il più delle volte sarà difficile dare la giusta carica alla batteria di un Macbook o un tablet effettuando il collegamento con un impianto Hi-Fi. Il vantaggio principale dei cavetti AUX-USB sta nella precisione e nella stabilità del segnale, spesso migliore di quelli con connettori jack maschio maschio. 

 

 

 

Domande frequenti

 

Per cosa si usa il cavo AUX?

Si utilizza per collegare due dispositivi con entrata jack da 3,5 mm. In generale viene usato per connettere smartphone e lettori MP3 all’autoradio o all’impianto Hi-Fi sprovvisti di Bluetooth o con una versione datata di questa tecnologia. Potete usare i cavi AUX anche per le cuffie o per altri dispositivi come proiettori, televisori e casse amplificate. Sul mercato sono disponibili cavi AUX jack maschio maschio, AUX-USB e AUX-RCA. 

Il cavo AUX ha una compatibilità universale?

In generale i cavi AUX con connettori jack da 3,5 mm sono compatibili con la maggior parte dei dispositivi. Potrebbero non funzionare con alcuni lettori MP3 e lettori CD di alcune marche, specialmente con quelli datati. Il cavo AUX-USB possono avere una compatibilità diversa a seconda del dispositivo, quindi occorre controllare la scheda del prodotto prima di acquistarli.  

 

Quanto è lungo il cavo AUX?

Dipende molto dal modello, in generale i cavi AUX sono abbastanza corti in quanto si utilizzano per collegare dispositivi vicini tra di loro come uno smartphone con un’autoradio. Potete trovare anche cavi AUX da 1,2 metri, molto utili nel caso vogliate collegare un PC ad un impianto audio in casa, ma poco indicati per un utilizzo in automobile. 

 

Qual è la qualità del segnale audio?

I migliori cavi AUX dispongono di connettori placcati in oro da 24 carati che garantiscono una trasmissione del segnale audio ottimale, senza rumori o distorsioni. I prodotti più costosi in alluminio e nylon riducono ulteriormente il rumore di sottofondo. Questo fattore può comunque variare in base ai dispositivi connessi e alla qualità dei loro componenti interni. 

 

Dove acquistare il cavo AUX

Potete trovare i cavi AUX in qualsiasi negozio di elettronica a prezzi molto bassi. La maggior parte dei modelli si aggira intorno ai 6 €, mentre quelli con connettori di qualità superiore possono arrivare a costare 10€. Una buona alternativa è acquistarli online, approfittando di diverse offerte e scegliendo tra una vasta gamma di prodotti messi sul mercato dalle marche più disparate. 

 

 

 

 

Ultimo aggiornamento: 23.04.24

 

Console DJ – Consigli d’acquisto Classifica e Recensioni 

 

Il mondo del DJing è molto complesso, sia per quanto riguarda la conoscenza della musica, sia per lo studio del suono in tutte le sue sfaccettature. Lo strumento principale di ogni buon DJ è la sua fida console, dove è possibile gestire il mix delle tracce in maniera precisa e usarla anche per produrre loop o basi musicali. Se siete dei DJ in erba e volete acquistare una nuova console  allora siete arrivati sulla pagina giusta. Qui potrete trovare utili consigli d’acquisto che vi aiuteranno a trovare quella giusta per le vostre. Tra i modelli più venduti troviamo Numark Party Mix particolarmente adatta ai principianti grazie al suo ottimo rapporto qualità-prezzo. In alternativa potete puntare sul modello Pioneer DJ DDJ-200 Smart Controller dal costo leggermente più alto, una buona soluzione per allenarsi a casa e mixare con controlli precisi e responsivi.

 

 

Tabella comparativa

 

Pregio
Difetto
Conclusione
Offerte

 

 

Le 8 migliori console DJ – Classifica 2024

 

Qui di seguito troverete i nostri pareri sui modelli più venduti e apprezzati per il loro rapporto qualità-prezzo. Leggendo le recensioni potrete farvi un’idea delle diverse offerte online, inoltre potrete trovare una tabella con il confronto tra i pregi e i difetti di ogni singolo prodotto. Buona lettura!

 

 

1. Numark Party Mix – Console DJ a 2 Canali

 

La migliore console DJ per rapporto qualità-prezzo, tra i modelli venduti online la Numark è quella che più si adatta alle esigenze dei principianti. Si presenta con un layout intuitivo, costituito da pad luminosi e da due canali ben divisi grazie ai quali potrete cominciare a praticare sui vostri missaggi senza fare confusione. 

Il crossfader responsivo vi consente di passare da un canale all’altro con precisione, mentre le due jog wheel si possono usare sia per gestire le tracce, sia per fare un po’ di scratching e personalizzare le proprie playlist. Il controller dispone anche di luci colorate intermittenti con le quali potrete dare vita alla vostra postazione da DJ quando partecipate alle feste. 

Nella confezione è incluso un software Serato DJ con il quale creare le playlist, ma si tratta di una versione demo con funzioni limitate, quindi non potrete usarlo per la produzione musicale.

 

Pro

Intuitiva: Il layout della console si rivela molto semplice da utilizzare, ideale quindi per imparare le basi del DJing con più facilità.

Pratica: Il peso e le dimensioni ridotte vi permettono di portarla ovunque senza fare troppa fatica, inoltre non occupa troppo spazio nel vostro zaino

Divertente: Le luci colorate vi permettono di personalizzare la vostra postazione da DJ quando suonate per eventi o feste private. 

 

Contro

Software: Si tratta di una versione demo che si potrà usare solo per la creazione delle playlist. Per attivare le altre funzioni è necessario comprare quella completa.

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2. Pioneer DJ DDJ-200 Smart Controller per DJ 

 

Le console di Pioneer sono tenute in ottima considerazione dai DJ per l’alta qualità dei componenti e per la precisione dei controlli. Non a caso questo modello ha un prezzo leggermente più alto rispetto agli altri controller per principianti, ma se avete un buon budget allora non possiamo far altro che consigliarla. 

Il design compatto vi permette di usarla ovunque siate e di portarla facilmente in uno zaino senza occupare spazio. Per quanto riguarda le funzioni, avrete a disposizione due canali con crossfader, jog wheels e pad per poter personalizzare i vostri missaggi. 

La console si presta molto bene sia per i principianti, sia per gli utenti intermedi in cerca di un prodotto più solido, costruito con materiali altamente resistenti e durevoli nel tempo. Si può interfacciare sia con PC e MAC, sia con smartphone, sebbene per questi ultimi la configurazione via Bluetooth non è proprio semplicissima da effettuare.

 

Pro

Materiali: I componenti di alta qualità la rendono resistente e durevole nel tempo, ideale per un utilizzo prolungato sia in studio sia dal vivo. 

Layout: Molto intuitivo e allo stesso tempo versatile, potrete effettuare missaggi precisi passando da un canale all’altro grazie al crossfader. Non mancano le jog wheels e i pad per arricchire le playlist con scratche e loop. 

Compatibilità: Potrete usare la console sia con PC sia con MAC, in modo da poter creare playlist velocemente grazie al software incluso nel prezzo. 

 

Contro

Bluetooth: Si utilizza per usare la console con gli smartphone, ma la connessione non sembra essere troppo stabile, inoltre le app dedicate si rivelano complicate da usare. 

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3. Hercules 4780882 DJControl Inpulse 200

 

Pratica e facile da usare, la console DJ Hercules è un ottimo modello per cominciare a praticare. Il suo costo di vendita molto conveniente vi permette di acquistarla senza spendere troppo, ideale se volete provare un po’ di missaggi per vedere se il mondo del DJing può appassionarvi o meno. 

Le dimensioni compatte vi consentono di usarla in casa senza occupare troppo spazio sulla scrivania, inoltre potrete portarla con voi ovunque sistemandola comodamente nello zaino o in una borsa. Il layout a due canali si rivela molto semplice e intuitivo, con tutte le manopole e pad posizionati in modo chiaro per permettervi di imparare le basi senza fare confusione. 

Non mancano le funzioni di aiuto per principianti come ENERGY e il Beat Align che vi guideranno passo passo sulla selezione delle tracce e sulle tecniche di missaggio. L’unico neo del prodotto sono i componenti che non promettono molto bene in quanto a resistenza e durevolezza. 

 

Pro

Costo basso: Il controller si rivela più economico rispetto ad altri sul mercato, una scelta ideale per poter cominciare a praticare i missaggi senza spendere troppo.

Intuitivo: Il layout semplice vi permette di imparare le varie funzioni di base senza fare confusione, inoltre la console è dotata di guide luminose, Beat Align e Energy che vi danno avvisi su come effettuare i missaggi in modo ottimale. 

Pratica: Leggera e compatta, potrete usarla in casa o dal vivo senza occupare troppo spazio sulla scrivania o nello zaino per il trasporto.

 

Contro

Materiali: I componenti della console lasciano a desiderare, specialmente l’ingresso jack per le cuffie che in molti modelli si è rivelato difettoso. 

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4. Roland DJ-202 Controller DJ a 2 Canali

 

Roland è una marca molto cara agli amanti dell’elettronica e delle tastiere digitali, conosciuta per la qualità dei suoi prodotti. La console DJ proposta ha un prezzo abbastanza alto, quindi ve la consigliamo solo se avete già un po’ di esperienza nel DJing e state cercando un modello intermedio. 

Salta subito all’occhio il layout molto elegante e futuristico, ma allo stesso tempo un filo più complesso di quello delle console per principianti. Oltre alle funzioni per il missaggio delle tracce, la Roland si distingue per la presenza del drum kit integrato che presenta i suoni storici del Roland T-808, Tr-909 e TR-606. 

Grazie al drum kit potrete creare loop di batteria per la produzione musicale oppure per inserirli nei vostri missaggi e personalizzare così il vostro stile di DJing. Notevole anche la qualità audio dell’hardware che arriva a 24-bit/48 khz, una frequenza ottima per la riproduzione da speaker di diverse dimensioni. 

 

Pro

Layout: Il design spettacolare della console la rende molto bella da vedere, inoltre avrete a disposizione due jog wheels, otto pad ed un crossfader per rendere i vostri missaggi sempre interessanti.

Drum kit: Roland è una marca famosa per le sue batterie elettroniche che ha voluto inserire anche in questa console. Grazie a questa funzione potrete creare loop di batteria da usare per la produzione musicale o per personalizzare le playlist. 

Qualità audio: I componenti di alto livello la rendono durevole nel tempo e assicurano una riproduzione audio di ottimo livello.

 

Contro

Per intermedi: Sebbene la console si presenti come modello per principianti, in realtà le sue svariate funzioni possono generare un po’ di confusione per chi è alle prime armi. Il prezzo abbastanza alto la rende più adatta ad utenti intermedi. 

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5. Magma DJ Controller Workstation DDJ SR

 

Una volta cominciato a suonare in giro per locali, potreste considerare l’acquisto di una buona custodia per la vostra console, in modo da poterla portare ovunque senza il rischio di danneggiarla. Questo modello di Pioneer è stato progettato per le console DDJ-SR o DDJ-RR della stessa marca e si presenta con materiali davvero resistenti. 

Il rivestimento rigido della struttura è stato realizzato in compensato laminato e vinile da 9 mm, reso ancora più solido da parti in alluminio massiccio. Le chiusure a molla vi permettono di aprire e chiudere la valigetta con facilità, inoltre avrete a disposizione un ripiano scorrevole dove poter sistemare la console per suonare, in modo da avere sempre tutto l’occorrente sulla vostra postazione. 

Dispone anche di una piattaforma removibile dove piazzare il proprio laptop. L’interno della custodia è completamente imbottito, quindi potrà tenere al sicuro sia la console sia il laptop. 

 

Pro

Resistente: La custodia si presenta con materiali di alta qualità come l’alluminio e il compensato laminato che la rendono estremamente solida, in modo da tenere console e laptop al sicuro.

Imbottita: L’interno morbido vi permette di custodire tutto il vostro equipaggiamento da DJ senza preoccuparvi che urti o scossoni possano rovinarlo.

Pratica: La piattaforma scorrevole vi permette di preparare la postazione da DJ senza neanche tirare fuori la console dalla custodia.

 

Contro

Prezzo: Piuttosto costosa per essere una custodia, contando che non è un oggetto indispensabile a meno che non vi esibite in giro per locali con una certa frequenza.

Compatibilità: Consigliata solo se possedete una console Pioneer DDJ-SR o DDJ-RR.

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6. Gator – G-Tour Controller DJ Custodia con piattaforma 

 

Non proprio il prodotto da DJ più conveniente sulla piazza, il modello di Gator si presenta con un prezzo piuttosto proibitivo se paragonato all’offerta. Si tratta infatti di una custodia compatibile con la console Pioneer DDJSX e DDJSX 2, dove potrete sistemare anche il vostro portatile per avere tutto l’occorrente a portata di mano quando suonate fuori. 

I materiali sono altamente resistenti, all’esterno si rivelano molto solidi, mentre all’interno l’imbottitura tiene al sicuro il contenuto da scossoni e urti. Grazie all’apertura scorrevole, potrete aprire la custodia e trovare subito la console pronto all’uso, posizionando il laptop sull’apposita piattaforma. 

In questo modo potrete ottimizzare lo spazio sulla postazione e avere tutto a portata di mano. Chiaramente vi consigliamo l’acquisto di questo prodotto solo se avete già avviato la vostra attività da DJ e siete soliti viaggiare spesso con il vostro equipaggiamento. 

 

Pro

Resistente: I materiali della custodia sono davvero solidi. All’esterno potranno proteggere il contenuto dagli urti, dalle cadute, dalla polvere e dagli schizzi in modo efficace, mentre l’interno imbottito tiene il vostro equipaggiamento al sicuro dagli scossoni. 

Pratica: L’apertura scorrevole vi consente di trovare subito la vostra console DJ e usarla immediatamente, inoltre sulla piattaforma potrete sistemare il laptop o altri oggetti. 

 

Contro

Costosa: Per essere una custodia da DJ, la Gator si presenta con un prezzo forse un po’ troppo alto che risulta proibitivo se avete un budget ridotto a disposizione. 

Compatibilità: Si può usare solo con console Pioneer DDJSX e DDJSX 2, perciò tenetene conto nelle vostre valutazioni d’acquisto. 

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7. Hercules DJ Control Compact Console per DJ

 

Se non sapete quale console DJ comprare e state cercando un modello economico dalle dimensioni compatte, allora questo modello di Hercules può fare al caso vostro. Viene venduto ad un costo davvero molto conveniente, ideale per cominciare a praticare il DJing, ma che potrete apprezzare anche se avete già un po’ di esperienza. 

La Hercules infatti si propone come ottima console di riserva, per allenarsi o per partecipare a qualche serata in locali dove non c’è molto spazio per creare una postazione completa. Il layout semplice ha tutto il necessario per il missaggio base, compreso il cross fader per il passaggio da un canale all’altro e le jog wheels per la gestione delle tracce. 

Nel prezzo è inclusa una versione di DJUCED 18, un software da DJ per la creazione e la gestione delle playlist. Chiaramente non aspettatevi chissà quale qualità dei materiali, si tratta pur sempre di una console portatile e non di un modello professionale. 

 

Pro

Pratica: Le dimensioni davvero compatte vi permettono di portarla ovunque andiate, una soluzione ideale per divertirvi e suonare sia a casa sia nei locali di pochi metri quadri.

Per principianti: Il layout basilare è ideale per imparare le basi del DJing con il crossfader, le jog wheels e i pad. Anche i DJ navigati potranno apprezzare il prodotto, magari tenendolo come console di riserva. 

DJUCED: Nella confezione troverete il software da DJ per la programmazione delle playlist, indispensabile per poter suonare e allenarsi. 

 

Contro

Materiali: I componenti della console lasciano a desiderare, quindi dovrete trattarla con una certa cura se vorrete farla durare nel tempo. 

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8. Hercules DJ Starter Kit: il kit completo per iniziare

 

Tra le migliori console DJ del 2024 abbiamo scelto anche questo modello di Hercules presentato in un pratico kit. Una soluzione ideale se volete provare a mixare, ma non avete voglia di cercare tutti i singoli componenti per poter creare la vostra postazione. 

Complessivamente possiamo ritenere il prezzo abbastanza conveniente, considerato il fatto che oltre alla console Hercules troverete due casse amplificate, un paio di cuffie ed una versione del software lite di Serato DJ. Per quanto riguarda la console, ci troviamo davanti ad un modello per principianti che dispone di cross fader per il passaggio da un canale all’altro, Jog Wheels per la gestione delle tracce, il pad per il cue e altre funzioni base. 

Le casse Hercules da 15 watt RMS sono poco potenti, sufficienti al mixaggio in ambiente domestico. Se non sapete dove acquistare questo kit nuovo e a prezzi bassi, cliccate pure sul link del negozio online qui di seguito.

 

Pro

Prezzo: Questo kit include una console da DJ, delle cuffie e due casse amplificate, il tutto venduto ad un costo davvero molto basso. 

Per principianti: La console DJ Hercules inclusa nel kit si presta molto bene per cominciare ad effettuare i primi missaggi grazie ad un layout semplificato. 

Serato DJ: Nella confezione troverete anche un paio di cuffie e una versione lite del programma, che vi permetterà di creare e gestire le vostre playlist. 

 

Contro

Qualità: Le casse e la console incluse nel kit non sono di altissima qualità, infatti sono sufficienti per allenarsi a casa, ma non di più. 

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Come scegliere una buona console DJ 

 

Dopo aver fatto una comparazione tra i vari modelli, potreste avere ancora qualche dubbio su come scegliere una buona console DJ. In effetti la quantità di funzioni possono portare un po’ di confusione, senza contare i vari software inclusi che possono presentarsi in versioni ‘demo’ o ‘lite’. 

In questa parte della nostra guida proviamo ad identificare quali sono le caratteristiche fondamentali di cui tenere conto, in modo da aiutarvi a scegliere il modello giusto per le vostre esigenze. In generale è consigliabile puntare su un modello dal buon rapporto qualità-prezzo, specialmente se siete alle prime armi. Non conviene infatti spendere troppo per una console DJ con un layout molto complesso che potrebbe confondervi, meglio risparmiare e procurarsi un modello economico con il quale iniziare a fare pratica. 

Il layout della console

Sebbene in molti pensano che il DJing sia un’arte immediata e intuitiva, in realtà imparare le basi è tutt’altro che semplice. Si tratta pur sempre di musica, quindi il missaggio dei brani deve sottostare a delle regole ben precise, soprattutto per quanto riguarda il tempo. Saper maneggiare una console da DJ infatti non solo richiede una buona precisione sul metronomo, ma anche la conoscenza di tutti gli strumenti a disposizione. Per questo motivo i controller per principianti dispongono di una serie di aiuti visivi e automatismi che vi permettono di imparare ad eseguire semplici mix, utilizzando gli strumenti base. 

Il layout base delle console DJ per principianti consiste in due canali sui quali sarà possibile gestire la playlist per il missaggio delle tracce. Su ogni canale verrà caricata una traccia, quindi potrete mixare fino a due brani contemporaneamente. Per farlo avrete a disposizione un cross fader e il tasto per il ‘cue’, oltre alle jog wheels (una per canale) con le quali sarà possibile gestire le tracce della playlist. Avrete a disposizione anche le manopole per il volume e i pad per impostare loop ed effetti che vi potranno servire per divertirvi quando avrete imparato le basi. 

Una delle caratteristiche più importanti da cercare nella vostra prima console DJ sono le funzioni automatizzate, spesso inserite dai produttori per aiutare i principianti. Questi comandi vi consentono di mettere a tempo le tracce automaticamente oppure di regolare con facilità il volume per il missaggio. In questo modo potrete usare il cross fader più facilmente per passare da una traccia all’altra, senza preoccuparvi di altro. 

Gradualmente, una volta imparate le basi del DJing e sviluppato un buon senso del ritmo, potrete disattivare questi ‘aiuti’. In generale, per cominciare non vi consigliamo di comprare una console DJ con più di due canali o con un layout troppo complesso. Puntate sulla semplicità, poi potete sempre passare a controller più complessi una volta che vi sentite più sicuri delle vostre capacità.

 

Dimensioni

Le console DJ si possono presentare in misure diverse a seconda della quantità di funzioni presenti e dei canali. In linea di massima, i modelli da due canali sono molto compatti e leggeri, ideali per un utilizzo domestico, ma idonei anche per suonare nei locali. La portabilità delle console DJ è un vantaggio da non sottovalutare, in quanto potrete facilmente portarle in uno zaino o in una custodia. 

Per quanto riguarda le custodie, queste non sono incluse nel prezzo dei vari controller e sarà necessario trovare quelle apposite, comprandole separatamente. In realtà se siete alle prime armi potete evitare di spendere i vostri risparmi per una nuova custodia, un acquisto consigliato solo ai DJ che hanno cominciato la loro attività dal vivo.  

Sul mercato potrete anche trovare dei mini controller a prezzi davvero convenienti, una soluzione ideale se avete davvero poco spazio in casa, ma volete comunque divertirvi a mixare brani. Chiaramente questi modelli lasciano un po’ a desiderare a livello di suono e materiali, ma per cominciare vanno più che bene. 

Il software 

Per poter usare la console DJ dovrete collegarla ad un PC o MAC e a degli speaker che si occuperanno della diffusione sonora. Il software è indispensabile, in quanto vi permetterà di creare una playlist per canale, in modo da poter gestire le tracce per il missaggio. La maggior parte dei controller venduti online mettono a disposizione un programma da installare nel vostro PC o MAC, quindi non dovrete preoccuparvi di procurarvelo separatamente. 

Il software incluso spesso è una versione demo o ‘lite’, quindi potrebbe avere delle funzioni accessibili solo a pagamento. Queste funzioni però non sono strettamente necessarie per la creazione delle playlist, il più delle volte infatti si tratta di opzioni avanzate oppure per la composizione di brani musicali. 

I controller più moderni danno l’opportunità di collegarsi a smartphone e tablet tramite Bluetooth per poter gestire alcune opzioni di missaggio tramite alcune app dedicate. Per iniziare però è sempre meglio usare il software PC, in quanto spesso queste app sono poco esaustive e alquanto complicate da usare se non si hanno già delle buone basi nel DJing. 

 

 

 

Come funziona una console da DJ

 

Le console o controller sono lo strumento del mestiere principale dei DJ. Il DJing è stato per molto tempo relegato ai vinili e alle ‘turntables’ che vengono ancora usate in alcuni generi, specialmente nel rap. Con lo sviluppo della tecnologia e la digitalizzazione della musica, sono nate le moderne console che permettono di gestire le playlist su file musicali MP3 e mixarli. 

Sebbene non abbiano lo stesso fascino del turntable, questi controller sono molto pratici, in quanto occupano poco spazio e permettono a tutti di cimentarsi nel DJing, grazie anche a prezzi più bassi. 

Gli elementi aggiuntivi

Per poter funzionare le console da DJ necessitano di altri tre componenti fondamentali: un PC\MAC, almeno due casse amplificate e un paio di cuffie. Fondamentalmente, la console andrà collegata tramite cavo USB al PC\MAC sul quale installerete il software in dotazione (o uno a vostra scelta) con il quale creerete le playlist e gestirete la riproduzione delle tracce. 

Il software comunicherà direttamente con la console, permettendovi di controllare il missaggio usando tutti gli strumenti che avete a disposizione. 

Per quanto riguarda le casse, se la console DJ dispone di una scheda sonora integrata, allora potrete collegarle direttamente alle uscite presenti sul retro, altrimenti dovrete usare un sistema diverso. Quello più comune è collegarle al PC\MAC, metodo usato specialmente con i diffusori attivi, mentre nel caso siano passivi sarà necessario utilizzare un mixer. Al mixer si dovrà collegare anche il PC (o la console DJ nel caso abbia una scheda sonora integrata) e in seguito regolare il volume dei vari canali. Allo stesso modo, il mixer potrà tornare utile per impostare il volume in uscita (quello delle casse) e quello in entrata (nelle cuffie). 

Le cuffie sono molto importanti, in quanto vi permetteranno di sentire chiaramente i brani ed effettuare missaggi precisi. L’audio in cuffia vi consente inoltre di programmare il mix delle tracce senza però inficiare la riproduzione delle tracce nelle casse. In assenza del mixer, le cuffie si possono collegare anche alla console, usando l’apposita entrata jack. 

 

 

 

Domande frequenti

 

È difficile usare una console da DJ?

Il DJing è più complesso di quanto si possa immaginare, ma per imparare le basi si possono utilizzare diversi automatismi inseriti nelle console DJ per principianti. Questi vi permettono di eseguire mix precisi mettendo a tempo le tracce e regolando automaticamente il volume dei due canali. La difficoltà sta nell’orientarsi nel layout ma, proprio per questo, i modelli base sono solitamente semplificati e dispongono di solo due canali. 

 

Il software DJ è gratuito?

La maggior parte dei software per il DJing sono gratuiti e inclusi nel prezzo del controller. Queste versioni però sono quelle ‘lite’, quindi non mettono a disposizione tutte le funzioni di quelle complete da acquistare separatamente. Con le versioni gratuite potrete però creare le vostre playlist per i primi missaggi e utilizzarle anche per suonare a delle serate dal vivo. Non potrete accedere ai tool per la programmazione o la composizione di loop e brani, ma all’inizio non vi serviranno. 

 

Quanto è grande una console da DJ?

I controller a due canali si presentano con dimensioni abbastanza ridotte, quindi potrete tranquillamente sistemarli e usarli sulla scrivania del vostro appartamento o in un piccolo studio di registrazione. Vi basterà collegarle ad un PC e a delle buone casse attive per poter cominciare subito a praticare. I modelli a quattro canali invece occupano molto spazio, infatti sono consigliati per i DJ intermedi o avanzati che hanno già le idee chiare su come usare le console. Se avete davvero poco spazio a disposizione, potete puntare su console economiche dalle misure ultracompatte, sebbene queste abbiano delle funzioni davvero limitate. 

 

Quanto costa una console da DJ?

Le console da DJ a due canali per principianti possono costare dai 60 ai 140 € a seconda della qualità del suono, dei materiali e delle funzioni offerte. Diciamo che per cominciare è consigliabile puntare su un modello da almeno 100 €, un buon compromesso tra qualità e prezzo. I prodotti ‘entry level’ più costosi possono arrivare ad un prezzo di 250 o 300 €, mentre le console a quattro canali arrivano persino ai 1000 € di spesa. 

 

Dove comprare una console da DJ?

Potete acquistare le console in qualsiasi negozio di strumenti musicali che abbia una sezione dedicata alla strumentazione da DJ. In alternativa potete cercare sul negozio online, approfittando di diverse offerte e di prezzi scontati. 

 

 

 

Ultimo aggiornamento: 23.04.24

 

Cuffia da DJ – Consigli d’acquisto, Classifica e Recensioni

 

Se avete comprato una console e volete cimentarvi nel DJing, non potete proprio fare a meno di un paio di buone cuffie da DJ. Questi dispositivi audio vi consentono di sentire chiaramente l’audio in entrata e uscita, per un monitoraggio ottimale delle tracce. Su questa pagina potrete trovare utili consigli d’acquisto e le opinioni sui modelli venduti con il miglior rapporto qualità-prezzo. Tra questi spiccano particolarmente le Pioneer Dj HDJ-X5-S e le Sony MDR-7506. Le prime si distinguono per la qualità audio eccelsa e per il monitoraggio preciso, mentre il modello Sony colpisce per la qualità del segnale garantita dal connettore placcato oro e dalla risposta in frequenza elevata.

 

 

Tabella comparativa

 

Pregio
Difetto
Conclusione
Offerte

 

 

Le 8 migliori cuffie da DJ – Classifica 2024

 

Qui di seguito troverete le nostre opinioni sulle otto cuffie da DJ più vendute sul mercato. Dopo ogni recensione potrete leggere la tabella di confronto dei pregi e difetti, così sarà più facile capire quale modello può fare davvero al caso vostro. Buona lettura!

 

 

1. Pioneer Dj HDJ-X5-S, Cuffie Over-Ear Professionali

 

Le migliori cuffie da DJ per rapporto qualità-prezzo, le Pioneer colpiscono per il suono di ottimo livello e per il design. Si presentano con materiali solidi e robusti che promettono molto bene in quanto a longevità, inoltre sono estremamente comode da indossare. In questo modo potrete usarle per lunghe sessioni senza alcun fastidio. 

I padiglioni pieghevoli vi permettono di riporre le cuffie facilmente con il minimo ingombro, così potrete metterle nel vostro zaino insieme al resto della strumentazione. Per quanto riguarda il suono, Pioneer ha lavorato molto bene sul dispositivo in modo da garantire un equilibrio tra le frequenze ottimale. 

Aspettatevi quindi un’ottima resa sonora sugli alti-medi e sui bassi che vi permetterà di ascoltare chiaramente le tracce per un missaggio più preciso. La separazione tra i due canali è a dir poco chirurgica, cosa che vi consente di cambiare le tracce ed eseguire mix complessi con grande fluidità. 

 

Pro

Audio: Il driver di alta qualità vi permette di ascoltare le tracce con un bilanciamento tra le frequenze ottimale e un suono a dir poco cristallino.

Missaggio: La separazione tra i due canali destro\sinistro è stata resa in modo eccellente, cosa che vi consente di eseguire mix sempre precisi e fluidi.

Materiali: Le cuffie si distinguono anche per la loro incredibile robustezza, ideale per trasportarle ovunque andiate senza preoccuparvi di danneggiarle.

Design: Piacevoli da vedere, si possono piegare facilmente per poterle riporre senza occupare troppo spazio.

 

Contro

Cavo: Abbastanza corto, vi obbliga a stare molto vicini al dispositivo al quale collegate le cuffie in modo da poterle usare comodamente.

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2. Sony MDR-7506 Cuffie Stereo, Dinamiche Professionali

 

Il modello di Sony si fa notare per il prezzo molto conveniente, non a caso sono uno degli accessori da DJ venduti online più apprezzati dagli utenti. Le consideriamo una soluzione ideale per passare dalle cuffie da DJ ‘entry level’ a un modello più professionale, in modo da migliorare le vostre performance nel missaggio e godere di una qualità audio superiore. 

La caratteristica che più colpisce è il segnale sempre molto preciso che vi consente di ascoltare musica e mixare senza alcun disturbo o distorsione. Questo è garantito dal cavo jack placcato in oro di alta qualità che dispone di un adattatore da 0,6 mm per la connessione al mixer o ad un amplificatore. 

I padiglioni ripiegabili all’interno vi consentono di riporre le cuffie con più facilità, utilizzando il sacchetto per il trasporto incluso nella confezione. Si rivelano molto versatili, infatti oltre che per il DJing potrete usarle per la produzione musicale e le registrazioni. 

 

Pro

Qualità-prezzo: Delle buone cuffie da DJ superiori ai modelli ‘entry level’, ideali per passare a qualcosa di più professionale senza spendere troppo.

Segnale: Il jack placcato in oro assicura una grande precisione nell’ascolto delle tracce per eseguire missaggi precisi senza alcuna distorsione.

Design: Le cuffie sono molto comode da indossare e si possono ripiegare per sistemarle comodamente nell’apposita sacca per il trasporto inclusa nella confezione.

Versatili: Si possono usare per il semplice ascolto di musica, per il DJing e anche per la registrazione e produzione di brani.

 

Contro

Bassi: Si tratta di cuffie dalle frequenze abbastanza neutre, quindi non aspettatevi dei bassi troppo potenti. Potete comunque lavorare sull’equalizzazione per migliorare questo aspetto.

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3. Sennheiser HD 25 Cuffia Monitor Dinamica professionale chiusa

 

Tra le migliori cuffie da DJ del 2024 le Sennheiser sorprendono per la loro incredibile qualità audio e costruttiva, sebbene non sono proprio le più economiche in circolazione. Per questo ne consigliamo l’acquisto solo se siete DJ o produttori con una buona esperienza alle spalle e volete rifarvi un po’ di strumentazione con dispositivi di buon livello. 

Ciò che colpisce di queste cuffie è la loro incredibile leggerezza che vi consente di usarle con un solo orecchio senza alcuna fatica, in modo da sentire chiaramente la traccia in entrata e quella in uscita, ideale per un missaggio sempre preciso e a tempo. 

Notevole anche il noise cancelling che vi permette di ascoltare chiaramente le tracce in riproduzione senza alcun disturbo dai rumori esterni di sottofondo. A questo si aggiunge un segnale estremamente preciso che elimina qualsiasi distorsione, garantito dalla resistenza elevata alla pressione sonora delle cuffie. 

 

Pro

Suono: Preciso, affidabile e ben bilanciato nelle frequenze, vi consente di effettuare mix precisi e di riascoltare i brani registrati con un’ottima resa sonora.

Noise Cancelling: La riduzione del rumore di sottofondo ottimale permette di ascoltare chiaramente le tracce senza alcun disturbo.

Segnale: Affidabile e senza alcuna distorsione, le cuffie possono resistere a una pressione sonora elevata.

Comode: Il peso ridotto vi consente di usarle con un solo orecchio in modo da ascoltare la traccia in entrata e quella in uscita. 

 

Contro

Costose: Il prezzo elevato di queste cuffie non le rende le più convenienti sul mercato. Se siete alle prime armi nel DJing vi suggeriamo di partire con un modello meno costoso. 

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4. OneOdio Cuffie DJ Over-Ear con microfono

 

Se non sapete quali cuffie da DJ comprare e volete risparmiare, allora potete puntare su questo modello di OneOdio venduto a prezzi bassi. Sono una buona soluzione per DJ alle prime armi in cerca di accessori per il mixing, ma allo stesso tempo risultano soddisfacenti anche per l’ascolto della musica e per il collegamento a strumenti musicali come pianoforti digitali e tastiere. 

Di certo non c’è da aspettarsi lo stesso bilanciamento tra i canali dei modelli più costosi, per cominciare a mixare vanno più che bene, inoltre non è da sottovalutare la loro grande versatilità. La qualità audio complessiva è di tutto rispetto, con bassi precisi e potenti, inoltre dispongono di noise cancelling per l’isolamento dei rumori di sottofondo, grazie al quale potrete usarle senza venire disturbati. Nonostante il prezzo ridotto, le cuffie si rivelano comunque molto resistenti grazie a dei materiali longevi. 

 

Pro

Economiche: Il prezzo conveniente di queste cuffie è un ottimo incentivo all’acquisto, specialmente se siete dei DJ alle prime armi e volete risparmiare.

Versatili: Oltre al DJing potrete usarle anche per il collegamento ad amplificatori per chitarra e strumenti digitali come pianoforti o tastiere.

Materiali: Le cuffie si rivelano molto resistenti e longeve, nonostante il loro costo ridotto.

Isolamento: Il noise cancelling non arriva al livello dei modelli più costosi ma vi permette comunque di ascoltare l’audio con una buona riduzione dei rumori di sottofondo.

 

Contro

Bilanciamento: I canali destro\sinistro non sono perfettamente equilibrati, ma per questa caratteristica dovrete spendere qualcosa in più e comprare delle cuffie da DJ di qualità più alta.

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5. Numark RedWave Carbon – Cuffie per DJ Full Range

 

Numark, nel mondo del DJing, non ha bisogno di presentazioni, apprezzata per le sue console che si adattano a tutte le tasche. Nello specifico queste cuffie si presentano con un costo ridotto, ideale se siete DJ principianti o intermedi e magari possedete una console della stessa marca. 

Colpiscono per il design moderno e graffiante, ottimo se amate esibirvi dal vivo e ci tenete alla vostra presenza scenica dietro la console. Il driver da 50 mm al neodimio assicura una buona risposta e una riproduzione audio di buona qualità, sebbene i bassi siano un po’ troppo alti e quindi poco adatti all’ascolto di alcuni generi musicali più ‘soft’. 

Da apprezzare il cavo estraibile con sistema antistrappo, ideale per evitare danni alla console o alle cuffie stesse mentre state mixando. Sono molto leggere, quindi potrete facilmente usare un solo padiglione per ascoltare il volume in uscita e quello in entrata. 

 

Pro

Design: Molto piacevoli da vedere grazie ad un look graffiante, queste cuffie renderanno le vostre performance dal vivo ancora più spettacolari e memorabili.

Antistrappo: Il cavo con sistema di sicurezza vi permette di mixare e suonare senza alcun rischio di danneggiare le cuffie o il dispositivo al quale sono collegate.

Leggere: Il peso ridotto vi permette di usare un solo padiglione senza fare fatica, in modo da ascoltare l’audio in uscita dalle casse e quello in entrata, per dei missaggi di precisione.

 

Contro

Materiali: Non sono proprio di altissima qualità, a parte l’archetto in metallo il resto è stato realizzato in plastica.

Suono: Sebbene sia di buon livello, i bassi risultano un po’ troppo presenti e l’isolamento sonoro non è paragonabile a quello di cuffie più costose. 

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6. Audio Technica ATH-M50X Cuffie professionali

 

Il modello di Audio Technica si presenta con un prezzo abbastanza elevato, giustificato dalla qualità dei materiali davvero eccellente. Una caratteristica questa da non sottovalutare, specialmente se volete cominciare la vostra attività da DJ suonando in giro tra locali e feste. 

Per quanto riguarda il suono, le cuffie vantano un driver da 45 mm con bobina in alluminio ricoperto di rame, in grado di esprimere una qualità audio di ottimo livello che vi permette di ascoltare i brani con grande precisione e un buon bilanciamento tra le frequenze. 

Per ciò che concerne l’isolamento, ci troviamo davanti ad un prodotto con un noise cancelling davvero ben progettato che vi permette di usare le cuffie in ambienti molto rumorosi senza alcun disturbo. Apprezzabile anche il design moderno che vi permette di piegare i padiglioni a 90 gradi in modo da riporre le cuffie senza occupare troppo spazio.

 

Pro

Professionali: Queste cuffie altamente performanti sono molto apprezzate anche dai DJ di alto livello. La resa sonora è di altissima qualità, con frequenze ben bilanciate e precise.

Noise Cancelling: L’isolamento dei rumori esterni è davvero ottimo, indispensabile per eseguire mix precisi delle tracce anche quando suonate in un locale molto affollato.

Design: Colpiscono i materiali usati per la realizzazione del modello, resistenti e longevi, così come il design pratico che vi permette di piegare i padiglioni e riporre le cuffie comodamente. 

 

Contro

Costose: Il prezzo elevato di queste cuffie può essere un deterrente se non avete un buon budget a disposizione. In questo caso potete leggere i nostri pareri su altri modelli economici. 

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7. AKG K271 MKII Cuffie da Studio Professionali

 

Il modello di AKG è un acquisto consigliato se oltre al DJing vi cimentate anche nella produzione musicale. Quando si registrano strumenti o si producono tracce con software musicali è sempre importante riascoltare le parti dei brani con le cuffie, in modo da poter sentire in maniera distinta l’equalizzazione delle frequenze sui due canali. 

Quelle in questione vantano una qualità audio davvero ottima, particolarmente adatta ad ascoltare quanto registrato o semplicemente godersi al meglio i brani musicali dei propri artisti preferiti. Nulla vieta di usarle anche per il DJing, sebbene l’isolamento dei rumori esterni non è paragonabile a quello dei modelli più costosi, inoltre il design delle cuffie ne rende difficile l’utilizzo con un solo orecchio. Se non sapete dove acquistare il prodotto nuovo, cliccate pure sul link del negozio online che troverete subito dopo il consueto confronto tra i pro & contro.

 

Pro

Qualità audio: Nonostante sia venduto ad un prezzo abbordabile, questo modello promette molto bene per quanto riguarda il suono, ideale sia per l’ascolto sia per la produzione e la registrazione di musica.

Materiali: Di buona qualità, rendono le cuffie resistenti e durevoli nel tempo anche se ne fate un utilizzo intensivo. Allo stesso tempo risultano molto leggere da indossare. 

 

Contro

Design: Sebbene siano molto piacevoli da vedere, non sono adatte per l’utilizzo con un solo orecchio come delle vere e proprie cuffie da DJ.

Noise Cancelling: Su questa caratteristica riserviamo qualche dubbio, in quanto non è all’altezza dei modelli più costosi. 

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8. Hercules DJ HDP 40.1 M Cuffie tradizionali

 

Probabilmente se vi siete già addentrati nel mondo del DJing avrete sentito parlare della marca Hercules, produttrice di strumentazione e dispositivi audio di buon livello. Queste sue cuffie non rientrano di certo tra quelle professionali, ma vanno più che bene per cominciare a muovere i primi passi nel mondo del DJing e praticare i missaggi. 

Colpiscono soprattutto i materiali resistenti, un fattore da tenere in considerazione se volete suonare a degli eventi per i quali è necessario il trasporto della vostra strumentazione. Il suono è molto nitido, sebbene l’equalizzazione non sia proprio ben bilanciata, con le frequenze medio-alte che tendono a sovrastare i bassi. 

Anche l’isolamento dai rumori esterni lascia a desiderare, ma bisogna considerare che si tratta sempre di cuffie da DJ ‘entry level’ progettate per fare pratica nel missaggio e per suonare dal vivo in luoghi non troppo affollati. 

 

Pro

Prezzo: Sono molto economiche e possono essere acquistate per cominciare a fare pratica sul missaggio senza spendere troppo. Una buona soluzione se avete una console della stessa marca o se cercate delle cuffie per l’ascolto della musica.

Materiali: Nonostante il costo ridotto si rivelano molto resistenti e durevoli, potrete usarle a lungo senza rovinarle. 

 

Contro

Suono: Sebbene si tenga su livelli buoni, le frequenze sono abbastanza sbilanciate, con i bassi poco incisivi che vengono coperti dalle medio-alte.

Isolamento: Il noise cancelling non è dei migliori, infatti se suonate in luoghi molto affollati potreste venire disturbati dai rumori mentre mixate.

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Come scegliere una buona cuffia da DJ

 

Dopo aver fatto una comparazione tra le offerte e aver letto i nostri pareri, potreste avere ancora qualche dubbio su come scegliere delle cuffie da DJ. Effettivamente si tratta di dispositivi audio dalle caratteristiche ben precise e che devono rispettare alcuni parametri, spesso diversi da quelli dei modelli classici per l’ascolto della musica o per la produzione musicale. 

Delle cuffie da DJ devono prima di tutto garantire una resa audio di buon livello e in secondo luogo necessitano di un filtro per la riduzione del rumore (chiamato Noise Cancelling) in modo da permettervi di usarle anche in luoghi affollati. Questi fattori possono variare in base al costo dei modelli, quindi vi consigliamo di valutare attentamente le vostre esigenze e quando possibile puntare su un prodotto dal buon rapporto qualità-prezzo. È bene anche avere un’occhio di riguardo per i materiali e per il design, fondamentali per l’effettiva comodità e resistenza del prodotto.

Suono

Non tutte le cuffie sono adatte per il DJing, infatti quelle più indicate per l’arte in questione si distinguono per la loro qualità audio. Più che un suono cristallino da ‘audiofili’ le cuffie da DJ migliori presentano dei driver di alta qualità con delle bobine realizzate ad hoc per ottenere un bilanciamento delle frequenze ottimale. Questo perché nel missaggio è necessario sentire chiaramente tutti gli strumenti usati in un brano, specialmente i bassi che ne definiscono il ritmo, in modo da poter cambiare le tracce a tempo. 

In generale il DJing si basa su generi musicali dove i bassi spadroneggiano come il rap, il funk, la dance, l’elettronica e la trap, per questo è bene puntare su modelli con frequenze definite. È molto importante che le cuffie abbiano una buona equalizzazione tra i due canali destro\sinistro in modo da potervi regolare sul missaggio e fare un monitoraggio preciso delle tracce. 

Chiaramente i prodotti di più alta qualità avranno un prezzo maggiore, quindi regolatevi in base al vostro budget. Se siete alle prime armi non vi conviene comprare delle cuffie da DJ costose, per allenarvi basterà un prodotto ‘entry level’, potrete in seguito passare a qualcosa di meglio quando padroneggiate le basi. 

 

Riduzione del rumore

Le cuffie da DJ migliori dispongono di tecnologie in grado di aumentare la resistenza alla pressione sonora generata dal volume alto e dalle frequenze basse. Una resistenza elevata si traduce in meno distorsioni che possono disturbarvi e inficiare la vostra performance nel missaggio. Allo stesso modo dovete considerare il fattore ‘noise cancelling’, ovvero la riduzione del rumore esterno. Se suonate in casa e vi esercitate non dovrete preoccuparvi, ma quando andrete a suonare nei locali o alle feste, il rumore della folla e quello del volume in uscita dalle casse potranno confondervi, andando a disturbare quello in entrata delle cuffie. 

Per questo se avete intenzione di cominciare a esibirvi dal vivo, vi consigliamo di spendere qualcosa in più e comprare delle cuffie con un isolamento ottimale. In caso contrario potrete anche decidere di sacrificare questo fattore in favore di un prezzo più basso. 

 

Materiali 

La resistenza e la longevità di un paio di cuffie da DJ non è mai da sottovalutare, specialmente se volete farne un uso intensivo. Quando suonate fuori dovrete portare le vostre cuffie con voi, cosa che a lungo andare potrebbe danneggiare i componenti interni se questi non sono protetti da materiali esterni altamente resistenti. I modelli più costosi dispongono di archetto in metallo e padiglioni ben protetti, mentre quelli economici sono solitamente realizzati in plastica. Vi consigliamo quindi di valutare la scelta in base all’uso che dovete farne. 

Chiaramente se vi servono un paio di cuffie da usare in casa per divertirvi nel missaggio o per la produzione musicale, allora potete puntare su qualcosa di economico. Per un utilizzo in esibizioni dal vivo invece è meglio andare sul sicuro e acquistare quelle costruite con materiali di alta qualità, a meno che non ne cerchiate un modello ‘da battaglia’. 

Design

Il design è piuttosto secondario, potete trovare modelli dall’aspetto moderno e graffiante così come quelli professionali dal look più sobrio. È importante però che le cuffie da DJ non siano troppo pesanti e abbiano i padiglioni ruotabili, così quando suonate dal vivo potrete ascoltare il volume in entrata con un solo orecchio, in modo da tenere l’altro libero per quello in uscita dalle casse. 

Da considerare anche il fattore comodità, le cuffie non devono essere troppo pesanti in modo che possiate utilizzarle per lunghe sessioni senza fare fatica. Alcuni modelli si possono ripiegare per assicurare un trasporto molto più comodo e occupare il minimo spazio.

 

 

 

Come regolare il volume delle cuffie da DJ

 

Sebbene per molti ‘puristi’ della musica il DJing possa sembrare facile, in realtà non è affatto così. Trattandosi di musica, i DJ devono avere un grande senso del tempo in modo da poter missare le tracce sul ‘beat’ con precisione e facendo risultare il tutto fluido agli ascoltatori. Per questo è necessario equilibrare bene i volumi delle cuffie e delle casse. Inutile alzare al massimo il volume in entrata delle cuffie, meglio tenerlo su livelli medi e lasciare che sia il filtro del Noise Cancelling a impedire che rumori esterni possano disturbarvi. 

Il suono alto nelle cuffie inoltre può danneggiare l’udito e produrre fastidiosi acufeni. Alcune dispongono di tasti o manopole per la regolazione del volume, sebbene sia consigliabile utilizzare i controlli della console, del PC o del mixer per ottenere i risultati migliori. 

Come collegare le cuffie da DJ 

Le cuffie da DJ sono abbastanza intuitive da usare, dovete solo valutare quale tipo di connessione effettuare. Solitamente questi modelli sono cablati, infatti non è consigliabile puntare su cuffie da DJ Bluetooth, in quanto per il mixing è necessario avere un segnale sempre preciso, senza ritardi o distorsioni che possono inficiare le vostre perfomance. 

Il cavo delle cuffie da DJ è un jack da 6,3 mm che va collegato all’apposita entrata sulla vostra console oppure al mixer, nel caso preferiate utilizzare più canali distinti per cuffie, microfono e casse audio. Se però volete semplicemente divertirvi con dei missaggi fatti in casa usando console portatili e laptop, dovete usare un adattatore per jack da 6,3 mm a 3,5 mm in modo da poter usare l’apposita entrata. 

 

 

 

Domande frequenti

 

Le cuffie da DJ hanno un suono migliore? 

Dipende dal modello, in generale però le cuffie DJ non si distinguono per un suono da ‘audiofili’, per il quale sono più adatte quelle classiche da ascolto. In generale i prodotti da DJ sono progettati per un’equalizzazione delle frequenze più precisa, assolutamente indispensabile per eseguire correttamente il missaggio tra le tracce. I bassi non devono sovrastare gli alti e viceversa, in modo da poter sentire chiaramente il brano in riproduzione e quello in ‘cue’. 

Le cuffie da DJ si possono usare per produrre musica?

Alcune cuffie da DJ sono adatte anche per la produzione musicale, sebbene per questa attività sia meglio puntare su dei modelli appositi. In generale vanno bene la produzione di loop utilizzando la stessa console, come anche per riascoltare brani appena composti. Non si adattano invece alla registrazione di strumenti musicali, sebbene nulla vieti di collegarle ad un amplificatore o a pianoforti e tastiere digitali in mancanza di una cuffia più adatta. Chiaramente non aspettatevi la stessa qualità, in quanto le frequenze di uno strumento musicale sono diverse da quelle della musica liquida solitamente usata per il missaggio sulle console da DJ.

 

Cosa vuol dire ‘Noise Cancelling?

Il Noise Cancelling si può tradurre in italiano con ‘isolamento del rumore’. Questa particolare tecnologia viene utilizzata per evitare che i rumori esterni possano disturbarvi mentre state ascoltando musica ed eseguendo il missaggio delle tracce. Un buon noise cancelling vi consente di suonare in un locale molto affollato senza che il rumore creato dalla folla e quello alto delle casse possa interferire con quanto state ascoltando nelle cuffie. Allo stesso modo, delle buone cuffie con noise cancelling solitamente sono in grado di resistere efficacemente alla pressione sonora creata dal volume e dalle frequenze basse, impedendo la creazioni di distorsioni fastidiose.

 

Dove comprare le cuffie da DJ?

Potete acquistare la cuffie da DJ in un qualsiasi negozio di strumenti musicali che abbia un reparto dedicato al DJing e ai dispositivi audio. Spesso sono disponibili anche nei negozi di musica o in quelli di elettronica. In alternativa, per avere una scelta più ampia potete considerare di comprarle online, in modo da approfittare delle diverse offerte messe a disposizione dalle marche più disparate.

 

Quanto costano le cuffie da DJ?

I prezzi variano in base al produttore e alla qualità di materiali e componenti. Delle buone cuffie da DJ con audio preciso, riduzione della cancellazione del rumore e design ergonomico possono costare dai 100 ai 150 €, mentre i modelli professionali arrivano anche ai 250-300 €. Nella fascia media troviamo cuffie ‘entry level’ dai 30 ai 60 €, buone per cominciare a praticare i missaggi e cominciare a suonare in locali poco affollati. Le più economiche che consigliamo solo per la pratica costano dai 15 ai 20 €. 

 

 

 

 

Ultimo aggiornamento: 23.04.24

 

Filtro antipop – Consigli d’acquisto, Classifica, Recensioni

 

Se volete registrare la voce in modo preciso, non potete fare a meno di un buon filtro antipop. Questi articoli vengono usati nel mondo della musica per registrare la voce, come anche dagli streamer o dagli youtuber. In questa pagina troverete utili consigli d’acquisto e le opinioni sui filtri antipop dal miglior rapporto qualità-prezzo che vi aiuteranno a scegliere quello più adatto alle vostre esigenze e a risparmiare. Se non avete tempo a disposizione, potete dare subito un’occhiata ad Aokeo – Pop Filter Mic, venduto a un prezzo molto conveniente e caratterizzato da un design universale. In alternativa vi proponiamo un prodotto più professionale per la registrazione della voce, lo Shure PS-6 Popper Stopper.

 

 

Tabella comparativa

 

Pregio
Difetto
Conclusione
Offerte

 

 

Gli 8 migliori filtri antipop – Classifica 2024

 

Qui di seguito troverete i nostri pareri su ben otto filtri antipop diversi. Dopo ogni recensione potrete fare un confronto tra i pregi e difetti del singolo prodotto, grazie alla nostra consueta tabella. Ci auguriamo di potervi aiutare nel trovare il miglior modello per le vostre esigenze. Buona lettura! 

 

 

1. Aokeo – Pop Filter Mic con Filtro Antipop

 

Il miglior filtro antipop tra quelli venduti online per rapporto qualità-prezzo, il modello Aokeo si fa apprezzare per la sua convenienza unita alla facilità d’uso. Il design del prodotto è universale, quindi potrete usarlo con tantissimi microfoni di diverso tipo, semplicemente applicandolo all’asta. 

Il braccio flessibile vi consente di sistemare il filtro in qualsiasi posizione, sebbene dovrete regolarlo con precisione in quanto tende a spostarsi facilmente. Per quanto riguarda la qualità, il prodotto si rivela ideale per le videoconferenze, la registrazione della voce, lo streaming e il gaming. 

Il filtro si occuperà di eliminare i suoni ‘plosivi’ prodotti dalla pronuncia della ‘B’ o della ‘P’, così come delle sibilanti della ‘S’ o ‘Z’. Il modello si può usare anche per registrazioni musicali della voce, mentre per gli strumenti è meglio optare su un prodotto più consono a questa attività. 

 

Pro

Qualità-prezzo: Il costo ridotto del modello viene affiancato da un buon antipop che vi permette di parlare e registrare con maggiore chiarezza.

Versatile: Sarà possibile usarlo per videochiamate, registrazioni, streaming e per cantare.

Universale: Grazie al pratico morsetto rotante a vite regolabile, potete applicare il filtro a qualsiasi asta o microfono.

Resistente: Nonostante il prezzo, ci troviamo davanti ad un articolo molto resistente che potrà durare a lungo nel tempo.

 

Contro

Regolazione: Il braccio metallico flessibile si può muovere a piacimento, sebbene in alcune posizioni potrebbe non tenere se non viene regolato con precisione.

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2. Shure PS-6 Popper Stopper Filtro antipop

 

Nel mondo della musica Shure non ha bisogno di presentazioni, specialmente per quanto riguarda la produzione di microfoni e degli articoli annessi. In questo caso ci troviamo davanti ad un filtro antipop di alta qualità, venduto però ad un prezzo più alto rispetto ai modelli ‘entry level’. 

Per questo ve lo consigliamo solo se state cercando un filtro antipop di alto livello per la registrazione del cantato o di strumenti musicali come la chitarra. Lo schermo a quattro strati si rivela estremamente efficiente nella riduzione dei rumori prodotti dalle consonanti P e B, mentre i materiali resistenti vi permettono di farne un utilizzo intensivo. 

Il braccio regolabile si distingue per la sua stabilità, potrete sistemarlo in qualsiasi posizione senza che questo si muova, adatto quindi per registrazioni musicali in studio dove è necessaria una certa precisione. 

 

Pro

Professionale: Lo Shure si rivela adatto ai cantanti o musicisti che vogliono produrre musica con un filtro antipop affidabile e preciso.

Resistente: I materiali si rivelano molto solidi e durevoli nel tempo, quindi potrete farne un utilizzo intensivo.

Braccio regolabile: Tiene la posizione con grande precisione, quindi potrete regolarlo a piacimento senza alcun problema.

Pratico: Si applica con facilità all’asta del microfono tramite il morsetto.

 

Contro

Costoso: Non è proprio il modello più economico in commercio, per questo se state cercando un filtro antipop per videoconferenze o streaming, vi consigliamo di optare per qualcosa di meno costoso. 

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3. Jeemak – Maschera per Microfono Pop Filtro 

 

Tra i filtri antipop più venduti, il Jeemak si può acquistare a prezzi bassi, quindi ideale se volete risparmiare il più possibile e non avete particolari esigenze. Questo filtro antipop realizzato in materiale ABS resistente si rivela ottimo per la registrazione della voce, lo streaming, la creazione di vlog e le videoconferenze. 

Blocca con efficacia i suoni prodotti dalle consonanti e blocca i rumori di sottofondo, per rendere la vostra voce più chiara. Il braccio metallico a collo d’oca (Gooseneck) si può regolare su qualsiasi posizione, girandolo a piacimento. In questo modo potrete applicare il filtro all’asta del microfono con facilità, sia per registrare da seduti sia in piedi. 

Il morsetto regolabile è dotato di una pinza antigraffio che vi consente di applicare il filtro all’asta del microfono senza danneggiarla. Il prodotto non è indicato per registrazioni musicali, per le quali vi suggeriamo di optare per modelli di qualità più alta. 

 

Pro

Economico: Se volete risparmiare, senza rinunciare a una buona qualità costruttiva allora questo è il filtro antipop che fa per voi.

Versatile: Si può usare per diverse attività, indicato soprattutto per le videoconferenze, la creazione di video su Youtube e lo streaming.

Resistente: Sebbene sia venduto ad un prezzo ridotto, il filtro Jeemak si rivela comunque molto solido e durevole nel tempo.

Regolabile: Potete sistemare il braccio a collo d’oca come preferite. 

 

Contro

Musica: Non è proprio il filtro antipop più indicato se volete registrare la voce o altri strumenti in uno studio con una buona precisione. 

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4. Yotto – Filtro antipop in schiuma 

 

Il modello Yotto si aggiudica un posto tra i migliori filtri antipop del 2024 per il suo ottimo compromesso tra prezzo e qualità. Riesce a ridurre notevolmente il suono prodotto dalle consonanti S, P e B che può rendere la propria voce meno chiara per l’interlocutore o durante le registrazioni di video e lo streaming. 

Lo strato doppio è sufficiente per queste attività, ma si rivela meno adatto alla registrazione del cantato, per il quale è necessario puntare su modelli più costosi. I materiali del filtro sono molto solidi, così come quelli del braccio regolabile che si rivela solido e durevole nel tempo. 

Potrete usare il filtro antipop con qualsiasi microfono o asta, quindi non dovrete preoccuparvi di eventuali problemi di compatibilità. In generale si tratta di un prodotto di buon livello e che potrete acquistare nuovo cliccando sul link del negozio online qui di seguito. 

 

Pro

Efficiente: Si rivela ottimo per rendere più chiara la voce durante le videoconferenze, lo streaming, il gaming e la registrazione di video per Youtube.

Resistente: Il prodotto si rivela molto solido e in grado di durare nel tempo anche se ne fate un utilizzo intensivo.

Regolabile: Il braccio a collo d’oca vi consente di sistemare il filtro in diverse posizioni, in modo da utilizzarlo da seduti o in piedi. 

 

Contro

Musica: Il filtro a due strati si rivela poco adatto alla registrazione della voce per le produzioni musicali, per la quale è necessario un prodotto di qualità più alta e ovviamente più costoso.

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5. Scobuty – Pop Filter Microfono Antipop 

 

Il modello di Scobuty è una soluzione ideale se non sapete quale filtro antipop comprare e state cercando un modello in grado di ridurre notevolmente i rumori di sottofondo. Si rivela molto utile per catturare la voce tenendo a bada i suoni esterni che potrebbero rovinare le registrazioni, ottimo quindi per esercitarsi nel cantato, per la produzione di vlog e per lo streaming. 

Allo stesso modo potrete usarlo per le vostre videoconferenze, esami o colloqui online in modo da rendere la vostra voce più chiara per l’interlocutore. Per quanto riguarda i materiali, siamo su buoni livelli, con un telaio rinforzato che permette al filtro di durare a lungo nel tempo anche se ne fate un uso intensivo. Non manca il braccio flessibile che vi consente di regolare il filtro a piacimento, inoltre potrete montarlo facilmente su qualsiasi tipo di asta o microfono.

 

Pro

Filtro rumore: Ottimo per tenere a bada i suoni di sottofondo che possono rovinare la registrazione o disturbare durante una conversazione.

Versatile: Potrete usarlo per registrazioni domestiche, videoconferenze, colloqui, esami, nonché per il gaming e lo streaming.

Resistente: Il telaio rinforzato vi permette di usare il prodotto a lungo senza rovinarlo.

Regolabile: Potrete sistemare il filtro in qualsiasi posizione grazie al pratico braccio a collo d’oca.

 

Contro

Non professionale: Sebbene si possa usare per registrare il cantato, il filtro non è ideale per registrazioni professionali di brani. 

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6. Knox Gear Pop Filtro per Microfoni Yeti

 

I microfoni Blue Yeti hanno acquisito una notevole popolarità negli ultimi anni, specialmente grazie alla popolarità di Youtube e del numero sempre crescente di giovani appassionati vlogger. Se possedete questo tipo di microfono o volete fare un bel regalo, allora potete puntare sul filtro Knox per migliorare ulteriormente la qualità della voce registrata o in diretta. 

Il modello ha un morsetto con aggancio ideale per questi microfoni che dispongono di una base diversa rispetto agli altri. Grazie al design piatto del morsetto potrete facilmente applicarlo al microfono e avvalervi del filtro per eliminare i rumori di sottofondo e ridurre i suoni prodotti dalla B e dalla P. 

Il braccio regolabile consente di sistemare il filtro in modo ottimale. Se non sapete dove acquistare il prodotto nuovo, potete cliccare sul link del negozio online che troverete subito dopo la nostra consueta tabella di comparazione tra pro e contro.

 

Pro

Pratico: Si adatta ai microfoni di tipo Blue Yeti grazie al suo morsetto piatto che vi consente di applicarlo alla base senza difficoltà.

Resistente: I materiali si rivelano solidi e durevoli nel tempo, quindi potrete usare a lungo il filtro senza preoccuparvi di rovinarlo.

Regolabile: Come gli altri prodotti analoghi, anche questo per Blue Yeti dispone di un comodo braccio a collo d’oca.

Qualità: Ottimo per la riduzione del rumore di sottofondo e delle plosive prodotte dalle consonanti P e B. 

 

Contro

Prezzo: Più costoso rispetto ad altri modelli ‘entry level’, consigliato solo ed esclusivamente se possedete un microfono Blue Yeti.

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7. Neewer NW (B-3) Filtro antipop da studio

 

Il modello Neewer viene venduto ad un buon prezzo, quindi si rivela una buona soluzione se volete risparmiare. Il filtro a doppio strato è ideale per un uso amatoriale o domestico, specialmente per videoconferenze, video in streaming e la registrazione della voce. 

Utilizzandolo potrete rendere la vostra voce più chiara per l’interlocutore, in quanto ridurrà i rumori di sottofondo e quelli prodotti dalle consonanti plosive e sibilanti. Per quanto riguarda la produzione musicale, il microfono può andare bene per l’home recording, ma non aspettatevi risultati professionali per i quali è necessario spendere una cifra ben più alta. 

Apprezzabile il braccio regolabile a collo d’oca che vi permette di direzionare e posizionare il filtro a piacimento. Questo si rivela molto sensibile, quindi dovrete fare attenzione a non toccarlo mentre parlate o cantate, in quanto tende a spostarsi con grande facilità. 

 

Pro

Compatibile: Potrete usarlo con moltissimi microfoni semplicemente applicando il morsetto all’asta in poche mosse.

Versatile: Ottimo per rendere la voce più chiara in registrazioni amatoriali, streaming video e videoconferenze.

Economico: Il prezzo di vendita conveniente vi permette di acquistare il prodotto senza spendere troppo. 

 

Contro

Non professionale: Non è adatto a registrazioni professionali come il voice over e quelle musicali.

Poco stabile: Il braccio regolabile è decisamente troppo leggero, quindi basta toccarlo per muoverlo, cosa che vi costringe a fare attenzione mentre registrate in modo da non spostarlo. 

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8. Aokeo Filtro antipop a tre strati per microfono

 

Un filtro antipop dalla forma particolare che si rivela adatto per microfoni verticali come il Blue Yeti o quelli per la radio. Una soluzione ideale se volete ridurre i suoni prodotti dalle consonanti plosive e dai rumori di sottofondo, questo modello di Aokeo colpisce per il suo prezzo davvero conveniente, sebbene a livello di qualità non regge il confronto con altri modelli venduti online. 

I materiali in plastica non promettono molto bene in quanto a durata nel tempo, inoltre manca il braccio regolabile. Questo sarebbe tornato molto utile per poter sistemare il filtro in modo più preciso. Tutto sommato il prodotto fa il suo lavoro, sebbene si possa utilizzare solo in ambito domestico per videoconferenze, video streaming e registrazioni amatoriali. 

Vi avvisiamo inoltre che il prodotto è compatibile solo con determinati microfoni, quindi vi consigliamo di leggere attentamente la lista che potrete trovare sulla pagina del prodotto, cliccando sul link sottostante.

 

Pro

Prezzo: Una buona soluzione se non volete spendere molto per un filtro antipop da usare con il vostro microfono verticale.

Compatibilità: Ottimo per diversi microfoni come il Samson Meteor, il Blue Yeti e il Rode NT1A. Potete leggere la lista completa sulla pagina del prodotto.

Versatile: Riduce suoni e rumori per rendere la voce più chiara nelle registrazioni e nelle videochiamate.

 

Contro

Non professionale: Si tratta di un filtro antipop per uso amatoriale, quindi non aspettatevi una riduzione del rumore di alto livello.

Materiali: Realizzato in plastica, il prodotto non si rivela molto resistente ad un utilizzo intensivo. 

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Come scegliere un buon filtro antipop 

 

Dopo aver visto le varie offerte e letto le nostre opinioni a riguardo, potreste avere ancora qualche dubbio su come scegliere un buon filtro antipop. In effetti sul mercato ci sono davvero tanti modelli simili tra di loro, per questo non è facile orientarsi e comprare quello giusto per le proprie esigenze. In questa sezione della nostra pagina dedicata a questo articolo proveremo a fare qualche delucidazione sulle caratteristiche principali di cui tenere conto. 

Prima di tutto è bene tenere conto delle proprie esigenze, in quanto non sempre il filtro antipop più costoso si rivela il migliore. Il nostro consiglio principale è sempre quello di puntare su un modello con un buon rapporto qualità-prezzo, specialmente se siete alle prime armi e volete fare un uso amatoriale del prodotto. In generale è bene tenere in considerazione i materiali, la compatibilità e la versatilità.

Materiali

I filtri antipop sono composti di tre elementi principali: il filtro stesso, costruito con una specie di retina a doppio strato, il braccio regolabile e il morsetto. Il primo elemento si occupa di ridurre i rumori di sottofondo e quelli prodotti dalle consonanti plosive e sibilanti. Il secondo non è presente in tutti i modelli, in generale però viene ampiamente utilizzato in quanto vi permette di regolare e sistemare il filtro a piacimento per poter usare il microfono in piedi e da seduti. Il terzo elemento, il morsetto, consente di applicare facilmente il braccio regolabile all’asta del microfono. 

Braccio e morsetto sono solitamente costruiti in acciaio, con un telaio rinforzato in grado di resistere agli urti e le cadute. I migliori filtri antipop sono estremamente stabili, quindi una volta sistemati non si sposteranno. Nei prodotti ‘entry level’ il braccio regolabile tende a essere un filo sensibile al tocco, quindi dovrete stare attenti a non muoverlo specialmente mentre registrate. 

 

Compatibilità

Non tutti i filtri antipop sono uguali, infatti vi sono modelli adatti a determinate tipologie di microfono. In generale la maggior parte di quelli venduti online e nei negozi sono universali, quindi si possono applicare all’asta dei microfoni senza alcun problema. I microfoni verticali (come i Blue Yeti) con base invece necessitano di filtri antipop particolari con un morsetto piatto, quindi se possedete questa tipologia di microfono vi consigliamo di dare un’occhiata a questa caratteristica prima dell’acquisto. 

Potete trovare anche dei filtri senza braccio meccanico, da applicare direttamente al microfono verticale e in grado di avvolgerlo, sebbene questi modelli non siano proprio i più indicati in quanto non è possibile regolarne la distanza e la posizione. Ad ogni modo vi consigliamo di leggere attentamente le specifiche sulla scheda del prodotto, specialmente se vengono riportate determinate marche di microfoni con le quali il filtro può essere utilizzato correttamente.

 

Versatilità

La maggior parte dei filtri antipop ‘entry level’ si adattano a diversi scopi. In generale però quelli meno costosi sono consigliati per le videochiamate, tornano infatti molto utili per le conferenze o i colloqui di lavoro online, così come per gli esami e per le lezioni. Nulla vieta di usare un prodotto poco costoso per lo streaming o la registrazione della voce, sebbene per ottenere risultati più professionali è necessario spendere decisamente di più. 

Per registrare musica infatti è consigliabile optare per un filtro a quattro strati che può ridurre al massimo i rumori di sottofondo, così come quelli prodotti dalle consonanti plosive e sibilanti. I filtri antipop adibiti alla produzione musicale si possono usare anche per registrare strumenti come la chitarra classica o l’acustica, tornano infatti molto utili per ridurre i rumori di sottofondo e ottenere un suono più chiaro e cristallino. Ovviamente se non avete particolari necessità potete comunque usare un filtro antipop economico per l’home recording, solo non aspettatevi risultati eccezionali. 

Montaggio

I filtri antipop sono davvero facili da applicare, specialmente quelli con il morsetto. Non dovrete fare altro che allentare il morsetto usando l’apposita vite e sistemarlo sul punto dell’asta che preferite. Solitamente è meglio metterlo quanto più vicino al microfono, in quanto il braccio regolabile deve arrivare a coprirlo in modo preciso. Una volta trovato il punto giusto potete stringere il morsetto fino a quando il filtro antipop non rimane stabile. In seguito potete regolare il braccio a piacimento, in modo da trovare la giusta posizione. 

 

 

 

A cosa serve il filtro antipop

 

Fondamentalmente questo articolo svolge due compiti: il primo è puramente igienico in quanto protegge il microfono dalla saliva, il secondo invece è di carattere tecnico. Il filtro antipop infatti permette di registrare la voce o di parlare in diretta con più chiarezza, grazie ad una riduzione dei rumori esterni garantita dai due o più strati appositi.

Oltre ai rumori, il filtro è in grado di ridurre i cosiddetti suoni plosivi e sibilanti prodotti dalle consonanti P, B, S e in alcuni casi anche della Z. Questi suoni possono creare delle distorsioni che possono inficiare la qualità della voce catturata dal microfono. Non a caso il filtro antipop viene usato negli studi professionali di doppiaggio o per il voiceover, così come negli studi musicali. 

A livello amatoriale il filtro antipop ha acquisito una grande popolarità, dovuta all’utilizzo di piattaforme come Youtube e Twitch da parte dei giovani streamer e vlogger che vogliono rendere la loro voce più chiara sia nelle registrazioni, sia quando parlano in diretta con gli spettatori. Un prodotto di questo tipo è indispensabile quindi per la produzione video o musicale, ma, per esempio, può risultare superfluo per delle videochiamate informali. 

Per quelle di lavoro, per i colloqui o per le lezioni online invece può tornare molto utile in quanto più la voce si sente bene e più il vostro ascoltatore potrà udirvi con chiarezza. Spesso quando si parla a distanza basta una piccola incomprensione a cambiare l’umore di chi ci ascolta, specialmente quando si affrontano esami o colloqui dove è importante fare una buona impressione. 

Come sistemare correttamente il filtro anti pop

I filtri antipop con braccio regolabile richiedono un minimo di ‘configurazione’ da parte dell’utente per poter essere usati correttamente. Prima di tutto dovete considerare la posizione del microfono rispetto a voi. Se parlate o cantate da seduti, potete sistemare il braccio snodabile facendolo curvare dall’alto in modo che il filtro copra il microfono senza rischiare di urtarlo con le braccia. 

Al contrario, se usate il microfono in piedi allora vi conviene far curvare il braccio regolabile dal basso, in questo modo il filtro potrà proteggere anche la parte inferiore del microfono e non far passare alcun rumore che potrebbe inficiare la registrazione. 

Tenete conto che spesso il braccio regolabile a collo d’oca dei modelli ‘entry level’ sebbene sia resistente, risulta molto leggero e quindi poco stabile. Per questo dovrete fare un po’ di attenzione quando parlate o registrate in modo da non muoverlo di un centimetro e proteggere il microfono in modo ottimale. 

 

 

 

Domande frequenti

 

Il filtro antipop protegge il microfono dalla saliva?

Sìi, una delle funzioni di questo articolo è proprio quella di tenere lontana la saliva dal microfono. È una questione igienica adottata da molti studi di registrazione professionali in quanto spesso uno stesso microfono viene usato da più persone. La saliva inoltre a lungo andare può rovinare la qualità del microfono, per questo il filtro antipop permette anche di allungare la vita dello strumento. Ricordatevi però di pulire il filtro di tanto in tanto usando un panno asciutto. 

Si può usare il filtro antipop per cantare dal vivo?

Solitamente i cantanti preferiscono non utilizzare il filtro antipop per le prove o i concerti. Prima di tutto perché può ostacolare la performance, cadere a terra o appesantire l’asta del microfono e in secondo luogo perché il filtro è praticamente inutilizzabile nel caso si preferisce cantare tenendo il microfono in mano. Nel campo musicale si tratta di un articolo usato prevalentemente per le registrazioni.

 

Il filtro antipop può coprire i rumori del traffico?

Dipende molto da quanto forti sono questi rumori. Chiaramente per registrare la voce è meglio stare in un ambiente insonorizzato, quindi se vivete su una strada affollata è bene tenere chiuse le finestre. In questo modo con un filtro antipop dovreste riuscire a tenere lontano il suono di clacson o di motori, sebbene il risultato finale dipende dagli strati del filtro. Due strati possono rivelarsi insufficienti se il rumore è troppo forte, in questo caso è meglio spendere qualcosa in più e puntare su un prodotto da quattro strati. 

 

È difficile montare il filtro antipop?

No, si tratta di un procedimento molto semplice. Basta utilizzare il morsetto apposito per applicarlo all’asta del microfono o alla base. Questo può variare a seconda della tipologia di filtro e di microfono, ma in generale vi basterà stringere con fermezza il filtro in modo da non farlo muovere, in modo da poterlo mantenere stabile mentre parlate o cantate al microfono. Potete allentare il morsetto per spostare il filtro sull’asta, oppure rimuoverlo nel caso vogliate riporlo. 

 

Dove acquistare il filtro antipop? 

Potete trovare i filtri antipop per microfono in qualsiasi negozio di musica che abbia una sezione dedicata alla voce. In alternativa, vista la popolarità di questi prodotti potete provare a cercare in un negozio di elettronica che vende microfoni verticali USB. Un’altra soluzione è comprare online, in modo da approfittare delle diverse offerte e avere una vasta possibilità di scelta tra modelli prodotti da diverse marche. 

Quanto costa un filtro antipop?

I filtri antipop non sono articoli particolarmente costosi, specialmente se si cercano quelli ‘entry level’ adibiti ad un utilizzo amatoriale. Questi possono avere un prezzo che oscilla tra i 10 e i 15 €, quindi abbastanza conveniente. I prodotti professionali più costosi hanno prezzi ben più alti che possono arrivare fino a 100 €, mentre quelli di fascia media si attestano su un costo di più o meno 50 €. In generale se non avete particolari esigenze non vi conviene spendere troppo e puntare su un modello economico. 

 

 

 

Ultimo aggiornamento: 23.04.24

 

David Bowie è stato uno degli artisti più importanti del panorama musicale internazionale che si è distinto anche nel mondo del cinema. 

 

Nel 2016 David Bowie ha salutato il pianeta Terra per tornare nella sua galassia, probabilmente più lontana di quanto possiamo immaginare. Il suo ‘epitaffio’ musicale (intitolato Blackstar) ha stupito il mondo della musica con un video dove l’artista inglese unisce esoterismo, temi spaziali e inquietanti premonizioni che ancora oggi i fan stanno cercando di decifrare. 

Come ogni grande artista pop e rock, anche David Bowie ha incuriosito gli appassionati con la sua personalità che si divideva tra il tipico gentiluomo inglese e l’esplosività delle rockstar. Nel corso della sua lunga carriera Bowie ha avuto più di un soprannome, al quale spesso univa il suo modo di vestire e la personalità. Scopriamo qualche curiosità in più su questo poliedrico artista. 

 

I soprannomi

Chi non conosce la discografia di David Bowie potrebbe pensare che ci sia stato più di un artista dietro gli innumerevoli album pubblicati. Ziggy Stardust, Aladdin Sane e il Duca Bianco sono alcuni dei nomi usati da Bowie per presentare sempre nuovi personaggi o con i quali è stato soprannominato

Al pari di altri alter ego di David Bowie, anche The White Duke fu una sua idea: un aristocratico sobrio ed elegante che amava vestire di bianco. Non è un mistero però che Bowie fosse dipendente dalla cocaina, secondo alcuni fan infatti il Duca Bianco va visto come una sorta di personaggio ‘autoironico’ creato da Bowie forse per sdrammatizzare questa sua dipendenza o magari per convincersi a superarla. Gli anni ‘70 d’altronde sono stati proprio i più difficili della vita di Bowie, proprio per l’assunzione di questa droga che lo ha portato a vivere un periodo di grande sofferenza psicologica ed emotiva. 

 

Gli occhi e l’immagine

In molti si sono chiesti perché David Bowie avesse gli occhi diversi, un tratto che ha contribuito a rendere ancora più affascinante il suo personaggio, attribuendogli un aspetto extraterrestre. Questa caratteristica però è molto più terrena di quanto si possa immaginare, infatti sembra che l’occhio destro abbia subito una dilatazione a causa di un pugno. Eh si, anche Bowie ha avuto i suoi periodi turbolenti durante l’adolescenza che lo hanno portato a fare a cazzotti per un amore conteso con un amico. 

Ad ogni modo, anche con due occhi di colore uguale Bowie avrebbe comunque stupito il mondo della musica grazie alla sua immagine camaleontica. L’artista era solito curare le copertine dei suoi dischi dove è assoluto protagonista. Anche nel cinema Bowie ha avuto un buon successo specialmente per il film Labyrinth, citato tra l’altro nel video di Blackstar. La sua interpretazione più ‘calzante’ però si trova ne ‘L’uomo che cadde sulla Terra’, un film tratto dal bellissimo romanzo di Walter Tevis dove Bowie si cala nei panni di un presunto alieno capace di inventare oggetti avveniristici. 

È un polistrumentista

Sebbene lo si veda spesso dietro il microfono nei suoi live, David Bowie in realtà è un polistrumentista di un certo calibro, capace di suonare tantissimi strumenti. Iniziò con il sassofono a dodici anni, per poi appassionarsi al jazz, un genere musicale che ha influenzato notevolmente la sua discografia. 

Questa sua capacità gli ha dato un notevole vantaggio nella composizione dei suoi brani, sebbene in molti casi gli strumenti venivano comunque registrati da musicisti specializzati che spesso lo hanno accompagnato anche nei suoi live. La chitarra è uno degli strumenti fondamentali di molti dei dischi di Bowie, specialmente quelli degli anni ‘70, quindi se volete provare a suonarli vi consigliamo di usare una buona muta di corde per chitarra in modo da avere un suono più cristallino e preciso. 

 

L’orientamento sessuale

Le varie copertine e l’abbondante uso della toeletta trucco per ‘travestirsi’ da alcuni personaggi hanno suscitato una notevole curiosità sulla sessualità di Bowie da parte degli appassionati e della stampa britannica che non si è mai fatta problemi ad entrare nella sfera personale degli artisti. David Bowie ha più volte dichiarato di essere bisessuale, per poi smentire lui stesso queste voci, ammettendo in seguito di volersi divertire alle spalle della stampa e di quei ‘fan’ un po’ troppo ficcanaso. 

David Bowie è stato un artista esemplare, di mentalità aperta e che più volte si è schierato dalla parte della comunità gay, dalla quale era affascinato, così come di quella afro-americana. Durante un’intervista negli Stati Uniti, David Bowie mise in difficoltà il suo interlocutore, facendogli notare che la maggior parte dei video trasmessi su MTV erano di artisti bianchi. 

Lo spazio e il mistero

Quando si pensa a David Bowie è facile associarlo allo spazio infinito. L’artista ha sempre avuto un grande amore per lo spazio e per l’ignoto. Il brano Space Oddity è stato uno dei primi esempi di ‘Space Rock’, genere in seguito sviluppatosi in Inghilterra con gli Hawkwind, approdato poi in Canada con i Rush e i Voivod. Nel brano The Supermen presente nel disco The Man Who Sold The World troviamo rimandi a Nietzsche, come anche riferimenti ai ‘Grandi Antichi’ dello scrittore H.P Lovecraft, delle entità aliene primordiali che hanno popolato la terra molto prima degli uomini. Lo stesso videoclip del suo ultimo singolo Blackstar contiene diversi riferimenti allo spazio e al viaggio interstellare. Space Oddity fu scelto dalla BBC come colonna sonora per il primo allunaggio. 

 

 

Ultimo aggiornamento: 23.04.24

 

Affascinante e fantasiosa, la musica Barocca è stata una delle prime correnti moderne che ha dato vita alla cultura musicale in Europa. 

 

Pensate a una lussuosa reggia e alle sue stanze decorate di arazzi, quadri e mobili pregiati: quale musica abbinereste? Probabilmente vi verranno in mente le opere di Vivaldi o di Bach e il suono del clavicembalo o delle corde per chitarra in nylon della classica suonata dai grandi interpreti di questo stile musicale, nato nel 1600. Ma come si è originato e quali sono le sue caratteristiche principali? Scopriamolo insieme,

 

Cos’è il Barocco?

Possiamo definire il Barocco un movimento culturale nato nel XVII secolo, il quale nome deriva dal francese ‘baroque’ che si può tradurre con ‘bizzarro’. Ed effettivamente è proprio l’irregolarità delle opere barocche a colpire, in quanto rispetto ai canoni dell’epoca troviamo un’arte spesso esagerata, dove il lusso e lo sfarzo vengono esaltati. In quel periodo la rigidità della Chiesa inizia ad allentarsi, grazie soprattutto allo scontro tra Cattolici e Protestanti, cosa che porta l’arte a diventare sempre più accessibile anche alle classi meno abbienti. La musica, la pittura e la danza barocca si sviluppano proprio durante questo periodo di grande cambiamento. 

Il barocco in musica

Come tutti i vari periodi musicali del passato e moderni, anche il Barocco ha le sue caratteristiche ben specifiche. Prima di tutto però bisogna considerare che proprio in quegli anni la produzione di strumenti musicali comincia a prendere piede, in quanto la musica inizia a spostarsi dalle regge dei nobili ai teatri, merito anche della carta stampata che permette una notevole evoluzione della società europea. 

È errato infatti pensare che nel Barocco ci fossero solo musicisti professionisti di alto calibro, in quanto la passione per la musica era condivisa anche da persone dei ceti sociali meno agiati che amavano suonare in strada o in casa. Nonostante il notevole sviluppo tecnologico, ovviamente l’incisione di dischi era ancora lontana di qualche secolo, quindi l’unico modo per ascoltare musica era dal vivo. 

Certo, non tutti sapevano leggere o scrivere spartiti, per questo alcuni brani popolari venivano tramandati in via del tutto ‘mnemonica’, mentre quelli dei compositori a noi arrivati venivano trascritti e stampati. C’è da dire che le possibilità per studiare musica erano sicuramente più alte rispetto al passato, per questo i musicisti barocchi potevano accedere a manuali di musica scritti per diversi strumenti. Proprio durante il Barocco nasce l’associazione della musica alla matematica che porta alla creazione della teoria musicale che si è fatta strada (con le dovute modifiche temporali) fino ai nostri giorni. 

 

Natura e esoterismo

La caratteristica principale del Barocco musicale è l’espressione dei suoni della natura. Alcuni musicisti e matematici credevano in un certo esoterismo, dove la musica era il veicolo per unire il tangibile all’intangibile, per questo le composizione Barocche all’ascolto evocano paesaggi soavi, illuminati dal sole dove gli animali allietano i passanti con i loro canti. Per rappresentare la natura, alcuni strumenti come il violino vengono messi in primo piano, specialmente per il suono leggero e per la possibilità di eseguire virtuosismi in grado di ‘emulare’ il particolare canto degli uccelli. 

Tra gli autori della musica barocca occorre citare Antonio Vivaldi e J.S Bach per le loro composizioni che ancora oggi vengono studiate ed eseguite. Bach in particolare si discosta dal concetto di rappresentazione ‘naturale’ per scavare a fondo nell’animo umano. La musica di Bach non veniva proprio ‘accettata’ dai contemporanei, in quanto i criptici virtuosismi e le complesse composizioni non riuscivano ad emozionare. Tutt’ora Bach non è proprio il più ‘facile’ dei compositori di musica classica da ascoltare e studiare. 

Orchestre

Per poter mettere un ambiente naturale in musica ovviamente era necessario l’insieme di tantissimi strumenti. Le orchestre barocche erano composte da musicisti di diverse classi sociali, non era raro infatti che gli studenti, gli amici e a volte anche i familiari si riunissero per provare ed eseguire i brani, spesso in casa. La prima grande orchestra Barocca viene formata a Bologna per l’esecuzione di un brano nella chiesa di San Petronio con ben 180 elementi. 

Come si può immaginare, visto che al tempo non esisteva il ‘diritto d’autore’, i compositori barocchi e i musicisti spesso si trovavano a riutilizzare le opere degli altri, prendendo spunto o addirittura ‘copiando’ alcune parti. All’epoca però questo ‘plagio’ non era visto di cattivo occhio, anzi il pubblico voleva sentire parti rimaneggiate e riutilizzate, in modo da valutare come il compositore era riuscito a farle sue. 

 

Il melodramma

Bisogna pensare che al tempo la musica era considerata una materia molto importante che faceva parte della formazione di un individuo, una tradizione che in alcuni paesi europei come la Germania è stata tramandata fino ai nostri giorni, mentre in Italia si è un po’ persa per strada. Tuttavia, nonostante la sua incredibile complessità molti filosofi la consideravano inferiore, in quanto non riusciva effettivamente a rappresentare in modo efficace la natura alla quale gli esoterici erano legati. 

Per questo nacque il melodramma barocco che mirava a creare un testo poetico per la musica, in modo da commentare i concetti. Molto simile alla tragedia Greca, il melodramma però non fu proprio apprezzato dai critici, in quanto poco realistico. D’altronde vedere un attore che moriva mentre cantava con voce soave ‘spezzava’ la sospensione della realtà e veniva considerata da molti come un insulto all’intelligenza. Ben più apprezzata era l’Opera Barocca che vede un grande sviluppo in Italia e in Francia, al pari del melodramma. 

 

 

Ultimo aggiornamento: 23.04.24

 

Il leggendario chitarrista rock blues Jimi Hendrix ha composto e riarrangiato brani entrati nella storia, vediamo quali sono i più famosi.

 

A distanza di anni, Jimi Hendrix resta il chitarrista preferito da molti appassionati di musica. Il suo stile ancora inconfondibile, genuino e fluido ha influenzato chitarristi per generazioni a venire. Anche se la chitarra si è evoluta, con le scale modali portate dal jazz nel rock da Joe Satriani e con lo shredding di Yngwie Malmsteen e John Petrucci, Jimi Hendrix rimane un punto di riferimento per tutti gli amanti dello strumento e della musica in generale. Il suo ‘suono’ è ancora uno dei più iconici e originali, con quelle distorsioni aperte che solo lui sapeva controllare e che nelle mani anche dei chitarristi più funambolici probabilmente non suonerebbe naturali. 

Come dimenticare la sua performance a Woodstock? Grazie al web è possibile rivederla a piacimento per poter rivivere il festival emblematico della cultura hippie. Negli anni ‘60 rock e hippie andavano a braccetto, la musica alternativa era una sorta di araldo della pace e di una gioventù che rifiutava i conflitti. D’altronde erano gli anni della brutale Guerra del Vietnam, macchia indelebile nella reputazione degli Stati Uniti che fino a quel momento erano stati celebrati come eroi della Seconda Guerra Mondiale. 

Tra gli artisti del tempo Hendrix era uno dei pochi ad avere un passato legato al blues, agli esordi infatti il musicista era ancora lontano dal rock elettrico che lo consacrò alla storia. Bisogna sempre ricordare che il suo ‘maestro spirituale’ era il leggendario e misterioso Robert Johnson, al quale spesso si attribuisce la nascita del blues e del rock moderno. Solo dopo aver girato diverse band e fatto la vita da musicista itinerante, Hendrix formò la band The Jimi Hendrix Experience con Noel Redding al basso e Mitch Mitchell alla batteria con la quale ha regalato al mondo i suoi migliori brani.

All Along The Watchtower

Tra i brani di Electric Ladyland dei The Jimi Hendrix Experience figura anche un riarrangiamento di questo pezzo di Bob Dylan in chiave decisamente più rock. Caratterizzato da una chitarra ritmica dodici corde e da un ritmo incalzante di batteria, All Along The Watchtower è probabilmente uno dei brani più famosi suonati da Hendrix. L’assolo cattura con una pentatonica vorticosa, con il classico wah-wah di Hendrix realizzato grazie alla fida pedaliera per chitarra. Sebbene rispetto ad altri brani sia leggermente meno ‘hendrixiano’, All Along the Watchtower rientra tra quelli più conosciuti della band del rocker.

All Along The Watchtower di Jimi Hendrix è stato poi riutilizzato e riarrangiato nuovamente per realizzare colonne sonore di film e serie TV, tra queste ricordiamo il remake di Battlestar Galactica dove diventa parte integrante dell’intreccio. 

 

Purple Haze

Electric Ladyland è ritenuto il vero capolavoro di Jimi Hendrix, sebbene molti dei suoi brani più famosi siano contenuti nel disco di debutto del power trio. Purple Haze è un perfetto esempio del rock psichedelico di Jimi Hendrix, dove l’incedere del riff di chitarra fa da padrone, seguito ovviamente dai lick di pentatonica nello stile tipico del chitarrista. Non a caso Purple Haze diventa il singolo del brano, specialmente grazie al break con la frase ‘Excuse me while I Kiss the Sky’ alla quale segue un assolo in legato. Probabilmente Purple Haze racchiude tutta l’essenza di Hendrix: distorsioni di chitarra profonde e dilatate, voce tipicamente blues e assoli vorticosi che si snodano sulla linea di basso. In alcune performance dal vivo Hendrix si divertiva a variare di toni e semitoni con la whammy bar, dimostrando che con la chitarra poteva davvero fare tutto ciò che voleva. 

Hey Joe

Nel mondo del rock e del blues degli anni ‘60 non era insolito riarrangiare brani di altri artisti per riproporli in una chiave più moderna. Così come All Along The Watchtower, anche Hey Joe non è stata scritta da Hendrix, bensì dal bluesman Billy Roberts. Curiosamente però la versione di Hendrix non è quella originale, ma un riarrangiamento di quella di un artista folk di nome Tim Rose che a sua volta aveva realizzato un suo arrangiamento. Il diritto d’autore al tempo per la musica era ancora in stato primordiale, quindi sebbene Roberts avesse la paternità del pezzo originale, fu quello di Jimi Hendrix a diventare il più conosciuto. Blues lento e rilassante, con uno dei semi riff più iconici della storia del rock, nel brano non manca ovviamente la parte solista di Hendrix, questa volta meno ‘eccentrica’ del solito e realizzata con un suono ‘clean’ adatto al mood.

 

Little Wing

Uno dei brani più celebri dei The Experience, presente sull’album Axis: Bold as Love. Una ballata piacevole e lenta, dove la chitarra di Hendrix trasporta l’ascoltatore con i suoi toni caldi e le variazioni create con il pedale e il whammy bar. Little Wing è stato metro di paragone per molti bluesman e rocker che si sono cimentati nella cover, ricordiamo quelle di Santana e di Stevie Ray Vaughan tra le più caratteristiche. Un brano rilassante e allo stesso tempo energico, un po’ come il miglior ginseng in commercio.

Voodoo Child

Il blues rock nella sua natura più autentica, psichedelica e selvaggia. La chitarra di Hendrix qui si scatena tra riff aperti e dissonanti caratterizzati da ampie distorsioni, alternati con assoli scatenati fatti di hammer on e bending sulla pentatonica. L’essenza di Jimi Hendrix è qui, in questo brano ha influenzato moltissime band a venire. Il brano venne pubblicato dopo la morte del musicista, uno dei suoi tanti lasciti al mondo della musica che ancora lo ringrazia per aver dato alla chitarra nuova linfa vitale e averla proiettata nel futuro.