Ultimo aggiornamento: 19.04.24

 

Scopriamo di più sul famoso brano del duo folk di New York, il loro primo successo che ha definito il loro stile, amato dagli appassionati di musica dagli anni ‘60 fino ai giorni nostri.

 

Hello darkness, my old friend,

I’ve come to talk with you again,

Because a vision softly creeping,

Left its seeds while I was sleeping,

And the vision that was planted

in my brain

Still remains  within the sound of silence.

In restless dreams I walked alone

Narrow streets of cobblestone,

‘Neath the halo of a street lamp,

I turned my collar to the cold and damp

When my eyes were stabbed by the

flash of a neon light

That split the night

And touched the sound of silence.

And in the naked light I saw

Ten thousand people, maybe more.

People talking without speaking,

People hearing without listening,

People writing songs that voices

Never share

And no one dared

Disturb the sound of silence.

“Fools,” said I, “You do not know –

Silence like a cancer grows.

Hear my words that I might teach you.

Take my arms that I might

 reach you.”

But my words like silent raindrops fell

And echoed in the wells of silence 

And the people bowed and prayed

To the neon god they made.

And the sign flashed out its warning

In the words that it was forming.

And the sign(1) said: “ The words

of the prophets are written

on the subway walls

And tenement halls

And whispered in the sound of silence.

Il testo di The Sound of Silence di Simon & Garfunkel non è tra i più rassicuranti della musica folk, d’altronde il chitarrista del duo (Paul Simon) la scrisse ispirandosi all’incapacità delle persone di comunicare. Il duo proveniente da New York probabilmente era abituato a vivere in mezzo a milioni di persone colte nel ritmo frenetico della rumorosa metropoli, ma ormai rese fredde e distanti dalla routine giornaliera.

Nel brano i cantanti si rivolgono all’oscurità, loro vecchia amica (Hello Darkness my old friend) e narrano una loro visione fatta di silenzio dove le persone parlano senza esprimersi e ascoltare senza sentire. Il paradosso del silenzio sinistro anche nella folla viene descritto perfettamente nel brano, dove troviamo anche una sorta di denuncia al progresso nella fresa ‘And the people bowed and prayed to the neon God they Made’ (e il popolo si inginocchiò e pregò il Dio Neon che aveva creato). 

Alcuni appassionati associano il brano alla morte di John F. Kennedy, avvenuto il 22 novembre del 1963, in quanto la morte improvvisa del leader statunitense lasciò tutti sotto shock. In realtà però il brano fu scritta il 19 febbraio 1964. Il lento arpeggio delle corde di chitarra e l’armonizzazione vocale delle voci dei due artisti crea un’atmosfera soave, ma allo stesso tempo sinistra. Il testo inoltre non presenta alcun ritornello, si presenta infatti come una sorta di poema, per certi versi simile alle opere del poeta beat Allen Ginsberg. 

Proprio per il suo testo particolare e decisamente pesante a livello di contenuti, il brano The Sound of Silence è stata omaggiata da band di genere completamente opposto al folk, troviamo infatti una delirante cover del gruppo metal Nevermore e una più fedele all’originale (bellissima) dei Disturbed. 

Il brano fu pubblicato nel disco di debutto del duo Wednesday Morning, 3 A.M., un lavoro che al tempo fu accolto in modo molto freddo dalla critica, al punto che Simon e Garfunkel si dovettero dividere. La poca stima nei confronti dei due musicisti di New York fu causata dal loro stile troppo simile a quello dei The Beatles che in quegli anni erano appena approdati negli Stati Uniti, influenzando tantissimi musicisti con il loro rock.  

Paul Simon e Art Garfunkel furono rivalutati proprio grazie ad un remix di The Sound of Silence prodotto per la radio. Questa nuova versione fu inserita nell’album successivo, intitolato proprio come il brano. La canzone deve parte del suo grande successo anche al film Il Laureato di Mike Nichols, del quale diventò uno dei brani presente nella colonna sonora. La pellicola vede come protagonista un giovanissimo Dustin Hoffman nei panni di uno studente che si innamora di una donna matura e facoltosa. 

Il duo si scioglie nuovamente nel 1969, dopo aver raggiunto il successo grazie a diversi dischi di ottimo livello. La discografia termina con Bridge over Troubled Water pubblicato nel 1970 e diventato in poco tempo uno dischi più venduti dell’epoca, vincendo numerosi premi Grammy.

 

 

Ultimo aggiornamento: 19.04.24

 

Il toccante brano di Jovanotti è una delle più belle dediche musicali da fare ad una persona cara. Scopriamo di più sulla canzone e sul testo.

 

A te che sei l’unica al mondo

L’unica ragione per arrivare fino in fondo

Ad ogni mio respiro

Quando ti guardo

Dopo un giorno pieno di parole

Senza che tu mi dica niente

Tutto si fa chiaro

A te che mi hai trovato

All’ angolo coi pugni chiusi Con le mie spalle contro il muro

Pronto a difendermi

Con gli occhi bassi

Stavo in fila

Con i disillusi

Tu mi hai raccolto come un gatto

E mi hai portato con te

A te io canto una canzone

Perchè non ho altro

Niente di meglio da offrirti

Di tutto quello che ho

Prendi il mio tempo

E la magia

Che con un solo salto

Ci fa volare dentro l’aria

Come bollicine

A te che sei

Semplicemente sei Sostanza dei giorni miei

Sostanza dei giorni miei

A te che sei il mio grande amore

Ed il mio amore grande

A te che hai preso la mia vita

E ne hai fatto molto di più

A te che hai dato senso al tempo

Senza misurarlo

A te che sei il mio amore grande

Ed il mio grande amore

A te che io

Ti ho visto piangere nella mia mano

Fragile che potevo ucciderti

Stringendoti un po’

E poi ti ho visto

Con la forza di un aeroplano

Prendere in mano la tua vita

E trascinarla in salvo

A te che mi hai insegnato i sogni

E l’arte dell’avventura

A te che credi nel coraggio

E anche nella paura

A te che sei la miglior cosa

Che mi sia successa

A te che cambi tutti i giorni

E resti sempre la stessa

A te che sei

Semplicemente sei

Sostanza dei giorni miei

Sostanza dei sogni miei

A te che sei

Essenzialmente sei

Sostanza dei sogni miei

Sostanza dei giorni miei

A te che non ti piaci mai

E sei una meraviglia

Le forze della natura si concentrano in te

Che sei una roccia, sei una pianta, sei un uragano

Sei l’orizzonte che mi accoglie quando mi allontano

A te che sei l’unica amica

Che io possa avere

L’unico amore che vorrei

Se non ti avessi con me

A te che hai reso la mia vita bella da morire, che riesci a render la fatica un immenso piacere.

A te che sei il mio grande amore ed il mio amore grande,

A te che hai preso la mia vita e ne hai fatto molto di più

A te che hai dato senso al tempo senza misurarlo,

A te che sei il mio amore grande ed il mio grande amore

A te che sei,

Semplicemente sei,

Sostanza dei giorni miei,

Sostanza dei sogni miei…

E a te che sei,

Semplicemente sei,

Compagna dei giorni miei,

Sostanza dei sogni…

Lorenzo Cherubini ha avuto una carriera musicale di notevole spessore, portata avanti grazie al suo carisma e al coraggio di voler portare avanti generi musicali poco esplorati in Italia, senza avere paura di cambiare. Il Jovanotti che oggi conosciamo per le sue ballate romantiche, in realtà partì con il rap, genere musicale che negli anni ‘80 in Italia era ben poco conosciuto. 

Al tempo del suo esordio con il disco Jovanotti For President c’erano solo pochi esponenti dell’Hip Hop come Ice One e DJ Gruff, influenzati da band come gli Afrika Bambaataa e dal loro rap misto al funk. Il primo lavoro di Jovanotti infatti è particolarmente legato a queste sonorità, inoltre le tracce sono cantate in inglese. Attraverso la sua prolifica discografia, Jovanotti ha modernizzato sempre di più il suo suono, fino a cambiarlo completamente, abbracciando la World Music e il pop. 

La canzone di Jovanotti A Te ricorda quasi un brano di De Gregori per le sonorità, risultando molto bella da suonare seguendo lo spartito per chitarra e da cantare. La voce di Jovanotti incanta sulle note di pianoforte, non tanto per la bravura tecnica ma per la sincerità e le linee vocali ben studiate sul tempo. Un brano che si può dedicare a chiunque che riesce a toccare le corde del cuore, facendole vibrare senza però risultare troppo mieloso e patinato come altri testi di canzone italiane. Non a caso A te di Jovanotti è stato uno dei brani più ascoltati nel 2008, un periodo durante il quale si cominciava ad usufruire largamente della musica digitale. La canzone è stata scaricata da tantissime persone sia legalmente sia illegalmente, rimanendo in cima alle classifiche per ben tre mesi di fila. Ad accompagnare Jovanotti nel brano troviamo il suo fido e abilissimo bassista Saturnino e il chitarrista Michael Landau, famoso per aver suonato come turnista con innumerevoli artisti italiani e stranieri di altissimo calibro. 

La canzone portata avanti da un giro armonico molto usato nel pop è stata accusata di plagio, nello specifico della canzone A la Primera Persona di Alejandro Sanz scritta nel 2006. L’arrangiamento dei due brani è completamente diverso, in quanto quello di Sanz si avvicina più ad una rock ballad con una batteria molto presente e un arpeggio di chitarra di sottofondo. Il brano di Jovanotti risulta più leggero, ma usa alcune linee vocali molto simili a quelle usate da Sanz, specialmente nel ritornello. Jovanotti si è difeso dalle accuse dichiarando di essersi ispirato a Johann Sebastian Bach e non al cantautore spagnolo. Il testo di A te di Jovanotti inoltre è molto diverso, sebbene per il plagio si valuti principalmente la melodia.

Cherubini non è comunque estraneo alle controversie, d’altronde basta pensare alle sue dichiarazioni fatte durante una lezione all’Università di Firenze a dir poco surreale, dove ha raccontato agli studenti di essere stato invitato a un raduno di persone abbienti ed influenti dove si decidevano le sorti del mondo. L’episodio è stato preso alla leggera da alcuni che lo hanno ritenuto uno scherzo di pessimo gusto, mentre i fan di Jovanotti si sono sentiti un po’ indignati nel sapere che il loro idolo, un tempo schierato contro i poteri forti, si fosse abbassato ad andare a braccetto con i potenti.

 

 

 

Ultimo aggiornamento: 19.04.24

 

Il Neo Soul continua ad appassionare gli amanti dei brani eseguiti con pianoforte e voce, scopriamo di più su uno dei più apprezzati.

 

What would I do without your smart mouth

Drawing me in and you kicking me out?

Got my head spinning, no kidding

I can’t pin you down

What’s going on in that beautiful mind?

I’m on your magical mystery ride

And I’m so dizzy, don’t know what hit me

But I’ll be alright

My head’s underwater

But I’m breathing fine

You’re crazy and I’m outta my mind

Cause all of me loves all of you

Love your curves and all your edges

All your perfect imperfections

Give your all to me, I’ll give my all to you

You’re my end and my beginning

Even when I lose, I’m winning

Cause I give you all of me

And you give me all of you, oh

How many times do I have to tell you

Even when you’re crying, you’re beautiful too?

The world is beating you down

I’m around through every move

You’re my downfall, you’re my muse

My worst distraction, my rhythm and blues

Can’t stop singing, this ringing in my head for you

My head’s underwater

But I’m breathing fine

You’re crazy and I’m outta my mind

Cause all of me loves all of you

Love your curves and all your edges

All your perfect imperfections

Give your all to me, I’ll give my all to you

You’re my end and my beginning

Even when I lose, I’m winning

Cause I give you all of me

And you give me all, all of you

Cards on the table

We’re both showing hearts

Risking it all though it’s hard

Cause all of me loves all of you

Love your curves and all your edges

All your perfect imperfections

Give your all to me

I’ll give my all to you

You’re my end and my beginning

Even when I lose, I’m winning

Cause I give you all of me

You give me all, all of you, oh

I give you all, all of me, yeah,

And you give me all, all of you, oh

Il Neo Soul ha conquistato il mondo della musica grazie alle melodie di pianoforte orecchiabili, accompagnate dalla voce calda e spesso malinconica degli artisti. La particolare scelta delle linee vocali, spesso ‘trascinate’ sulla metrica del brano ha contribuito al successo del genere, specialmente grazie ad artisti come Ed Sheeran, Adele e il pianista John Legend. A queste caratteristiche si aggiungono i testi, solitamente incentrati sulla passione amorosa, su relazioni terminate e sul ricordo del proprio partner. Le produzioni Neo Soul si distinguono anche per la malinconia del pianoforte contrapposta alla potenza del cantato. 

Uno dei brani più famosi del genere è probabilmente All of Me di John Legend, dedicato alla moglie Chrissy Teigen. Questa ballata presenta tutte le caratteristiche dei brani Neo Soul e colpisce per la sua semplicità (ricercata dallo stesso artista) e sincerità, proprio come una dichiarazione d’amore. Scritta nel 2013 ed inserita nell’album Love in the Future, All of Me è stata un successo immediato che ancora oggi continua ad allietare gli appassionati. Gli accordi di All of Me sono stati costruiti sulla tonalità di A bemolle maggiore e su un tempo di 63 bpm, tipico delle ballate, mentre nel testo John Legend dichiara il suo amore incondizionato per la moglie, ammettendo senza alcun timore di amare anche le imperfezioni e i difetti (perfect imperfections) e apprezzando la sua amata in tutto e per tutto, non a caso la traduzione di All of Me in Italiano è ‘Tutto di me’. Con un po’ di dimestichezza al pianoforte, potrete suonarla anche voi provando a cantare leggendo il testo di All of Me sul leggio.

Il video del brano è stato girato in Italia, probabilmente per celebrare il luogo del matrimonio della coppia, avvenuto sul Lago di Como, ed è stato realizzato prendendo spunto da determinati canoni delle clip Neo Soul, come ad esempio il filtro in bianco e nero, con riprese sullo stesso musicista e la moglie. 

John Legend, all’anagrafe John Roger Stephens, ha dovuto lavorare parecchio per vedere questa sua canzone figurare nelle classifiche statunitensi, sebbene fosse già ampiamente conosciuto nell’ambiente musicale. Nato in una famiglia appassionata di musica, il padre batterista per passione e la madre cantante in un coro lo introducono al pianoforte all’età di soli 4 anni. Dopo aver suonato in diversi club di New York e scritto brani per molti artisti di fama mondiale, nel 2004 John Legend pubblica il suo album di debutto, già con una buona fanbase alle spalle e con la produzione affidata alle sapienti mani di Kanye West. 

Il disco colpisce per il suo riuscito incontro tra le melodie tipiche del soul e le basi di stampo hip hop sulle quali John Legend riesce a cantare con grande naturalezza. L’esordio del pianista si può infatti collocare nel R&B più che nel Neo Soul, non a caso ricorda artisti della vecchia scuola come D’Angelo. Negli album successivi il pianista ha cercato di accontentare i fan del genere, strizzando però l’occhio ad un pubblico mainstream, riscuotendo un grande successo anche fuori dagli Stati Uniti.

 

 

 

Ultimo aggiornamento: 19.04.24

 

Scopriamo di più sul famosissimo brano di Adriano Celentano che nonostante gli anni resta ancora una delle hit italiane più conosciute.

 

Cerco l’estate tutto l’anno

e all’improvviso eccola qua.

Lei è partita per le spiagge

e sono solo quassù in città,

sento fischiare sopra i tetti

un aeroplano che se ne va.

Azzurro,

il pomeriggio è troppo azzurro

e lungo per me.

Mi accorgo di non avere più risorse,

senza di te,

e allora

io quasi quasi prendo il treno

e vengo, vengo da te,

ma il treno dei desideri

nei miei pensieri all’incontrario va.

Sembra quand’ero all’oratorio,

con tanto sole, tanti anni fa.

Quelle domeniche da solo

in un cortile, a passeggiar…

ora mi annoio più di allora,

neanche un prete per chiacchierar…

Azzurro,

il pomeriggio è troppo azzurro

e lungo per me.

Mi accorgo

di non avere più risorse,

senza di te,

e allora io quasi quasi prendo il treno

e vengo, vengo da te,

ma il treno dei desideri

nei miei pensieri all’incontrario va.

Cerco un po’ d’Africa in giardino,

tra l’oleandro e il baobab,

come facevo da bambino,

ma qui c’è gente, non si può più,

stanno innaffiando le tue rose,

non c’è il leone, chissà dov’è…

Azzurro,

il pomeriggio è troppo azzurro

e lungo per me.

Mi accorgo

di non avere più risorse,

senza di te,

e allora

io quasi quasi prendo il treno

e vengo, vengo da te,

ma il treno dei desideri

nei miei pensieri all’incontrario va

Adriano Celentano è uno di quei personaggi che o si amano o si odiano, senza alcuna via di mezzo. Effettivamente il cantautore non si è proprio costruito un’immagine particolarmente amabile, spesso gonfiando il suo ego a dismisura e provando alcune trovate abbastanza infelici che si sono attratte ulteriori antipatie da parte dei suoi detrattori. Basta pensare alla serie di animazione Adrian, realizzata in collaborazione con grandi artisti del fumetto italiano (Milo Manara ad esempio) che però è stata a dir poco stroncata dalla critica. 

Spesso autoreferenziale e completamente immerso nel suo ‘personaggio’ da rocker ribelle degli anni ‘50 anche alla veneranda età di ben 83 anni, Celentano ha comunque riscosso un grande successo grazie ai suoi brani che vengono ancora considerati dei veri e propri pilastri della musica italiana. D’altronde Celentano è stato uno dei primi a portare la musica rock nel nostro paese, ispirandosi al mitico Elvis Presley che all’epoca spopolava negli Stati Uniti. Il successo di Adriano Celentano è notevole, al punto che viene riconosciuto anche oltreoceano, così come da artisti del calibro di Pier Paolo Pasolini.

Nel 1968 Celentano incide e pubblica la canzone Azzurro, realizzata con la collaborazione del jazzista Paolo Conte e del paroliere Vito Pallavicini. Il brano ha un successo immediato e viene inserito nell’album Azzurro/Una carezza un pugno, pubblicato lo stesso anno dalla casa discografico dello stesso Celentano. 

Probabilmente una delle canzoni italiane più conosciute nel nostro paese e all’estero, Azzurro di Celentano è un brano che nell’anno della sua uscita non fu apprezzato dalla critica, in quanto andava completamente contro le correnti del tempo. Effettivamente Azzurro si avvicina molto di più ad una marcetta popolare che al rock o alle classiche ballate all’italiana. La voce strascicata di Celentano si adatta perfettamente alla malinconica melodia, contrapposta al ritmo allegro in levare che in qualche modo ricorda quello delle bande di paese. Conte non amava molto la musica italiana che considerava troppo mielosa, per questo cercò una soluzione più legata alla tradizione, ritenendo che in questo modo potesse venire accolta da tutti gli ascoltatori. 

Il testo di Azzurro scritto da Pallavicini fu pensato proprio per Adriano Celentano, non a caso il temi principali sono l’amore e la religione. Fondamentalmente il testo si rivolge ad una persona che abita lontano, dichiarando di volerla raggiungere prendendo un treno. L’amore è implicito nel testo anche se non viene mai dichiarato, ma c’è anche il tema della noia e di non voler fare nulla senza la giusta compagnia. 

Il successo del brano a detta di Paolo Conte fu dovuto proprio a Celentano, capace di interpretare i testi e le canzoni italiane con grande semplicità, senza tecnicismi ricercati, arrivando dritto allo spettatore anche con un cantato un filo stonato e strascicato. In effetti Azzurro di Adriano Celentano è una canzone molto semplice che tutti possono cantare, così come imparare gli accordi dello spartito per chitarra.

 

 

Ultimo aggiornamento: 19.04.24

 

Brano molto apprezzato che rientra nella lunga lista di bellissime canzoni d’amore composte dall’autore inglese. Scopriamo di più sul testo di Perfect e sull’autore.

 

I found a love for me

Darling, just dive right in and follow my lead

Well, I found a girl, beautiful and sweet

Oh, I never knew you were the someone waiting for me

‘Cause we were just kids when we fell in love

Not knowing what it was

I will not give you up this time

But darling, just kiss me slow, your heart is all I own

And in your eyes, you’re holding mine

Baby, I’m dancing in the dark with you between my arms

Barefoot on the grass, listening to our favorite song

When you said you looked a mess, I whispered underneath my breath

But you heard it, darling, you look perfect tonight

Well I found a woman, stronger than anyone I know

She shares my dreams, I hope that someday I’ll share her home

I found a love, to carry more than just my secrets

To carry love, to carry children of our own

We are still kids, but we’re so in love

Fighting against all odds

I know we’ll be alright this time

Darling, just hold my hand

Be my girl, I’ll be your man

I see my future in your eyes

Baby, I’m dancing in the dark, with you between my arms

Barefoot on the grass, listening to our favorite song

When I saw you in that dress, looking so beautiful

I don’t deserve this, darling, you look perfect tonight

Baby, I’m dancing in the dark, with you between my arms

Barefoot on the grass, listening to our favorite song

I have faith in what I see

Now I know I have met an angel in person

And she looks perfect

I don’t deserve this

You look perfect tonight

Ed Sheeran fa rima con canzone d’amore. L’autore ha praticamente costruito la sua discografia su questo tema, spesso attirandosi un po’ di antipatie da parte degli appassionati di altri generi, ottenendo però un grandissimo successo a livello commerciale. Della musica mainstream il cantautore di Halifax ha fatto la sua casa, una casa nella quale sembra essere completamente a suo agio. Composizioni semplici con accordi e arpeggi sulle corde per chitarra che allietano l’ascoltatore e lo fanno rilassare, Sheeran ha trovato la giusta formula per comporre la sua musica. 

Se pensate di non aver mai ascoltato un suo brano, provate solo a pensare al brano Shape of You, uno dei suoi singoli più famosi. Spesso considerato noioso anche da alcuni ‘colleghi’ come ad esempio Elton John e Noel Gallagher, Ed Sheeran è quell’artista che si divide tra l’amore del pubblico e la diffidenza della critica. 

Ed Sheeran con Perfect cattura con un Neo Soul che si tinge di folk per creare una piacevole atmosfera. Costruito su un arpeggio di chitarra, Perfect è una ballata d’effetto che vede un crescendo creato con una sinfonia di archi e un accompagnamento di pianoforte. Il ritmo R&B conferisce al brano una natura moderna, mentre la voce di Sheeran trasporta l’ascoltatore in atmosfere romantiche. 

Il brano è dedicato alla storica fidanzata di Sheeran, Cherry Seaborn, sebbene nel video del brano la parte dell’’amata’ sia interpretata da un’attrice. Non ci sono particolari significati nascosti nel testo di Perfect di Ed Sheeran che risulta molto diretto: l’autore dichiara il suo amore e la sua intenzione di costruire un futuro con la donna che conosce sin dall’infanzia. La traduzione di Perfect è ‘Perfetto’, un aggettivo ovviamente riferito alla sua amata e alla relazione. 

La canzone è parte della tracklist del quinto disco dell’autore (÷) uscito nel 2017, un lavoro che è stato in parte omaggiato in parte stroncato dai critici. Di questi tempi però la critica musicale lascia un po’ il tempo che trova, in quanto i musicisti moderni devono gran parte del loro successo non tanto ai dischi, quanto più ai singoli e ovviamente alle performance dal vivo. Non a caso Perfect di Ed Sheeran è stato pubblicato anche come singolo digitale e in formato fisico, vincendo Dischi di Platino, Oro, Argento e Diamante in diversi paesi. Tra le varie tracce troviamo una versione solo acustica del brano (senza l’orchestrazione), un remix e dei featuring di eccezione. Perfect Duet vede la collaborazione di Beyoncé, mentre su Perfect Symphony possiamo ascoltare Sheeran duettare con il nostro Andrea Bocelli. 

Figlio di due curatori d’arte, Ed Sheeran si appassiona alla chitarra da giovane grazie ad artisti come Elton John, Eric Clapton e Bob Dylan, ma come molti musicisti delle nuove generazioni non disdegna musica più moderna come il rap, specialmente Eminem. Come molti artisti, anche Sheeran fa la sua gavetta, girando per i locali di Londra, spesso esibendosi davanti ad un pubblico di poche persone. Dopo il primo EP, Sheeran si trasferisce a Los Angeles dove viene scoperto dall’attore Jamie Foxx grazie al quale riesce a registrare un nuovo EP e cominciare a ottenere i primi grandi successi.

 

 

Ultimo aggiornamento: 19.04.24

 

Hallelujah è uno dei brani più famosi del cantautore canadese Leonard Cohen. Scopriamo di più sulla canzone e sul suo testo. 

 

Now I’ve heard there was a secret chord

That David played, and it pleased the Lord

But you don’t really care for music, do you?

It goes like this, the fourth, the fifth

The minor falls, the major lifts

The baffled king composing Hallelujah

Hallelujah, Hallelujah

Hallelujah, Hallelujah

Your faith was strong but you needed proof

You saw her bathing on the roof

Her beauty and the moonlight overthrew her

She tied you to a kitchen chair

She broke your throne, and she cut your hair

And from your lips she drew the Hallelujah

Hallelujah, Hallelujah

Hallelujah, Hallelujah

Well, maybe there’s a God above

As for me all I’ve ever learned from love

Is how to shoot somebody who outdrew you

But it’s not a crime that you’re here tonight

It’s not some pilgrim who claims to have seen the Light

No, it’s a cold and it’s a very broken Hallelujah

Hallelujah, Hallelujah

Hallelujah, Hallelujah

Instrumental

Hallelujah, Hallelujah

Hallelujah, Hallelujah

Well people I’ve been here before

I know this room and I’ve walked this floor

You see I used to live alone before I knew ya

And I’ve seen your flag on the marble arch

But listen love, love is not some kind of victory march, no

It’s a cold and it’s a broken Hallelujah

Hallelujah, Hallelujah

Hallelujah, Hallelujah

There was a time you let me know

What’s really going on below

But now you never show it to me, do you?

And I remember when I moved in you

And the holy dove she was moving too

And every single breath we drew was Hallelujah

Hallelujah, Hallelujah

Hallelujah, Hallelujah

Now I’ve done my best, I know it wasn’t much

I couldn’t feel, so I tried to touch

I’ve told the truth, I didn’t come here to London just to fool you

And even though it all went wrong

I’ll stand right here before the Lord of song

With nothing, nothing on my tongue but Hallelujah

Hallelujah, Hallelujah

Hallelujah, Hallelujah

Hallelujah, Hallelujah

Hallelujah, Hallelujah

Hallelujah

Presente nell’album Various Positions uscito nel 1984, Hallelujah è probabilmente la canzone più famosa di Leonard Cohen. Anche chi non conosce la discografia del cantautore canadese avrà ascoltato più volte il brano, in quanto è stato riproposto in versione cover da diversi artisti, come ad esempio Jeff Buckley.  

La canzone ha le caratteristiche di un gospel con un tempo in 6/8 che Leonard Cohen scelse per dare una cadenza particolare al ritmo e renderlo molto simile ad un valzer o ad un lento. La tonalità in DO maggiore usata per gli accordi di Halleujah segue una progressione semplice e lineare, ma decisamente efficace. L’incedere riflessivo della parte strumentale si unisce alla voce di un ispiratissimo Leonard Cohen che accompagna l’ascoltatore in una sorta di struggente preghiera. Per la registrazione della traccia vocale fu usato un microfono con filtro antipop.

Per Cohen questa però non fu una canzone facile, infatti ci mise diversi anni a scriverla, scegliendo tra quasi una centinaia di strofe ispirate all’Antico Testamento e ad alcune esperienze di vita. Il testo finale infatti è un perfetto connubio tra il sacro e il profano, non troppo distante dalla produzione e dalle idee di Cohen che ha sempre avuto un rapporto particolare con la religione, abbracciando anche il Buddhismo nel 1990. Fu lo stesso Cohen a raccontare a Bob Dylan di aver impiegato due anni per la stesura del testo, per poi dichiarare in seguito di avergli mentito: per scrivere Hallelujah impiegò molto più tempo. 

Nonostante la parola alleluia (lodate il Signore) venga usata per esprimere una gioia mistica e religiosa, nel testo di Cohen assume connotati più terreni, infatti fu proprio l’autore a dichiarare che possono esistere diversi tipi di alleluia. L’alleluia sacra e l’alleluia spezzata della redenzione o della gioia terrena (the holy or the broken alleluja) convivono nel testo di Cohen e sono ugualmente importanti.

Nel 1988 Leonard Cohen decise di incidere nuovamente il brano dal vivo, per poi pubblicarlo nell’album Cohen Live solo nel 1994. Questa versione molto più terrena presenta strofe legate alla sfera sessuale e dell’amore. Questa versione fu quella ripresa dal giovane e compianto cantautore Jeff Buckley che si concentrò proprio sulla parte del testo ispirata dall’amore. 

Per quanto riguarda i riferimenti biblici nel testo di hallelujah, troviamo la storia di Davide di Israele e della sua arpa suonata per scacciare uno spirito malvagio. In Hallelujah viene narrata anche la relazione tra Davide e Betsabea, un episodio che nel testo si ricollega alla volontà di Cohen di mostrare anche il lato più terreno della religiosità. Nel brano viene riportato l’episodio di Dalila e Sansone, quando la donna rivelò ai Filistei l’origine della forza dell’uomo: i suoi capelli che furono poi tagliati. 

I testi dei brani di Cohen sono caratterizzati in generale da una profonda tristezza, i temi affrontati come l’amore perduto e la depressione sono ricorrenti. In un altro brano intitolato Famous Blue Raincoat il cantante scrive una lettera al suo migliore amico che gli ha portato via la donna amata, senza però mostrare alcun rancore.

 

 

Ultimo aggiornamento: 19.04.24

 

Believer è una dei numerosi singoli di successo della band statunitense Imagine Dragons, scopriamo di più sul suo testo.

 

First things first

I′ma say all the words inside my head

I’m fired up, and tired of the way that things have been, oh-ooh

The way that things have been, oh-ooh

Second thing second

Don′t you tell me what you think that I can be

I’m the one at the sail, I’m the master of my sea, oh-ooh

The master of my sea, oh-ooh

I was broken from a young age

Taking my sulking to the masses

Writing my poems for the few

That look at me, took to me, shook to me, feeling me

Singing from heartache from the pain

Taking my message from the veins

Speaking my lesson from the brain

Seeing the beauty through the…

Pain

You made me a, you made me a believer, believer

Pain

You break me down, you build me up, believer, believer

Pain

Oh, let the bullets fly, oh, let them rain

My life, my love, my drive it came from…

Pain

You made me a, you made me a believer, believer

Third things third

Send a prayer to the ones up above

All the hate that you′ve heard

Has turned your spirit to a dove, oh-ooh

Your spirit up above, oh-ooh

I was choking in the crowd

Building my rain up in the cloud

Falling like ashes to the ground

Hoping my feelings, they would drown

But they never did, ever lived, ebbing and flowing

Inhibited, limited, ′til it broke open and it rained down

It rained down like…

Pain

You made me a, you made me a believer, believer

Pain

You break me down, you build me up, believer, believer

Pain

Oh, let the bullets fly, oh, let them rain

My life, my love, my drive it came from…

Pain

You made me a, you made me a believer, believer

Last things last

By the grace of the fire and the flames

You’re the face of the future, the blood in my veins, oh-ooh

The blood in my veins, oh-ooh

But they never did, ever lived, ebbing and flowing

Inhibited, limited, ′til it broke open, and it rained down

It rained down like…

Pain

You made me a, you made me a believer, believer

Pain

You break me down, you build me up, believer, believer

Pain

Oh, let the bullets fly, oh, let them rain

My life, my love, my drive it came from…

Pain

You made me a, you made me a believer, believer

Gli Imagine Dragons sono una band pop rock che negli ultimi anni ha goduto di un successo strepitoso sia negli Stati Uniti sia all’estero. Il loro stile musicale racchiude la modernità ricercata dagli ascoltatori più giovani, con un Neo Soul mescolato al rock e all’elettronica. Il motivo del loro successo deriva anche dall’abilità del cantante Dan Reynolds nello scrivere e nell’interpretare i testi. 

Nello specifico, il brano Believer è particolarmente legato a un’esperienza di vita di Reynolds, ovvero la sua battaglia con la spondilite anchilosante, una forma di artrite molto aggressiva che può provocare forti dolori e cifosi. Oltre alla condizione fisica debilitante, il testo di Believer è stato ispirato anche da altri periodi difficili e i relativi stati d’animo affrontati dal cantante. Believer però è una canzone carica di positività, un invito a prendere tutto il dolore per trasformarlo in positività per andare avanti nonostante tutte le difficoltà della vita. Avendo dovuto affrontare anche la depressione, Reynolds si batte spesso per far capire alla società che questa malattia non è da stigmatizzare, bensì da curare con l’aiuto di un professionista, senza provare alcuna vergogna. La traduzione di Believer d’altronde è ‘credente’, quindi un invito a credere in sé stessi. 

Believer degli Imagine Dragons ha raggiunto la vetta delle classifiche negli Stati Uniti, diventando il terzo singolo della band più famoso dopo Radioactive e Demons. Il successo di Believer non è rimasto confinato in patria, infatti come tutti i singoli degli Imagine Dragons, anche questo ha riscosso notevole popolarità in Europa. 

A livello compositivo, Believer è una canzone non troppo complessa, scritta su un tempo di 125 bpm e usando il SIb come chiave. La struttura del brano non si discosta dallo stile diretto degli Imagine Dragons e come Radioactive, presenta una produzione roboante, caratterizzata da suoni cristallini e potenti. D’altronde gli Imagine Dragons sono legati ad un certo tipo di rock, chiamato anche Arena Rock, uno stile che prevede la composizione di alcuni brani proprio per l’esecuzione dal vivo di fronte a grandi folle di spettatori. Per la registrazione della voce è stato usato il filtro antipop per il microfono, in modo da eliminare i rumori superflui. 

Sebbene gli Imagine Dragons siano una band relativamente giovane, il video di Believer vede come co-protagonista una figura legata agli anni ‘80, ovvero il mitico Dolph Lundgren. Nel videoclip, l’attore svedese si rimette i guantoni come in Rocky IV, magari con qualche ruga in più ma sempre convincente come nel ruolo del tremendo Ivan Drago. Nel video Dolph Lundgren combatte contro lo stesso Reynolds, rappresentando probabilmente le varie difficoltà della vita e la costante lotta che ognuno di noi deve affrontare per poter andare avanti. Le scene di combattimento si intrecciano con quelle di un bambino (probabilmente Reynolds da giovane) che disegna su un foglio. Il disegno si rivelerà essere il simbolo tatuato sul petto del cantante, un tatuaggio che significa ‘evoluzione’.

 

 

Ultimo aggiornamento: 19.04.24

 

Gli anni 2000 sono stati probabilmente gli ultimi ad avere una selezione di musica mainstream variegata, vediamo quali sono state le canzoni più famose. 

 

Prima dell’esplosione di internet e lo streaming, la musica mainstream era caratterizzata da una buona varietà di generi e artisti. Le etichette avevano ancora il coraggio di investire nelle novità e di proporre musica fuori dagli schemi, pur rimanendo nella ‘comfort zone’ di brani comunque orecchiabili e piacevoli. 

Nella musica degli anni 2000 inoltre si potevano trovare band che avevano riscosso notevole successo negli anni ‘90 ancora attive nella scena e ancora vogliose di proporre buona musica. Questo ha contribuito a creare un caleidoscopio musicale, non a caso nel 2000 sulle radio famose e su MTV si potevano ascoltare brani pop, metal, rock e R&B. 

Probabilmente è stata una delle ultime ‘annate’ valide anche per il mainstream, prima che arrivasse la moda moderna delle playlist Spotify e dei video Youtube, in concomitanza con una certa ‘chiusura’ delle etichette verso i generi alternativi, per puntare solo ed esclusivamente quelli di tendenza. 

 

Vediamo quali sono state le canzoni del 2000 e gli artisti più apprezzati:

 

Eminem – Slim Shady

Il 2000 è stato l’anno in cui il rap ha raggiunto le masse anche fuori dagli Stati Uniti e ha iniziato un lento (e per alcuni doloroso) processo di commercializzazione e di allontanamento dalle sue origini. Uno degli artisti che ha dato il via a questa trasformazione è stato Eminem, probabilmente però senza neanche volerlo. Il rapper di Detroit d’altronde si era fatto una gavetta nei locali, con le sfide di freestyle che gli avevano fatto guadagnare una certa fama. Eminem non era certo l’unico rapper bianco (ricordiamo El-P dei Company Flow e degli attuali Run The Jewels), ma la sua metrica particolare e una collaborazione con Dr. Dre lo portarono al successo con il brano Slim Shady. Una sorta di comedy rap con una base allegra dove Eminem si presenta, avviando così una carriera incredibile che lo ha visto anche protagonista di un film autobiografico. 

Linkin Park – In the end

L’amato\odiato Nu Metal era esploso nella metà degli anni ‘90 grazie ai Korn e ai Rage Against The Machine per poi proseguire la sua ascesa nei primi del 2000 con i pittoreschi Slipknot e i più orecchiabili Linkin Park. Proprio la band del compianto Chester Bennington riuscì a catturare anche gli ascoltatori non proprio avvezzi al metal, grazie alla loro formula ben congeniata che mischiava sonorità pop e rap con grandi accordi distorti tipici del nu metal. Il brano In The End è stato probabilmente uno degli ultimi ‘tormentoni’ alternativi della musica commerciale, dove Chester Bennington sfoggia le sue capacità vocali nel ritornello. 

 

Evanescence – Bring me to life

Da molti definiti come i ‘Linkin Park, ma con la cantante’, gli Evanescence effettivamente riprendono la fortunata formula dei colleghi per comporre le loro canzoni del 2003: strofa rap e ritornello metal, questa volta però attingendo al gothic metal melodico, un sottogenere che in quegli anni godeva di molta fortuna grazie a band come Nightwish, Within Temptation e Tristania. Il fascino e la voce di Amy Lee colpiscono gli ascoltatori, rendendo Bring me to life una delle canzoni degli anni 2000 più famose e suonate alla radio. 

Gorillaz – Feel Good Inc.

Uno degli ultimi ‘supergruppi’ a ottenere notorietà nel mainstream, i Gorillaz avevano già colpito le classifiche con il loro brano Clint Eastwood. L’esperimento dei Gorillaz era molto particolare: unire la musica al fumetto, creando membri con storie fittizie e realizzare video musicali animati. A livello musicale, la band è riuscita ad unire il rap con il funk e il brit rock, merito di membri come Damon Albarn dei Blur e di Del The Funky Homosapien degli Hieroglyphics. Il brano Feel Good Inc. è probabilmente il loro successo commerciale più conosciuto per via delle atmosfere rilassante che ricalcano quelle degli ultimi dischi degli stessi Blur. 

 

Rihanna – Umbrella

Come parlare delle canzoni del 2000 senza nominare Rihanna? Il brano che l’ha praticamente consacrata al successo e diventato un tormentone nel giro di pochi mesi dalla sua uscita. Probabilmente non il brano migliore dell’artista delle Barbados, ma di sicuro uno dei più conosciuti anche per la presenza di Jay-Z. Una delle canzoni da cantare che ha spopolato ovunque, anche grazie al suo ritornello elementare e diretto. 

Bon Jovi – It’s my life

A proposito di artisti vecchia scuola che nel 2000 erano ancora in attività, Jon Bon Jovi mostra a tutti i nuovi arrivati che il rock può ancora spaccare le classifiche. It’s My Life è un brano nel pieno stile della band, un hard rock granitico e allo stesso tempo orecchiabile, diventato subito un grande successo anche grazie allo spettacolare video. 

 

Red Hot Chili Peppers – By The Way

I Red Hot Chili Peppers dopo Californication diventarono una band di grande successo e con By The Way continuarono a rimanere in cima alle classifiche. Il singolo riprende lo schema compositivo tipico della band losangelina, capace di mescolare con perizia una strofa funk con cantato rap e affiancarla ad un ritornello decisamente più pop. 

Shakira – Whenever, Whenever

Con questo brano di Shakira ha inizio una sorta di rivoluzione delle canzoni pop che cominciano sempre di più ad abbracciare alcune sonorità latine, creando (purtroppo o per fortuna) i cosiddetti tormentoni estivi degli ultimi anni e le canzoni sexy da ballare sulla spiaggia. Whenever, Whenever probabilmente la conoscono anche i sassi, in quanto è stata una delle canzoni più ascoltate delle estati dei primi anni del ventunesimo secolo. 

 

The Killers – Mr. Brightside

Il ritorno del british rock influenzò anche band statunitensi come i The Killers che visto il loro stile e la loro presentazione molto ‘inglese’potrebbero quasi ingannare l’ascoltatore sulla loro effettiva provenienza. Il brano sembra quasi uscito dalla scena New Wave degli anni ‘80, ma caratterizzato da una produzione moderna e da un suono leggermente high school punk, senza però risultare troppo ‘adolescenziale’. Bello anche il video che vede come protagonista l’attore Eric Roberts.  

Daniele Silvestri – Salirò

Nel nostro Paese la musica ha sempre seguito una linea decisamente diversa, soprattutto per quanto riguarda le produzioni mainstream incentrate quasi esclusivamente sulle prestazioni canore, sui testi d’amore e sulle grandi orchestrazioni. Tra i vari artisti della ‘canzone italiana’ Daniele Silvestri si è  sempre distinto per il suo umorismo e per la sua capacità di comporre brani piacevoli e orecchiabili, senza risultare banale. Salirò è stato un grande successo, sia per il testo sia per il particolare mood da canzone da discoteca di fine anni 70, solo che al posto della console da DJ troviamo Silvestri al pianoforte.

 

 

Ultimo aggiornamento: 19.04.24

 

Quali sono le canzoni italiane più ascoltate e quali gli artisti di maggior successo del momento? Scopriamolo in questo articolo.

 

La musica italiana è molto cambiata nel corso degli anni, adattandosi alle nuove mode giovanili, sempre però rimanendo ancorata alla struttura della canzone italiana. Il panorama musicale del nostro Paese, seppur abbia un sottosuolo molto variegato, sembra combattuto tra il voler lasciare spazio agli artisti più giovani, senza però riuscire a spiccare il volo e aprirsi realmente a nuove proposte. 

C’è anche da dire che la musica mainstream in generale è ormai diventata una sorta di gigante che tende ad autofagocitarsi: le canzoni del momento vengono rapidamente sostituite da altre, in quanto ormai i trend cambiano da giorno a giorno a seconda del gradimento degli utenti su piattaforme come Spotify o Youtube. Vediamo quali sono le canzoni del momento italiane che tra il 2020 e il 2024 sono riuscite a scalare le classifiche e diventare delle vere e proprie hit. 

 

Maneskin – Zitti e buoni

I Maneskin sono riusciti a riportare un po’ in vita alcune sonorità che in Italia erano state relegate totalmente al panorama underground. Sebbene sia frutto di odio\amore da parte degli appassionati di rock e hard rock, questo giovane gruppo ha il merito di aver vinto Sanremo suonando un genere che fino a qualche anno fa non sarebbe stato neanche contemplato. Con Zitti e Buoni i Maneskin inoltre sono arrivati alla vittoria del contest Eurovision, risultando i preferiti tra tantissimi altri concorrenti vincitori dei festival dei rispettivi paesi europei. Il brano vanta un riff granitico e ritmo incalzante, accompagnati dalla voce particolare di Damiano, capace di creare strofe quasi ‘rap’ e di esplodere nel ritornello. 

Colapesce, Di Martino – Musica leggerissima

Nonostante Zitti e Buoni dei Maneskin abbia vinto Sanremo, probabilmente il brano più ascoltato dopo il festival è stato questo di Colapesce e Di Martino. La produzione tra gli anni ‘70 e ‘80 ha catturato gli ascoltatori, così come l’ironia del testo e la presentazione divertente dei due artisti. Il brano orecchiabile ma non banale è stato un successo immediato. Presentissimo nelle classifiche dei singoli in Italia di Spotify, per molti questo brano è il vero vincitore del festival di Sanremo. 

 

Madame – Voce

Madame è la rivelazione trap dell’ultimo anno, dotata di una bellissima voce e della capacità di scrivere testi mai banali, andando oltre i soliti ‘cliché’ della trap che forse hanno cominciato a diventare un filo stantii. Già con il brano Sciccherie, la giovane artista aveva dato prova delle sue abilità al microfono, riconfermandole a Sanremo 2024 con la canzone ‘Voce’. La trap magari non è più la musica del momento come lo era qualche anno fa, ma Madame riesce a piacere anche a chi magari non ha amato i vari artisti che hanno portato il genere in Italia. 

Vasco Rossi – Una canzone d’amore buttata via

Vasco Rossi è uno dei pilastri del rock italiano, con un seguito di fan sfegatati che continuano a sostenerlo e seguirlo nei vari concerti dal vivo. D’altronde Blasco rimane una garanzia quando si tratta di scrivere power ballad rock della vecchia scuola, come questo con il quale ha segnato un suo ritorno sulle scene. Magari non è la proposta più ‘fresca’, ma resta un bel brano, composto nello stile ha reso il rocker emiliano così amato.

Caparezza – La Scelta

Tra le canzoni del 2020 più ascoltate troviamo un brano di Caparezza. L’artista pugliese si è sempre distinto per il suo stile misto tra rock, pop, rap e musica elettronica, riuscendo ad ottenere un grande successo senza mai scadere nel banale. Il brano La Scelta colpisce per il testo e per l’abilità tecnica di Caparezza, capace di passare da una strofa tipicamente rap ad un ritornello quasi disco funk. Nel 2024 Caparezza rilascia il disco Exuvia, una rottura con le sue produzioni del passato che dovrebbe lanciare una nuova visione musicale dell’artista. 

 

Emma e Alessandra Amoroso – Pezzo di cuore

La canzone d’amore è sempre presente nelle classifiche del paese. Tra i duetti italiani degli ultimi due anni, troviamo anche quello tra Emma e Alessandra Amoroso con Pezzo di Cuore, brano assolutamente incentrato sulle abilità canore delle due artiste, come vuole la tradizione. 

Checco Zalone – La Vacinada

L’humor travolgente di Checco Zalone riesce sempre a colpire nel segno, anche in questo particolare periodo storico. Con La Vacinada, l’artista scherza sulla situazione vaccini, risultando attuale e allo stesso tempo ironico senza essere offensivo. La composizione in stile latino è stata accompagnata da uno spassoso video dove il cantante comincia una storia d’amore con una signora… vaccinata. 

 

Sangiovanni – Malibu

Si avvicina l’estate e le rispettive canzoni un po’ ‘da spiaggia’ che evocano il mare e il sole. Malibu di Sangiovanni ha tutte le caratteristiche per poter diventare il tormentone dei prossimi mesi, d’altronde è già uno dei brani più ascoltati nelle playlist di Spotify. Possiamo già immaginare gli appassionati dietro la console con le cuffie da DJ intenti a mixare questo brano con altre hit della bella stagione.

 

Diodato – Fai Rumore

Diodato è stato un artista abbastanza ‘sfortunato, in quanto si è trovato vincitore del festival di Sanremo nel primo anno di pandemia. Il suo brano Fai Rumore però è ancora una canzone molto ascoltata, nonostante appartenga alle hit di musica italiana del 2020

Achille Lauro – Marilù

Molti non riescono a soffrire questo artista, ritenendolo un prodotto delle case discografiche. Di certo Achille Lauro nel suo tentativo di ‘sorprendere’ a volte resta un po’ una macchietta, specialmente per chi magari ha vissuto periodi musicali ben più felici e seguito artisti internazionali che hanno scritto la storia di determinati generi. Una cosa c’è da dire: Achille Lauro riesce a districarsi in diversi stili, il suo ultimo brano sfocia nell’indie rock e colpisce per la sua semplicità e il suo testo. D’altronde, macchietta o meno, resta uno degli artisti più ascoltati del 2024 con questa sua hit del momento.

 

 

Ultimo aggiornamento: 19.04.24

 

Someone you loved è uno dei brani ‘neo soul’ più conosciuti e ascoltati, scopriamo di più sul suo testo e sull’artista Lewis Capaldi.

 

I’m going under and this time I fear there’s no one to save me

This all or nothing really got a way of driving me crazy

I need somebody to heal

Somebody to know

Somebody to have

Somebody to hold

It’s easy to say

But it’s never the same

I guess I kinda liked the way you numbed all the pain

Now the day bleeds

Into nightfall

And you’re not here

To get me through it all

I let my guard down

And then you pulled the rug

I was getting kinda used to being someone you loved

I’m going under and this time I fear there’s no one to turn to

This all or nothing way of loving got me sleeping without you

Now, I need somebody to know

Somebody to heal

Somebody to have

Just to know how it feels

It’s easy to say but it’s never the same

I guess I kinda liked the way you helped me escape

Now the day bleeds

Into nightfall

And you’re not here

To get me through it all

I let my guard down

And then you pulled the rug

I was getting kinda used to being someone you loved

And I tend to close my eyes when it hurts sometimes

I fall into your arms

I’ll be safe in your sound ’til I come back around

For now the day bleeds

Into nightfall

And you’re not here

To get me through it all

I let my guard down

And then you pulled the rug

I was getting kinda used to being someone you loved

But now the day bleeds

Into nightfall

And you’re not here

To get me through it all

I let my guard down

And then you pulled the rug

I was getting kinda used to being someone you loved

I let my guard down

And then you pulled the rug

I was getting kinda used to being someone you loved

Il testo di Someone you loved di Lewis Capaldi (non Louis Capaldi come viene erroneamente chiamato) parla abbastanza chiaro: l’artista si strugge d’amore per una storia finita all’improvviso, probabilmente per una decisione del partner. Il brano è stato un grande successo, al punto da diventare Disco d’Oro nel Regno Unito e approdare subito nelle radio e nelle playlist di tutto il mondo. 

Someone you loved è un brano inquadrabile nel genere Neo Soul, un filone partito con la cantante Adele caratterizzato da semplici melodie create con chitarra o pianoforte, dove la voce è assoluta protagonista. Lo stile vocale degli artisti Neo Soul si avvicina al cantato R&B, ma tenendosi su tonalità più basse e avvolgenti. La canzone di Lewis Capaldi inoltre esagera nella ripetizione del ritornello, con un crescendo armonico che entra in testa ed è stato probabilmente il motivo del successo del singolo. Nonostante il brano sia molto intimo, la produzione della traccia risulta comunque cristallina, con microfono e filtro antipop

Il cantautore si trova spaesato, come se fosse stato lasciato da un momento all’altro, senza alcun preavviso o sentore che le cose stavano andando male con la sua amata. Il tappeto tirato da sotto i piedi (pulled the rug) lo ha lasciato cadere in un vuoto straniante, dal quale sa che si riprenderà, ma per il momento gli aspetta solo una gran sofferenza. La traduzione di Someone you loved è ‘qualcuno che amavi’, una frase indirizzata alla persona che ha lasciato il cantautore. 

I videoclip

Per Someone you loved di Lewis Capaldi sono stati realizzati due video: il primo si rifà effettivamente al testo e vede il protagonista completamente disorientato dalla separazione, con vari amici o membri della comunità del paese che cercano in qualche modo di tirargli su il morale. Il secondo video invece è stato realizzato per sensibilizzare le persone alla donazione degli organi. Infatti in questa clip troviamo la storia di un uomo anziano (interpretato dall’attore e parente Peter Capaldi, famoso per il Doctor Who) che ha perso la moglie, la quale ha deciso di donare il cuore. Al termine del video l’uomo incontra la giovane madre salvata dalla donazione e la sua famiglia, con un finale triste, ma comunque positivo. 

Lewis Capaldi, classe 1996, ha visto la sua carriera musicale esplodere ancora prima di raggiungere i diciotto anni di età. Proveniente dalla Scozia e di origini italiane, Capaldi ha cominciato la sua gavetta suonando per locali sin da quando aveva nove anni, per poi venire scoperto a 17 anni grazie ad un brano caricato sul sito Soundcloud. 

Possiamo definire questo artista un vero e proprio figlio della nuova generazione musicale, promossa attraverso i singoli e premiata per gli ascolti tramite Spotify o altre piattaforme di streaming. Emblematico il fatto che Lewis Capaldi abbia riempito arene e palazzetti ancora prima che il suo album di debutto uscisse nel 2019. Il disco intitolato Divinely Uninspired to a Hellish Intent Loved include la traccia Someone you loved e ha avuto un buon successo, sebbene dopo la sua pubblicazione l’artista sembra essersi preso una pausa, probabilmente anche a causa della pandemia che ha fermato le attività concertistiche.