Ultimo aggiornamento: 19.04.24

 

Andiamo alla scoperta della loop station: che cos’è, a cosa serve, come funziona. Ne parliamo nel nostro articolo.

 

La loop station è uno strumento di grande utilità che viene in soccorso soprattutto di quanti non hanno una band ma desiderano un accompagnamento quando suonano. Le loop station più vendute sono anche un valido aiuto in fase di composizione perché il musicista ha modo di mettere in pratica le sue idee su come l prando dovrebbe suonare e capire effettivamente se la canzone funziona o se magari è il caso di apportare dei cambiamenti. Cosa non meno importante, è divertente. 

Chi suona sa molto bene che un conto è ascoltare soltanto il suo strumento e un altro è suonare su  una base. Facciamo un esempio stupido ma che dovrebbe rendere bene l’idea: potete registrare la parte ritmica della chitarra mandandola in loop così poi da suonarci sopra un assolo, il risultato è sicuramente più bello piuttosto che eseguirlo senza una seconda chitarra. Altra soluzione, potete suonare un assolo armonizzato. Insomma potete fare un bel po’ di cose divertenti. A ogni modo non crediate che la loop station serva solo per la chitarra, visto che ha svariate applicazioni.

 

Il loop

Fondamentale per il nostro discorso è capire di cosa stiamo parlando, pertanto bisogna dare la definizione di loop. Che cosa? Lo spieghiamo con parole semplici e sintetiche perché ciò che ci interessa è la chiarezza e i tecnicismi servono a ben poco in questo contesto. Il loop altro non è che una che una sezione nella quale un suono è riprodotto in continuazione. Quando parliamo di suono, ci riferiamo a qualsiasi, dunque può essere quello di una chitarra, un tamburo, la voce e così via.

La loop station

I looper si differenziano per la ricchezza di funzioni e di conseguenza di possibilità messe a disposizione del musicista. Si va dai pedali singoli a quelli multipli senza dimenticare le loop station virtuali quindi parliamo di software. Ciò detto, ci sono delle funzioni basilari comuni a qualsiasi modello. 

Prima di entrare nel dettaglio, vediamo come si stabilisce il collegamento con lo strumento. Torniamo all’esempio della chitarra. A questa va inserito il jack del cavo mentre l’altra estremità va nell’input del looper. Sulla loop station noterete sicuramente la dicitura Output, è lì che va un secondo cavo per stabilire il collegamento con l’amplificatore. Naturalmente la loop station va alimentata. L’alimentazione può essere a batteria oppure a corrente. Meglio prediligere questa ultima, non fosse altro perché non avrete problemi di autonomia.

 

La registrazione

Passiamo alla registrazione del suono che vi interessa mandare in loop. È molto semplice. Si avvia il tasto rec, che nel caso di un modello a pedali avviene con il piede, si suona e poi si preme stop per fermare la registrazione. Il bello è che alla traccia appena registrata ne potete sovrapporre un’altra e un’altra ancora. 

Le tracce possono essere di diversa natura nel senso che su una registrare la chitarra, su un’altra la voce, su un’altra un assolo e così via. Poi i limiti dipendono dal modello di loop station. Insomma, quanto detto fin qui fa capire che con un looper potete eseguire un brano musicale completo, anche perché molti modelli riproducono anche la batteria per quanto l’esecuzione dell’accompagnamento ritmico sia per ovvie ragioni poco vario.

Con le mani o con i piedi

Probabilmente dei nostri lettori saranno indecisi su che tipo di looper comprare. Non staremo qui a farvi discorsi su questo o quel modello in particolare ma è fondamentale almeno capire capire se volte usare le mani o i piedi. Perdonateci, abbiamo volutamente restare sul vago ma continuando nella lettura capirete cosa vogliamo dire. In sostanza la scelta è tra il o i pedali e la loop station desktop. 

Chi ha bisogno di tenere le mani libere, perché magari è un chitarrista, allora necessariamente deve prendere un modello semplice con un solo pedale per piccole registrazioni, oppure una loop station multimediale che offre molte più possibilità, naturalmente a un costo maggiore. Se invece siete dei DJ o comunque le mani le avete libere, allora per voi va benissimo una loop station desktop o per dirla i altre parole, una loop station da tavolo le cui funzioni si azionano a mano.

 

 

 

Ultimo aggiornamento: 19.04.24

Spartito per Chitarra – Consigli d’acquisto, Classifica e Recensioni

 

Probabilmente la chitarra è lo strumento più suonato al mondo, nella cerchia di conoscenti molto spesso c’è almeno una persona che la suona. I motivi sono diversi ma non siamo qui per investigare su questo aspetto. Oltretutto se state leggendo questo articolo è perché la chitarra la suonate già. Può essere che lo facciate a orecchio oppure leggendo uno spartito. Ovviamente per leggere lo spartito bisogna quantomeno avere una infarinatura di teoria musicale, è necessario distinguere un DO da un RE sul pentagramma, riconoscere le pause, il tempo ecc., è vero, ci sono anche le tabulature ma non anticipiamo le cose, ne parleremo a tempo debito. Ciò che invece possiamo anticiparvi sono i titoli di due degli spartiti musicali che abbiamo scelto per voi: Guitar World 50 Greatest Rock Songs of All Time ci è piaciuto per la fedeltà delle trascrizioni mentre Iron Maiden: Somewhere Back in Time the Best of 1980  contiene tantissimi brani rappresentativi della storica band inglese.

 

 

Tabella comparativa

 

Pregio
Difetto
Conclusione
Offerte

 

 

Gli 8 Migliori Spartiti per Chitarra – Classifica 2024

 

Date un’occhiata alla nostra classifica e alla recensione scritta per ciascun spartito selezionato. Cercate le tab per un nuovo pezzo da imparare? Magari le trovate qui. Se vi interessa sapere dove acquistare gli spartiti a prezzi bassi, cliccate sul link che trovate in fondo all’analisi del prodotto. Ad ogni modo prima di prendere la vostra decisione confrontate i prezzi e prendete in considerazione anche i pareri di altri consumatori come voi e che potete facilmente reperire in rete.

 

 

1.  Guitar World 50 Greatest Rock Songs of All Time

 

Qui siamo al cospetto di un volume davvero  corposo. Potete spaziare tra la bellezza di 50 titoli dedicati alla musica rock o quasi. Le trascrizioni sono molto curate e fedeli ai brani originali e questa è sicuramente una delle cose più importanti per uno spartito musicale. Le pagine sono circa 500 quindi come potrete immaginare c’è qualche difficoltà a sistemarlo su un leggio ma anche a tenere le pagine aperte appoggiando lo spartito su un tavolo, forse sarebbe stato il caso di dividere Guitar World 50 Greatest Rock Songs of All Time in due parti per un uso più comodo. 

Da questo punto di vista forse risulta più agevole il formato e-book. Abbiamo detto che ci sono tanti brani ma a volte sembrano pescati un po’ a casaccio. Innanzitutto cosa ci fa Beat It di Michael Jackson? Ok, comprendiamo la presenza di Steve Lukather e Eddie Van Halen ma davvero non c’erano altri brani davvero rock da inserire al posto di un musicista pop? 

Ma forse il problema è che le idee su cosa scegliere mancavano sul serio altrimenti come spiegare la decisione di inserire due brani per lo stesso artista? È capitato con Van Halen, AC/DC e Jimi Hendrix, giusto per fare un esempio. Noi avremmo preferito 50 artisti per 50 canzoni.

 

Pro

Trascrizioni: L’aspetto più importante e meritevole di lode è sicuramente la fedeltà delle trascrizioni: i brani sono riportati identici agli originali, nota per nota.

Tante canzoni: Di certo con questo spartito non vi annoierete, ci sono ben 50 pezzi da imparare e quindi sarete impegnati per parecchio tempo.

 

Contro

Disomogeneo: Non sempre i brani di integrano perfettamente tra loro, abbiamo notato una eccessiva disomogeneità nella selezione delle canzoni e per noi Michael Jackson non è rock.

Scomodo: 500 pagine sono troppe per tenere lo spartito sul leggio e se lo appoggiate sul tavolo dovrete trovare un sistema affinché il libro resti aperto dove vi serve.

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2. Iron Maiden: Somewhere Back in Time the Best of 1980 1989

 

Sono tanti i chitarristi fan degli Iron Maiden, anzi, moltissimi hanno imbracciato la chitarra proprio grazie a loro quindi questa raccolta di brani con tabulature sarà sicuramente di grande interesse anche per molti dei nostri lettori. La qualità materiale del libro è buona. 

Il titolo della raccolta genera un po’ di confusione perché potrebbe trarre in inganno qualcuno credendo si tratti della setlist del Somewhere Back In Time tour, non è così anche se troviamo alcuni brani che effettivamente sono stati proposti dalla band in quel particolare show portato in giro per il mondo. La trascrizione degli accordi è buona, meno quella degli assoli, anzi alcuni mancano così come a nostro avviso sono colpevolmente assenti alcun brani come ad esempio The Rime Of The Ancient Mariner. 

Se poi la copertina e il titolo richiamano un discono come Somewhere in time, ci sembra assurdo come questo poi sia sottorappresentato con un solo brano, ovvero, Wasted Years, ed escludendo persino Heaven can wait. Insomma avremmo gradito una scelta dei brani più coerente con la copertina e il titolo della raccolta per non generare confusione nell’acquirente. Per il resto, se siete fan degli Iron Maiden, tutti i pezzi vi piaceranno e vi divertirete a suonarli.

 

Pro

Trascrizione accordi: Gli accordi sono riportati con buona fedeltà rispetto ai pezzi originali, le tabulature sono chiare e facilitano l’apprendimento veloce delle canzoni.

Qualità: Il materiale cartaceo è buono, la carta è sufficientemente pesante, difficilmente si sgualcisce e non c’è il rischio di ritrovarsi con fogli volanti.

 

Contro

Assoli: Se volete imparare gli assoli come vengono suonati su disco da Dave Murray e Adrian Smith, potreste restare delusi perché la fedeltà di trascrizione non è massima.

Manca qualche brano: Mancano colpevolmente alcuni pezzi, almeno The rime of the ancient mariner ed Heaven can wait, Somewhere in time è sottorappresentato nonostante sia protagonista della copertina insieme a Powerslave.

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3. Canzoni senza barré Superselezione di Successi Facilitati: 1

 

Abbiamo voluto proporvi questo titolo non tanto per il suo valore in sé quanto per il fatto che lo riteniamo di grande utilità a quanti hanno da poco cominciato a suonare la chitarra e trovano delle oggettive difficoltà a causa di una tecnica non ancora sviluppata. 

La particolarità dei brani proposti è che sono trascritti in una forma semplificata con accordi che non richiedono l’utilizzo del barrè, anche se per onestà va detto che qualcuno qui e lì è scappato, ma dopotutto almeno un FA maggiore dovreste riuscire a prenderlo se volete davvero suonare la chitarra. 

Canzoniere senza barré vi consente di farvi in modo semplice un repertorio sconfinato visto che si compone di 206 brani. Vero è che i più recenti risalgono al 2009 se non un po’ prima. La maggior parte dei pezzi è di pop italiano quindi è un titolo adatto a chi ama in particolare i musicisti nostrani.

 

Pro

Brani semplificati: Sé il barrè vi tormenta perché non riuscite a prendere la posizione corretta sulla tastiera, qui trovate brani con accordi semplificati.

Numero di brani: Con questo titolo potrete disporre di un repertorio immenso, da solo potrebbe bastarvi per tutta la vita visto che ci sono 206 canzoni.

 

Contro

Titolo ingannevole: Magari è esagerato dire che il titolo è ingannevole ma va comunque segnalato che qualche barré si incontra all’interno della raccolta.

Brani datati: I titoli sono tanti, è vero ma è altrettanto innegabile che siano un po’ datati, le canzoni più recenti risalgono al 2009 o giù di lì.

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4. Canzoniere Magnum. 330 Testi e Accordi

 

L’elemento che subito salta all’occhio è la corposità del canzoniere, i brani presenti sono tratti, persino troppi secondo alcuni utenti che hanno avanzato qualche perplessità in sede di recensione. Ma quante canzoni ci sono? La bellezza di 330 brani con accordi e testo. Si nota una certa predilezione per gli artisti italiani, anche se non mancano i successi internazionali. 

La tematica predominante è quella dei cuori infranti ma del resto questo è un argomento che ha fatto la fortuna della musica leggera tricolore. Tanti e prezzi del passato comunque accompagnati anche da canzoni più recenti, tuttavia resta uno sbilanciamento a favore delle prime. Inoltre l’organizzazione interna non è ben pensata e si ha un po’ di difficoltà a trovare subito il brano di interesse. 

Capita che gli accordi non sono riportati nella tonalità originale quindi diventa complicato se per esempio si vuol suonare sopra un pezzo che si ascolta dallo stereo o dal computer. Ottimo il prezzo.

 

Pro

Numero di brani: Dire che qui trovate un sacco di brani è poco, avrete a disposizione un repertorio sconfinato di 330 titoli.

Prezzo: Vista la corposità del volume, la vastissima scelta di canzoni, il prezzo di vendita è da ritenersi molto conveniente.

 

Contro

Imprecisioni: Qui è lì c’è qualche errore di trascrizione ma in particolare gli accordi non sempre sono della stessa tonalità dei pezzi originali.

Organizzazione: Molti utenti hanno trovato pessima l’organizzazione interna delle canzoni e hanno riscontrato difficoltà a trovare immediatamente il pezzo di loro interesse.

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5. J.S. Bach: 50 Solos for Classical Guitar

 

Per gli amanti della chitarra classica (a ogni modo siamo certi otterrete buoni risultati anche con quella elettrica) abbiamo selezionato questa raccolta di brani del maestro J.S. Bach appositamente arrangiati per il più famoso degli strumenti a sei corde. 

Per agevolare l’esecuzione dei brani, chi acquista questo titolo ha accesso a dei file audio di accompagnamento che possono essere scaricati o ascoltati in streaming. La qualità della carta è molto buona e anche il prezzo è soddisfacente. 

Tuttavia non sappiamo quanto questo titolo possa soddisfare i musicisti più esigenti e preparati. Gli arrangiamenti, spesso, danno la sensazione di essere fin troppo semplificati facendo perdere qualità alla musica del famoso compositore, questa è la critica che più di altre emerge nelle recensioni dei clienti.

 

Pro

Supporto audio: Di grande utilità per l’esecuzione dei brani si dimostra essere il supporto audio, è possibile scaricare i file oppure ascoltarli in streaming.

Materiali: La qualità della carta è buona, non si è badato al risparmio, i fogli non si sgualciscono e soprattutto non si staccano.

Costo: Anche valutando la buona qualità della carta ci riteniamo parecchio soddisfatti per il prezzo che è tutt’altro che eccessivo.

 

Contro

Eccessiva semplificazione: I musicisti più preparati troveranno eccessiva la semplificazione con i quali i pezzi sono stati arrangiati per la chitarra.

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6. Kill ‘Em All. Gitarre, Tabulatur

 

Kill’em all è il disco d’esordio dei Metallica e questo titolo n’è la trascrizione,anzi, rispetto alla tracklist originale troviamo anche la partitura delle cover “Am I Evil?” e “ Blitzkrieg” che furono inserite come bonus track alla ristampa del disco. Tale presenza aggiunge sicuramente valore all’articolo. 

Qui e lì c’è qualche imprecisione nella trascrizione e le tab non sono proprio chiarissime come riferiscono alcuni utenti, è un problema che non riguarda invece chi sa leggere e la musica perché in questo caso è tutto più preciso e chiaro. La qualità dei materiali soddisfa, in particolare la grammatura della carta. 

Il prezzo magari non sarà vantaggioso ma ci pare quantomeno onesto rispetto al numero di brani presenti e alla già succitata qualità della carta. È uno spartito adatto ai fan dei Metallica metallari mentre se per voi i “Four Horsemen” sono quelli più melodici di Nothing Else Matters, The Unforgiven e simili, allora non è lo spartito che fa per voi.

 

Pro

Pezzi extra: Rispetto alla tracklist originale qui troviamo anche due brani extra che sono le cover “Am I Evil?” e “Blitzkrieg”.

Materiali: La qualità della carta è molto buona, in particolare ci riferiamo alla grammatura, anche la stampa è ottima.

 

Contro

Trascrizione: Non sempre le tab risultano chiare e c’è qui e lì qualche imprecisione che per essere superata richiede la conoscenza delle note sul pentagramma.

Brani inadeguati ai fan dei Metallica più soft: Queste tab non sono adatte ai fan dei Metallica più melodici, se i vostri brani preferiti sono quelli tipo Nothing Else Matters, allora l’articolo non fa per voi.

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7. Pino Daniele per Chitarra Classica. Soli e Duetti. Con CD Audio

 

Sappiamo che i fan di Pino Daniele sono tanti e le sue canzoni sono spesso proposte dalle band che sono solite esibirsi in pub e locali del genere, insomma, bene o male chi si dedica alla musica Italiana e naturalmente anche napoletana ha almeno un brano di Daniele in repertorio.

Se siete fan del musicista o volete colmare lacune della vostra band questo spartito saprà esservi utile. I brani sono dodici e la trascrizione delle note è perfetta, crediamo ci sarebbe stato spazio per inserire qualche pezzo in più. 

Sei pezzi sono per una sola chitarra, altri sei sono per duetto e c sono anche le parole. In più è allegato un CD con la riproduzione dei brani. Purtroppo dobbiamo avvertire che lo spartito è privo di tabulature, quindi se non sapete leggere le note vi servirà a ben poco.

 

Pro

Scelta: È vero che i brani potevano essere qualcuno in più ma ci sono comunque i titoli più rappresentativi del musicista partenopeo.

Trascrizione: Tra i meriti di questa raccolta c’è la fedeltà di trascrizione delle canzoni, tale caratteristica ha fatto sì che gli utenti restassero molto soddisfatti dell’acquisto.

CD allegato: Il Compact Disc in allegato con l’esecuzione dei brani è un valido supporto e aiuto pr lo studio e l’apprendimento degli stessi.

 

Contro

Tab: Non è una raccolta adatta a chi non sa leggere la musica, purtroppo sono assenti le tabulature la cui presenza, invece, avrebbe fatto molto comodo.

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8. Ennio Morricone for Classical Guitar. Ediz. Inglese e Italiana

 

Mauro di Domenico è uno stimato chitarrista classico e anche l’autore di questa interessante raccolta dedicata al maestro Ennio Morricone, composta da dodici brani ottimamente trascritti e arrangiati per chitarra. È interessante notare come il Maestro in persona si sia complimentato per il lavoro svolto da Di Domenico, il che rappresenta una garanzia per la qualità del prodotto.

Il testo è accompagnato dalla riproduzione video dei brani per opera dello stesso autore. Non ci sono i tabulati, bisogna essere in grado di leggere la musica ma anche essere già in posseso di una buona capacità nel suonare lo strumento. 

Insomma, non è un titolo che consigliamo ai novellini e agli strimpellatori ma a chi di musica ne mastica abbastanza e non intendiamo come ascoltatore ma come esecutore.

 

Pro

Trascrizione: I brani sono arrangiati molto bene e la trascrizione è eccellente, i musicisti che sono venuti in possesso della raccolta lo hanno riconosciuto con gran piacere.

Benestare di Morricone: Il lavoro di Di Domenico è stato apprezzato dal Maestro Morricone in persona e questo è già sufficiente a comprendere la bontà di quanto fatto.

Filmati: La raccolta è accompagnata da un video per ciascun brano dove è possibile ascoltare e vedere l’autore nell’esecuzione.

 

Contro

Tabulature: Non aspettatevi di trovare le tabulature, è una raccolta per chi sa leggere la musica e ha una buona preparazione chitarristica.

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Come scegliere un buon spartito musicale

 

Ci siamo messi alla ricerca degli spartiti più venduti online e dobbiamo dire di aver trovato delle offerte parecchio allettanti sul mercato, tanto è vero che è stato necessario fare una rigorosa comparazione perché non potevamo inserirle tutte tra le nostre proposte. Non pretendiamo di accontentare tutti i nostri lettori, dopotutto la musica è talmente vasta che sarebbe impossibile, tuttavia siamo fiduciosi del fatto che molti di voi troveranno il miglior spartito per chitarra che cercano da tempo. Ma come prima cosa vogliamo mettervi in condizione di capire da soli come scegliere un buono spartito per chitarra, pertanto è importante leggere con attenzione la nostra guida senza saltare nessun paragrafo.

Le tab

Mettiamo il caso che non sappiate leggere le note sul pentagramma, quale spartito per chitarra comprare nel vostro caso? Sicuramente uno con le tab, tabulature, tablature o intavolatura (questo è l modo corretto di chiamarle) che dir si voglia. 

Ma cosa vuol dire uno spartito con le tab? È molto semplice, oltre alla trascrizione del brano con le note, subito sotto il pentagramma sono riportate sei righe che rappresentano le corde della chitarra. Su queste righe troviamo dei numeri che indicano i tasti oltre a una serie di segni che possono simboleggiare un bending, il tremolo ecc. 

A seconda dei casi nella parte superiore del pentagramma possono essere riportati gli accordi nella seguente forma: è disegnata una porzione del manico con la posizione delle dita sulla tastiera.

 

La scelta degli spartiti

Indipendentemente dal fatto che vogliate comprare i migliori spartiti del 2024 con le tab oppure senza, ci sono altri aspetti da valutare. Mettiamo che vi piaccia un gruppo e vogliate imparare le sue canzoni, già ma quali? Ora al netto della disponibilità del materiale, potete scegliere tra uno spartito che riporta un intero disco oppure una raccolta delle hit. 

È chiaro che nel caso di band con tanti dischi alle spalle, molti pezzi che magari vi piacciono restano esclusi da queste raccolte di hit che comunque possiamo considerare i brani più rappresentativi. Qui entra in gioco anche la questione economica: la raccolta ha il vantaggio di racchiudere in un solo “libro” chiamiamolo così, le canzoni più importanti, famose e numericamente parlando possono tranquillamente essercene anche una ventina che non sono poche. 

Comprare uno spartito per ciascun disco diventa dispendioso ed è molto probabile che ci saranno diversi pezzi che non studierete perché magari non vi stimolano. Insomma, la questione è da valutare con attenzione.

Per costruire un repertorio vario

Ma che succede se avete una band, un duo o magari vi esibite anche da soli e vi serve un repertorio vario, anche se magari inquadrato in un solo genere? In questo caso avete bisogno di un canzoniere che contiene i brani di maggior successo e quindi che il pubblico ama ascoltare. Qui la scelta è davvero ampia, si va da quelli dedicati al pop italiano alla musica internazionale. 

Atri contengono sia artisti italiani sia stranieri e sono ricchi di cosiddetti evergreen. Per scegliere dovete avere ben chiaro quale sia il vostro pubblico, a quale audience volete rivolgervi. Quello del canzoniere è sicuramente il metodo più economico per avere un repertorio vario e che bene o male riesce a soddisfare un vasto pubblico.

 

 

 

Domande frequenti

 

Dove acquistare gli spartiti per chitarra?

Gli spartiti possono essere comprati presso i negozi di strumenti musicali oppure sugli store online e, negli ultimi anni, è facile anche trovare la versione eBook, per i più diffusi eReader sul mercato.

 

Che cos’è la tabulatura?

La tabulatura, più correttamente detta intavolatura ma anche abbreviata come tab, rappresenta l’alternativa al pentagramma per chi non sa leggere le note. Questo sistema di notazione è pensato per gli strumenti a corda come la chitarra. In questo caso la grafica riporta sei linee che corrispondono alle corde dello strumento (nel caso di un basso le linee sono quattro). Su queste linee sono riportati dei numeri che corrispondono al tasto su cui premere la corda per rirpodurre la nota esatta.

 

Com’è fatto un pentagramma?

Il pentagramma si compone di cinque linee parallele. Come si può facilmente  notare tra queste cinque linee si formano quattro spazi. Sa sulle linee sia all’interno degli spazi si scrivono le note. Il pentagramma si distingue in semplice, doppio e triplo. Il pentagramma semplice è per voce e strumenti musicali caratterizzati per una limitata estensione fonica. Quello doppio è usato per scrivere i brani per pianoforte, arpa e fisarmonica tra gli altri. Il triplo, infine, si usa principalmente per le orchestre o comunque per composizioni di una certa complessità.

 

Ho uno spartito ma il nome delle note è diverso da quello che ho imparato fin da piccolo, cosa cambia?

In sostanza non cambia nulla. Le classiche note Do, Re, Mi, Fa, Sol, La, Si sugli spartiti sono riportati con la notazione anglosassone che sono, segundo lo stesso ordine sopraindicato: C, D, E, F, G, A, B.

 

Che cos’è un canzoniere?

Quando il termine si riferisce agli spartiti musicali si intende una raccolta corposa di brani di vari autori, band e musicisti solisti. Nella maggior parte dei casi si tratta di canzoni famose, recenti e nuove. Il canzoniere, inoltre, solitamente riporta i soli accordi e il testo della canzone ma non sono trascritti, per esempio, gli assoli.

 

 

 

Come utilizzare lo spartito per chitarra

 

Grazie agli spartiti per chitarra potete imparare a suonare i brani dei vostri musicisti preferiti, certo, però bisogna essere capaci di usarli ovvero saper leggere le note o a limite la tabulature. Nel primo caso serve più impegno mentre nel secondo si riesce a tirare fuori qualcosa di buono anche se non si conosce molto bene la teoria musicale.

Il pentagramma

Lo spartito si compone di tanti pentagrammi. Più o meno tutti ne hanno familiarità anche grazie alle lezioni di musica che si fanno presso la scuola media. Il pentagramma ha cinque righe e quattro spazi dove sono scritte le note. Ma bisogna giungere una cosa che probabilmente non vi è sfuggita osservando la partitura che avete sotto mano. 

Non sempre le note sono confinate tra le cinque righe i quattro spazi, alcune si trovano all’esterno ma al tempo stesso avrete notato che riportano anche un trattino. Questo trattino che di fatto cambia la grafica della nota è detto taglio addizionale e rappresenta il prolungamento del pentagramma.

 

La figura delle note

Le note hanno diverse figure in relazione alla loro durata. Capita poi che la nota sia rappresentata con un semplice pallino. Quando è così significa che alla nota non è stato assegnato alcun valore e visto che ci siamo, quali sono i valori principali? Senza andare a investigarli tutti ci limitiamo a dire che sono la semibreve che vale quattro quarti, la minima due quarti, la semiminima un quarto e la croma che vale un ottavo.

 

L’importanza delle chiavi

All’inizio del pentagramma c’è sempre una chiave. Esistono tre categorie che sono quella di Sol, detta anche chiave di violino, quella di Fa e infine la chiave di Do. Perché sono importanti le chiavi? Perché determinano le note presenti sul pentagramma.

La lettura delle tab

Leggere le tab è molto semplice. A sinistra è indicata la notazione anglosassone per meglio riconoscere la corda. Su ogni linea, generalmente tratteggiata è indicato un numero che indica il tasto sulla quale la corda va pigiata. Se il numero è 0, significa che la corda va suonata a vuoto. La lettera H indica che la nota va suonata con la tecnica dell’hammer on mentre la lettera P sta per pull off. Il trattino indica lo slide mentre una breve linea ondeggiante sta a segnalare l’uso della leva del vibrato. Un arco che unisce due numero indica il legato mentre la freccia curva segnala il bending.

 

 

 

Sette siti dove trovare spartiti per chitarra

 

Ultimate Guitar

Ultimate Guitar è molto più di un sito dove si possono scaricare gli spartiti, dato che è un’autentica community che conta milioni di iscritti. Da lì non solo potete scaricare le tab ma trovate tantissimo altro materiale come recensioni musicali e di strumentazione nonché interviste a musicisti e video lezioni musicali. Molto utile anche il forum dove potersi confrontare con altri musicisti ed eventualmente chiedere aiuto o discutere di argomenti musicali.

911Tabs

Molto interessante è 911Tabs. Più che un sito dove scaricare tabs e spartiti vari è un motore di ricerca pensato e ottimizzato per questo scopo. Come si può leggere nella sezione “about us” di 911Tabs, è come Google ma più piccolo e più accurato, il suo target sono le tabs e le relative informazioni. Il motore di ricerca ha indicizzato oltre 4 milioni di spartiti, in pratica stiamo parlando di una fonte inesauribile.

 

1000Note

Un sito italiano è 1000Note, online dal 2014. Fino a oggi sono stati creati 10.000 spartiti. Perché parliamo di spartiti creati? Perché il materiale che potete scaricare è stato scritto dallo staff di 1000Note, anche se da un paio di anni si è sviluppata una volenterosa community che dà il proprio prezioso apporto nella stesura degli spartiti, che sono organizzati in base agli artisti. Tra le altre risorse interessanti disponibili sul sito c’è anche la sezione Tutorial.

 

Chordify

Un sito che potrebbe piacere parecchio ai nostri lettori chitarristi (e non solo) è Chordify. Immaginate di voler suonare una delle vostre canzoni preferite ma di non aver la minima idea su quali siano gli accordi. Potete cercarlo sul motore di ricerca interno oppure copiare il link della canzone da YouTube per esempio e incollarlo nell’apposito box di ricerca. In un attimo Chordify vi mostra gli accordi. Con un account free c’è il limite di soli tre brani, quindi per un accesso illimitato bisogna sottoscriverne uno premium. Ad ogni modo non aspettatevi una trascrizione precisissima, così come otterrete i soli accordi senza gli assoli.

 

Free Guitar Lesson

Una risorsa che può essere di grande aiuto ai tanti lettori che ci seguono è Free Guitar Lesson. A parte le video lezioni, cliccando sulla sezione Guitar Scale trovate riportate le TAB delle più comuni scale. La parte grafica è accompagnata da una audio in modo da poter suonare all’unisono. È un sito semplice ma ben organizzato, anche se forse non ricchissimo di materiale ma ad ogni modo crediamo che valga la pena visitarlo.

 

Guitariff

Una vasta scelta di brani sono messi a disposizione sul sito Guitariff. È scritto in francese ma non crediamo che la lingua costituisca un problema per navigare sul sito. Gli spartiti sono disponibili in formato testuale ma anche MIDi, in questo caso però è necessario scaricare GuitarPro che purtroppo non è gratuito, anche se è disponibile la versione trial.

Songster

Un sito di facile accesso, immediato e pulito nella grafica è Songster. L’utente ha a disposizione tantissime Tab dei generi e artisti più disparati. Sono disponibili due possibilità di accesso, una gratuita e l’altra a pagamento detta Songster Plus che ha un costo è di 9.90 $ al mesi. Cosa ottiene l’utente pagando questa somma? Mentre la funzione Playback, ovvero la possibilità di ascoltare suonare la tab, è disponibile per entrambi i tipi di accesso, la versione plus dà modo di stampare le tab, modificare il tempo di esecuzione così da potersi esercitare sui passaggi più complicati, c’è anche la funzione loop, quella per silenziare la tab e ancora, la funzione per modificare la tonalità del brano, una applicazione e niente pubblicità. 

Una cosa importante da aggiungere è che le tab riportano tutti gli strumenti della band, quindi prima chitarra, seconda chitarra, linee vocali, basso e batteria, ciascuna partitura selezionabile separatamente. Gli utenti che lo desiderano possono condividere le loro tab.

 

 

Ultimo aggiornamento: 19.04.24

 

Sequencer – Consigli d’acquisto, Classifica e Recensioni

 

Ci sono tante apparecchiature che possono semplificare la vita dei musicisti o almeno di quelli più aperti all’intervento massiccio della tecnologia, insomma, qualcosa che vada ben oltre quella che si può trovare in una chitarra o qualsiasi altro strumento elettrico. Tra queste “diavolerie” ce n’è una che ha fatto il suo debutto nel mondo della musica negli anni ‘70, come altre del resto, e che non ha mancato essa stessa di farsi “contaminare” con ulteriori nuove tecnologie. Stiamo parlando del sequencer (anche detto DAW, Digital Audio Workstation), uno strumento che serve per la creazione e la riproduzione dei segnali di controllo. L’argomento è molto interessante e siamo sicuri che i nostri lettori avranno piacere di leggere quanto segue. Come sempre abbiamo selezionato alcuni sequencer e di questi ve ne diamo un assaggio introducendovi subito due modelli: la Akai Professional Pro MPD232 è una DAW molto versatile vista anche la compatibilità con la maggioranza dei programmi musicali mentre la Korg SQ-1 stupisce per il rapporto qualità/prezzo e per la bontà dei materiali utilizzati.

 

 

Tabella comparativa

 

Pregio
Difetto
Conclusione
Offerte

 

 

Gli 8 migliori sequencer – Classifica 2024

 

Abbiamo selezionato una serie di sequencer tra quelli venduti online che avremmo piacere di proporvi. Abbiamo pensato di ordinarli secondo una nostra personale classifica e scrivere per ognuno una recensione con la quale evidenziare gli aspetti negativi e positivi dei sequencer. A vostra disposizione c’è un link che vi suggerisce dove acquistare a prezzi bassi l’articolo che più vi convince. Ciò non esclude che possiate trovare qualcosa di più economico pertanto è bene confrontare i prezzi.

 

Sequencer MIDI

 

1. Akai Professional Pro MPD232 Controller MIDI USB e Sequencer a 32 Step

 

Il nuovo Pro MPD232 è molto comodo per creare beat anche con il computer, è compatibile con qualsiasi programma musicale. Venduto a un prezzo interessante, ha sedici pad molto sensibili, anzi, forse troppo. Ecco siamo arrivati subito a quella che è la lamentela principale espressa dagli utenti: accade che si preme una volta il pad e l’azione si ripete due volte, proprio come se il tocco fosse doppio. Bisognerà prenderci la mano per evitare che questa cosa si verifichi. 

Il sequencer MIDI a 32 step gestisce e genera eventi per 64 parti. Pochi centimetri di spessore e 2 kg di peso fanno dello MPD232 uno strumento comodissimo da trasportare. La connettività USB è plug & play. Questa DAW si adatta sia in studio che live, per il musicista ci sono molteplici possibilità di collegamento e tanti controlli assegnabili a proprio piacimento. 

Interessante il pacchetto software che comprende il famoso Ableton Live Lite, una piattaforma che consente di produrre basi, remixare e registrare, MPC Essential per la produzione musicale a 64 bit e Sonivox per realizzare parti di batteria. Molti utenti hanno lamentato una certa difficoltà nell’usare questo software, inoltre le istruzioni sono presenti solo in inglese.

 

Pro

Versatile: Il controller si mette in luce per la sua versatilità e per la sua comodità nella creazione di beat al computer.

Compatibilità: Va d’accordo con qualsiasi programma musicale e il pacchetto software in dotazione farà felici in tanti.

Costo: Siamo parecchio soddisfatti del rapporto qualità prezzo, oltretutto lo MPD232 è compatto, leggero ma anche molto resistente.

 

Contro

Pad: Il problema principale riguarda i pad che probabilmente sono troppo sensibili, tanto è vero dopo averli premuti l’azione si ripeta due volte.

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Sequencer step

 

2. Korg SQ-1 compatta analogica 2 x 8 step sequencer

 

Lo SQ-1 è uno step sequencer tra i più venduti ed è l’erede diretto dello SQ-10, step sequencer lanciato sul mercato da Korg verso la fine degli anni ‘70 e che era solito fare coppia con il sintetizzatore analogico MS-20, anch quest’ultimo riportato a nuova vita. 

Molto interessante è la dotazione di connessioni, davvero ampia. Lo Sq-1 è stato sicuramente pensato per interfacciarsi con il nuovo MS-20 ma è totalmente compatibile anche con altri sintetizzatori. Il passaggio tra le varie modalità di sequencer è veloce e con i tasti step si possono realizzare delle performance estemporanee. 

L’alimentazione è a batteria e qui probabilmente c’è l’unica lamentela da segnalare, l’autonomia non è delle migliori, pertanto conviene sfruttare l’alternativa rappresentata dall’alimentazione tramite USB. La qualità dei materiali è buona, a cominciare dal telaio che è robusto. Ottima la risposta dei pulsanti e potenziometri vari, il tutto a un prezzo che non mancherà di incuriosirvi.

 

Pro

Connettività: Sono possibili tante connessioni, lo SQ-1 è in grado di interfacciarsi con qualsiasi sintetizzatore, anche se la migliore accoppiata è con lo MS-20.

Veloce: Passare da una modalità sequencer a un’altra è veloce e intuitiva, inoltre con i tasti step si possono realizzare performance estemporanee.

Materiali: Korg non ha risparmiato sui materiali nonostante sia riuscita a tenere basso il prezzo del sequencer.

 

Contro

Alimentazione: Usare quella tramite cavo USB diventa più un obbligo che una libera scelta vista la scarsa durata delle batterie.

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Sequencer drum

 

3. Novation Circuit Groove box con Synth, drum machine e sequence

 

La Novation Circuit Groove Box concentra in pochi centimetri tutto quello che serve per la produzione di musica moderna: avete a vostra disposizione e in una unica soluzione un synth serie Nova e un sequencer drum con groove box stand alone. 

Uno dei suoi punti di forza è la portabilità, inoltre non è necessario integrare il sequencer drum con un computer in quanto può essere usato in un canonico setup da studio in sync con altri hardware. Ad un primissimo impatto l’utilizzo potrebbe sembrare complicato ma basta molto poco per familiarizzare con il Circuit Groove Box. 

Interessante la funzione che regola metronomo e intonazione grazie alla quale le vostre tracce saranno sempre intonate e a tempo. La possibilità di aggiungere effetti, suoni e pattern in tempo reale aiuta ad ottenere beat e groove efficaci. L’alimentazione a batteria e gli altoparlanti integrati ne fanno anche un ottimo compagno da viaggio. Veri e propri aspetti negativi da segnalare non ce ne sono, tuttavia questo giocattolino non costa poco.

 

Pro

Portabilità: Il sequencer può essere portato ovunque, non solo perché compatto ma anche perché dotato di alimentazione batteria e speaker integrati.

Intonazione metronomo: Grazie alla funzione che regola questi due elementi le tracce sono sempre a tempo e ottimamente intonate.

Versatile: Tra i pregi da segnalare c’è la versatilità che contraddistingue il sequencer, che può essere usato non solo con il computer ma anche senza, in un setup con altri hardware.

 

Contro

Costoso: Difetti veri e propri non ce ne sono, possiamo solo segnalare che si tratta di un sequencer abbastanza costoso.

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Sequencer synth

 

4. Korg Volca Sample Sequencer campionatore midi e multi touch

 

Il Volca è un sequencer synth molto apprezzato dalla clientela, anche perché si trova in vendita a un buon prezzo. Uno degli aspetti interessanti è la possibilità di mettere insieme e campionare un centinaio di suoni campionati in tempo reale. Adatto per le esibizioni dal vivo, presenta un sistema di editing intuitivo: in un istante si inseriscono e rimuovono parti musicali. 

Un’altra cosa che ci è piaciuta è la funzione motion sequencer che registrando i movimenti delle manopole permette di aggiungere delle modifiche dinamiche variabili nel tempo. Sul fronte connessioni troviamo una porta MIDI IN e in/out Synth. È possibile l’uso delle cuffie. 

L’alimentazione presenta una doppia possibilità, collegando il Volca alla rete elettrica oppure usando le batterie, a riguardo l’autonomia è parecchio insoddisfacente. È importante aggiungere che l’alimentatore non è incluso nella confezione. Altra cosa che manca sono le istruzioni in italiano.

 

Pro

Prezzo: C’è più di un motivo che spiega il successo commerciale del Volca, il rapporto qualità/prezzo è sicuramente tra queste.

Motion sequencer: Tra le funzioni da portare all’attenzione dei lettori c’è sicuramente la Motion sequencer, che registra i movimenti delle manopole allo scopo di aggiungere al suono delle modifiche dinamiche variabili.

 

Contro

Autonomia batteria: Davvero ben poca cosa, si potrebbe risolvere alimentando il sequencer con la corrente elettrica ma bisogna comprare l’alimentatore in quanto non compreso nella confezione.

Istruzioni: Il sequencer non è uno strumento semplice da usare per chi non ha un po’ di esperienza, l’assenza di istruzioni in italiano di certo non aiuta a velocizzare l’apprendimento.

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Sequencer Roland

 

5. Roland DJ-202 Controller DJ a 2 canali

 

Niente male il sequencer Roland, lo diciamo mettendo ben in chiaro che si tratta di un entry level che però ha dalla sua una ottima flessibilità d’impiego. Due i canali e quattro i deck per questo interessante controller. I piatti sono a bassa latenza, cosa che indubbiamente facilita gli scratch. 

I suoni di batteria sono tra le cose che più hanno convinto della consolle, in più c’è modo di usare dei suoni personalizzati che vanno caricati nei quattro semple slot. Qualche critica è stata mossa dagli utenti ai potenziometri per la regolazione della velocità, non proprio precisi come ci si aspetterebbe, in particolare quando il potenziometro è in posizione centrale, nello spazio di tre tacchette, non si registrano variazioni. 

Alimentato tramite cavo USB, il controller è molto comodo da trasportare, il fatto che sia leggero non deve far pensare che sia poco robusto, anzi è vero il contrario.

 

Pro

Ottime potenzialità: Assodato che stiamo parlando di un controller entry level, il DJ-202 si fa apprezzare per performance e flessibilità d’uso.

Latenza piatti: IHanno una latenza bassa, caratteristica molto ricercata dagli amanti dello scratching che hanno un motivo in più per comprare questo articolo.

Robusta: La DJ-202 è costruita con buoni materiali, la qualità costruttiva generale e sicuramente di buon livello.

 

Contro

Potenziometri: Da rivedere quelli della velocità che presentano qualche piccolo problema di precisione, in particolar modo nella zona centrale.

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Sequencer analogico

 

6. Dark Time Analog Sequencer Blue LED’s

 

Per gli amanti degli strumenti vintage abbiamo pensato di proporre il sequencer analogico Dark Time Analog Sequencer Blue LED’s. Pur essendo stato progettato principalmente per una felice accoppiata con il sintetizzatore Dark Energy prodotto da Doepfer, ciò non toglie che possa tranquillamente essere impiegato con synth di altre marche, il risultato finale sarà comunque soddisfacente. 

Ci sono 16 livelli con interruttori On-Off, azzera, salta e arresta  diverse modalità di ripetizione. Non mancano le uscite CV/Gate. Siamo rimasti favorevolmente colpiti dall’oscillatore interno ma volendo il Dark Time può essere sincronizzato con un MIDI clock esterno. 

Molto buona è la qualità costruttiva, parliamo di un sequencer che si mettere in luce per la robustezza e l’affidabilità dei materiali. Il costo potrebbe essere un ostacolo per qualcuno.

 

Pro

Qualità costruttiva: Doepfer conferma la sua noma di mettere in commercio strumenti solidi e dalla indiscutibile qualità costruttiva.

Performante: Le sue prestazioni sono di alto livello, i musicisti che decideranno di comprare questo modello non resteranno assolutamente delusi.

Design: Fate un salto indietro nel tempo, fino agli anni ‘70; non resterete indifferenti al look vintage che contraddistingue il Dark Time.

 

Contro

Costoso: Tutto molto bello ma anche molto caro, è un sequencer che richiede uno sforzo economico che non tutti potrebbero voler sostenere.

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Sequencer Arturia

 

7. Arturia sequencer polifonico KeyStep a 32 tasti

 

Un controller e step sequencer MIDI compatto e potente, ecco come possiamo descrivere la proposta di Arturia. Presenta due modalità commutabili: arpeggiatore e sequencer. Il primo consente di generare arpeggi in diverse modalità e suddivisioni nel tempo, il secondo, invece, è in grado di creare ed elaborare pattern di 64 step con un massimo di 8 note di polifonia.

È possibile registrare in modalità live ma in questo caso dobbiamo riferire di non poche lamentele circa la poca precisione del sequencer Arturia. Ben fornito il comparto connettività con tre uscite CV, Sync IN/OUT e MIDI IN/OUT nonché MIDI mediante USB per sincronizzare e sequenziare qualunque strumento. 

La riposta di tasti è molto soddisfacente con una resa al tocco precisa e dinamica. Materiali più che soddisfacenti per qualità e prezzo alla portata di tutti.

 

Pro

Potente: A guardarlo così compatto non si immaginano le sue potenzialità: si possono generare arpeggi in diverse modalità e realizzare pattern fino a 64 step.

Tasti: Siamo rimasti parecchio contenti per la risposta di tasti che restituiscono un buon feeling oltre a essere dinamici.

Materiali: Pur avendo un prezzo alla portata di tutti, la qualità dei materiali non ne risente: la tastiera è solida, ben costruita.

 

Contro

Impreciso: Quando si registra in modalità live è emerso che il sequencer pecca in precisione, problema che è emerso in più recensioni scritte dagli utenti.

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Sequencer Roland professionale

 

8. Roland DJ 808 controller con integrato drum machine e mixer a 4 canali

 

Difficilmente non resterete stupefatti dal controller DJ 808, dotato di un mixer 4 canali, un processore vocale e capace di integrarsi alla perfezione con il software Serato DJ Pro. Inoltre ci sono pulsanti dedicati al controllo del loop, Hot Cue, Flip e le funzioni per Key Sync e loop in modo tale da regolare con grande semplicità l’intonazione ecc. 

Il sequencer Roland professionale ha in dote anche i suoni della famosa drum machine TR-S. Lodevole la risposta dei piatti caratterizzati da una latenza molto bassa, ottimi per lo scratching. Da segnalare che i piatti hanno integrati i display mediante i quali viene mostrato lo stato della riproduzione. I due deck, inoltre, possono essere controllati in simultanea da un singolo piatto. 

Molto buona la connettività con due porte USB AIRA vari strumenti ed effetti Roland usando un solo cavo. Il processore vocale VT Voice Transformer intona alla perfezione la voce. Insomma, le funzioni sono tantissime per quello che è un controller completo, anche se costoso e questo aspetto è l’unico svantaggio riscontrato.

 

Pro

Funzioni: Il controller ha tantissime funzioni che lo rendono uno strumento adatto ai professionisti più esigenti, ha un grande potenziale.

Piatti: Ottima la fattura dei piatti, sensibili al tocco, pronti nella risposta e con bassa latenza per scratch soddisfacenti.

Materiali: La consolle è molto solida, costruita con materiali di prim’ordine. Si capisce fin da subito che è uno strumento professionale.

 

Contro

Prezzo: L’unica nota dolente o se preferite, l’unico aspetto svantaggioso, è il suo prezzo che purtroppo è molto alto.

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Come scegliere un buon sequencer

 

È innegabile che quando si pensa a quale sequencer comprare si tengano d’occhio anche le offerte disponibili sul mercato, ma c’è anche chi non bada a spese preferendo andare sul sicuro acquistando un prodotto della migliore marca. Questa, spesso, è la scelta più dispendiosa ma che difficilmente riserva brutte sorprese. 

Ciò nonostante a chi ci chiede come scegliere un buon sequencer suggeriamo di fare una comparazione tra i diversi modelli. Bisogna letteralmente analizzare tutte le caratteristiche, valutare quelle che effettivamente servono e quelle che sono superflue perché magari adatte a professionisti, cosa che magari voi non siete. Un altro grande aiuto nell’individuare i migliori sequencer dl 2024 arriva dai pareri scritti da altri utenti e reperibili in rete. 

 

Hardware e software

È importante chiarire una cosa. Oggi quando si parla di sequencer, molto spesso si fa riferimento al programma, poi è chiaro che ci sono i controller che sfruttano i software installati sul computer. I sequencer fisici, invece, hanno iniziato a diffondersi negli anni ‘70, anche se qualcosa di simile era stato creato una ventina di anni prima con il Wall of Sound e l’Electronium. 

I sequencer fisici sono stati messi da parte per parecchi anni ma di recente sono stati riscoperti. Si tratta di strumenti molto costosi, questo è ben saperlo. Più pratici sono i cosiddetti sequencer logici che sfruttano il protocollo MIDI. I sequencer logici facilitano la programmazione di sequenze complesse anche grazie alle ampie interfacce grafiche. I sequencer logici, inoltre, hanno il vantaggio di integrarsi con i sintetizzatori virtuali e sfruttare l’espandibilità e la flessibilità di comunicazione che caratterizza i computer d’oggi.

Spendere il giusto

Tutti vorrebbero comprare il miglior sequencer ma bisogna fare i conti con il budget che si dispone, ma anche se questo fosse sufficiente è davvero necessario spendere tanto? Crediamo che il sequencer giusto sia quello che risponda alle esigenze dell’utilizzatore. Cosa significa? Prendiamo un professionista e un ragazzo che non ha mai visto un sequencer prima in vita sua. Il primo ha chiaramente bisogno di determinate garanzie e prestazioni che per un novellino sono superflue, anzi, potrebbero complicargli le cose. 

Conoscere un sequencer, imparare a usarlo sfruttandolo del tutto richiede tempo. Un sequencer per professionisti nelle mani di un principiante presenterà probabilmente un livello di difficoltà ostico da superare se non si hanno delle conoscenze pregresse. Quindi, in definitiva, fate un passo alla volta, cominciate con qualcosa di poco complicato, accumulate esperienza e poi passate a un livello successivo di qualità e complessità.

 

 

 

Domande frequenti

 

Cos’è il sequencer?

Il sequencer è un dispositivo che può essere fisico o logico, nel primo caso parliamo di hardware mentre nel secondo di software; è utilizzato nella musica per creare e riprodurre sequenze di segnali di controllo che permettono di comandare uno strumento musicale elettronico.

 

Che cosa vuol dire l’acronimo DAW?

L’acronimo DAW sta per Digital Audio Workstation, si tratta di un sistema elettronico che serve per la registrazione, montaggio e riproduzione dell’audio digitale. In particolare un DAW è in grado di manipolare i suoni. Quando si parla di DAW si fa riferimento a una combinazione di programmi per la registrazione multitraccia ed hardware audio con capacità di convertire il segnale mediante un convertitore analogico digitale.

 

Che cos’è il tracker?

Con il termine tracker si indicano genericamente qui programmi che servono a sequenziare la musica. Grazie al tracker l’utilizzatore può impostare dei campioni sonori in relazione a una linea di tempo su canali monofonici. L’inserimento delle note avviene attraverso la tastiera, quanto alla musica, si compone di diversi piccoli pattern multicanale che sono collegati tra loro mediante una lista superiore.

 

Quanto costa un sequencer? 

I prezzi dei sequencer variano molto. A influire sul costo ci sono le funzioni, la qualità dei materiali e il livello nel senso che ci sono sequencer per principianti e per musicisti e/o DJ affermati. In generale si spende dai 100 euro per un modello entry level fino a 800/900 euro o più.

 

Qual è la differenza tra un sequencer e un arpeggiatore?

La differenza non è grossa ma c’è. L’arpeggiatore prende un gruppo di note da una sorgente MIDI e le suddivide in uno schema ritmico ripetuto. Ci sono arpeggiatori che permettono di scegliere forme di pattern ascendenti, discendenti e di altro tipo che consentono all’arpeggio di essere più vario. Il sequencer permette di fare le cose appena descritte ma senza il bisogno degli input di note esterne. Di conseguenza il sequencer è più flessibile.

 

 

 

Come utilizzare il sequencer

 

Chi si trova per la prima volta al cospetto di un sequencer potrebbe capirci poco o nulla e persino scoraggiarsi in breve tempo, abbandonando l’idea di utilizzarlo. Cerchiamo di evitare che ciò accada dando dei piccoli consigli sull’utilizzo del sequencer.

La composizione del brano

Si compra un sequencer per comporre di brani, ma ciò come avviene? Ci sono due modi. Il primo sistema prevede la scrittura nota per nota. Sul computer c’è una schermata detta pianoroll, a sinistra è riprodotta una tastiera mentre a destra c’è la griglia per l’inserimento delle note. Ad ogni griglia corrisponde una nota della tastiera. 

L’inserimento della nota avviene in questo modo, si seleziona lo strumento matita, quindi si riproduce una barra all’interno della griglia. La durata della nota è proporzionale alla lunghezza della barra disegnata. In qualsiasi momento è possibile modificare la nota in durata, altezza, il volume e aggiungere degli effetti. 

Il secondo sistema per la composizione di un brano prevede l’uso di uno strumento MIDI mente il computer registra. La nota suonata dallo strumento viene inviata al sequencer come dato MIDI e, come visto nel primo caso, può essere modificata.

 

Collegare il sequencer hardware al Synth

Ci sono una serie di possibilità per collegare un sequencer hardware al synth. Una di questi è la connessione MIDI, basta un cavo DIN maschio/maschio. C’è poi la connessione CV, abbreviazione di Control Voltage, che si basa sul rapporto tra una tensione e l’intonazione degli oscillatori (o altri moduli). È importante sapere che ogni Volt equivale a una ottava. Per il collegamento del sequencer al computer, invece si sfrutta la connessione via USB.

Collegare il squencer con altro hardware

Qui entra in gioco il clock. Il clock è un impulso ritmico il quale può essere inviato a qualsi sintetizzatore. L’impulso comunica un ritmo ripetuto al fine che tutti  synth restino collegati. Il collegamento avviene mediante cavo che unisce le porte clock dei due hardware.

 

 

Ultimo aggiornamento: 19.04.24

 

Principale vantaggio

Tra gli aspetti più interessanti c’è sicuramente la facilità di utilizzo, è tutto estremamente intuitivo; ciò è molto importante soprattutto considerando che l’utente medio di questa consolle è alla sua primissima esperienza di DJing. C’è da dire, poi, che i pulsanti sono molto reattivi ed è tutto sufficientemente solido. 

 

Principale svantaggio

Avrebbe fatto comodo un selettore per scegliere il Cue, necessario all’assegnazione del canale di preascolto, e il mix del canale cuffie.

 

Verdetto 9.6/10

Per essere una consolle entry level ha parecchie frecce al suo arco. Il prezzo contenuto unitamente alla semplicità d’uso ne fanno una consolle ideale per quanti sono agli inizi.

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DESCRIZIONE CARATTERISTICHE PRINCIPALI

 

Consolle per chi è alle prime armi

Per avviarsi al mondo del DJing non è necessario spendere grosse somme. Ci sono una serie di strumenti come un buon mixer  o consolle economica, in particolare che permettono di muovere i primi passi e fare la necessaria esperienza prima di compiere il salto di qualità con attrezzatura più performante. 

Per esempio, un buon inizio può essere rappresentato dalla Hercules DJ control Instinct S Series. Qui troviamo tutto ciò che serve al DJ in erba per prendere la necessaria confidenza con quello che è una componente fondamentale per l’attrezzatura di chi vuole far ballare la gente. Inevitabile esordire con la descrizione parlando dei jog, questi sono di dimensioni piccole ed hanno i sensori di pressione.

Tale caratteristica ha una importanza tutt’altro che secondaria in quanto consente di cimentarsi con gli scratch, anche se in una versione semplice per così dire, anche perché per un turntablism fatto seriamente c’è bisogno di jog più grandi. Sulla consolle troviamo 34 tasti e chiaramente ognuno ha la sua funzione, tuttavia ci teniamo a sottolineare la presenza di due leve per il valore del pitch, due feder per il volume e i potenziometri per gli equalizzatori.

Buona reattività dei comandi

Ai più attenti non sarà sfuggito un particolare: nel paragrafo precedente abbiamo parlato di pulsanti invece che di pad. Non abbiamo usato un termine improprio ma appunto, trattandosi di una consolle economica, al posto dei pad qui troviamo dei pulsanti fatti in plastica. La buona notizia è che questi pulsanti sono reattivi al tocco e retroilluminati. 

La modalità Touch Wheel serve per fare lo scratch oppure stoppare e riavviare il pezzo. Quanto descritto richiede un gesto semplicissimo, una leggera pressione con la mano. Se notate dei led rossi accesi posti lateralmente rispetto ai jog, significa che è attiva la funzione Touch Wheel. 

Buona la calibrazione dei cursori del volume ma manca un potenziometro fisico del gain il quale dipende dall’autogain messo a disposizione dal software Djuced che trovate all’interno della confezione. Altra piccola mancanza è quella di un selettore per scegliere tra il mix e il Cue del canale cuffia.

 

Consolle solida

Lo abbiamo detto e lo ripetiamo: la Hercules DJ control Instinct S Series Party Pack è una consolle entry level ed è proprio in questa ottica che vi rendiamo partecipi della nostra soddisfazione per la scheda audio dotata di buone uscite sia master sia in cuffie. 

A proposito, comprendiamo i limiti di budget ma non risparmiate troppo sulle cuffie così avrete modo di apprezzare la potenza in uscita del canale dedicato a queste. Va da sé che se invece comprate delle cuffie troppo modeste l’ascolto è penalizzato. 

Sul versante estetico ci troviamo al cospetto di una consolle compatta, potete tranquillamente tenerla sulla scrivania, vicino al computer o dove vi pare, tanto non vi creerà problemi di spazio. L’ultimo discorso che vogliamo affrontare è inerente ai materiali. La sensazione che abbiamo avuto è di solidità, a discapito del prezzo, toccando con mano non sembra di essere un giocattolo plasticoso. Insomma, per noi i materiali sono buoni

 

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Ultimo aggiornamento: 19.04.24

 

Drum machine – Consigli d’acquisto, Classifica e Recensioni

 

Sono tanti i musicisti che si servono della drum machine. È uno strumento che può tornare utile in più casi, dal processo creativo di un brano fin’anche alla sua esecuzione vera e propria, quindi registrando un brano, se non addirittura un intero disco, e persino per l’esibizione dal vivo. La drum machine, sostanzialmente, sostituisce il batterista, le è affidato il compito di accompagnare il singolo musicista o il resto della band, poi è chiaro che per quanto possa essere di buona qualità la drum machine, non potrà mai dare lo stesso apporto di un batterista in carne e ossa, ma questa è una nostra opinione personale con la quale non necessariamente dovete trovarvi d’accordo. Ciò detto si può decidere di comprare una drum machine perché piace oppure perché diventa una scelta obbligata (trovare un batterista non è così facile). Qualunque sia la vostra motivazione, qui trovate degli strumenti interessanti come questi due: il Mooer Looper e Drum Machine Pedal è adatto ai chitarristi ed è costruito con buoni materiali. Chi invece è alla ricerca del drum sound tipico di tante hit degli anni ‘80 si innamorerà della Roland TR-08 Rhythm Composer Drum Machine.

 

 

Tabella comparativa

 

Pregio
Difetto
Conclusione
Offerte

 

 

Le 8 migliori Drum Machine – Classifica 2024

 

Per meglio aiutarvi a individuare le drum machine più interessanti, abbiamo organizzato i modelli selezionati secondo una classifica. Se volete conoscere nel dettaglio le caratteristiche di ciascuna, trovate tutte le informazioni all’interno della recensione scritta per ogni modello. Date un’occhiata al link che vi suggerisce dove acquistare a prezzi bassi gli articoli venduti online. Per una scelta oculata e un acquisto più soddisfacente ricordate di confrontare i prezzi.

 

Drum machine loop

 

1. Mooer Looper e Drum Machine Pedal

 

Mooer è uno di quei produttori poco conosciuti ma in grado di realizzare buoni prodotti come questo piccolo pedale. È una drum machine loop pensata per chitarristi e bassisti. Si tratta dunque di un valido compagno per jammare con qualche amico o anche divertirsi da soli. La struttura del pedale è molto solida, si può scegliere se usare loop e drum machine insieme o separatamente. 

L’utente ha a disposizione sedici stili di batteria, il tempo di registrazione si protrae fino a 20 minuti e non c’è limite alle sovraincisioni. Richiede un alimentatore 9V che però non è incluso nella confezione, in vero non è una novità per i pedali, peccato che non sia possibile alimentare il pedale con delle batterie cosa invece possibile con altri modelli. 

Vi diamo queste informazioni anche per evitare che una volta ricevuto il pedale non possiate usarlo immediatamente. Non è difficile da usare ma segnaliamo comunque l’assenza delle istruzioni in italiano.

 

Pro

Materiali: Il fatto che sia prodotto in Cina non significa che i materiali lascino a desiderare per qualità, anzi il pedale è bello solido.

Compatto: Essendo molto compatto questo pedale è facilmente trasportabile, entra tranquillamente nel vano di una custodia per chitarra, giusto per fare un esempio.

 

Contro

Alimentatore: Il pedale richiede un alimentatore da 9V che però va comprato a parte, avremmo gradito la possibilità di poter scegliere anche l’alimentazione a batteria.

Istruzioni: Pur non essendo difficile l’uso del pedale, un prodotto venduto in Italia è giusto che abbia un libretto d’istruzioni nella nostra lingua, cosa che manca.

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Drum machine Roland

 

2. Roland TR-08 Rhythm Composer Drum Machine

 

Se vi manca il drum sound di una miriade di hit uscite negli anni ‘80 allora dovreste fare più di un pensierino alla drum machine Roland TR-08 che è la riproposizione in chiave moderna della TR808. Il design ha quel non so ché di retrò che sicuramente farà piacere ai nostalgici, nel senso buono del termine. Ma cosa ha portato di nuovo la TR-08 rispetto all’illustre antenata? Un sequencer a sedici substep per ogni step che consente di tirare fuori fill di rullante molto dettagliati e intricate parti di hit hat. Molto utile è l’uscita trigger che dà modo di interagire con altri strumenti. 

Grazie al display LED avete un controllo più preciso di tempo shuffle. Totale libertà di programmare in step oppure suonare live senza dovervi fermare a cambiare la modalità. Altra differenza rispetto alla vecchia drum machine Roland sta nelle dimensioni che qui sono decisamente più compatte, quindi la TR-08 può essere trasportata con grande semplicità. 

Qualche parola dobbiamo necessariamente spenderla per dirvi dell’ottima qualità costruttiva: toccate con mano i pulsanti, le manopole e i selettori per saggiare la loro robustezza. Ascoltate ciò che suonate grazie al diffusore integrato e se non avete una presa di corrente nei paraggi, potete sempre alimentarla a batteria. Unico problema, vista l’assenza di LED può essere complicato usare la drum machine al buio.

 

Pro

Recupera il sound: Non trovate nulla di meglio per ricreare il sound che ha fatto la fortuna di tante hit uscite negli anni ‘80.

Sequencer: La drum machine è dotata di un sequencer a sedici substep per step grazie al quale si ottengono ottimi fill di rullante.

Materiali: È uno strumento molto solido costruito con materiali ottimi. Manopole, pulsanti  selettori non vi deluderanno per robustezza e risposta al tocco.

 

Contro

Attenzione al buio: La scelta di un design retrò ha imposto l’assenza delle luci LED che però tornano molto utili in condizioni di scarsa luminosità.

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Drum machine Korg

 

3. Korg Volca Drum Modulo Synth Percussioni

 

La drum machine Korg fa parte della ampia serie Volca. Di questo strumento abbiamo apprezzato la vasta gamma di sfumature sonore: si va dal suono realistico tipico della batteria a quello più sperimentale, per così dire. C’è uno step sequencer a sedici step che permette di creare altrettanti pattern. 

Ma le funzioni e le potenzialità offerte da Volca sono davvero tantissime e questo significa che dovrete prendervi un po’ di tempo per padroneggiarne l’uso. Dobbiamo assolutamente menzionare il display LCD: è molto luminoso e visibile, ottimo anche in condizioni di scarsa luminosità. Attraverso la connessione sync la drum machine può essere collegata a synth, groove machine e naturalmente a tutti gli strumenti della serie Volca. 

Mediante il connettore MIDI IN è possibile usare la drum machine come modulo sonoro per una digital audio workstation oppure servirsi di un controller MIDI. Dimensioni compatte e possibilità di alimentazione a pile, nonché la presenza di un altoparlante integrato fanno della drum machine Volca uno strumento facile da trasportare e utilizzabile ovunque. A proposito, l’alimentatore non è incluso.

 

Pro

Sfumature sonore: Siamo sicuri che non mancherete di apprezzare l’ampia gamma di sfumature sonore che questa drum machine mette a vostra disposizione.

Funzioni: La drum machine ha tante funzioni e potenzialità e lo step sequencer a sedici step è solo un esempio.

Compatta: Lo strumento è davvero compatto, facile da trasportare  e potenzialmente utilizzabile ovunque grazie all’alimentazione a batteria e l’altoparlante integrato.

 

Contro

Alimentatore: Purtroppo aprendo la confezione vi accorgerete dell’assenza dell’alimentatore, perciò tale accessorio va comprato a parte.

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Drum machine Akai

 

4. Akai Professional Fire (Software Bundle) Controller MIDI USB per FL Studio 

 

Siamo al cospetto di un controller hardware che Akai ha realizzato per integrarlo alla piattaforma DAW FL Studio. Per chi ha dimestichezza con il suddetto software ci vorrà molto poco per familiarizzare con il controller che è praticamente plug and play: vi ritroverete immediatamente ad incidere tracce ed assemblare pattern grazie alla matrice 4 x 16. 

Ci è piaciuta la sensibilità di pad alla velocity, mentre la retroilluminazione RGB facilita l’uso del controller al buio. Per inserire i pattern sul sequencer step basta un istante. Akai Professional ha un ottimo controllo tattile e manuale con manopole estremamente sensibili al tocco. 

È importante precisare che la versione in oggetto è quella bundle che porta in dote il programma FL Studio Fruity Fire Edition ma volendo si può comprare Akai Professional Fire a un costo inferiore. La qualità dei materiali è buona.

 

Pro

Plug and play: Il controller è subito pronto all’uso, basta collegarlo al computer e lanciare il programma FL Studio.

Pad: Sicuramente da elogiare i pad in particolare per la loro sensibilità alla velocity. Grande sensibilità anche per le manopole.

Materiali: Akai ha costruito un buon controller anche dal punto di vista dei materiali che sono di buon livello e siamo certi non deluderanno nessuno.

 

Contro

Computer: Chiaramente un controller del genere ha senso acquistarlo solo se si è disposti a usarlo sempre e comunque insieme al computer.

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Drum machine analogica

 

5. IK Multimedia Uno Drum Analog/PCM Drum Machine

 

Abbiamo per voi una drum machine analogica che si candida a diventare uno dei modelli più venduti. Uno dei punti di forza è la semplicità d’uso e programmazione. A disposizione si ha una ampia gamma di suoni. La batteria analogica è riprodotta molto bene. 

L’utente può impiegare fino a dodici elementi. Ci sono cento preset di batteria che possono essere modificati a proprio piacimento. La risposta dei comandi al tocco è immediata e precisa ma dobbiamo dire che le manopole sono troppo ravvicinate e quindi scomode da usare. 

La Uno Drum è molto leggera e può stare tranquillamente in una borsa per laptop. Doppia alimentazione con cavo USB oppure con le batterie. A riguardo dobbiamo dire che l’autonomia è ridotta e intanto sconsigliamo di usare le pile.

 

Pro

Suoni: La drum machine mette a disposizione dell’utente una ampia gamma di suoni per dare sfogo a tutta la creatività che si possiede.

Preset: Si può scegliere tra ben cento present che oltretutto possono essere modificati a proprio piacimento.

 

Contro

Manopole: Ci tocca muovere una critica negativa alle manopole: il loro problema è che sono così ravvicinate da risultare scomode da gestire.

Autonomia: Sconsigliamo di alimentare la drum machine con le batterie perché l’autonomia è poca cosa, meglio connettere il cavo USB.

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Drum machine Elektron

 

6. Elektron Digitakt Drum Computer & Sampler

 

La drum machine Elektron è un autentico gioiello, è uno strumento che sicuramente non sfigura tra le mani di un professionista. A questo punto avrete già capito che per farla vostra dovrete mettere da parte un bel po’ di soldini ma una volta racimolata la somma necessaria, resterete contenti per l’acquisto. 

La Digitakt Drum ha otto tracce audio interne e otto MIDI. Grande spazio in memoria con 1 GB a disposizione e 64 MB per i semple. Tuttavia se tale quantità di memoria non dovesse bastarvi potete sempre servirvi di una memoria esterna. La risposta di pulsanti e potenziometri è ottima, immediata, Il display è ben concepito, comodo da leggere. 

La qualità costruttiva è sopra la media, è una drum machine solida, pesante, magari non il massimo in fatto di trasportabilità ma non è stata pensata per questo. Non è uno strumento per principianti e non solo perché costa un sacco ma anche perché l’utilizzo non è così immediato.

 

Pro

Suoni: Questa drum machine è professionale sotto tutti i punti di vista, se la vostra intenzione è avere a disposizione ottimi suoni, qui li trovate.

Pulsanti: Ben realizzati pulsanti e potenziometri: tutti i controlli rispondono con precisione massima per un risultato finale incredibile.

Materiali: Sono molto buoni, questa drum machine ha una qualità costruttiva di prim’ordine: è robusta e affidabile.

 

Contro

Complicata: Se pensate di accendere la drum machine ed essere pronti a divertirvi non è così: l’uso è complesso e serve un po’ di studio prima.

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Drum machine 808

 

7. Roland DJ 808 DJ Controller con Integrato Drum Machine e Mixer a 4 Canali

 

Siamo sicuri che Roland DJ 808 vi stupirà. Il controller si integra con il noto programma musicale Serato DJ Pro. Ha un mixer con quattro canali e un processore vocale. Quando si parla di Roland difficilmente non vengono in mente le drum machine e in particolare la TR-S i cui suoni sono riprodotti fedelmente in questo modello. 

I piatti si caratterizzano per la bassa latenza quindi sono l’ideale per lo scratching. La vostra voce non è al meglio e tenete per la vostra esibizione? Non preoccupatevi perché in vostro soccorso arriva il VT Voice Transformer che intona la vostra voce evitandovi brutte figure. 

Lo avrete capito, a vostra disposizione ci sono davvero tante funzioni che però si ripercuotono sul prezzo di questa drum machine 808. Sotto il profilo costruttivo la consolle è bella robusta.

 

Pro

Piatti: Ci sono piaciute parecchie cose del controller e tra queste ci sono sicuramente i piatti che hanno un’ottima risposta e sono a bassa latenza, caratteristica importante per lo scratching.

Ricca di funzioni: Uno strumento professionale come questo mette a disposizione tante funzioni che tornano utili in svariate occasioni.

Solida: Il controller Roland è il frutto dell’uso di ottimi materiali che ne conferiscono grande solidità, magari non è indistruttibile ma sicuramente molto resistente.

 

Contro

Prezzo: Il vero problema della consolle Roland è il suo costo che è molto alto. Ad ogni modo bisogna tener conto che si tratta di uno strumento per professionisti.

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Drum machine Alesis

 

8. Alesis SR16 Drum Machine con 233 Suoni di Batteria Effetti Digitali Supporto Midi

 

In fatto di batterie elettroniche e drum machine Alesis è sicuramente tra i leader del settore. La SR16 è una macchina entry level adatta per generi musicali come rock, blues e tutti quelli che sono lontani dalla musica elettronica. 

L’utente ha a disposizione 223 suoni ma non tutti sono molto realistici, in particolare ci lasciano perplessi alcuni rullanti. Molto interessante è la funzione Dynamic Articulation: in pratica ogni timbro di batteria dà una risposta diversa in base alla pressione esercitata sul pad, ciò si traduce in una grande espressività musicale. 

L’uso è molto semplice, il comparto connettività comprende l’ingresso MIDI quello per il foot switch. Non ci piacciono molto i materiali, tutto un po’ “plasticoso”.

 

Pro

Dynamic Articulation: La risposta di ogni timbro di batteria è influenzato dalla pressione che si esercita sui pad, in questo modo si ottiene una buona espressività musicale.

Uso semplice: L’utente è praticamente in grado di usare la drum machine appena la tira fuori dalla confezione, l’uso è molto semplice.

 

Contro

Suoni: Non aspettatevi una grande fedeltà dei suoni, in particolare non ci piace come vengono resi alcuni rullanti.

Materiali: Sono economici, la drum machine non trasmette una sensazione di grande solidità, ad ogni modo non costa molto.

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Come scegliere una buona drum machine

 

Abbiamo fatto una comparazione delle offerte disponibili sul mercato e abbiamo avuto modo di notare che al fianco di drum machine della migliore marca se ne trovano anche altre che pur essendo prodotte da brand meno noti, presentano comunque caratteristiche interessanti e in grado di regalare buone performance come testimoniano i tanti pareri che i consumatori hanno pubblicato in rete. 

Pertanto se cercato qualcosa di più economico ma che non sia un giocattolo, state certi che qui troverete la proposta adatta a voi. Leggendo le informazioni che seguono avrete modo di acquisire le informazioni necessarie ad essere in grado di capire come scegliere una buona drum machine.

La prima drum machine

Decidere quale drum machine comprare non dipende dalla sola volontà ma anche dal budget di cui si dispone. La somma di denaro che ciascuno può permettersi di spendere è indiscutibilmente un paletto. Anche se si hanno tanti soldi, non è detto che si debba sprecarli per uno strumento che va ben oltre le esigenze personali. 

Possiamo dividere gli strumenti musicali in tre categorie: quelli per dilettanti, musicisti di livello medio/avanzato e i professionisti. Chiaramente questi ultimi sono quelli che con la musica si guadagnano da vivere e naturalmente devono avere una strumentazione top gamma. La differenza è che i musicisti professionisti dal loro investimento hanno ( o dovrebbero avere) un ritorno economico.

Chi è alla sua prima drum machine, è giovane e deve ancora imparare a usarla dovrebbe cominciare con un modello base, che costa poco. Non è solo una questione di denaro, la migliore drum machine con tanti pulsanti, funzioni ecc. rischia di essere dispersiva per il neofita e magari si getta la spugna alla prima difficoltà. 

Quindi il consiglio che possiamo darvi è di comprare la drum machine in accordo con la vostra conoscenza dello strumento oltre che del denaro di cui disponete.

Che genere di strumento suonate

A dire il vero parlare delle migliori drum machine del 2024 è piuttosto generico. La scelta deve tener conto del genere musicale che si suona e anche dello strumento. Per esempio di sono drum machine dedicate alla chitarra che sostanzialmente hanno la forma di un pedale. Chi fa musica elettronica, invece, ha bisogno di qualcosa di completamente diverso e con una varietà di suoni ed effetti che per esempio sarebbero del tutto inutili e quindi superflui per un musicista rock. 

È pertanto fondamentale che prestiate attenzione a ciò al momento di comprare il vostro nuovo “giocattolo” come ci piace affettuosamente chiamare gli strumenti musicali, eh sì perchè mettete una bella chitarra nuova in mano a un chitarrista e osservategli il viso, vedrete la stessa espressione di un bambino il giorno della Befana.

 

 

 

Domande frequenti

 

Cos’è la drum machine?

La drum machine è uno strumento capace di riprodurre il suono degli strumenti a percussione ed eseguire dei ritmi. Le sue origini risalgono agli anni ‘30 del secolo scorso ma all’epoca si parlava di rhythm machine; il primo esemplare fu costruito da Leon Theremin e poteva eseguire sedici diversi ritmi. 

La seconda generazione di rhythm machine eseguiva esclusivamente ritmi preprogrammati. Bisogna attendere al 1969 per la prima drum machine programmabile: la PAiA. Tuttavia è nel 1979 che si comincia ad avere la possibilità di programmare in modo incisivo con la drum machine e comporre i propri ritmi. Tale possibilità fu data dalla Roland CR-78.

 

Cosa sono la drum synth e la drum sampler? 

Le drum synth sono drum machine che riproducono i suoni grazie a un sintetizzatore digitale o analogico che si basa su forme d’onda semplici. Questo era il principale sistema di produzione che caratterizzava le prime drum machine, quindi ogni modello aveva un suo sound caratteristico che però non era simile a quello dei veri strumenti a percussione. Tale scarsa fedeltà sonora è stata sfruttata e apprezzata da dj e produttori di musica elettronica. 

Le drum sampler, invece, oltre ad avere capacità di sintesi hanno anche capacità di campionamento. Molte drum sampler hanno degli ingressi audio per il campionamento diretto della batteria e di tutti gli altri strumenti a percussione. È possibile, inoltre, caricare sample già esistenti.

 

Come funziona la drum machine?

Premesso che ogni drum machine ha le sue caratteristiche, in linea generale la programmazione può essere fatta in due modi. Nel primo modo l’utente crea dei pattern da zero schiacciando i relativi pulsanti che eseguono la riproduzione dei suoni. Nel secondo caso si usano gli step sequencing dove si inseriscono all’interno di una barra di sedici step dei suoni singoli. L’utente, poi, può intervenire sul tempo, inizio, stop e volume dei suoni.

 

Perché la Roland TR-808 è così importante?

La TR-808 è stata una delle prime drum machine programmabili messe in commercio ma il lancio nel 1980 fu un fiasco poiché i suoni non erano ritenuti realistici. Viste le critiche Roland interruppe la produzione della TR-808 nel 1983 con soli 12.000 esemplari sfornati. È importante sottolineare che in quel periodo la musica elettronica non era ancora un fenomeno di massa, anche se sarebbe esplosa di lì a poco. 

I suoni sintetici e particolari della TR-808 facevano al caso di musicisti e producer Dance e Hip-Hop e tante hit degli anni ‘80 hanno come protagonista proprio la drum machine Roland, tanto da farla diventare oggetto di culto nell’ambito della musica elettronica.

 

 

 

Come utilizzare una drum machine

 

A seconda delle esigenze musicali ci sono diverse drum machine. Per esempio un chitarrista che necessita di un accompagnamento ritmico preferirà quella a pedale, anche se magari non proprio programmabile mentre un appassionato di musica elettronica cercherà un modello che sia più adatto al suo scopo e alla sua musica. Poi c’è chi non ha trovato il batterista giusto e quindi ha deciso di affidarsi ad una macchina che almeno è certo non andrà mai fuori tempo. 

Play

Come per gran parte delle “cose elettroniche” tutto comincia premendo il tasto play. Fatto questo semplice gesto i tasti si illuminano uno alla volta e noterete l’assenza di suoni. La tastiera è formata da sedici tasti, questo perché è tramite questo elemento che si segna la battuta, quindi sedici tasti formano il classico quattro quarti. Volendo creare una battuta standard che tiene il tempo bisogna premere i tasti 1-5-9-13. 

Nella parte superiore ci sono i vari elementi della batteria da inserire nel set. Si seleziona per esempio kick (la grancassa) e si assegna l’elemento. Si preme closed e si inserisce il suono in qualsiasi parte del ritmo si desideri. Per ogni elemento della batteria trovate due manopole Vol e Tone. La prima regola il volume, la seconda l’ampiezza del suono. 

 

Il tempo

Il display mostra il tempo che può essere aumentato o diminuito. It tempo è riportato in battuta per minuto come con qualsiasi metronomo. Per assegnare il valore del tempo basta girare la relativa manopola oppure i pulsanti +/-, dipende dal modello di drum machine.

 

I pattern

Quando si crea un ritmo bisogna selezionare il pattern su cui successivamente salvarlo (entreremo nel dettaglio in seguito). Di default una drum machine assegna il primo pattern generalmente indicato con la lettera A, ad ogni modo l’utente è libero di scegliere il pattern che preferisce. Un pattern è sempre modificabile.

 

Drum kit 

La drum machine dà la possibilità di scegliere tra diversi drum kit ciascuno con il suo suono peculiare. Il numero di drum kit e la fedeltà sonora dipende dal modello della drum machine. Si va dai suoi tipicamente elettronici a quelli di una batteria acustica.

Save

Una volta che il ritmo creato vi conviene non spegnete la drum machine prima di aver premuto il tasto save altrimenti tutto il lavoro andrà perso. Ricordate che anche dopo aver salvato la base, potete sempre modificarla successivamente.

 

 

 

Ultimo aggiornamento: 19.04.24

 

Principale vantaggio

Il mixer ha indubbiamente un buon rapporto tra qualità e prezzo, ha tante funzioni interessanti e dà modo agli aspiranti DJ di farsi le ossa. Molto bene anche la qualità costruttiva sia dal punto di vista dell’elettronico.

 

Principale svantaggio

Per un uso “impegnativo” con il giradischi non va bene, tutt’al più può servire a questo scopo nell’ambito di piccole feste private. Gli slider, inoltre, sono troppo morbidi.

 

Verdetto 9.7/10

Il mixer Behringer è tra quelli con il miglior rapporto qualità/prezzo, crediamo che per un principiante sia tra le migliori scelte possibili. Totalmente inadatto, invece, per un impiego professionale.

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DESCRIZIONE CARATTERISTICHE PRINCIPALI

 

Un mixer con tanti strumenti creativi

Quando si è alla ricerca di strumentazione con buon rapporto qualità/prezzo, Behringer è uno dei primi nomi a saltare fuori. Questo produttore, infatti, è famoso per i suoi entry level e le svariate soluzioni low cost. Per tale ragione nel decidere quale mixer economico proporvi abbiamo immediatamente dato una spulciata al catalogo Behringer. 

Il nostro occhio è immediatamente caduto sul DDM 400, un digital DJ mixer a 5 canali a 32 bit che non lesina in fatto di strumenti creativi. Il mixer  ha un campionatore sincronizzato, quattro sezioni multieffetto e due contatori BPM. Ancora, c’è un crossfader digitale e funziona come controller MIDI per qualsiasi software dedicato ai DJ. 

Cinque canali

Dopo questa breve panoramica, entriamo nel dettaglio. I cinque canali sono indipendenti. Quelli da 1 a 4 sono stero e assegnabili al crossfader. Sono poi dotati di equalizzatori digitali a tre bande e si possono monitorare con le cuffie attivando l’interruttore PFL che trovate sopra al fader. Il quinto canale è dedicato al microfono, a riguardo ci sono due ingressi Mic XLR. La funzione Talk attenua il volume dei canali stereo in questo modo la voce sovrasta la musica ed è ben udibile. Al canale Mic non manca una sezione per gli effetti. 

Agli utenti è parecchio piaciuto il campionatore sincronizzato che permette di registrare uno spezzone audio e mandarlo in loop, senza che si verifichi una perdita di ritmo. Nel momento in cui la traccia è riprodotta in loop, l’utente può cambiare disco e magari mettere in coda d’ascolto i successivi brani. Sul fronte degli effetti segnaliamo il bit crusher, il delay, il riverbero e il pitch shift.

 

Solo per uso amatoriale

Bisogna sottolineare come questo mixer sia per uso amatoriale, nonostante in alcune descrizioni che potreste trovare online qualcuno tende a farlo sembrare un mixer che possa persino fare al caso di una discoteca. Ebbene, stiamo calmi e non esageriamo. 

È vero, anche da un punto di vista strutturale il mixer appare solido,anzi, non appare, lo è tuttavia i limiti ci sono a cominciare dalla meccanica degli slider che secondo gli utenti più esperti si sono dimostrati essere troppo morbidi. Se possibile la delusione è maggiore alla fatidica prova del vinile, qui emerge il carattere amatoriale del mixer. 

In altre parole se volete collegare il vostro giradischi per una piccola festa privata, ci sta come soluzione ma per chi si esibisce a certi livelli, non va bene. Infine il Behringer non ha un buon rapporto segnale/rumore: alzando troppo il master si ottiene un suono “sporco”.

 

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Ultimo aggiornamento: 19.04.24

 

Principale vantaggio

È un mixer che, pur costando poco, dimostra di avere buone qualità. Il fatto che sia compatto e leggero ne facilita il trasporto e questo è sempre un bene per chi si sposta spesso per suonare in giro.

 

Principale svantaggio

Gli effetti sono una grossa delusione, appena percepibili, quello per la voce è stato il più criticato dai clienti. Deludente anche la potenza del segnale in uscita per le cuffie.

 

Verdetto: 9.6/10

È un buon mixer sebbene debba restare confinato a un utilizzo dilettantistico. Costrutto con buoni materiali, sa dare il suo contributo anche in piccoli contesti live come un piano bar o un karaoke.

 

 

 

 

DESCRIZIONE CARATTERISTICHE PRINCIPALI

 

Per principianti

Come prima cosa vogliamo mettere in chiaro un punto molto importante per noi: a discapito del nome scelto da Alto, questo mixer non è professionale o almeno non lo è per noi. Perché si scelga di usare nomi fuorvianti resta un mistero. Non perdiamo altro tempo su queste questioni e andiamo al sodo.  

È un mixer realmente compatto, perfetto per essere trasportato. Dotato di cinque canali può essere impiegato in piccoli contesti live, pensiamo al classico duo. Ma torniamo sui canali per svelare qualche dettaglio in più. Ce n’è un mono dotato di ingresso microfonico, uno con ingresso bilanciato TRS ed equalizzatore a due band, altri due stereo TRS con ingressi bilanciati. Non è ancora finita perché c’è anche un ingresso a due tracce che dà modo di collegare un lettore musicale esterno. 

Quanto agli ingressi è possibile la configurazione rapida di un sistema audio, c’è modo di collegare microfoni sia dinamici sua a condensatore e persino wireless. Agli ingressi stereo possono essere collegate tastiere o altri strumenti. L’ingresso CD/Tape serve al collegamento di un lettore MP3 o Compact Disk. Per quanto riguarda le uscite, oltre a quelle principali, segnaliamo una dedicata alla registrazione, quella per le cuffie e una AUX.

Effetti appena percepibili

Non possiamo negare che una delle più grosse delusioni sia da parte nostra che di tanti utenti riguarda gli effetti che questo mixr promette. Che dire, le promesse non sono mantenute perché gli effetti sono appena percepibili, quello per la voce, poi, è particolarmente bersagliato dagli utenti rimasti delusi. Qui emerge con forza il livello amatoriale del mixer, inutile girarci intorno. 

Secondo problema: il segnale che esce dalle cuffie è imbarazzante per quanto è basso. A completare il trittico delle lamentele più gettonate è l’assenza delle istruzioni in italiano. Ora, siccome noi non siamo clienti di serie B e gli articoli li paghiamo tanto quanto li pagano i clienti delle altre nazioni che, invece, trovano le istruzioni nella loro lingua, ci sembra uno sgarbo. Ma chiudiamo qui la parentesi polemica, anche perché una cosa del genere non è la prima volta che capita e tanto meno sarà l’ultima.

 

Buon rapporto qualità/prezzo

Nonostante i problemi evidenziati nel paragrafo precedente siamo comunque convinti che il mixer Alto abbia un buon rapporto qualità/prezzo. Ad esempio, a far riguadagnare terreno c’è la elevata headroom con un basso rumore di fondo, il tutto a vantaggio di un range dinamico completo per ogni mix. 

È sicuramente una nota positiva il fatto che il pannello di comando e le manopole sono sono codificati a colori per un riconoscimento immediato anche quando c’è poca luce (attenzione, questo non vuol dire che siano illuminati). Troviamo comunque degli indicatori a LED per l’alimentazione phantom, i livelli di uscita e di picco. Non ci dispiace la qualità dei materiali, sempre tenendo conto del basso costo che caratterizza il mixer Alto.

 

 

 

 

Ultimo aggiornamento: 19.04.24

 

Principale vantaggio

Con i suoi dodici canali si può tranquillamente far fronte tanto alle esigenze che si presentano in piccoli contesti live sia in uno home studio recording. La sezione effetti è ottima e la qualità dei materiali di livello superiore.

 

Principale svantaggio

L’unico aspetto poco convincente da segnalare, anche tanto grave a essere sinceri, è il suo peso: sei chilogrammi non sono pochi da trasportare e si fanno sentire.

 

Verdetto 9.8/10

Ottimo rapporto qualità prezzo per un mixer che pur non essendo professionale è un valido strumento, che si presta egregiamente sia per l’uso durante piccoli live sia in uno studio di registrazione casalingo.

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DESCRIZIONE CARATTERISTICHE PRINCIPALI

 

Interfaccia intuitiva

Siamo certi che molti di voi conosceranno il marchio Soundcraft, non fosse altro che per la sua storia ultra trentennale durante la quale ha accompagnato tanti professionisti nel loro lavoro di fonici, compositori e musicisti. Ora non fatevi spaventare perché il mixer che vi stiamo proponendo è stato progettato con il chiaro intento che potesse essere utilizzato anche da chi ha da poco cominciato ad approcciarsi a questo tipo di dispositivi. 

Certo, è innegabile che all’inizio ci si possa sentire un po’ spaesati ma è una sensazione che passa subito. Siamo certi che dopo il breve periodo di ambientamento converrete con noi che l’interfaccia utente sia intuitiva ed efficiente. 

Come processore troviamo l’AudioDNA, un nome di certo non nuovo per chi conosce le apparecchiature Digitech e Lexicon. Ma quanti canali ha questo mixer? Sono dodici, insomma è perfetto per delle piccole serate live. Ciò fa capire che non è un prodotto professionale ma neanche un giocattolo: diciamo che è un ottimo strumento intermedio.

Sezione effetti

Affrontiamo ora un tema tutt’altro che secondario sebbene trovi spazio soltanto nel secondo paragrafo, ma avevamo bisogno di fare una introduzione che mostrasse fin da subito il quadro generale, per poi scendere in alcuni dei dettagli più importanti, come la sezione effetti. Ok, abbiamo la vostra attenzione, procediamo. Abbiamo dodici varianti di ingresso mono ciascuno con due canali stereo e un “effects send” su ogni canale. A disposizione dell’utente ci sono 32 effetti (sono contenuti in due banchi da 16 con locazione memorizzabile in base alle proprie preferenze) con funzione Tap Tempo. 

Soffermiamoci un attimo qui per far capire a tutti di cosa parliamo. Qui siamo nella sezione dei controlli Delay, in pratica posizionando la relativa manopola a ore 12, le ripetizioni del suddetto delay si sincronizzano all’indicatore del LED tempo, il valore di partenza della nota è di ¼. Ora, valori inferiori comportano ripetizioni più veloci, con valori maggiori, invece aumenta il tempo tra le ripetizioni. 

Tornando ad aspetti più generali della sezione effects, ci sono tre controlli per i parametri degli effetti e la funzione per memorizzare le impostazioni degli effetti che sono stati pensati per essere adeguati sia alle applicazioni di sound reinforcement in sede live sia per l’home recording. Parliamo di effetti versatili e di qualità di immediato accesso grazie ai controller presenti sul pannello frontale. 

 

Struttura solida

La qualità di un mixer si vede anche dalla solidità della struttura. Qui la qualità costruttiva è buona non soltanto dentro in termini di componenti elettriche e circuiti vari ma anche fuori. Da questo punto di vista ha ben poco da invidiare a mixer di fascia superiore. È compatto e questo è un altro vantaggio da non sottovalutare. 

Siccome qui di plastica ce n’è poca, inevitabilmente il mixer non può essere una piuma e se da un lato i suoi 6 kg contribuiscono a dare stabilità, dall’altro complicano un po’ il trasporto. Se sapete già che dovrete portarlo sovente in giro con voi, tenetene conto e magari valutate l’acquisto di una borsa confortevole per semplificare l’operazione. Tuttavia il suo peso “impegnativo” è l’unico aspetto negativo, se così si può definire, di una consolle per la quale c’è ben poco da lamentarsi anche perché il prezzo è vantaggioso e dunque un altro degli aspetti da annoverare tra quelli positivi.

 

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Ultimo aggiornamento: 19.04.24

Principale vantaggio

La voce che viene fuori da questo Shure SM58 è calda e nitida e la fonte sonora è ben isolata; questo significa che non vengono amplificati i rumori di fondo. La qualità costruttiva è ottima con materiali realmente robusti  pronti a fronteggiare qualsiasi stress. Il microfono funziona bene anche in presenza di vento.

 

Principale svantaggio

Non presenta grossi difetti, certo questo modello non ha l’interruttore che potrebbe servire soprattutto a chi parla in pubblico piuttosto che cantare, inoltre i bassi sono un po’ accentuati ma che sia un difetto o meno dipende dai gusti personali.

 

Verdetto 9.8/10

Microfono dall’ottimo rapporto qualità/prezzo che pur non essendo un top gamma può trovare facile impiego anche presso quanti girano in tour con la propria band. È molto resistente e performante, se l’assenza dell’interruttore non è un problema per voi, non ci sono motivi per non comprarlo.

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DESCRIZIONE CARATTERISTICHE PRINCIPALI

 

Microfono dinamico unidirezionale

In fatto di microfono Shure ha ben pochi rivali, non a caso è un marchio scelto da tantissimi professionisti che ne riconoscono l’ottima qualità ed affidabilità. Per quanto ci riguarda non abbiamo dubbi sul fatto che una volta provato un prodotto dell’azienda americana con sede a Chicago non si cambia più, tanta è la soddisfazione. Vista la premessa era impossibile per noi esimerci dal proporvi un microfono targato Shure. 

Non abbiamo pescato tra quelli top gamma preferendo qualcosa di semiprofessionale ma comunque ottimo in modo che non dobbiate spendere troppo denaro. Andiamo a vedere cosa ha da offrire lo SM58 LCE. È un microfono dinamico unidirezionale cardioide, questo ci fa capire subito che è adatto sia per esibizioni dal vivo sia in studio perché non capta i rumori di fondo. 

Voce calda e nitida

La voce risulta calda e nitida, forse i bassi sono un po’ accentuati ma questo può essere un pregio o un difetto a seconda delle preferenze di ciascun utente. Soffermiamoci un attimo sulla caratteristica cardioide, questa è uniforme ed isola ottimamente la principale sorgente sonora riducendo, al tempo stesso, il rumore di fondo. Da segnalare anche l’ottimo supporto antishock pneumatico che inibisce il rumore conseguente alla manipolazione del microfono.

I filtri anti pop e antivento sono molto efficaci, il che significa che è possibile sfruttarlo anche all’aperto senza preoccuparvi. A proposito, quasi dimenticavamo di dirvi che ha una risposta in frequenza da 50 a 15.000 Hz. Aggiungiamo un particolare giusto per quei pochi che non conoscono il marchio Shure che il microfono è molto solido, costruito con materiali ottimi.

In molti tra coloro che hanno avuto già occasione di provarlo, lo suggeriscono anche per l’utilizzo per la registrazione dell’audio per i video o per i podcast. Insomma, la versatilità d’uso è di quelle che non deludono. 

 

Robusto

Lo abbiamo detto nel primo paragrafo, non è il top gamma di Shure come potrebbero essere i microfoni della serie KMS, giusto per intenderci, ma questo non esclude che possa essere usato dal vivo anche per esibizioni di una certa importanza. Dopotutto le sue caratteristiche di accentuare la nitidezza e il calore della voce ne fanno un valido strumento in contesti del genere e va bene anche per i cori. 

Ma il microfono in esame può reggere all’uso intensivo di una tournèe piuttosto che di qualche sporadica esibizione? Secondo noi sì e lo diciamo perché certi della bontà strutturale del prodotto che, anche se sballottato a destra e manca, non perde colpi. Cosa manca? Beh potremmo dire che il modello in questione è privo di interruttore, perciò se lo ritenete indispensabile date un’occhiata allo SM58SE praticamente lo stesso modello ma con questa lacuna colmata. 

Di serie trovate un adattatore per asta antirottura che ruota a 180°. La presa offerta dal microfono è buona, non scivola di mano è reggerlo è molto comodo. Il rapporto qualità/prezzo è buono se non di più, anche se in assoluto non lo possiamo definire un prodotto economico. Mai come in questo caso, però, la soddisfazione e la qualità giustificano l’esborso superiore. Crediamo che sia uno di quei microfoni  che possano durare a lungo nel tempo senza dare alcun problema di sorta e garantendo sempre delle performance di alto livello.

 

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Ultimo aggiornamento: 19.04.24

 

Principale vantaggio

Fondamentalmente questo microfono ha un buon rapporto qualità/prezzo, è compatibile con tutti i sistemi operativi ed è Plug & Play, il che si traduce in una grande semplicità d’uso. Aggiungiamoci un design che non dispiace, soprattutto se si ha un debole per gli oggetti vintage.

 

Principale svantaggio

Il vero problema del microfono Meteor Mic è rappresentato dai rumori di fondo che vengono catturati fin troppo facilmente; è difficile creare le condizioni adatte affinché il problema non si avverta, così come è indispensabile l’uso di un filtro anti pop (che non troverete nella confezione). La presenza di un accessorio del genere avrebbe fatto molto comodo.

 

Verdetto 9.6/10

Il Meteor Mic è un buon entry level, gli aspiranti YouTuber che stanno acquistando tutta l’attrezzatura necessaria e devono fare i conti con il proprio budget possono cominciare con questo modello, così da garantirsi performance discrete e non incidere troppo sulle spese.

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DESCRIZIONE CARATTERISTICHE PRINCIPALI

 

Entry level

Il mercato dei microfoni è abbastanza affollato in termini di offerte più o meno convenienti, ci riferiamo in particolare a quelli per il computer, del resto tra videochat, video tutorial su YouTube e podcast vari, la richiesta è aumentata vertiginosamente. Quali caratteristiche deve avere un microfono adatto per esempio a chi si dedica a realizzare video per YouTube oppure i suddetti podcast? 

Sicuramente deve essere un microfono da tavolo poi va da sé la buona qualità ma qui c’è da fare i conti con il budget. Il Samson Meteor Mic è un microfono da tavolo pensato proprio per i succitati casi. È di tipo a condensatore cardioide, è un entry level quindi non aspettatevi prestazioni top ma neanche deludenti. 

Per come la vediamo noi è perfetto per chi, anche in virtù di un budget limitato, sta mettendo insieme la sua attrezzature per cominciare l’attività di produzione video, anche magari per esibirsi in prove canore e musicali mentre per delle semplici videochat su Skype o Zoom è anche troppo.

Plug & Play

È un microfono per tutti nel senso che chiunque può servirsene senza la minima difficoltà: la cosa più complicata da fare sta nel collegare il cavo USB e questo dice tutto. Non preoccupatevi di quale sistema operativo sia dotato il vostro computer, la compatibilità di Meteor Mic è totale sia con OS Windows sia Mac. Volete ascoltare in cuffia il vostro interlocutore? Nessun problema, c’è l’uscita audio del microfono così come c’è un LED che vi informa se è acceso oppure spento. 

Ma veniamo a un punto fondamentale: com’è la qualità dell’audio, come giunge la vostra voce all’ascoltatore? Allora, in determinate condizioni la qualità audio potrebbe essere buona, quali sono queste condizioni? Di assoluto silenzio eccetto voi che parlate. Fondamentalmente qual è il problema? I rumori di fondo, compresi quelli provenienti dalla scrivania dove si trova appoggiato il microfono. Per esempio se con un piede colpite la scrivania, il Meteor Mic rileva e amplifica il rumore. 

Capirete, pertanto, che un microfono sensibile ai rumori di fondo non può garantire un audio pulito poiché è difficile creare le condizioni ideali. Quanto appena detto, però, non cambia la nostra idea iniziale ovvero che, tenendo conto del suo costo, resta comunque un buon dispositivo audio.

 

Bel design ma matriali modesti

Il design a capsula è carino, ha uno stile vintage che fa proprio una bella figura e che piacerà indubbiamente a quanti sono attratti da tutto quello che ricorda le epoche passate. La struttura è in metallo cromato. Il supporto a treppiedi, invece, istiga a dire qualche parolaccia poiché si allenta di continuo, il che è una cosa abbastanza fastidiosa. 

Zero gli accessori presenti nella confezione di vendita e dobbiamo dire che tale mancanza ci ha delusi, anche perché, come voi stessi vi renderete conto, per sfruttare al meglio il microfono vi servirà un buon filtro anti pop. Su questo problema non sono mancate le lamentele e tanti utenti hanno ritenuto, visto il problema evidente, che il filtro sarebbe dovuto essere incluso nel prezzo. A volte basta poco per rendere migliore un prodotto, una piccola attenzione nei confronti dei clienti che secondo noi è doverosa, soprattutto perché stiamo parlando di un accessorio del valore di pochi euro.

 

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