È un microfono molto versatile, può essere collegato con tantissimi modelli di fotocamera e anche con gli smartphone. Il corpo in metallo è molto robusto ed è dotato di accessori. Aspetto non secondario, le sue dimensioni compatte fanno sì che il VideoMicro non invada l’inquadratura.
Principale svantaggio
Non dà un apporto significativo ai microfoni integrati nelle fotocamere di buon livello, risultati significativi si hanno solo con smartphone e reflex entry level. Si avvertono rumori di fondo e con il filtro antivento il microfono flette troppo in avanti.
Verdetto 9.7/10
Come microfono entry level non è male, compatto e leggero (poco più di 40 grammi di peso) fa fare un salto di qualità dell’audio degli smartphone ma è inutile con fotocamere di fascia medio/alta.
Siamo rimasti abbastanza soddisfatti della versatilità dimostrata dal Rode, decisamente un buon microfono entry level. La sua versatilità è data dai possibili impieghi, in pratica può essere collegato a una infinità di modelli di fotocamere, in particolare action camera, ma anche agli smartphone. In questo modo si potenzia la capacità dei telefoni di catturare l’audio e possono essere così usati anche per intervistare qualcuno, giusto per fare un esempio.
Il VideoMicro non ha bisogno di batterie o di settaggi ed è Plug & Play: basta collegarlo al dispositivo e si comincia, senza doversi perdere in fastidiose perdite di tempo nel menù delle impostazioni. A proposito, in alcuni casi potrebbe essere necessario un adattatore.
Uno degli aspetti che più potrebbero preoccupare i clienti è l’invasività del microfononel senso del rischio che l’oggetto possa finire nell’inquadratura. Vogliamo tranquillizzare tutti perché il VideoMicro è sufficientemente compatto da rendere impossibile una situazione del genere, perciò le vostre riprese saranno prive di oggetti ingombranti e fastidiose “invasioni” di campo.
Accessori
l microfono è pensato per le riprese on the road, infatti tra i suoi accessori ha un filtro antivento. Certo, a guardarlo bene dà la sensazione di aver trafitto un grosso topo! Questo per dire che l’effetto visivo è proprio brutto ma ne riconosciamo l’efficacia e per noi la praticità è una qualità non secondaria. Continuando con gli accessori, è compreso anche il supporto. Che ci sia è sicuramente bene ma questo non può esimerci dallo esprimere qualche perplessità. Perplessità che oltretutto non sono solo nostre, anzi, sono abbastanza diffuse tra i clienti entrati in possesso del microfono.
Ma esattamente qual è il problema, cosa non convince né noi né i vari clienti che l’hanno già acquistato? Sicuramente i materiali del supporto: è tutto troppo fragile ma soprattutto eccessivamente flessibile. Soprattutto quando si usa il filtro antivento, il microfono si flette in avanti, cosa che ha dato parecchio fastidio agli utenti. Una certa contrarietà è conseguenza anche dell’assenza di un cavo adattatore per lo smartphone da TRS (ovvero il tradizionale jack stereo) a TRRS (quello a quattro contatti con segnale per il microfono).
Robusto
Il corpo del microfono è in metallo e, a differenza del succitato supporto, dà sicuramente maggiori garanzie in termini di robustezza. Interessante notare come il fatto che il corpo sia in metallo non incida negativamente sul peso del microfono (incrementandolo).
Veniamo alla qualità audio. Lo abbiamo detto, si tratta di un entry level, perciò si ottengono buoni risultati ma sinceramente siamo parecchio lontani dall’eccellenza. Ci pare giusto affermare, poi, che molti non hanno notato grosse differenze in merito all’audio della loro reflex con e senza il microfono in questione.
Questo ci porta a fare una riflessione: se avete una fotocamera buona, che ha un microfono integrato discreto, evidentemente non ha senso spendere denaro per questo VideoMicro perché, se miglioramenti audio ci sono, sono comunque minimi. Una buona fotocamera, pertanto, ha bisogno di un microfono migliore e naturalmente più costoso, insomma, qualcosa che sia di più di un entry level.
Restando sempre in tema audio, il microfono cattura anche i rumori di fondo, dunque prestate una certa attenzione e cercate – per quanto possibile – di limitarli al massimo. Ricapitolando, il VideoMicro è sicuramente ottimo per gli smartphone e buono per le fotocamere entry level mentre è quasi inutile per quelle di livello superiore.
La qualità audio che si ottiene è molto buona sia durante le dirette streaming sia quando si registra un’intervista o un commento audio. Il filtro antipop svolge bene il suo lavoro e il profilo in metallo conferisce al microfono la necessaria robustezza.
Principale svantaggio
Non possiamo accettare che un microfono così costoso rifili un supporto da tavolo evidentemente inadeguato. Sono troppe le persone che lamentano la sua rottura, il che ci fa concludere che la qualità sia modesta. Serve decisamente altro, anche alla luce del fatto che il microfono pesa oltre 500 g. A proposito, una volta montato il filtro antipop e il supporto per il tavolo, il prodotto diventa abbastanza ingombrante.
Verdetto 9.8/10
Pur rimanendo perplessi a causa della fragilità del supporto, il nostro giudizio sul microfono non può che essere positivo. Versatile, assicura buon performance sia live sia quando si registra, il discorso non cambia sia che usiate il microfono per cantare, suonare uno strumento oppure per la sola voce parlata.
Dalla nostra analisi del Rode NT USB è emersa con forza la sua grande versatilità. Ci potete fare un sacco di cose e sempre con buoni risultati, che voi siate YouTuber, podcaster, o musicisti che vogliono registrare la voce e magari anche qualche strumento acustico, non si resta delusi. A proposito la buona qualità si ha non solo quando si registra ma anche nelle dirette live streaming.
Certo, non è un microfono economico ma le prestazioni ripagano dell’investimento. Ha il monitor incorporato con uscita audio per le cuffie e il potenziometro del volume. Ci sono utenti che hanno lamentato un po’ di latenza in cuffia ma pare che il problema sia risolvibile modificando alcuni settaggi.
Certo, la cosa può portare via un po’ di tempo e magari scoraggiare i meno esperti ma familiarizzando con il programma che normalmente usate per la registrazione, verrete sicuramente a capo del problema qualora dovesse presentarsi. Un’altra lamentela che abbiamo registrato riguarda l’assenza di un interruttore. È un microfono sensibile, quindi è vivamente consigliato l’uso in un ambiente adeguatamente isolato.
Accessori (sia di qualità sia modesti)
Oltre al microfonosono presenti un paio di accessori, alcuni ci hanno convinto, altri meno. Cominciamo da cosa ci è piaciuto. Il filtro antipop è sicuramente efficace tanto è vero che quando è montato non si verifica il fastidioso effetto. Che altro c’è? L’aggancio per microfonica regolabile, un sacchetto antipolvere e un cavo USB da 6 metri.
Abbiamo invece lasciato per ultimo uno dei punti deboli di questo microfono. Si tratta del supporto da tavolo e, se volessimo contare tutte le lamentele in merito, non la finiremo più. Cominciamo col dire che è realizzato con materiali che definire economici è poco. Il problema non è neanche la stabilità bensì la resistenza, a tante gente si è rotto anche agendo con la dovuta cautela.
Ora, considerando che parliamo di un microfono abbastanza costoso, che magari non sarà professionale ma sicuramente non è neanche un entry level, è lecito aspettarsi la buona qualità per ogni singolo componente, e il supporto da tavolo non è certo un accessorio secondario se si pensa che fondamentalmente la maggior parte dei clienti usa il microfono proprio appoggiandolo sul tavolo. Peccato.
Semplice da usare
Non c’è nulla di complicato nell’usare il Rode: basta collegare il cavo al computer indipendentemente che sia un Mac oppure un PC (non ci sono driver da scaricare e installare) e se volete usarlo con il vostro iPad, vi basta procurarvi il kit USB camera connection. Il microfono permette di collegare senza difficoltà le cuffie e ascoltare così direttamente l’audio, senza alcun fastidioso ritardo. L’apparecchio dispone anche del controllo per il volume.
Siamo certi che resterete soddisfatti, quando toccherete con mano il microfono, della sua robustezza. Ha il profilo in metallo e il peso di 520 g si sente tutto (anche per questo motivo, evidentemente, serviva un supporto da tavolo più resistente; invece così rischia di cedere sotto il peso del microfono). Le dimensioni sono generose, diciamo pure che è ingombrante, soprattutto quando montate il supporto e il filtro antipop, perciò assicuratevi di avere spazio a sufficienza sulla vostra scrivania.
https://lachitarrafelice.it/wp-content/uploads/2020/04/2.Rode-NT-USB.jpg467900Vincenzohttps://lachitarrafelice.it/wp-content/uploads/2020/08/lachitarrafelice-white-bg-png-300x98.pngVincenzo2020-04-28 17:19:212021-02-28 19:43:31Rode NT USB – Recensione
La qualità audio è ottima, otterrete un suono pulito in tutte le condizioni di lavoro, anche quelle estreme. È dotato di due custodie ma quella che realmente merita menzione è la tubolare in alluminio che si chiude perfettamente da entrambi i lati. In questo modo non c’è verso che entra neanche una goccia d’acqua e la protezione è assicurata anche dagli eventuali urti.
Principale svantaggio
Cercare difetti in questo microfono è praticamente una perdita di tempo, ciò non vuol dire che non ci siano aspetti negativi. Per la precisione, però, parliamo al singolare perché l’unico problema dello NTG3 è il prezzo: costa davvero tanto.
Verdetto 9.9/10
Se operate nel mondo del cinema, lavorate in TV o vi serve comunque un audio pulito e professionale per i vostri progetti audio/video, l’NTG3 vi soddisferà e non rimpiangerete per un solo istante il denaro speso per questo microfono di alto livello.
Rode è certamente tra i produttori più famosi in fatto di microfoni. Che si tratti di dispositivi entry level oppure di top gamma, come nel caso dello NTG3, si ha sempre la garanzia di comprare buoni prodotti. Buono, per non dire ottimo, è a nostro avviso questo modello.
Ma a chi si rivolge lo NTG3? Innanzitutto ai professionisti che operano nel mondo del cinema e della TV ma anche a quanti sono alla ricerca di una qualità audio ad alta risoluzione per i suoi progetti. Esattamente che tipo di microfono è? Si tratta di un modello a fucile super cardioide che può essere usato anche all’esterno, compreso quando il tempo è inclemente e con la pioggia.
La tecnologia RF-Bias assicura una resistenza quasi totale all’umidità. Per quanto riguarda l’alimentazione, il microfono funziona esclusivamente con quella phantom a 48V, quanto all’uscita è la XLR a 3 pin.
Costruzione solida
Alla sua costruzione solida fa da contraltare un peso incredibilmente ridotto, si superano a stento i 160 grammi, il che è indubbiamente un innegabile valore aggiunto. I materiali sono ottimi, se ne ha l’impressione appena si ha il microfono tra le mani. Il dispositivo è costruito in ottone.
Ha un diagramma polare chi si rivela di grande precisione: indipendentemente che il microfono sia usato su un’asta telescopica oppure su una videocamera, si ottiene sempre un suono pulito. Che dire del classico rumore di maneggiamento? È ridottissimo (13dBA) nonostante il Rode NTG3 abbia un’alta sensibilità. Ciò fa capire ancora una volta, se mai ce ne fosse bisogno, il carattere prettamente professionale di questo microfono che non ha deluso nessuno grazie alle sue performance di alto livello.
Ottima custodia
È un microfono di gran valore (e naturalmente parecchio costoso) per tale ragione va tenuto al riparo da incidenti e Rode lo sa bene. Proprio per evitare spiacevoli inconvenienti ha fornito, compresa nel prezzo, una custodia di altissimo livello. Questa è realizzata in alluminio, è di forma cilindrica ed è sigillata su entrambi i lati; offre la protezione massima dagli agenti atmosferici.
Invitiamo i nostri lettori a non sottovalutare il dettaglio appena descritto perché dà la misura della bontà del prodotto e dell’impegno di Rode nel mettere a disposizione dei clienti un dispositivo che sia professionale in tutto. Del resto l’azienda australiana è così sicura dello NTG3 che lo garantisce per ben 10 anni.
Ma oltre all’ottima custodia, e naturalmente al microfono, cos’altro troviamo nella confezione? Un filtro antipop, un ottimo supporto per il microfono e una seconda custodia questa però è morbida, anche se adeguatamente imbottita. Abbiamo detto praticamente tutto sul microfono Rode, ci resta solo da aggiungere che è disponibile in due colori: potete scegliere tra il nero e (in questo caso dovete scegliere il modello NTG3B) e il satin nickel che è appunto il modello che vi abbiamo proposto.
Sono davvero tanti i punti di forza per l’accordatore, tra questi c’è sicuramente la precisione e la velocità nel rilevare la nota suonata, la quale può essere accordata secondo tre modalità che sono la polifonica, la cromatica e la strobe. La qualità dei materiali è di altissimo livello mentre il display è ottimamente leggibile in tutte le condizioni di luce.
Principale svantaggio
Secondo noi il problema principale dell’accordatore è il suo costo che è di molto sopra la media di tanti altri accordatoria clip, c’è da aggiungere poi che la funzione polifonica non è compatibile con il basso quindi chi suona questo strumento si trova a essere un po’ penalizzato rispetto ai chitarristi pur dovendo sostenere la medesima spesa.
Verdetto 9.9/10
Per noi il TC Electronic PolyTune è un ottimo accordatore. Può tranquillamente soddisfare le esigenze dei professionisti, è robusto, compatto ma con un display ampio poiché sfrutta tutta la superficie disponibile. Siamo certi che una volta acquistato diventerà compagno inseparabile delle vostre session musicali non soltanto in studio o a casa ma anche dal vivo.
Quello di TC Electronic è un accordatore famosissimo, soprattutto nella sua versione a pedale. È un dispositivo usato da tanti professionisti, ciò che non tutti sanno è che esiste anche una versione a clip ottima per gli strumenti acustici e non solo.
Il PolyTune Clip è un accordatore per chitarra con tre modalità di accordatura: polifonica, cromatica e strobe, indipendentemente da quella scelta il risultato è sempre ottimo con una precisione (parliamo di un margine di errore irrisorio) e velocità nel rilevare le note impressionanti. Anche il passaggio da una modalità all’altra è immediato. Dobbiamo precisare, soprattutto ai bassisti che ci stanno leggendo, che la funzione polifonica non è disponibile per il basso ma siamo certi che la bontà dell’accordatore farà soprassedere su questo problema, ad ogni modo non ci sono problemi di compatibilità con le restanti due modalità.
È un accordatore perfetto da usare tanto in studio quanto su un palco per un’accordatura veloce. Chiaramente ben si presta anche in fase di setup quando magari c’è da regolare l’intonazione dello strumento, anche in questo caso la precisione è massima.
Display ampio ma accordatore compatto
Non fatevi ingannare da alcune fotografie che potreste trovare online, l’accordatore è compatto, discreto, non è invadente sulla paletta. Le dimensioni piccole non si ripercuotono sul display che sfrutta tutta la superficie per una lettura agevole anche al buio grazie agli indicatori a LED. Il display ruota ma non a 360°, questo secondo noi è un piccolo limite che, pur se trascurabile, abbiamo ritenuto opportuno segnalare in quanto la cosa è emersa in alcune recensioni scritte dagli utenti.
Dobbiamo assolutamente dire qualcosa sui materiali, qui siamo su livelli alti, anzi, altissimi ma chi conosce già TC Electronic non se ne meraviglia, è anche qui che l’accordatore si differenzia dalla miriade di clip tuner che affollano il mercato, giocattoli di plastica fragile nella maggior parte dei casi. Qui, invece, non c’è traccia di plastica ma una lega di metallo molto resistente. La qualità costruttiva è un altro indice della bontà di questo prodotto che si conferma ottimo per un utilizzo professionale.
Costoso
Nel corso della nostra recensione abbiamo ribadito in più di un’occasione che l’accordatore è professionale. Perché lo abbiamo fatto? Non certo perché ci piace ripeterci ma per prepararvi adeguatamente a quanto stiamo per dirvi: si tratta di un dispositivo molto costoso (anche se parliamo di cifre nella disponibilità di gran parte della gente), un investimento probabilmente eccessivo per chi la chitarra la strimpella.
Del resto la precisione, la velocità di riconoscimento della nota e la qualità dei materiali sono doti che richiedono il pagamento di un prezzo adeguato, poi è chiaro che a far salire il costo c’è anche il marchio ma le prestazioni offerte da questo accordatore sono innegabilmente di alto livello.
Magari sarebbe stato il caso di prestare un po’ di cura in più nel redigere le istruzioni che come fanno notare alcuni clienti, sono striminzite e poco chiare. Ad ogni modo ci teniamo a precisare che l’uso dell’accordatore non è complicato.
È un accordatore molto preciso, affidabile e anche veloce. Dotato di un ottimo display a retina con sensore di luminosità, è perfettamente visibile in tutte le condizioni di luce. L’utente può scegliere tra tre sistemi di accordatura: polifonica, cromatica e strobe. A proposito, accordatore non si limita all’accordatura standard ma anche a quelle speciali come Drop D e altre, inoltre è compatibile con la chitarra a sette corde.
Principale svantaggio
È un accordatore costoso, oltretutto l’alimentatore non è compreso e anche questo ha un prezzo non indifferente se sommato a quello del Polytune. La funzione polifonica non è compatibile con il basso e a differenza del modello successivo (ovvero il Polytune 3), non comprende il Bonafide Buffer che azzera la degradazione del segnale tipica di cavi molto lunghi, quindi se li usate tenetene conto.
Verdetto 9.9/10
Pur non essendo l’ultimo arrivato in casa TC Electronic riteniamo il Polytune 2 uno strepitoso accordatore degno di far parte della strumentazione di un professionista. È solido e preciso come pochi. Consigliato a chiunque suoni ad alti livelli ed è in cerca dell’accordatura perfetta sempre e comunque.
Se andate a spulciare tra la strumentazione di chitarristi affermati non è difficile che possiate trovare questo accordatoreche ha saputo conquistare la fiducia di tanti professionisti delle sei corde. I motivi principali di tanto successo successo sono la velocità e la precisione con la quale viene riconosciuta la nota; sappiamo tutti quanto sia importante per chi suona ad alti livelli che lo strumento sia sempre perfettamente accordato e se il Polytune 2 vi dice che quella nota è un Mi leggermente ascendente, potete scommetterci che è così.
Ma a parte la precisione e la velocità cos’altro distingue il Polytune 2 da un accordatore per chitarra professionale di altra marca? Beh questo è polifonico (chiaramente non è l’unico accordatore polifonico esistente al mondo) ma ha anche la modalità strobe.
In definitiva potete accordare una corda alla volta, tutte assieme (non con il basso) oppure usare la modalità strobe che assicura la precisione massima con un margine di errore di +/- 0.01 centesimi, praticamente nulla. Ora capite perché questo pedale è di livello professionale?
Ottimo display
Se magari avete già posseduto il precedente Polytune non vi sfuggirà la differenza con il display a retina del Polytune 2, la sua luminosità, ne siamo certi, vi piacerà. Lo schermo è ottimamente leggibile in tutte le condizioni di luce e su un palco si trova a proprio agio. L’accordatore, poi, ha un sensore per la luce ambientale quindi da solo regola la necessaria quantità di luminosità.
Non solo accordatura standard con questo dispositivo ma anche ad esempio Drop D, Capo Mode, Drop Tuning ed è possibile memorizzare le preferenze. Non è finita perché l’accordatore è compatibile anche con le chitarre a sette corde.
È opportuno informare il lettore che il Polytune 2 non è il modello più recente in casa TC Electronic che ha già lanciato sul mercato la terza versione; in particolare è un pedale più compatto e comprende il Bonafide Buffed che garantisce zero degradazione del segnale, questo significa che anche con cavi molto lunghi non è pregiudicata la precisione dell’accordatura. Vi invitiamo a valutare questo detaglio.
Indistruttibile
Un altro dei punti di forza dell’accordatore TC Electronic è la qualità dei materiali, il pedale è robusto, praticamente indistruttibile. Resta saldo sul pavimento, non si sposta di un millimetro. Parliamo un po’ dell’alimentazione, ci sono due possibilità: una batteria da 9 V oppure un alimentatore, praticamente come per tutti gli stomp box. Nè l’una nè l’altro sono comprese nella confezione ma dopotutto anche qui non c’è niente di strano.
Qual è il problema? Che se il Polytune non costa poco, l’alimentatore di certo non ve lo regalano, anche qui la spesa è alta e sinceramente usare sempre la batteria non ci pare essere la soluzione più comoda, anche se la più economica.
Nella confezione un’altra cosa che non trovate sono le istruzioni, che però potete reperire online senza grosse difficoltà. Ad ogni modo ci teniamo a dirvi che l’uso dell’accordatore non presenta difficoltà significative e, se ne avete avuti già altri in passato, anche di altra marca, non avrete problemi a utilizzare il Polytune immediatamente.
I sequencer nel corso degli anni si sono evoluti tantissimo, basti pensare che siamo passati da quelli hardware a quelli software. Questo articolo è l’occasione giusta per scoprire quelli più interessanti.
In campo musicale sono in tanti a fare uso del sequencer, diciamo pure che il suo avvento ha rivoluzionato il modo di fare musica. Inizialmente i sequencer erano solo hardware poi negli anni ‘80, grazie al protocollo MIDI, unitamente allo sviluppo dei computer che diventavano più potenti e compatti, si è giunti ai sequencer logici.
Vale come esempio per tutti il famoso Cubase che, sebbene non fosse l’unico software che consentiva di programmare mediante il protocollo MIDI al fine di creare partiture per batterie virtuali e sintetizzatori, era quello con maggiori potenzialità. Insomma, potremmo dire che Cubase alla fine degli anni ‘80 era il miglior sequencer.
Nel frattempo di strada ne è stata fatta tanta e sono nati (ma anche morti) tanti software, vediamo quali sono i migliori o quantomeno i più interessanti. Non fate caso all’ordine con cui ve li presentiamo poiché è puramente casuale, non è nostra intenzione fare una classifica che difficilmente metterebbe d’accordo tutti.
Avid ProTools Ultimate 2019
Cominciamo subito col botto perché ProTools Ultimate di Avid è uno dei programmi professionali più impiegati per la produzione e post produzione musicale. La versione 2019 introduce un bel po’ di novità rispetto alla precedente. L’utente può lavorare con 384 voci e/o tracce audio simultanee per una massima libertà creativa e di mixaggio. Le tracce MIDI sono raddoppiate, in passato ne venivano supportate 512, adesso 1024, una condizione ideale per chi vuole creare brani orchestrali imponenti e colonne sonore per il cinema.
È possibile apportare aggiornamenti alle tracce senza dover interrompere la riproduzione. Una funzione che ci pare essere davvero interessante è la registrazione MIDI retrospettiva. Immaginate che state suonando un motivo, una melodia, l’idea vi pare ottima ma disdetta, non avete avviato la registrazione, e adesso chi si ricorda come faceva esattamente il motivo? Se lo ricorda Pro Tools che resta in ascolto durante l’improvvisazione e la memorizza. Quindi è possibile recuperare il tutto e riversarlo in una traccia.
Ableton Live 10
Per i producer di musica elettronica Ableton è un must, non a caso è tra le DAW più utilizzate anche per i live set. L’utente si trova al cospetto di due finestre, una per le tracce e l’altra per il mixer, questa ha una particolarità che non si trova altrove o almeno non che noi sappiamo. La finestra mixer, infatti, ha una sezione per le performance live. Le tracce contengono delle clip al cui interno ci sono informazioni audio come loop, un sample o una sequenza, facendo click su play si avvia la riproduzione sincronizzata.
Quali sono le potenzialità di una simile funzione? Che per esempio si possono montare differenti sequenze ritmiche in successione mantenendo sempre la sincronia tra le tracce. Ottimi gli strumenti virtuali per qualità ma anche per numero.
Un discorso del genere possiamo tranquillamente estenderlo alla sezione effetti che ne conta ben 50. Concludiamo dicendo che Ableton Live 10 è presente in tre versioni, la Intro per i principianti, la Standard e la Suite. Quest ultima costa davvero tanto ma magari scaricate la versione free trial.
Cubase Artist 10.5
I fan di Cubase sono tanti, anche per la sua semplicità di utilizzo e rappresenta l’evoluzione di Cubase Elements. Rispetto a questo ci sono più tracce e strumenti migliori. Il programma presenta gran parte delle funzionalità di Cubase Pro.
Ma vediamo nel dettaglio alcune novità. Il Padshop 2 è un sintetizzatore granulare e spettrale con più di 570 preset e campioni. Con la funzione MixConsole si colorano i canali e con la modalità Combined Select Tool è stata semplificata la modifica delle tracce. La funzione Retrospective MIDI Record permette di anche quelle melodie o accordi che non erano stati registrati.
Logic Pro X
Per gli utenti Mac c’è Logic Pro X, a proposito potete scaricare la versione di prova gratuita per 90 giorni. Logic Pro X ha una libreria suoni con ampia selezione di patch. Si possono creare velocemente dei brani grazie ai 7.000 loop disponibili che si adattano automaticamente al tempo del brano che si sta creando. Il missaggio si semplifica incredibilmente con la funzione smart tempo e lo stesso vale per l’abbinamento dei ritmi. A disposizione ci sono diversi batteristi virtuali che si occupano di creare le tracce di batteria.
Garage Band
Merita la segnalazione anche GarageBand e non solo perché è gratuito e disponibile per tutti i computer, tablet e smartphone Apple. Ha una libreria di suoni molto fornita con strumenti e preset per voce e chitarra. C’è anche una selezione di ventotto batteristi virtuali e tre percussionisti. L’interfaccia è molto intuitiva. I sintetizzatori sono potenti, ne trovate cento e il transform pad permette di manipolare i suoni secondo le preferenze. In un certo senso possiamo ritenere GarageBand come la versione lite di Logic Pro, anche graficamente, infatti, i due software sono simili. Poi è chiaro che Logic Pro X, essendo a pagamento, ha maggiori potenzialità ma quella di Apple resta un’ottima soluzione per i principianti.
Spieghiamo in linea generale il funzionamento della drum machine, o meglio, come utilizzarla appena tirata fuori dalla confezione. Concludiamo poi l’articolo suggerendovi alcuni modelli.
La drum machine è quello strumento che permette di avere un accompagnamento ritmico a chi non ha un batterista, è uno strumento pertanto che interessa principalmente chi si esibisce da solo e vuol programmare la sua base di accompagnamento ma anche e soprattutto a quanti si dedicano alla musica elettronica, vedi producer e DJs.
Può essere fisica oppure virtuale, nel qual caso parliamo di un software da caricare sul computer, oppure stomp box. Questa è una drum machine economica che torna utile a chitarristi, bassisti e tutti quelli che tengono in mano uno strumento perché si attiva con il piede come qualsiasi effetto a pedale.
Ma concentriamoci sulle drum machine più complesse che richiedono qualche spiegazione in più per imparare ad usarle. Chiaramente le informazioni che leggerete sono a carattere molto generale perché sarebbe impossibile essere più dettagliati vista la miriade di modelli esistenti, che oltretutto sono sempre più ricchi di funzioni.
Avvio
Come prima cosa, per evitare danni ai diffusori audio, azzerate il volume. Sempre per evitare danni, prima di mettere l’interruttore su On assicuratevi di aver fatto tutti i collegamenti necessari. Tenete presente che l’alimentazione oltre a corrente può essere anche a batteria. Qual è la il primo tasto che va premuto dopo l’accensione dell’interruttore? Esatto, play. Dopo aver attivato il play, si accendono le varie luci.
Non vi sfuggirà il fatto che i tasi sono 16, il numero non è casuale. Ai tasti si assegna la battuta. Sedici tasti sono necessari a formare il 4/4. Dunque, se volete comporre una battuta standard dovete premere i tasti secondo la sequenza 1,5,9,13, come vedete si va di quattro in quattro.
Avete composto la battuta ma bisogna anche inserire l’elemento percussivo, quindi grancassa, rullante e così via. Schiacciando “closed” inserite il suono all’interno del ritmo. Ciascun elemento del drumkit ha una manopola per il volume e per regolare l’ampiezza del suono. La prima è indicata con “Vol” mentre la seconda generalmente è indicata come “tone”.
La regolazione del tempo
Chiaramente si può intervenire sul tempo modificandolo a proprio piacimento. Come per i metronomi, anche in questo caso si parla di battuta per minuto. L’assegnazione del valore del tempo avviene mediante pulsanti o manopola.
Il pattern
Il ritmo va assegnato a un pattern in modo da richiamarlo all’occorrenza immediatamente. In automatico la drum machine assegna il ritmo al primo pattern ma l’utente può spostarlo e salvarlo nella posizione che preferisce. Ricordate, poi, che potete sempre modificare il pattern.
La scelta del drumkit e il salvataggio
Ogni drum machine mette a disposizione degli utenti una serie di suoni riconducibili a un determinato drumkit oltra a una serie di strumenti a percussione. L’utente ha una scelta più o meno ampia a seconda del modello. Tutte le impostazioni vanno salvate prima di spegnere, operazione piuttosto intuitiva visto che basta pigiare il tasto “save”.
Backup e ripristino
Se la vostra drum machine può essere collegata al computer è opportuno fare un backup per non perdere nulla di quanto fatto in precedenza. Perché farlo? Beh per una qualsiasi ragione l’utente potrebbe fare il ripristino e tornare alle impostazioni di fabbrica. Collegate il dispositivo al computer via USB, attendete la preparazione del drive e, al compimento dell’operazione, aprite il file di backup che si trova nell’omonima cartella dei drive dalla drum machine e copiatelo sul computer.
Per ripristinare il file di backup bisogna nuovamente collegare la drum machine al computer quindi copiare il file nella cartella backup dei drive e, in questo modo, torna tutto come prima.
Le drum machine più interessanti secondo noi
Abbiamo pensato di suggerire alcuni modelli di drum machine che dal nostro punto di vista sono da ritenersi interessanti. Non potevamo che cominciare con un prodotto Roland che in catalogo ha la famosa TR-08 nonché evoluzione della TR808. Questa è la risposta a quanti cercano di ricreare quel sound che ha caratterizzato tante hit di musica dance negli anni ‘80. Non a caso anche il design ha qualcosa di vintage. Certo, va bene la possibilità di riprodurre le sonorità degli anni ‘80 ma bisogna sempre guardare avanti, dunque nel presente e nel futuro. Rispetto alla TR808 qui c’è un sequencer a 16 substep. Siamo sicuri che vi innamorerete dei fill di rullante. La libertà di programmazione è massima così come massima è la flessibilità in contesti live.
Di certo non potevamo fare un torto a Korg non citando Volca Drum. Ci sono piaciute parecchio le tante e diverse sfumature sonore che spaziano da suoni estremamente realistici di famose batterie acustiche a quelli decisamente sperimentali ed elettronici. Non manca un sequencer a 16 step per creare un bel po’ di pattern. Ad ogni modo Volca porta in dote parecchie funzioni ma ci vorrà qualche tempo per padroneggiare lo strumento come si deve.
In ultimo vogliamo proporvi il Moor Looper che è una drum machine a pedale perché noi non ci scordiamo degli amici chitarristi e bassisti. Questo stomp box si dimostra di grande utilità sia se si vuole suonare insieme a qualche amico sia da soli. Ci sono sedici stili di batteria tra cui scegliere. La funzione loop permette di registrare fino a 20 minuti di materiale e poter fare tutte le sovraincisioni che vi pare. Completa il tutto una struttura molto solida.
https://lachitarrafelice.it/wp-content/uploads/2020/05/1.Come-usare-al-meglio-una-drum-machine.jpg434900ContentPhttps://lachitarrafelice.it/wp-content/uploads/2020/08/lachitarrafelice-white-bg-png-300x98.pngContentP2020-05-29 17:31:232020-05-26 18:00:39Come usare al meglio una drum machine
È possibile avvicinarsi a uno strumento utilizzando Internet? A giudicare dalle tante offerte in rete si direbbe proprio di sì, perciò vi suggeriamo alcuni dei maestri virtuali più bravi secondo noi.
Imparare a suonare uno strumento non è mai cosa semplice. E sottolineiamo imparare che è cosa ben diversa che strimpellare. La chitarra è uno dei più diffusi e per questo c’è anche una considerevole domanda di maestri perché aspiranti chitarristi volenterosi non mancano, desiderosi di trascorrere ore ed ore sui migliori spartiti per chitarra esercitandosi con dedizione.
La figura del maestro è importante, fondamentale e trovarne di bravi non è poi così semplice. Un maestro capace deve avere il dono di spiegare cose complicate in modo semplice, deve essere paziente, amare il lavoro che fa, essere animato da passione, essere desideroso di trasmettere le sue conoscenze all’allievo.
La didattica, però, si è arricchita di nuovi strumenti, visto che ci sono i metodi magari corredati da DVD (un tempo avevano le musicassette in allegato), sicuramente utili ma la figura del maestro non poteva certo essere sostituita così. Questi metodi comunque sono sempre una soluzione da tenere in conto per chi vuole formarsi da autodidatta. In tempi recenti c’è stata l’esplosione dei corsi di chitarra online, alcuni gratuiti, altri a pagamento, e altri ancora che presentano contenuti free ed altri che richiedono una somma da pagare per avere accesso e, sebbene internet ci abbia ormai abituato a pretendere tutto gratuitamente, pagare per i servizi offerti da un maestro, anche se online, ci sembra giusto.
La domanda è: questi corsi online per chitarra sono utili o sono una perdita di tempo e denaro? Il nostro pensiero è che siano utili a patto di rispettare due condizioni fondamentali: la prima è che il maestro sia bravo nello spiegare ma anche nell’impostazione del corso e la seconda è che l’allievo si impegni.
La rete offre anche la possibilità di “lezioni mirate” nel senso che si tratta più che altro di video tutorial utili a chi magari sa già suonare la chitarra (bene o male) ma vuole imparare questa o quella canzone. In questo caso si trovano parecchi filmati dove tutti i passaggi sono spiegati con attenzione. Co che però vogliamo fare ora è proporvi alcuni dei corsi di chitarra online che abbiamo ritenuto interessanti.
Lezioni di chitarra
Lezioni di chitarra è un sito che merita davvero di essere quantomeno visitato. Chi c’è dietro questo sito? Claudio Cicolin, che tra l’altro è un volto molto noto che ha saputo construirsi credibilità e reputazione grazie a YouTube. Il sito è ben strutturato e ricco di risorse disponibili gratuitamente. Cicolin risponde proprio a quella figura di maestro a cui abbiamo fatto cenno in precedenza. Il suo modo di spiegare, pacato ed entusiasta al tempo stesso, fa sì che non ci si annoi seguendo le sue lezioni. Insomma, il buon Claudio dà prova di essere non solo un bravo chitarrista e un ottimo insegnante ma anche un gran comunicatore e chissà che non sia proprio quest’ultima dote il segreto del suo successo.
Massimo Varini
Un altro maestro che ha saputo costruirsi fama e credito su YouTube è Massimo Varini. Parliamo di un musicista completo che non si dedica esclusivamente alla didattica, infatti ha condiviso palchi e studi di registrazione con famosi artisti italiani. Qualche nome? Laura Pausini, Francesco Renga, Gianni Morandi, Ornella Vanoni, Vasco Rossi e molti altri. I suoi manuali sono stati tradotti anche in inglese e spagnolo, il che ne attesta la caratura internazionale.
Tutte le lezioni di Varini sono disponibili gratuitamente sul suo canale YouTube, piattaforma che utilizza anche per alcune dirette durante le quali è possibile porre delle domande. Il nostro consiglio è comunque quello di accompagnare queste lezioni con il materiale cartaceo. Come spiega Varini? Bene e in modo chiaro, magari non ha la stessa verve di Claudio Cicolin ma questo non significa che risulti noioso e infatti le sue lezioni si seguono con piacere.
Tonino Tomeo
Con oltre 20 anni d’esperienza in fatto di insegnamento, Tonino Tomeo è un chitarrista stimato. Sul suo sito Suonare la Chitarra sono presenti una serie di video corsi gratuiti e lezioni di chitarra online a pagamento. Queste lezioni sono in streaming e l’utente ha a disposizione tre opzioni: la singola lezione, della durata di un’ora, al costo di 30 euro, un pacchetto di quattro lezioni per altrettante ore al prezzo di 100 euro e dodici settimane di guitar coach più un’ora di consulenza, per 100 euro. Attenzione a non confondervi, queste non sono dodici settimane di lezione ma una diretta streaming per mettere in ordine il metodo di studio. Le lezioni vanno prenotate. Le iscrizioni iniziano 7 giorni prima della data stabilita e si chiudono due giorni prima dell’inizio delle lezioni.
Dentro la musica
Video Corso di Chitarra Online è la sezione dedicata a questo strumento da Dentro la Musica. L’allievo ha a disposizione un maestro che porta avanti le lezioni, che sono a difficoltà graduale. Le lezioni possono essere seguite in accordo alla disponibilità dello studente. Ci sono due tipi di account, uno gratuito e l’altro a pagamento. L’iscrizione gratuita dà accesso a video lezioni non riservate e l’accesso a risorse per i non iscritti. L’account a pagamento dà invece diritto a lezioni riservate, podcast (anche questi riservati) e una serie di articoli di approfondimento. Per l’account a pagamento è previsto un abbonamento di 27 euro al mese che si rinnova automaticamente ma che può essere disdetto in qualsiasi momento.
https://lachitarrafelice.it/wp-content/uploads/2020/06/1.Imparare-a-suonare-grazie-alle-lezioni-di-chitarra-online.jpg478900ContentPhttps://lachitarrafelice.it/wp-content/uploads/2020/08/lachitarrafelice-white-bg-png-300x98.pngContentP2020-06-09 11:37:232020-06-09 11:39:30Imparare a suonare grazie alle lezioni di chitarra online
La rete abbonda di risorse per musicisti. Qui di seguito abbiamo una ricca lista di siti che offrono tantissimi spartiti musicali, che possono essere scaricati anche gratuitamente.
Molti sono interessati a sapere dove reperire gli spartiti per chitarra più venduti. In effetti sono parecchio utili per imparare i brani dei musicisti preferiti ma anche per apprendere nuovi esercizi da mettere in pratica per migliorare la propria tecnica. Ma, tornando agli spartiti dei chitarristi, il problema principale riguarda la qualità delle trascrizioni, visto che non è facile trovarne di fedeli all’originale, perché spesso presentano mancanze ed errori e non capita solo con le risorse gratuite disponibili in rete ma anche con gli spartiti che si pagano. Ad ogni modo non siamo qui per dirvi quali siano gli spartiti meglio trascritti, piuttosto vogliamo presentarvi alcuni siti dove è possibile trovarli.
Le risorse in rete non mancano, anzi sono così tante che a un certo punto non si capisce neanche dove convenga cercare, è nostro intento darvi una mano in questo senso. Dobbiamo altresì avvertirvi che i tempi del “tutto gratis” in internet sono finiti, alcuni di questi siti che distribuivano gratuitamente gli spartiti hanno avuto guai con le autorità e chi non ha chiuso i battenti ha stretto accordi con case discografiche e associazioni a tutela dei musicisti e del copyright corrispondendo un compenso a chi gli compete. Va da sé che una simile situazione ha reso inevitabile la richiesta agli utenti di dare il loro contributo per usufruire del servizio. La buona notizia è che non di rado affianco agli account premium ci sono anche quelli free.
Ultimate Guitar
Ultimate Guitar è molto più di un sito dove si possono scaricare gli spartiti, dato che è un’autentica community che conta milioni di iscritti. Da lì non solo potete scaricare le tab ma trovate tantissimo altro materiale come recensioni musicali e di strumentazione nonché interviste a musicisti e video lezioni musicali. Molto utile anche il forum dove potersi confrontare con altri musicisti ed eventualmente chiedere aiuto o discutere di argomenti musicali.
911Tabs
Molto interessante è 911Tabs. Più che un sito dove scaricare tabs e spartiti vari è un motore di ricerca pensato e ottimizzato per questo scopo. Come si può leggere nella sezione “about us” di 911Tabs, è come Google ma più piccolo e più accurato, il suo target sono le tabs e le relative informazioni. Il motore di ricerca ha indicizzato oltre 4 milioni di spartiti, in pratica stiamo parlando di una fonte inesauribile.
1000Note
Un sito italiano è 1000Note, online dal 2014. Fino a oggi sono stati creati 10.000 spartiti. Perché parliamo di spartiti creati? Perché il materiale che potete scaricare è stato scritto dallo staff di 1000Note, anche se da un paio di anni si è sviluppata una volenterosa community che dà il proprio prezioso apporto nella stesura degli spartiti, che sono organizzati in base agli artisti. Tra le altre risorse interessanti disponibili sul sito c’è anche la sezione Tutorial.
Chordify
Un sito che potrebbe piacere parecchio ai nostri lettori chitarristi (e non solo) è Chordify. Immaginate di voler suonare una delle vostre canzoni preferite ma di non aver la minima idea su quali siano gli accordi. Potete cercarlo sul motore di ricerca interno oppure copiare il link della canzone da YouTube per esempio e incollarlo nell’apposito box di ricerca. In un attimo Chordify vi mostra gli accordi. Con un account free c’è il limite di soli tre brani, quindi per un accesso illimitato bisogna sottoscriverne uno premium. Ad ogni modo non aspettatevi una trascrizione precisissima, così come otterrete i soli accordi senza gli assoli.
Free Guitar Lesson
Una risorsa che può essere di grande aiuto ai tanti lettori che ci seguono è Free Guitar Lesson. A parte le video lezioni, cliccando sulla sezione Guitar Scale trovate riportate le TAB delle più comuni scale. La parte grafica è accompagnata da una audio in modo da poter suonare all’unisono. È un sito semplice ma ben organizzato, anche se forse non ricchissimo di materiale ma ad ogni modo crediamo che valga la pena visitarlo.
Guitariff
Una vasta scelta di brani sono messi a disposizione sul sito Guitariff. È scritto in francese ma non crediamo che la lingua costituisca un problema per navigare sul sito. Gli spartiti sono disponibili in formato testuale ma anche MIDi, in questo caso però è necessario scaricare GuitarPro che purtroppo non è gratuito, anche se è disponibile la versione trial.
Songster
Un sito di facile accesso, immediato e pulito nella grafica è Songster. L’utente ha a disposizione tantissime Tab dei generi e artisti più disparati. Sono disponibili due possibilità di accesso, una gratuita e l’altra a pagamento detta Songster Plus che ha un costo è di 9.90 $ al mesi. Cosa ottiene l’utente pagando questa somma? Mentre la funzione Playback, ovvero la possibilità di ascoltare suonare la tab, è disponibile per entrambi i tipi di accesso, la versione plus dà modo di stampare le tab, modificare il tempo di esecuzione così da potersi esercitare sui passaggi più complicati, c’è anche la funzione loop, quella per silenziare la tab e ancora, la funzione per modificare la tonalità del brano, una applicazione e niente pubblicità.
Una cosa importante da aggiungere è che le tab riportano tutti gli strumenti della band, quindi prima chitarra, seconda chitarra, linee vocali, basso e batteria, ciascuna partitura selezionabile separatamente. Gli utenti che lo desiderano possono condividere le loro tab.
https://lachitarrafelice.it/wp-content/uploads/2020/06/1.Sette-siti-dove-trovare-spartiti-per-chitarra.jpg454900ContentPhttps://lachitarrafelice.it/wp-content/uploads/2020/08/lachitarrafelice-white-bg-png-300x98.pngContentP2020-06-10 12:01:162020-06-23 16:41:02Sette siti dove trovare spartiti per chitarra
Corda per chitarra – Consigli d’acquisto, Classifica e Recensioni
Le corde sono un elemento fondamentale della chitarra: senza non è possibile suonare. Meno scontato, almeno per i meno esperti, è dire che non tutte le corde sono uguali e ce ne si rende conto dopo averne provate un bel po’, magari alla ricerca di quelle giuste. Il tema della nostra guida è abbastanza generale: andremo a vedere quelle per chitarra classica, per chitarra acustica e naturalmente per chitarra elettrica. Capirete che, data la vastità dell’argomento, sarà difficile riuscire ad accontentare tutti: nel frattempo cominciate a dare un’occhiata a questi due set. Per la chitarra acustica segnaliamo Elixir® 16152 Nanoweb® Set da 12 Corde per Chitarra Acustica, il cui suono caldo e brillante vi conquisterà, mentre per chi ha cominciato a suonare la chitarra classica ci sono le D’Addario EJ45 Normal Set Corde Classica Pro Arte, che hanno i timbri ben bilanciati e costano poco.
Le 7 migliori corde per chitarra – Classifica 2024
Vi proponiamo una classifica di quelle che, secondo noi, sono le corde per chitarra più interessanti. Vi invitiamo a leggere con attenzione la recensione che accompagna ogni set e a confrontare i prezzi. Nel caso vi interessi sapere dove acquistare a prezzi bassi i set di corde più venduti online, mettiamo a vostra disposizione diversi link.
Corde per chitarra acustica
1. Elixir® 16152 Nanoweb® Set da 12 corde per chitarra acustica
Siete in cerca di un suono caldo e brillante per la vostra chitarra acustica? Se non siete tipi che badano a spese, le Elixir non vi deluderanno. Il set comprende 12 corde realizzate in bronzo fosforoso e in rivestimento Nanoweb, che contrasta il formarsi dei depositi di sporco tra le spire di avvolgimento.
Queste sono corde che fanno anche al caso di chi ha bisogno di un sustain realmente prolungato, una caratteristica che è piaciuta molto ai chitarristi che ne sono entrati in possesso. Le corde danno la sensazione di un tocco vellutato e hanno una grande suonabilità: sono di buona qualità, durano nel tempo e quindi l’investimento viene ammortizzato.
Queste corde, ne siamo certi, possono fare al caso anche dei chitarristi più esigenti, che magari suonano come professionisti.
Pro
Sustain: È tra le corde per chitarra acustica che offrono il sustain più prolungato, quindi chi cerca queste caratteristiche non dovrebbe esitare oltre circa l’acquisto.
Suono: Questo è caldo e brillante ed è piaciuto a molti chitarristi, quindi non abbiamo dubbi sul fatto che piacerà anche a voi che state leggendo.
Longeve: Se ben tenute, le corde Elixir dureranno a lungo, basta asciugarle con un panno dopo aver suonato e passare uno dei prodotti dedicati alle corde.
Contro
Costo: Tante buone qualità comportano inevitabilmente o quasi un prezzo alto, per cui sono consigliate per chi suona uno strumento di buon livello.
Per chi ha cominciato da poco a suonare la chitarra classica e cerca delle corde a tensione normale, ma soprattutto dal buon rapporto qualità/prezzo, può testare le EJ45 di D’Addario che, come molti sapranno, è uno dei marchi leader. La prima cosa che balza all’orecchio, quando si fanno vibrare le corde, è l’eccellente bilanciamento tra i timbri.
Premesso che la qualità della chitarra gioca un ruolo fondamentale, dobbiamo dire che le corde non hanno una grande proiezione o, per dirla in altre parole, non favoriscono la proiezione dello strumento; poi appunto, in base al tipo di chitarra che si ha si potrebbero avere delle sensazioni diverse.
Parliamo dei materiali, la cui qualità è secondo noi adeguata al costo: i cantini sono fatti in nylon così come l’anima delle corde basse, rivestite in rame. Così è la tenuta dell’accordatura, a ogni modo anche in questo caso lo strumento ha il suo peso. Dopo averne valutati pro e contro possiamo giungere alla conclusione che si tratti di buone corde entry level.
Pro
Bilanciate: Anche le orecchie meno allenate non mancheranno di notare il buon bilanciamento dei timbri, che caratterizza le EJ45.
Costo: Considerato che si tratta pur sempre di corde D’Addario riteniamo il loro prezzo vantaggioso, perfette per chi cerca qualcosa di economico ma che non deluda.
Contro
Volume: Pur tenendo conto del peso che lo strumento ha, le corde hanno un volume basso.
Gli amanti delle sonorità hard rock e blues potrebbero innamorarsi di queste corde per chitarra elettrica e non cambiarle più (il modello, perché purtroppo anche queste si usurano). Per quanto ci riguarda, ci è piaciuta la sonorità poiché ricca e piena. Eccellente la risposta sulla gamma bassa: se le metterete sul vostro strumento noterete un incremento del volume.
Queste in particolare sono le 011, ma chi lo desidera le trova in altre scalature e c’è anche la versione ibrida. Ma cosa vuol dire M-Steele? Acciaio Maraging, ovvero una super lega che trova applicazione nel settore aerospaziale, si tratta quindi di un materiale che non teme gli stress.
Sono corde molto resistenti, anche se è vero che per spezzare delle 011 ci vuole un bel po’ di impegno, ma lo diciamo a vantaggio di quanti stanno pensando di prendere corde più sottili. Costano qualcosina in più ma, e qui chiudiamo con l’ultima nota positiva, tengono l’intonazione che è una meraviglia. Sono però corde dure, per cui molti hanno riscontrato difficoltà con il bending.
Pro
Volume: I chitarristi che hanno montato le Ernie Ball in oggetto hanno notato un incremento del volume del loro strumento.
Sound: La sonorità è ricca è piena, offrono una grandiosa risposta sulle gamme basse. Sono perfette sia per chi suona rock duro sia per il bluesman.
Intonazione: Ha soddisfatto la capacità di mantenere l’intonazione, per cui anche dopo averle stressate per bene, i chitarristi più esigenti resteranno contenti.
Contro
Rigide: Le corde si presentano abbastanza dure e questo potrebbe comportare qualche difficoltà nel momento in cui ci si cimenta con il bending.
Siamo certi che i chitarristi troveranno molto interessanti le corde per chitarra acustica Martin MA540, e in particolare piaceranno a quanti si cimentano nel fingerpicking, quasi sembra siano state realizzate per questa tecnica: se siete fan di Tommy Emmanuel dovete assolutamente farle vostre.
È il momento di entrare un po’ più nel dettaglio delle MA540 che, non lo avevamo ancora detto, sono fatte in fosforo. Dinamica e armonici sono perfetti, ottimo il sustain, anche se un orecchio più attento potrebbe notare un certo sbilanciamento sulle frequenze alte.
Tuttavia la particolarità delle MA540 è un’altra: la loro flessibilità. Ciò è da sottolineare perché ricordiamo che stiamo pur sempre parlando di corde 012. Questa caratteristica agevola il passaggio di quanti arrivano dalla chitarra elettrica e magari erano abituati a delle 010 e persino a quanti provengono dalla chitarra classica con le corde in nylon.
Costano un po’ ma crediamo che le MA540 riescano ad adattarsi a tutti i chitarristi.
Pro
Flessibili: Il punto di forza delle MA540 è la loro flessibilità, che agevola il passaggio dalla chitarra elettriche e persino da quella classica.
Suono: Le corde ci hanno convinto per la dinamica e per gli armonici, senza tralasciare il fatto che anche il sustain è promosso a pieni voti.
Fingerstyle: È nostra convinzione che queste corde siano perfette per il fingerpicking, quindi chi fa abbondante uso di questa tecnica e stile dovrebbe provarle.
Contro
Sbilanciate: Precisiamo subito che abbiamo voluto essere pignoli, ma dobbiamo dire che le corde sono un po’ sbilanciate sulle frequenze alte.
Per tutti gli amici chitarristi in cerca di corde per chitarra elettrica morbide, suggeriamo le Fender Original 150’s vintage, che hanno un buon rapporto qualità/prezzo. Il set è di tre mute complete quindi in totale le corde sono 18.
Non si tratta di corde per professionisti ma non per questo sono da buttare, anzi, il suono caldo e ricco vi conquisterà. Sono perfette soprattutto per il sound clean e chi ama certe sonorità vintage, com soltanto il nickel sa ricreare.
Niente male il sustain, dicasi lo stesso della capacità di mantenere l’intonazione; inoltre facilitano parecchio il bending. Non aspettatevi una grande durata, si usurano in fretta, ma d’altro canto, se vi piace cambiare spesso le corde, queste vi faranno risparmiare un bel po’ di denaro senza pregiudicare la qualità del suono.
Pro
Costo: Si tratta di corde convenienti, visto che include ben tre mute, per cui, secondo noi, il rapporto qualità/prezzo è buono.
Suono: Le corde emettono un suono ricco e caldo, sono perfette per i puliti, senza tralasciare il buon sustain che le caratterizza.
Contro
Durata: Il problema fondamentale delle Fender in questione è che non hanno una lunga durata, infatti nel breve periodo perdono le qualità iniziali e vanno cambiate.
Se conoscete le corde per chitarra Elixir, sapete già che la qualità è di casa: abbiamo scelto di presentarvi le Acustic 80/20 bronze rivestite in polyweb da 012. Si tratta di corde altamente performanti, che non disdegnano di essere sfiorate da professionisti o comunque da chitarristi di livello avanzato.
Hanno un grande sustain, il suono è caldo, i bassi e gli alti sono ricchi e l’intonazione è mantenuta a lungo: le riteniamo perfette per lo strumming. Le dita scivolano sulle corde in modo fluido, sono piacevoli al tatto. Pregio tutt’altro che secondario è la durata: queste corse, anche se suonate con costanza, mantengono a lungo le loro caratteristiche iniziali.
Ricordate di passarci su un panno morbido e vedrete che passerà molto tempo prima di doverle cambiare. Hanno un prezzo alto ma secondo noi ne vale la pena, poiché l’altra qualità è evidente, come del resto testimoniato da tanti chitarristi che hanno deciso di affidarsi a questo prodotto.
Pro
Performanti: Sono corde di alto livello che garantiscono performance sopra la media, adatte per chitarristi di livello avanzato.
Suono: Ottimo sustain, gli alti e i bassi sono ricchi e in generale offrono un suono caldo. Inoltre sono perfette per lo strumming.
Durata: Tutt’altro che secondaria la durata garantita da queste corde, infatti anche se suonate quotidianamente passerà un po’ prima di doverle cambiare.
Contro
Prezzo: Non sono corde che vale la pena montare su una chitarra da 100 euro, sono costose e richiedono uno strumento di buon livello.
Le corde per chitarra acustica D’Addario EFT16 emettono un suono caldo e bilanciato. Secondo noi sono perfette per registrare e sapete perché? Perché non sono rumorose. Cosa vogliamo dire con ciò? Lo spieghiamo subito: quando cambiate posizione per passare da un accordo a un altro non si avverte quel tipico strazio provocato dalle dita a contatto con le corde.
Sicuramente vi sarà capitato di ascoltarlo in chissà quanti brani, ebbene, con le EFT16 avrete una registrazione pulita. Questo risultato è stato possibile grazie a una particolare lucidatura, cui D’Addario ha sottoposto le corde. Timbro e sustain sono quelli tipici delle corde di bronzo del marchio, molto validi.
Un dettaglio da segnalare è che le corde sono chiuse in buste ecofriendly che le preservano dalla corrosione: non si tratta di una cosa scontata, vista la brutta abitudine che ha preso piede di mettere tutte le corde insieme, ma del resto, tenendo conto del prezzo, ci pare il minimo.
Pro
Silenziose: Una delle caratteristiche migliori è l’assenza di rumore nel passare da una posizione all’altro, il merito è dello speciale trattamento delle corde.
Suono: Le corde emettono un bel suono caldo, con dei timbri ottimi e un sustain eccezionale.
Anti rust: Le corde sono chiuse singolarmente in una busta eco friendly che previene l’arrugginimento, in questo modo non si hanno brutte sorprese all’apertura.
Contro
Costo: Il prezzo di queste corde non è affatto friendly, probabilmente vale la pena montarle solo su chitarre di buona qualità.
Per una migliore tenuta dell’accordatura, potete scegliere un bloccacorde per chitarra di buona qualità come lo Schaller, che secondo noi è perfetto per essere abbinato a un ponte Floyd Rose (originale o su licenza).
Questo costa tanto, ma dal punto di vista qualitativo c’è un abisso con quelli che si trovano in vendita a una manciata di euro. Affidabile e facile da montare, tenetelo presente per il vostro strumento se volete dotarlo di pezzi di indiscutibile valore.
Provate a immaginare quante corde ci siano sul mercato, non ci riuscite vero? È comprensibile, la scelta è talmente ampia che paradossalmente trovare la muta giusta è difficile. Ma questo significa che anche le offerte sono parecchie: si va dalle corde della migliore marca a quella di produttori poco conosciuti.
Vogliamo precisare che anche i grossi brand del settore hanno in catalogo qualcosa di più economico, anche se meno performanti delle corde top gamma. Dicevamo della vastità dell’offerta, ebbene una comparazione è d’obbligo per restringere il campo: ecco alcune delle migliori corde per chitarra del 2024.
L’elemento soggettivo
Dobbiamo partire da un punto che secondo noi è molto importante per capire quale corda per chitarra comprare. Questo punto è l’elemento soggettivo: di buone, anzi, di ottime ce ne sono a bizzeffe ma la migliore corda per chitarra non è tale se non incontra quell’elemento di soggettività che è tipico di ogni chitarrista, è una questione di feeling.
Ecco perché, prima di trovare quelle giuste, quelle che probabilmente si useranno per tutta la vita, può richiedere tanto tempo. Esistono chitarristi che hanno testato decine di marchi e modelli senza ancora aver trovato la muta adatta.
L’unico modo per capire se c’è feeling con le coree è suonarle: per questo non tutte possono essere quelle indicate per voi.
Tensione e scalatura
Se non sapete come scegliere una buona corda per chitarra, sappiate che devono essere selezionate proprio in base al tipo di strumento. Come sapete c’è quella classica, l’acustica e l’elettrica: ciascuna ha delle corde dedicate. Nel caso di quelle per chitarra classica dovete tenere conto della tensione che si divide in tre livelli: bassa, media e alta.
Le corse a bassa tensione, ma volendo anche quelle medie, sono consigliate ai principianti, a quanti suonano da poco e non hanno ancora sviluppato nelle dita sufficiente forza. Soprattutto le corde a bassa tensione rimandano l’affaticamento della mano, di conseguenza si agevola l’esercizio.
Usando corde ad alta tensione, una volta che la mano è pronta, si ottiene un suono corposo e più forte. Nel caso delle corde per chitarra acustica ed elettrica non si parla di tensione bensì di scalatura, che riguarda lo spessore (che comunque determina la tensione). La scelta della scalatura dipende dai gusti del chitarrista ma anche dal genere che si suona.
Insomma, performare heavy metal con delle corde 008 non è il massimo, ma anche ai jazzisti piace suonare con corde molto spesse. Naturalmente maggiore è la scalatura e più dre sono le corde. Diciamo che, per cominciare, le 009 sono perfette, oltretutto di solito sono quelle che trovate montate di default sulle nuove chitarre.
Come trattare le corde
Quando si comincia a suonare, giustamente, ci sono un sacco di cose che si ignorano, spesso si tratta di banalità ma non per questo è scontato esserne a conoscenza. Per dare una mano ai novizi spiegheremo come comportarsi quando, per esempio, non si sa come cambiare le corde alla chitarra classica e così via.
Quando cambiare le corde
Una delle prime cose che il chitarrista in erba deve imparare è quando è giunto il momento di cambiare le corde, poiché queste non sono eterne, anzi, ce ne sono alcune che durano realmente poco.
Ci si rende conto che le corde vanno sostituite da una serie di fattori. Per esempio, quando suonate vi rendete conto che hanno per perso brillantezza, che il suono non è più lo stesso di qualche tempo prima e questo è un chiaro segnale, certo, si può tirare ancora un po’ a campare, diciamo così, ma dipende da che chitarristi siete.
Se avete problemi di “orecchie” (brutto guaio per un chitarrista) e dal suono non vi siete accorti di nulla, nel caso delle corde metalliche, quindi quelle per chitarra acustica e elettrica, noterete il comparire della ruggine: in questo caso avete atteso fin troppo.
La scalatura
Le corde differiscono per la scalatura: se volete che siano molto morbide e che magari favoriscano il bending, dovete necessariamente prendere delle 008; una scalatura media sono le 010, mentre quelle che solitamente trovate montate sulle chitarre elettriche nuove sono delle 009.
Per un suono più corposo, heavy, consigliamo delle 011 oppure 012. Sono disponibili anche mute ibride, che magari hanno cantini più morbidi per facilitare il bending, e corde gravi più spesse per accordi più tosti.
Nel caso della chitarra classica, invece, potete scegliere tra tensione bassa, media e alta. Le corde a tensione bassa sono molto morbide e sono ideali per i principianti così da diminuire le difficoltà iniziali.
Manutenzione
Le corde, affinché durino a lungo, hanno bisogno di un po’ di cura da parte vostra: sudore e sporco ne pregiudicano il suono e favoriscono l’ossidazione. Una buona norma è passare un panno morbido sulle corde dopo aver suonato e magari anche durante.
Esistono, poi, dei prodotti dedicati alla pulizia delle corde. Qualche nome? Possiamo citare il D’Addario Planet Waves XLR8 oppure il GHS Fast Fret, ma ce ne sono comunque di diversi. Questi prodotti oltre a pulire le corde, le lubrificano anche. Il consiglio è di usarne un po’ prima di suonare e un altro po’ quando smettete.
Quando una corda si spezza
Soprattutto quando usate delle corde 008 o 009 può capitare che una si spezzi, in particolare il MI cantino. In questo caso conviene cambiare tutte le corde o solo quella rotta? Nel caso di parti nuove, si può anche cambiare la corda spezzata, anche se consigliamo di cambiarle tutte per evitare di averne alcune più usurate di altre.
Chiaramente questa è una pignoleria ma chi ha detto che i chitarristi non siano pignoli? Ci sono vari tutorial, per esempio, se non sapete come cambiare le corde alla chitarra acustica.
Assestate le corde
Quando cambiate una o tutte le corde, queste hanno bisogno di assestarsi; all’inizio, infatti, noterete che non tengono l’accordatura neanche per un minuto, quindi dovete tornare ad accordare più volte. Per accelerare il processo conviene tirare più volte le corde (dopo aver accordato), in questo modo si assesteranno prima.
Domande frequenti
Voglio cambiare le corde della mia chitarra con un set di scalatura diversa, posso semplicemente sostituirle?
Dopo aver sostituito le corde, passando a una scalatura maggiore, è necessario un setup. Corde che esercitano una maggiore tensione richiedono una regolata al ponte, di dover sistemare l’intonazione e anche il truss rod; il manico, infatti, dovendo reggere una tensione maggiore tenderà a incurvarsi.
Ho una chitarra classica, posso montarci delle corde per chitarra acustica?
Non è una cosa possibile: le corde per chitarra acustica esercitano una maggiore tensione, quindi una mossa del genere vuol dire rischiare seriamente di rompere la chitarra, a cominciare dalla tavola armonica.
Un mio amico per pulire le corde della chitarra elettrica le mette a bollire in acqua: è un buon metodo?
Non sapete come cambiare le corde alla chitarra elettrica e, prima di farlo, volete provare a pulirle? In effetti far bollire le corde è un ottimo sistema di pulizia, lo sporco viene rimosso del tutto, ma ciò nonostante non è una pratica consigliabile poiché, essendo state già in uso, presentano comunque delle imperfezioni.
Riteniamo quindi molto più veloce e conveniente montarne delle nuove. Ma per restare in tema di pulizia delle corde, è bene sapere che, dopo aver suonato, queste vanno asciugare con un panno morbido: ancor meglio se si utilizza un prodotto apposito.
È vero che è meglio sostituire le corde una alla volta piuttosto che tutte insieme?
Cambiare una corda per volta è sicuramente preferibile. Toglierle tutte insieme per poi montare le nuove fa perdere di colpo tutta la tensione al manico che, di conseguenza, potrebbe richiedere di essere regolato.
Mi piace suonare musica heavy, che scalatura devo usare?
Per generi come l’heavy metal, il thrash, per non parlare di Death Metal, bisogna usare una calzatura alta. Chi non vuole esagerare, avendo corde troppo dure che magari complicano il bending, può montare le 011, mentre per un suono più pesante e magari per accordare in drop D o drop C consigliamo delle 012. Tenete presente che sarà necessario un setup alla chitarra.
https://lachitarrafelice.it/wp-content/uploads/2020/08/featured-corde-per-chitarra.png450903ContentPhttps://lachitarrafelice.it/wp-content/uploads/2020/08/lachitarrafelice-white-bg-png-300x98.pngContentP2020-08-01 17:40:342020-08-01 18:15:45Le 7 migliori corde per chitarra del 2024