Ultimo aggiornamento: 28.03.24

 

La musica napoletana racchiude perle di rara bellezza che si possono trovare sia nelle canzoni tradizionali sia nelle composizioni degli artisti moderni. 

 

Quando si parla di musica napoletana, spesso vengono in mente i cantanti neomelodici moderni che effettivamente per alcuni possono risultare molto orecchiabili, ma non sono particolarmente ‘elevati’. La musica neomelodica ha praticamente preso la canzone napoletana di stampo tradizionale e ha aggiunto ritmi tipici del pop e synth a dir poco aggressivo, girando intorno a temi come la vita di quartiere, gli amori perduti sono le principali sfere toccate da questo tipo di musica che ha visto in Nino D’Angelo e Mario Merola i suoi esponenti di spicco, seguiti poi da Gigi D’Alessio. I neomelodici sono diventati delle vere e proprie celebrità non solo nel mondo della musica, infatti i più famosi sono protagonisti di film nei quali ovviamente ci sono intermezzi musicali con le loro canzoni. 

Alcuni dei nomi sopra citati agli appassionati fanno letteralmente accapponare la pelle, ma che non si possono ignorare per comprendere l’evoluzione della musica napoletana. A onor del vero bisogna comunque riconoscere la maturazione musicale di Nino D’Angelo che ha comunque preso altre strade musicali ben più mature, dopo l’iniziale successo in gioventù. 

 

La canzone napoletana classica 

Se da una parte la musica neomelodica ha fatto avvicinare gli ascoltatori alla tradizione napoletana, dall’altra li ha anche un po’ alienati, creando l’illusione spiacevole che tutta la musica partenopea fosse un po’ un ammasso di synth, un beat facile e una voce straziante. 

In realtà c’è molto di più di questo, i grandi interpreti della canzone napoletana si sono distinti per le bellissime melodie create con la chitarra o con il mandolino, mentre gli artisti moderni sono riusciti a mettere l’anima partenopea della tradizione classica nei nuovi generi musicali, spesso creando musica d’avanguardia. Scopriamo insieme quali sono le canzoni napoletane più belle mai realizzate dai cantanti classici e dagli artisti moderni. 

Maruzzella – Renato Carosone

Una delle canzoni napoletane più famose interpretata da Renato Carosone, artista molto amato anche fuori da Napoli. Una canzone d’amore dedicata alla sua bella, di nome Marisa, per la quale si strugge d’amore. Renato Carosone, pianista classico capace di suonare anche jazz, crea questo brano che è diventato la canzone di moltissime coppie dell’epoca. Il suono dei tamburelli e della chitarra dalla triste melodia, evoca le notti illuminate nei quartieri napoletani. Probabilmente una delle canzoni più malinconiche di Carosone che comunque era capace di spaziare con grande abilità tra diversi stili e generi, ricordiamo anche la simpatica Tu vuò fà l’americano (diventata purtroppo una sorta di tormentone con un remix dance di dubbia qualità) e Pigliate ‘na pastiglia.

 

Malafemmena – Totò

Napoli è una sorta di universo a sé stante, e in questo universo ci sono personaggi amati a livello nazionale e internazionale. Uno di questi è sicuramente il grande Antonio De Curtis, detto Totò, attore capace di grande comicità così come abile nell’interpretare ruoli più drammatici. Come molti attori dell’epoca, Totò era un artista a tutto tondo e per questo scrisse il bellissimo brano Malafemmena  che racchiude l’essenza di molte canzoni napoletane classiche: il mal d’amore. Accompagnato solo da una chitarra Totò canta con la sua voce profonda questo amore non corrisposto, in un brano lento ma non proprio malinconico e che in qualche modo contiene una certa ironia, tipica dell’attore.

Uocchie c’arraggiunate – Roberto Murolo

In un certo senso la musica tradizionale napoletana ha un certo collegamento spirituale con il blues afro-americano, un po’ per il binomio tra il musicista e la sua chitarra, un po’ anche per i testi basati sull’amore non corrisposto o su quello sfuggente. Roberto Murolo con la sua chitarra ha scritto dei brani memorabili di grande bellezza come Uocchie c’arraggiunate, un brano caratterizzato da un lento arpeggio di chitarra e dalla sua voce rilassante. Il testo del brano è una vera e propria poesia, capace di evocare immagini bellissime nel descrivere l’amata. Ascoltando Murolo ci si rende conto di quanto le canzoni neomelodiche abbiano praticamente massacrato la canzone napoletana tradizionale, portandola da un soave lamento d’amore a qualcosa di più patetico e ‘patinato’.

 

Pino Daniele – Quanno chiove

L’album Nero a Metà di Pino Daniele è considerato da molti un vero capolavoro. Il sapiente misto tra blues, jazz e musica tradizionale napoletana ha reso Pino Daniele uno degli artisti più apprezzati in Italia e anche all’estero. Non dimentichiamo che Pino Daniele è un musicista di altissimo livello che ha suonato con Chick Corea e collaborato con la prog band Napoli Centrale di James Senese. Il brano Quanno Chiove è una ballata che utilizza accordi tipici delle canzoni napoletane con variazioni jazz, per raccontare una storia triste: quella di una prostituta. 

Almamegretta – Gramigna

Lontani dallo stile delle canzoni classiche napoletane, ma in qualche modo vicini, gli Almamegretta sono un gruppo poliedrico capace di mescolare la tradizione con musica moderna come il rap, il dub e il trip hop in un mix originale e personalissimo, caratterizzato dal cantato tipico napoletano. Al momento il gruppo non è molto attivo, ma ha segnato un periodo molto importante insieme ai 99 Posse che ha dato inizio alla scena della musica moderna napoletana. Il brano Gramigna è probabilmente quello più famoso insieme a Black Athena, ma in generale tutta la loro discografia contiene brani molto interessanti. Gli Almamegretta hanno ispirato molti artisti di musica elettronica napoletani, tra questi i più recenti Nu Guinea. 

 

99 Posse – Curre Curre Guagliò

Impossibile non inserire i 99 Posse in un articolo dedicato alla musica napoletana, soprattutto per l’importanza che questa band ha avuto non solo per il panorama underground partenopeo, ma per la musica italiana in generale. La musica napoletana incontra il reggae e il dub, con testi spesso di protesta cantati dall’ormai leggendario Luca Persico detto U’ Zulù. Una band decisamente scomoda che ha spesso incitato alla rivolta, ma che rimane nel cuore di moltissimi appassionati. 

 

 

Ultimo aggiornamento: 28.03.24

 

L’amore e le donne sono probabilmente uno dei temi più comuni nella musica. Ci sono tantissime canzoni dedicate alle donne, vediamo quali sono le più belle di sempre.

 

Difficile trovare un cantante o una band che non abbia scritto canzoni dedicate alle donne o alla propria compagna. Persino nei generi più ‘duri’ come il rap e il metal ci sono una miriade di brani che parlano dell’amore verso il gentil sesso e anche artisti diventati famosi per come suonano la loro chitarra jazz non hanno lesinato ballad e love song. L’amore per una donna può portare un uomo a fare follie, nonché a scrivere bellissimi brani musicali. In Italia, la canzone d’amore è stata per anni il marchio di fabbrica della nostra scena musicale e sebbene non tutti gli artisti siano stati capaci di scrivere brani convincenti, diciamo che nel Bel Paese in linea di massima sappiamo come cantare questo sentimento. 

Le canzoni sulle donne sono state scritte da cantanti di entrambi i sessi, anche per denunciare la violenza subita (problema ancora molto grave in Italia) o magari per lodare le loro qualità spesso sottovalutate e soppresse. In questo articolo faremo una breve rassegna delle canzoni per le donne più ascoltate e belle di tutti i tempi, cercando tra artisti italiani e stranieri di vari generi. 

 

Carmen Consoli – La signora del quinto piano

Carmen Consoli ha scritto tantissime canzoni memorabili, tra le quali diverse che denunciano la violenza sulle donne. Nel brano La Signora del Quinto Piano narra di una donna che vive una situazione di costante pericolo a causa dell’ex marito, ma che sebbene si rivolga alle Forze dell’Ordine non riceve alcun aiuto. Un dipinto musicale della problematica odierna, dove spesso si sente solo parlare di statistiche sulla violenza domestica, senza che però vengano presi seri provvedimenti contro chi la perpetra. 

Quartetto Cetra – Donna

Una canzone per ragazze e donne di qualsiasi età, Donna del Quartetto Cetra è un brano swing caratterizzato dalle armonizzazioni vocali tipiche del gruppo italiano, uno dei più amati e conosciuti a livello internazionale (ricordiamo la loro versione di Crapa Pelada nella serie Breaking Bad). Brano scritto con grande amore, senza smancerie e con il classico buon gusto che ha contraddistinto la discografia dell’amato quartetto. D’altronde uno dei componenti era proprio una donna: la bravissima Lucia Mannucci. 

 

Lucio Battisti – Una donna per amico

Molti uomini (e anche molte donne) non credono che l’amicizia tra questi due sessi sia possibile e che, quando c’è, nasconda comunque un qualche interesse di tipo sentimentale o sessuale. Eppure esiste eccome, infatti su questo bellissimo tema Lucio Battisti ci ha scritto una canzone sulle donne intitolata proprio Una Donna per Amico. Ci sono poche canzoni da dedicare ad una ragazza con la quale si condivide una lunga amicizia, ma questa è sicuramente una di quelle più belle. Il testo fu scritto dal leggendario Mogol e parla proprio di un uomo e una donna che nei momenti difficili si incontrano per sfogarsi e affrontare insieme le avversità della vita. 

Francesco De Gregori – La donna cannone 

Solo un cantautore con la sensibilità di De Gregori poteva scrivere un testo così toccante, malinconico ed evocativo come quello de La Donna Cannone. Un brano che in qualche modo inneggia alla libertà femminile e all’amore, infatti il cantautore lo scrisse basandosi su un curioso fatto di cronaca: una donna cannone lasciò il circo dove era la principale attrazione per seguire il suo cuore e raggiungere il suo grande amore. Brano che smuove davvero le corde del cuore e che colpisce per la sua semplicità unita ad una certa potenza tematica, tipica di De Gregori. 

 

2pac – Dear Mama

Nel mondo machista del rap, le donne non sono proprio state descritte nel migliore dei modi, tranne da alcuni artisti. Sorprendentemente, proprio uno dei massimi esponenti del movimento Gangsta della West Coast ha saputo scrivere i testi migliori da dedicare alle donne. Il compianto Tupac Shakur, in arte 2pac sul suo personalissimo album Me Against The World dedica una canzone alla madre Afeni che nonostante i vari problemi gli è sempre stata vicina. D’altronde per un uomo non c’è donna più importante della mamma e 2pac, rapper duro ma di grande cultura e sentimenti, ha saputo scrivere un testo speciale per dimostrare tutto il suo amore di figlio.

Aretha Franklin – Respect 

Come combatti se nasci negli Stati Uniti e fai parte di una minoranza etnica che subisce soprusi da anni e allo stesso tempo sei una donna? Con la musica! Aretha Franklin con Respect chiede giustamente il rispetto dovuto alla donna da parte degli uomini, e lo fa usando la sua incredibile voce e la sua prorompente energia. Respect è un inno femminista immortale, nonché un brano soul fantastico che meriterebbe di essere riprodotto a ripetizione in ogni playlist che si… rispetti.

 

Pino Daniele – Quann’ Chiove 

Il disco Nero a Metà del compianto Pino Daniele è un vero e proprio capolavoro che contiene tracce di rara bellezza, tra il blues e la musica popolare napoletana. Il brano Quanno Chiove è uno dei più famosi dell’autore e descrive la vita di una prostituta che scende da un palazzo per andare a lavorare. Scende col sorriso, ma risale triste, stringendosi forte alla vita per non lasciarsi andare. È un testo toccante e che in qualche modo protesta contro la condizione di alcune donne costrette a sacrificare il loro corpo pur di riuscire ad avere un tetto sulla testa. 

Allman Brothers – Melissa

Gli Allman Brothers sono una band southern rock molto apprezzata a livello internazionale, conosciuti per la loro grande versatilità. Capaci di passare dal blues al rock e sfociare anche nel progressive, hanno creato anche stupende tracce folk rock come Melissa. Un brano da dedicare alla donna del proprio cuore, Melissa parla di un vagabondo che durante i suoi viaggi pensa sempre a tornare dalla sua dolce amata, come se cercasse una qualche stabilità e la possa trovare solo nell’amore per la sua donna. 

 

 

Ultimo aggiornamento: 28.03.24

 

Principale vantaggio

La Fender Stratocaster Standard è una delle chitarre più amate e utilizzate per il pop, il rock e il blues elettrico. Il suo suono vintage tipico, con distorsioni calde e profonde, vi consente di esprimervi al meglio delle vostre potenzialità, facendo sentire il giusto tocco sugli accenti, sui bending e sui vibrati. Sulla ritmica si comporta egregiamente, specialmente sugli accordi blues e rock, dando il meglio anche con il suono pulito che risulterà preciso e avvolgente. Questa Fender Stratocaster potrà darvi tantissime soddisfazioni, specialmente se abbinata al giusto amplificatore.  

 

Principale svantaggio

Non è proprio un difetto della chitarra come modello, più che altro una limitazione del suono delle Fender poco adatto a determinati generi. In generale se amate l’hard rock o il metal, potreste trovare la Fender Stratocaster poco ‘incisiva’ per raggiungere le distorsioni aggressive richieste da questi generi musicali, sia sulla ritmica sia sugli assoli. In questo caso vi possiamo suggerire di puntare su una chitarra LTD, ESP, Jackson o Gibson.

 

Verdetto: 9.8/10

Se amate il suono tipico della Fender Stratocaster allora questa chitarra può fare davvero al caso vostro. Non fatevi ingannare dalla scritta ‘Made in Mexico’ in quanto lo strumento non ha proprio nulla da invidiare a quelli prodotti negli Stati Uniti. Sono stati utilizzati materiali di alta qualità per tutte le parti della chitarra, in modo da garantire il suono caldo, preciso e avvolgente che ha reso la Fender uno strumento leggendario. Il nostro verdetto è molto positivo, ma chiaramente trattandosi di una chitarra non adatta a tutti i generi musicali, dobbiamo toglierle giusto qualche punto. 

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DESCRIZIONE CARATTERISTICHE PRINCIPALI

 

Suono

Quando si punta su una chitarra Fender Stratocaster originale, occorre essere pronti a spendere qualcosa in più rispetto ai modelli ‘entry level’ prodotti da Squire o da altre marche ‘minori’. La soddisfazione di avere una Fender tra le mani è davvero appagante, specialmente se amate il suono tipico che contraddistingue questa chitarra leggendaria. Sulle ritmiche si rivela grintosa e allo stesso tempo avvolgente, specialmente con le distorsioni non troppo spinte. 

I bassi rotondi si uniscono agli alti precisi per un sound tra il vintage e il moderno, perfetto per diversi generi musicali. Sugli assoli la Fender probabilmente è una delle chitarre migliori per suonare il blues e il rock, grazie alla sua dinamica precisa che vi permette di sfruttare il vostro tocco sui bending e sui vibrati, facendo sentire il plettro su ogni nota. 

Componenti

Nonostante sia stata creata in Messico, questa chitarra non ha niente da invidiare ai modelli prodotti negli Stati Uniti. I componenti usati per la sua realizzazione sono di altissima qualità, troviamo infatti la tastiera in acero che contribuisce alla resa sonora morbida e calda dello strumento, così come ad aumentare la scorrevolezza delle dita sui tasti. 

Il selettore dei pick-up si rivela resistente, così come i potenziometri che potrete gestire senza preoccuparvi di romperli. Ottimo il ponte mobile che, con il whammy bar, vi consente di esprimervi al meglio sui toni e sugli armonici artificiali o naturali. Anche le chiavette sulla paletta si rivelano affidabili, in quanto tengono benissimo l’accordatura. Chiaramente la chitarra va trattata con una certa cura, specialmente quando la portate in sala prove o ai concerti, quindi ci raccomandiamo di usare una custodia rigida (non inclusa nel prezzo) per il trasporto.

 

Versatilità

La Fender Stratocaster è una chitarra che si può adattare a diversi generi musicali. Principalmente il suo suono si rivela ideale per suonare blues elettrico, nello stile di Duane Allman, Eric Clapton e Stevie Ray Vaughan. Con la giusta distorsione potrete anche esprimervi al meglio sul rock fino agli anni ‘80, sia sulle ritmiche sia sugli assoli. La chitarra si comporta benissimo anche con il pop, in quanto il suono pulito preciso vi permette di usare una serie di effetti come il chorus senza rovinare la resa sonora. 

Come tutte le Fender, anche questa Stratocaster non è proprio consigliata per generi più ‘duri’, ad esempio sul metal potrebbe lasciare molto a desiderare, in quanto anche con il gain al massimo non avrà quella giusta spinta per risultare aggressiva. Sull’hard rock raggiunge buoni compromessi, ma dovrete usare il giusto amplificatore e magari aggiustare i settaggi dell’equalizzazione, affiancandola ad un pedale per il gain. 

 

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Ultimo aggiornamento: 28.03.24

 

Sotto le loro apparenze da duri e ribelli, i rocker hanno un cuore tenero, d’altronde di canzoni d’amore rock ne sono piene le playlist. Andiamo a vedere quali sono le più famose. 

 

La musica rock ha recentemente visto una sorta di rinascita grazie a band come i Greta Van Fleet e i nostrani Maneskin, recenti vincitori dell’ultima edizione del Festival di Sanremo con un brano di rock granitico. Chiaro, i ‘rocker’ della vecchia guardia non nutrono grandi simpatie per la formazione romana ma bisogna comunque rendere loro atto per aver ridestato un po’ di interesse in un genere genuino che sembrava dover essere completamente sopraffatto dall’elettronica e dalla trap. 

Intendiamoci, i Maneskin non hanno rivoluzionato nulla, ma ben venga un gruppo di giovani che può portare un po’ di musica autentica all’attenzione delle nuove generazioni che magari non conoscono mostri sacri come Led Zeppelin o The Who. 

Sebbene il rock, l’hard rock e il metal siano solitamente composti da sonorità decisamente più dure rispetto al pop, nei generi e nei loro derivati non sono mancate canzoni d’amore, spesso diventate delle vere e proprie hit. Vediamo quali sono le più ascoltate. 

 

Extreme – More Than Words

Nuno Bettencourt, eccellente chitarrista di bella presenza si è guadagnato un posto nel cuore di molti ascoltatori per la sua lunga carriera con gli Extreme, una band hard rock statunitense che con il disco Pornograffiti ha saputo dimostrare grande versatilità, sfociando anche in generi alternativi come il funk. Il disco viene spesso ricordato per il brano More Than Words, una ballad acustica tra le più romantiche mai composte da una formazione hard rock, spesso usato per matrimoni e anniversari. All’epoca dell’uscita del disco (l’ormai lontano 1991), Bettencourt dichiarò che la parola ‘amore’ veniva spesso abusata e che il vero sentimento andava oltre la classica frase ‘ti amo’, spesso detta senza alcuna convinzione. Tra le canzoni d’amore straniere, More Than Words è largamente conosciuta, anche da chi non ha la più pallida idea di chi siano gli Extreme. 

Dire Straits – Romeo & Juliet

La formazione britannica dei fratelli Knopfler è riuscita a ottenere un grande successo con una proposta ritenuta ‘antiquata’ all’epoca del loro esordio. Il rock legato allo swing e a composizioni più leggere era contrapposto alle nuove mode inglesi come l’heavy metal e il punk, ma grazie alle loro capacità di musicisti e all’estro chitarristico di Mark Knopfler. Una delle canzoni romantiche più amate dai fan della band e del rock in generale, Romeo and Juliet si presenta nella tracklist del disco Making Movies pubblicato nel 1980, opera di consacrazione definitiva dei Dire Straits. Il brano viene portato avanti dalla voce struggente di Knopfler che racconta di un Romeo vittima del mal d’amore, accompagnato da una melodia che avvolge l’ascoltatore. Non manca l’assolo realizzato con la sua fedele Fender Stratocaster che si distingue come sempre per il gran gusto nella scelta delle note e il tipico finger picking. 

 

Guns’n’Roses – Patience 

Cosa ne può sapere un gruppo di ribelli glam metal d’amore? Impegnati in scorribande di ogni tipo, persi tra plotoni di groupies e fiumi di alcool, sembra strano che i Guns’n’Roses abbiano scritto così tante power ballad. Dall’aggressività di You Could Be Mine e Welcome To The Jungle, passiamo a brani come Don’t Cry e November Rain, oppure la meno conosciuta Patience. Questa bellissima ballata parla dei rapporti personali, dove a volte occorre mostrare un po’ di tranquillità e lasciare che le cose si sistemino da sole. Brano rilassante con una chitarra acustica piacevole che accompagna la voce di Axl Roses sulla strofa efficace e sul toccante ritornello. Il brano conclude con un ottimo crescendo, costruito con grande perizia compositiva dalle chitarre di Slash e Izzy Stradlin e all’uso della sovrapposizione della voce. Non c’è traccia di chitarra elettrica, una dimostrazione delle abilità dei tre musicisti che riescono ad esprimersi benissimo anche in acustico. 

Queen – Love of My Life

La più famosa delle canzoni d’amore dei Queen, presente nel disco A Night at the Opera del 1975, è Love of My Life composta da Freddie Mercury e dedicato alla sua grande amica Mary Austin. Un brano dove Mercury mostra nuovamente le sue abilità canore e compositive, accompagnato solo dal pianoforte e dall’arpa che Brian May poi sostituì poi dal vivo con una chitarra acustica per praticità. Love of My Life è stato uno dei cavalli di battaglia della leggendaria band inglese e una delle più belle canzoni d’amore rock mai scritte. Verrà ricordata a lungo dai fan, in quanto legata alla sfera sentimentale di Freddie Mercury. 

 

Pearl Jam – Elderly Woman Behind the Counter in a small town

Eddie Vedder e i Pearl Jam sono l’unica formazione rimasta in piedi della corrente ‘grunge’ nata a Seattle negli anni ‘90. Nel corso della loro lunga carriera si sono districati con grande abilità tra canzoni più dure e brani con chiare sfumature neo-folk, spesso ispirati al lavoro di Springsteen e Neil Young. Tra questi ultimi troviamo la bellissima ballad Elderly Woman Behind the Counter in a small town, dove Eddie Vedder muove le corde del cuore con la sua voce genuina.

Si differenzia come canzone d’amore per il testo molto ispirato: una signora anziana di un paesino vede entrare nel suo negozio una vecchia fiamma, un uomo che non vedeva da tempo e che aveva abbandonato il paese. All’inizio non lo riconosce, ma dopo un po’ ha un ricordo di loro e imbarazzata non riesce neanche a salutarlo. Un brano molto toccante, come solo i Pearl Jam sanno fare. 

 

 

Ultimo aggiornamento: 28.03.24

 

Scegliere il giusto strumento può non essere semplice ma, se c’è la passione per la musica, la propria strada prima o poi si trova. 

 

Ricordo ancora quando, per i 14 anni, i miei genitori mi regalarono la prima chitarra. Avevo espresso il desiderio di imparare a suonare uno strumento, ma il pianoforte non faceva proprio per me e non si adattava ai miei gusti musicali in via di sviluppo. Al tempo regnava la scena grunge di Seattle, caratterizzata da un misto esplosivo di riff distorti e soluzioni acustiche piene di pathos. Il mio mangiacassette era dimora perenne dei Nirvana, Alice in Chains e Pearl Jam, con qualche visita occasionale da band come Soundgarden e Smashing Pumpkins. Proprio per questo la chitarra fu la mia scelta, come d’altronde fu quella di molti giovani cresciuti tra gli anni ‘80 e i ‘90. 

Seguendo una vecchia ‘teoria popolare’, secondo la quale per imparare a suonare la chitarra elettrica si doveva passare dalla classica, mi trovai tra le mani una buona classica per principianti sulla quale cominciai a muovere i primi passi (o le prime dita), studiando i giri d’accordi grazie ad un pratico manuale. 

 

Impegno e perseveranza

Le difficoltà iniziali non tardarono ad arrivare. Le mani non abbastanza sciolte o snodate, il dolore per la formazione dei calli e la mancanza di un’impostazione tecnica furono notevoli ostacoli che faticai parecchio a superare da autodidatta. Superati i primi mesi e formati i calli, il tutto sembrò un filo più semplice, almeno per quanto riguarda l’apprendimento dei giri di accordi base e lo studio di alcuni brani famosi. 

Se ripenso a quei tempi spesso mi chiedo: ma perché non sono andato da un maestro? Probabilmente per seguire le orme dei musicisti delle band che adoravo, molti dei quali autodidatti. A questo si aggiungevano alcune considerazioni di amici già maggiorenni che avevano espresso un po’ di disprezzo verso i maestri di chitarra della zona dove ero cresciuto, troppo impostati sul metodo classico e poco avvezzi a far studiare ai giovani i generi musicali emergenti. 

E così da autodidatta continuai lo studio, arrivando a completare la classica ‘Stairway To Heaven’ dei Led Zeppelin, svariati brani dei Nirvana e qualche ballata dei Guns’n’Roses. Dal grunge, iniziai ad avvicinarmi all’hard rock e al metal, cosa che fece aumentare il mio desiderio di passare alla chitarra elettrica. 

 

Da classica a elettrica

Il passaggio avvenne dopo un anno e mi trovai davanti uno strumento decisamente più stretto e pratico. Le mie mani già abbastanza snodate e allargate dai mesi passati sulla classica, si trovarono a loro agio sulle posizioni degli accordi, ma decisamente di meno per quanto riguarda la distorsione. Entravo in un mondo nuovo, dove oltre a cercare la pulizia del suono, era necessario tenere a bada il gain dell’amplificatore che sembrava ‘sporcare’ anche le singole note della pentatonica. 

E così lentamente scoprì che nel metal e nell’hard rock gli accordi ‘aperti’ venivano sostituiti dai cosiddetti ‘power chords’. Nonostante per molti il metal sia ‘solo rumore’, posso assicurare ci vuole una buona tecnica per suonare anche solo la ritmica più semplice di un brano dei Metallica. La coordinazione tra mano sinistra e mano destra dev’essere impeccabile, mentre il plettro deve diventare una diretta estensione del proprio corpo. 

Dopo aver provato a suonare qualche brano per conto mio, iniziai a fare un po’ di confusione. Inoltre ascoltando chitarristi del calibro di Marty Friedman dei Megadeth e Chuck Schuldiner dei Death, iniziai a perdere un po’ di fiducia in me stesso. Posso ritenermi però abbastanza fortunato, in quanto chiacchierando con un gruppo di amici, scoprì che un conoscente ‘metallaro’ dava lezioni di chitarra senza però appesantire gli allievi con dose elevate di teoria. Mi misi subito in contatto con lui e sin dalle prime lezioni mi resi conto di quanto il periodo da autodidatta mi avesse fatto male: impostazione delle dita completamente sbagliata, assolutamente poco preciso sul metronomo e ovviamente tutta una serie di dettagli per la pulizia del suono che avevo completamente ignorato. 

 

L’esperienza si fa… suonando

Dopo un anno di lezioni e assidua pratica a casa, cominciai ad avere più fiducia nelle mie possibilità, al punto da cominciare a scrivere i primi riff, mentre per gli assoli ci volle un po’ più di tempo. Una volta maggiorenne e iscritto ad un’università in un’altra città, trovai la prima band e continuai a prendere lezioni da un altro maestro, in modo da perfezionare la tecnica e approfondire le scale. 

Con vent’anni e passa di chitarra sul groppone, ormai non vado più a lezione da tempo. Ho mollato l’ultimo maestro quando ho cominciato lo studio del jazz, un genere che nel tempo sono riuscito ad approfondire da autodidatta, grazie alle conoscenze tecniche e teoriche accumulate negli anni. 

I chitarristi più giovani con i quali ogni tanto mi confronto, spesso mi chiedono se possono bastare le lezioni trovate su Youtube unite ad un po’ di sano ‘fai da te’ per poter arrivare a buoni livelli. La risposta non è mai semplice, perché quando ho iniziato a studiare lo strumento, il web era praticamente agli albori, quindi al massimo si riusciva a trovare qualche tabulatura dei brani più famosi. Youtube è sicuramente un buon sistema per apprendere qualche tecnica ‘in pillole’, ma non reputo sia ideale per i principianti. Chitarristi intermedi e avanzati possono sfruttarlo per chiarire qualche dubbio su diversi stili, o magari per togliersi qualche sfizio e provare a suonare un determinato genere. 

Per la tecnica e l’impostazione iniziale invece è sempre bene recarsi da un maestro, sebbene dovete sempre considerare a quale livello volete arrivare. Un maestro può comunque darvi una buona impostazione, sciogliendo tutti i nodi iniziali con maggiore facilità. Ovviamente gran parte dello sforzo deve venire da voi, inoltre non vi abbattete! Non dovete suonare per diventare famosi o i migliori del mondo, l’importante è divertirsi, poi se avete talento potrete probabilmente fare della musica la vostra vita.
Chi vi scrive non è un musicista talentuoso, solo un ormai “vecchio ragazzo” con tanta passione e voglia di scoprire sempre di più dell’affascinante mondo della musica!

 

 

 

Ultimo aggiornamento: 28.03.24

 

Un’ottima chitarra può costare svariate centinaia di euro. Ci sono però alcuni modelli che rappresentano il sogno proibito dei collezionisti. Vediamoli insieme

 

Sia che siate chitarristi con una certa esperienza, sia che abbiate appena cominciato a prendere lezioni di chitarra classica, saprete perfettamente quanto sia importante avere tra le mani uno strumento di qualità. E saprete altrettanto bene come questa qualità spesso si paghi, visto che non è infrequente dover sborsare diverse centinaia di euro per una chitarra realizzata con legni pregiati e con una certa cura. In questa pagina, però, abbiamo voluto esagerare e abbiamo raccolto quelle che sono le dieci chitarre più costose della storia, perché di eccellente qualità ma soprattutto perché appartenute o realizzate appositamente per i più grandi chitarristi della storia. Scopriamo dunque insieme la top ten delle chitarre più care di sempre.

 

10 – Gibson ES-335 di Eric Clapton – Valore: 848.000 dollari 

Acquistata da Eric Clapton nel lontano 1964, quando ancora suonava negli Yardbirds, è stata per decenni una delle sue preferite, tanto da utilizzarla spesso dal vivo nelle sue esibizioni da solista per trent’anni. Successivamente è stata messa all’asta e venduta per quasi 850mila dollari. Questo modello, tra l’altro, è molto apprezzato da molti altri artisti, come i Cream e i Rolling Stones. 

 

9 – “Tiger” di Jerry Garcia – Valore: 957.500 dollari 

Questa chitarra è stata utilizzata da Jerry Garcia tra il 1979 e il 1989 ed è stata realizzata per l’artista dal celebre liutaio Doug Irwin. In seguito alla scomparsa di Garcia, la sua band (i Grateful Dead) e Irwin si contesero la proprietà di questa e delle altre chitarre, finché non raggiunsero un accordo che ne assegnava a Irwin alcune, tra cui la Tiger, che è stata messa all’asta nel maggio del 2002 e acquistata dal facoltoso business man americano James Irsay per 957.500 dollari. 

8 – Fender Stratocaster Blackie di Eric Clapton – Valore: 959.500 dollari 

Eric Clapton è considerato uno dei più grandi chitarristi della storia della musica, ecco perché le sue chitarre raggiungono spesso valori così elevati. La storia di Blackie è curiosa e risale all’inizio degli anni ’70, quando Clapton acquistò sei Fender Stratocaster spendendo circa 1.500 dollari. Di queste, tre le regalò (a Pete Townshend, George Harrison e Steve Winwood) e tre le mise nelle sapienti mani di Ted Newman Jones, un liutaio che, utilizzando le parti migliori di ognuna, creò Blackie. La chitarra è quella che Clapton ha utilizzato per le registrazioni di alcuni dei suoi brani più iconici, tra cui Cocaine. 

 

7 – Fender Stratocaster del 1964 di Bob Dylan – Valore: 965.000

Utilizzata da Bob Dylan nella metà degli anni ’60 e in particolare per l’esibizione al Newport Folk Festival del luglio del 1965, durante la quale l’artista suscitò polemiche e sonori fischi di disapprovazione da parte dei puristi della musica folk. Rimasta sepolta da qualche parte per decenni, la chitarra è riapparsa nel 2012 e, l’anno seguente, è stata venduta all’asta per la stratosferica cifra di 965.000 dollari.

 

6 – Les Paul Standard del 1959 di Keith Richards – Valore: 1 milione di dollari 

Si tratta della chitarra che Keith Richards aveva tra le mani quando gli Stones registrarono uno dei loro brani più celebri: Satisfaction. Nel corso degli anni, Richards l’ha prestata a Eric Clapton, Jimmy Page e Mick Taylor per alcune loro esibizioni dal vivo. Battuta all’asta, è stata acquistata da un anonimo collezionista per un milione di dollari. 

5 – Washburn 22-Series Hawk di Bob Marley – Valore: 1 milione e 600.000 dollari 

Indubbiamente la chitarra più “misteriosa” tra quelle presenti nella nostra classifica. È sicuramente appartenuta a Bob Marley, anche se non esiste nemmeno un’immagine che immortala il celebre cantante reggae mentre la tiene in mano. Il Governo della Giamaica però non ha avuto dubbi e ha sborsato oltre un milione e mezzo di dollari per acquistarla e per metterla in un museo. 

 

4 – Wolf” di Jerry Garcia – Valore: 1 milone e 900.000 dollari

Si tratta dell’altra chitarra più amata da Jerry Garcia e, come la precedente Tiger, anch’essa, dopo la morte del chitarrista, è stata contesa tra la sua band – i Grateful Dead – e Doug Irwin, colui che l’aveva realizzata. Wolf, dopo un’accesa battaglia legale, è finita tra le mani del liutaio che, nel 2002, la mise in vendita e ricavò 790.000 dollari. Qualche anno dopo, però, il collezionista che l’aveva acquistata decise di metterla a sua volta all’asta e ottenne un profitto stratosferico, visto che venne battuta a quasi 2 milioni di dollari. 

 

3 – 1968 Woodstock Fender Stratocaster di Jimi Hendrix – Valore: 2 milioni di dollari

Nella sua breve carriera Hendrix utilizzò molte Stratocaster ma questa – identificata dal numero seriale 240981 – fu quella che suonò davanti alla moltitudine di spettatori del leggendario concerto di Woodstock. Alla morte del chitarrista, diventò di proprietà del batterista di Hendrix, Mitch Mitchell che, nel 1990, decise di venderla per quasi 200.000 dollari. Qualche anno dopo Paul Allen, co-fondatore di Microsoft ma anche appassionato di musica e chitarrista, la acquista per 2 milioni di dollari per farne il pezzo pregiato dell’Experience Music Project, un museo costruito a Seattle e interamente dedicato a Hendrix. 

2 – Gibson J-160E (1962) di John Lennon – Valore: 2 milioni e 400.000 dollari 

Si tratta della prima chitarra utilizzata da John Lennon, acquistata nel 1962 in un negozio di strumenti di Liverpool e suonata quando i Beatles registrarono il loro primo singolo: Love me do. L’anno successivo, alla fine di un’esibizione al Finsbury Park Astoria di Londra, lo strumento sparì e non se ne seppe più nulla per oltre 50 anni, fino a quando John McCaw, dando un’occhiata a una rivista, capì di avere tra le mani un tesoro. Aveva infatti acquistato (senza saperlo) la chitarra per 175 dollari da un amico che, a sua volta, l’aveva comprata per la stessa cifra in un negozio di San Diego. Nessuno ha saputo ricostruire la storia di questa Gibson J-160E ma di certo McCaw ha fatto bingo, visto che l’ha rivenduta a 2 milioni e 400.000 dollari!

 

1 – Fender Stratocaster ‘Reach Out to Asia’ – Valore: 2 milioni e 700.000 dollari 

Curiosamente la chitarra più costosa della storia non è appartenuta a nessun grande artista e non è stata utilizzata in esibizioni leggendarie. E allora perché questa Stratocaster vale 2 milioni e 700.000 dollari? Semplicemente perché, a seguito dello tsunami che, nel 2004, sconvolse il Sud Est Asiatico, Bryan Adams decise di chiedere ad alcune delle più grandi star della storia della musica di firmarla, per poi metterla all’asta e devolvere il ricavato alle popolazioni colpite. L’iniziativa ebbe successo, anche perché chi ha sborsato l’ingente somma si trova ora tra le mani una chitarra con gli autografi di, tra gli altri, Keith Richards, Eric Clapton, Mick Jagger, Brian May, David Gilmour, Mark Knopfler, Paul McCartney e Sting.  

 

 

Ultimo aggiornamento: 28.03.24

 

Principale vantaggio

Una chitarra jazz caratterizzata da un suono caldo e avvolgente, ideale per chitarristi intermedi o alle prime armi in cerca di uno strumento adatto per suonare jazz e blues. Nonostante il prezzo conveniente, l’Ibanez si difende molto bene garantendo accordi vibranti e note singole precise. Adatta sia per il finger picking sia per suonare con il plettro, questa Ibanez è la soluzione ideale se volete provare una chitarra semiacustica, ma non volete spendere troppo. Al suono si unisce il bellissimo design, che abbina alla struttura, realizzata in acero e mogano, la tastiera in palissandro così da garantire un suono caldo e morbido. 

 

Principale svantaggio

Non è indicata per chitarristi avanzati che suonano dal vivo e possiedono una buona conoscenza tecnica e teorica del jazz. Questa Ibanez è un buon compro messo per cominciare a studiare il genere o per praticarlo a livelli intermedi. Se cercate una chitarra jazz superiore alle ‘entry level’ dovrete puntare su un altro modello, tenendo conto che questi strumenti possono arrivare a costare cifre considerevoli. Segnaliamo anche che nel prezzo non è inclusa la custodia per il trasporto dello strumento. 

 

Verdetto: 9.7/10 

La chitarra jazz Ibanez si fa apprezzare per il suo ottimo rapporto qualità-prezzo, ponendosi come soluzione ideale per i neofiti amanti del blues, del jazz e della fusion che vogliono intraprendere lo studio di questi generi con lo strumento adatto. Il suono caldo e avvolgente si unisce a dei buoni materiali costruttivi e ad un design molto bello da vedere. Il nostro verdetto è molto positivo, ma non possiamo dare allo strumento il massimo del punteggio in quanto si tratta di un modello ‘entry level’ poco indicato per musicisti avanzati in cerca di una semiacustica di alto livello. 

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DESCRIZIONE CARATTERISTICHE PRINCIPALI 

 

Suono

Qualsiasi chitarra jazz che si rispetti deve esprimere un suono corpose, per garantire al musicista l’esecuzione di accordi e scale dal feeling avvolgente . Nonostante sia una chitarra semiacustica ‘entry level’, la Ibanez si comporta molto bene grazie ai pick-up humbucker che permettono di esprimersi al meglio delle proprie possibilità e passare da un suono più caldo ideale per l’esecuzione del blues ad uno più tagliato adatto alle complesse scale. 

La chitarra colpisce per il suo suono ‘unplugged’, sebbene per ottenere il massimo sarà necessario usare un amplificatore adatto per valorizzarne le frequenze. Lo strumento è adatto per suonare in pulito, al massimo con delle lievi distorsioni, quindi ideale per generi come jazz, blues e fusion. Ovviamente non potete aspettarvi una qualità del suono pari a strumenti più costosi, ma per cominciare va più che bene.

Materiali

Il modello Ibanez si presenta con dei materiali di tutto rispetto. Sebbene il prezzo basso dello strumento potrebbe lasciare intendere una bassa qualità costruttiva, in realtà lo strumento si rivela estremamente resistente e longevo. Chiaramente come ogni chitarra dovrete avere un minimo di cura e cercare di evitare urti o cadute accidentali durante il trasporto. Il corpo realizzato in acero assicura una notevole solidità, mentre le chiavi della paletta e il ponte stabile vi consentono di accordare lo strumento con precisione. 

Potrete usare le manopole per gestire tono e volume senza preoccuparvi di romperle. Allo stesso modo, la levetta dei pick-up al ponte e alla tastiera si dimostra molto resistente, permettendo un cambio rapido durante l’improvvisazione o l’esecuzione dei brani. Infine, segnaliamo la tastiera in palissandro che contribuisce a rendere il suono più corposo e a valorizzare il vostro tocco. 

Nel prezzo non è inclusa la custodia per il trasporto che dovrete acquistare separatamente. Vi consigliamo di procurarvi questo accessorio in modo da proteggere con efficacia la chitarra da urti o cadute.

 

Design

Anche l’occhio vuole la sua parte e Ibanez lo sa molto bene, d’altronde le sue chitarre sono sempre molto belle da vedere. Il modello in questione non fa eccezione, grazie ad un design di tutto rispetto che non mancherà di abbellire la vostra collezione di chitarre e di catturare l’attenzione del pubblico quando suonate dal vivo. 

Il colore marrone mogano è abbellito da rilievi eleganti sulla cassa e da chiaroscuri accattivanti. Il fondo e le fasce in acero abbelliscono ulteriormente lo strumento, unendosi alla tastiera in palissandro e creando un piacevole contrasto. La forma della paletta tipica delle chitarre semiacustiche presenta il marchio Ibanez. Il tutto da alla chitarra un look rustico ideale per interpretare il blues e il jazz. 

 

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Ultimo aggiornamento: 28.03.24

 

Lira – Consigli d’acquisto, Classifica e Recensioni

 

La lira è uno strumento a corda di origine greca molto affascinante, con il quale si possono produrre melodie rilassanti e dal fascino antico. Se volete provare a suonare la lira o magari fare un bel regalo, allora potrete trovare molto questa nostra guida comprendente le recensioni sui modelli migliori per rapporto qualità-prezzo e una serie di consigli utili che vi permetteranno di scegliere quello adatto alle vostre esigenze. Tra le lire più vendute troviamo Kacsoo Lyre Harp, un buon compromesso tra convenienza e qualità dei materiali. In alternativa Topnaca Arpa Lira 16 Corde si presenta con un design elegante e una buona dotazione. 

 

 

Tabella comparativa

 

Pregio
Difetto
Conclusione
Offerte

 

 

Le 8 migliori lire – Classifica 2024

 

Qui di seguito troverete i nostri pareri su ben otto lire diverse, selezionate per il loro rapporto qualità-prezzo conveniente e per il gradimento degli utenti. Vi auguriamo una buona lettura e di poter trovare quella giusta per voi.

 

 

1. Kacsoo Lyre Harp, 24 Corde Lira Arpa

 

Tra le migliori lire del 2024, la Kacsoo si distingue per il suo ottimo rapporto qualità-prezzo che la rende ottima sia per principianti sia per musicisti navigati che vogliono provare un nuovo strumento musicale, senza però spendere troppo. Realizzata in mogano resistente, la lira presenta una cassa di risonanza intagliata con precisione che rende il suono più profondo e cristallino. 

Questo vi permette di eseguire brani per un piccolo pubblico in un luogo chiuso o semplicemente di godere di melodie rilassanti e affascinanti per fare un po’ di sana musicoterapia. Grazie alle 24 corde potrete eseguire accordi e scale senza porvi troppi limiti, inoltre la forma rotonda della lira la rende molto confortevole da impugnare e da suonare. Nella confezione troverete diversi oggetti in dotazione, tra i quali un cambio di corde, una levetta per l’accordatura, un panno e un plettro. Manca la custodia, che invece sarebbe stata gradita. 

 

Pro

Qualità: La lira è stata realizzata in mogano resistente e durevole nel tempo che le conferisce anche un aspetto molto gradevole. 

Suono: La cassa di risonanza lo rende caldo e cristallino, aggiungendo una profondità che permette alle note di propagarsi nell’ambiente e avvolgere gli ascoltatori. 

Comoda: Le dimensioni della lira e la sua forma rotonda la rendono molto semplice da impugnare. 

Dotazione: Nella confezione troverete diversi oggetti utili come la chiave per l’accordatura e le corde di ricambio.

 

Contro

Custodia: Non è presente tra gli oggetti in dotazione. Riteniamo che questa mancanza sia un po’ grossolana, in quanto obbliga ad acquistarne una separatamente. 

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2. Topnaca Arpa Lira 16 Corde Portatile In Mogano

 

Il modello Topnaca è uno dei più venduti sul mercato, in quanto il suo prezzo conveniente si unisce ad un design di ottima fattura. Con sedici corde a disposizione, questa lira si rivela una buona scelta per i principianti che potranno impratichirsi studiando accordi e scale. Il suo punto di forza sta nel design davvero elegante, con intagli sui bordi e al centro della lira, una soluzione ideale per fare un bel regalo ad un appassionato di musica. 

Lo strumento è realizzato in mogano resistente e durevole, inoltre nel prezzo è inclusa anche una pratica custodia per tenere la lira protetta dalla polvere e per trasportarla con più facilità. Non mancano la chiave per l’accordatura e le corde che vi suggeriamo di montare al posto di quelle di fabbrica che potrebbero avere un suono poco piacevole. 

 

Pro

Design: Le intagliature nel legno e la fantasia al centro della lira che rappresenta un cervo, rendono lo strumento davvero elegante e bello da vedere.

Versatile: Grazie alle sue sedici corde, questa lira si rivela più adatta ad un primo approccio, ma permette anche ai musicisti avanzati di creare numerose melodie con scale e accordi.

Dotazione: Tra i vari oggetti inclusi nel prezzo troverete anche una pratica custodia per tenere la lira protetta dalla polvere e per portarla comodamente ovunque andiate.

 

Contro

Suono: Per uno strumento del suo prezzo ha un buon suono, ma per ottenerlo dovrete cambiare subito le corde di fabbrica con quelle incluse nella confezione. 

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3. Aklot Lyre Harp, 7 corde in metallo 

 

Sul mercato si possono trovare lire con più o meno corde. Se siete alle prime armi e non avete mai suonato uno strumento a corda, allora vi consigliamo di partire con un modello per principianti come questo. Oltre a essere più economico rispetto ad altri modelli ‘entry level’, lo strumento presenta solo sette corde, quindi più adatto per cominciare ad apprendere i rudimenti. 

Le dimensioni compatte e la forma rotonda della lira, la rendono adatta anche per bambini e ragazzi, in quanto potranno impugnarla più facilmente e suonare con una maggiore comodità. Per quanto riguarda il suono, ci troviamo su livelli discreti, con le corde che spesso perdono tonalità e vanno sovente accordate. In questo caso torna molto utile la chiavetta inclusa nella confezione e l’app per accordare l’arpa scaricabile gratuitamente sul vostro smartphone. 

 

Pro

Per principianti: La lira dispone di sette corde e di una forma ergonomica, quindi ideale per principianti di tutte le età che vogliono approcciarsi allo strumento.

Conveniente: Viene venduta a prezzi bassi, ideale se volete provare a suonare la lira, ma non volete spendere troppo. 

App: Grazie alla pratica app per smartphone potrete accordare la lira tramite un accordatore elettronico molto semplice da usare. 

Dotazione: Nella confezione troverete corde di ricambio e chiave per l’accordatura.

 

Contro

Suono: Qualitativamente inferiore rispetto a modelli più costosi. Dovrete accordare spesso la lira in quanto le corde tendono ad allentarsi molto facilmente.

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4. Aklot Lyre Harp 16 Corde in metallo

 

Una lira dal design particolare che presenta una cassa di risonanza al centro. Questa scelta di liuteria non è meramente estetica, infatti la cassa esalta la vibrazione delle corde, rendendo il suono più profondo e avvolgente. Per questo la proposta di Aklot si rivela ideale per suonare dal vivo, in quanto si potrà riempire la stanza con melodie evocative e toni caldi. 

Oltre all’ottimo suono, la lira si rivela molto bella da vedere grazie al suo aspetto che ricorda proprio gli strumenti usati nell’antica Grecia. Il legno Okoumè si rivela forte e resistente, cosa che rende la lira durevole nel tempo. Come gli altri modelli Aklot, anche questa lira viene venduta con una custodia morbida e la chiave per l’accordatura che potrà essere eseguita grazie ad un’app gratuita scaricabile su smartphone. Il neo del prodotto sta nell’accordatura poco precisa che richiede molta attenzione da parte vostra.

 

Pro

Suono: La cassa di risonanza conferisce profondità alle note, creando toni avvolgenti ed evocativi in grado di stupire e di rilassare chi li ascolta. 

Design: La forma della lira ricorda quelle dell’antica Grecia. Questo strumento è molto elegante da vedere e può essere una buona idea regalo.

Dotazione: Nel prezzo sono incluse la custodia morbida per il trasporto e la chiavetta per l’accordatura, oltre ad un pickup per migliorare la qualità del suono. 

 

Contro

Accordatura: Si rivela poco precisa e va eseguita con un certo criterio, in modo da evitare che le corde si rompano. 

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5. 4Yang Lyre Harp Arpa Lira 19 Corde

 

A livello di design, la 4Yang è la migliore arpa dell’anno. Basta dare un’occhiata alle immagini per rendersi conto della cura adottata dal produttore per realizzare questo strumento. La forma elegante del corpo e i disegni la rendono davvero piacevole da vedere e quindi una buona idea regalo per appassionati di musica. Realizzata in legno di mogano di ottima qualità, l’arpa produce un suono piacevole, con toni vibranti e cristallini. 

Grazie alle 19 corde in acciaio potrete fare pratica su scale e accordi, sfruttando al meglio le vostre capacità e apprendendo sempre nuove tecniche o brani. Ottima anche l’accordatura che tiene molto bene anche dopo lunghe sessioni. Non mancano i vari oggetti utili in dotazione, compresa la custodia per il trasporto e la chiave per accordare lo strumento. Se non sapete dove acquistare questo prodotto nuovo, cliccate sul link qui di seguito per andare alla pagina del negozio online. 

 

Pro

Design: Intagli e disegni sul corpo della lira la rendono davvero bella da vedere e un’ottima idea per fare un bel regalo ad amici o parenti appassionati di musica e di cultura greca.

Comoda: La forma rotonda e sinuosa della lira la rende facile da impugnare, inoltre le dimensioni compatte ne facilitano il trasporto.

Suono: Cristallino con toni caldi e avvolgenti, ideale anche per delle esibizioni davanti ad un pubblico ridotto.  

Dotazione: Troverete tutti gli oggetti utili per la manutenzione dello strumento e una pratica custodia per il trasporto.

 

Contro

Corde: Realizzate in acciaio, potrebbero rivelarsi troppo dure all’inizio, specialmente per bambini e ragazzi. 

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6. Huante Lyre Harp, 16 Corde di Mogano

 

Se non sapete quale lira comprare e state cercando un modello per principianti con un suono decente, allora potete puntare sul modello di Huante. Si presenta con un legno di mogano dal colore blu acqua davvero bello da vedere, ideale per fare un regalo ad un amante della musica etnica. Qualitativamente, la lira è leggermente inferiore ad altri modelli più costosi sul mercato, lo si nota dall’accordatura che spesso non tiene, con le corde che necessitano molto spesso di una stretta per mantenere il tono giusto. 

Questo però non inficia sul suono che grazie alla cassa di risonanza risulta caldo e avvolgente, ottimo anche per eseguire brani dal vivo in piccoli ambienti. La dotazione comprende corde di ricambio e una chiavetta per l’accordatura, ma non la custodia che invece sarebbe stata molto apprezzata per tenere lo strumento al riparo dalla polvere e trasportarlo con più facilità. 

 

Pro

Design: Il colore blu acqua la distingue da altri modelli sul mercato, rendendola davvero bella da vedere. La forma simile alle antiche lire greche è una chicca se amate gli strumenti etnici.

Suono: La cassa di risonanza conferisce alla lira un suono profondo e avvolgente, permettendovi di suonare anche dal vivo in ambienti di dimensioni ridotte. 

 

Contro

Dotazione: Manca la custodia per il trasporto, quindi se vi serve dovrete acquistarla separatamente.

Qualità: Meno resistente di altre lire ‘entry level’, specialmente per quanto riguarda l’accordatura che tende a perdersi molto facilmente. 

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7. CestMall Arpa lira, portatile 19

 

Una lira molto elegante creata con mogano resistente che si presenta con una tinta leggermente più scura rispetto ad altri modelli. Questo le dona un look più autentico e per certi versi evocativo, il tutto abbellito da stupendi intagli nel legno che percorrono i lati del corpo e presentano la testa di un cervo al centro. 

Per quanto riguarda il suono, la lira si attesta su buoni livelli, sebbene non presenta la cassa di risonanza e quindi potrebbe non andare bene per esibizioni dal vivo. La forma ergonomica dello strumento oltre a risultare molto elegante, permette di suonarlo con comodità anche se siete alle prime armi. Da apprezzare anche la custodia per il trasporto dello strumento inclusa nel prezzo, insieme ad un cambio corde, plettri e l’immancabile chiavetta per l’accordatura. 

 

Pro

Design: Il mogano dal colore scuro è davvero elegante, inoltre conferisce alla lira un aspetto più evocativo. Allo stesso modo, gli intagli nel legno contribuiscono ad abbellire lo strumento.

Pratico: La forma ergonomica e le dimensioni compatte consentono di suonare la lira comodamente e riporla con il minimo ingombro.

Custodia: Da apprezzare la presenza della custodia nella dotazione, utile per tenere la lira protetta dalla polvere e per trasportarla.

 

Contro

Suono: Meno avvolgente e profondo rispetto alle lire che presentano la cassa di risonanza, quindi poco adatto per esibirsi dal vivo. 

Accordatura: Come molte lire ‘entry level’, anche questa può dare qualche problema con l’accordatura.

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8. Eulbevoli, Strumento Lira, Arpa

 

Magari non è al livello delle altre lire sul mercato, ma questo modello di Eulbevoli ha comunque i suoi lati positivi. Partiamo dalla sua realizzazione: il legno in mogano colorato blu acqua è impreziosito dai bellissimi intagli nel legno che ricordano la tradizione celtica. La forma rotonda dell’arpa la rende molto pratica da impugnare e da suonare, inoltre potrete riporla occupando poco spazio. 

Il suono si attesta su livelli medi, ma per cominciare a suonare va più che bene. Non a caso si tratta comunque di un’arpa per principianti, adatta anche come idea regalo. La lira condivide un difetto con altri modelli ‘entry level’, ovvero l’accordatura che il più delle volte cede e vi costringe a stringere le corde usando la chiavetta in dotazione. Visto il costo, era lecito aspettarsi almeno una custodia per il trasporto e magari delle corde di ricambio, ma queste non sono presenti nella dotazione. 

 

Pro

Design: Le intagliature in stile celtico si uniscono alla forma sinuosa della lira e al colore blu acqua, molto piacevole da vedere. 

Ergonomica: Facile da impugnare e da suonare, si adatta alle esigenze dei principianti che vogliono imparare a muovere i primi passi su questo strumento.

 

Contro

Dotazione: Mancano sia le corde di ricambio, sia la custodia per il trasporto. 

Suono: La lira si difende con toni vibranti, ma poco profondi, ideali per cominciare a suonare ma non per esibirsi dal vivo. Andrà accordata spesso per mantenere la tonalità giusta delle corde.

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Guida per comprare una buona lira

 

Siamo arrivati alla parte della nostra pagina dove illustriamo quali sono le caratteristiche principali da cercare in questo bellissimo e affascinante strumento. Magari avete fatto una comparazione tra le offerte, ma siete ancora un po’ dubbiosi su come scegliere una buona lira. In effetti, come per tutti gli strumenti musicali, non è facile individuare il modello più adatto, specialmente se siete dei neofiti e cercate qualcosa per cominciare, ma non volete spendere troppo. 

In generale le lire ‘entry level’ non hanno prezzi esorbitanti, un modello base è più economico rispetto ad una chitarra per principianti, quindi potrete comunque risparmiare. Chiaramente il prezzo può crescere in base ad alcuni fattori, come ad esempio la qualità del legno usata, il suono e la dotazione. Anche il ‘look’ può fare la sua parte, specialmente se volete fare un bel regalo ad un amico o ad un parente. Andiamo ad analizzare questi fattori nel dettaglio.

Qualità costruttiva

Come tutti gli strumenti, anche la lira si presenta in modelli dalla qualità diversa, spesso legata al legno usato per il corpo e il ponte. In generale, il legno utilizzato per la realizzazione di questo strumento è il mogano, un legno abbastanza resistente che però va trattato con cura in modo da evitare graffi e rottura. Diciamo quindi che in linea di massima dovrete maneggiare la vostra lira con cura se volete mantenere intatto il suo aspetto. 

Sebbene sia uno strumento che si può studiare sin da piccoli, meglio non metterlo nelle mani di bambini troppo vivaci che potrebbero rovinarlo. Il ponte invece può mantenere saldamente l’accordatura delle corde, quindi è importante che sia stato realizzato con cura. In caso contrario, potreste trovarvi a dover stringere le corde dopo ogni brano o esercizio di pochi minuti. 

 

Suono

Il suono della lira è molto piacevole da sentire, non a caso viene usato anche per la musicoterapia. Vibrante e avvolgente, può evocare tempi passati e paesaggi aperti con poche note. La qualità del suono viene determinata dalle corde, dalla presenza o meno di una cassa armonica e ovviamente dall’abilità del musicista. 

Le lire con la cassa di risonanza presentano un suono più caldo e rotondo che si propaga nell’ambiente e avvolge l’ascoltatore. Queste sono ideali nel caso vogliate esibirvi davanti ad un piccolo pubblico. I modelli senza cassa hanno un suono più ‘secco’ che si avvicina a quello degli strumenti antichi, sebbene potrebbe non andare bene nel caso cercate un prodotto per suonare dal vivo. 

 

Corde

Sul mercato potrete trovare lire con più o meno corde. I modelli da 7 corde sono i più adatti per cominciare a praticare, specialmente se non avete mai suonato strumenti a corda. Se invece avete esperienza con la chitarra o altri strumenti simili, potete comprare una lira da 16 o 24 corde, in modo da avere una maggiore possibilità di suonare accordi e scale diverse. Per questo non necessariamente le lire con più corde sono le migliori, basatevi sempre sulle vostre esigenze. Potete cominciare con una lira da 7 corde, per poi passare negli anni a versioni più complesse. 

Design

Anche l’occhio vuole la sua parte. La lira è uno strumento elegante e spesso è abbellito da bellissimi intagli sul legno che la rendono ancora più bella da vedere. Se volete fare un bel regalo, potete considerare l’acquisto di una lira ben decorata, magari con un colore del legno particolare. Anche la forma può cambiare, ci sono lire dalla forma classica e altre con delle linee più rotonde. Questo fattore non influenza troppo il prezzo di un modello, quindi potete scegliere liberamente, senza preoccuparvi di spendere troppo. 

 

Dotazione

Veniamo alla dotazione: la maggior parte delle lire vendute online includono nel prezzo una chiavetta, assolutamente necessaria per l’accordatura. Non può mancare anche una muta di corde per il cambio, molto importante in quanto quelle di fabbrica montate sulla lira solitamente sono vecchie e non suonano bene. In alcune confezioni troverete anche dei plettri, sebbene sia preferibile suonare lo strumento con le dita, possono tornare utili per fare qualche esercizio sulle corde singole. 

L’oggetto che può far salire il prezzo è la custodia, regalata in dotazione solo da alcune marche. Questa si rivela molto utile per trasportare la lira e per tenerla protetta dalla polvere. Nel caso non sia in dotazione, vi consigliamo comunque di procurarvene una, a meno che ovviamente non vogliate tenere la vostra lira esposta nella vostra collezione di strumenti. 

 

 

 

Come si suona la lira

 

La lira è uno strumento molto affascinante che si rivela più semplice da approcciare rispetto ad altri. Chiaramente come ogni strumento a corda, richiede molta costanza e pratica, specialmente per suonare scale e accordi più complessi. Le corde seguono una scala che potrete ottenere suonandole in successione. Per cominciare, prendete la lira e poggiatela su una gamba, tenendola ferma con una mano senza però toccare le corde. Con l’altra mano cominciate a pizzicare le corde, cercando di non toccare quelle che non volete suonare. 

Una volta fatto un po’ di pratica nel toccare le corde, potete cambiare posizione della mano: fondamentalmente con il pollice dovrete toccare le corde vicine al vostro corpo e con le altre dita quelle lontane. In questo modo potrete creare delle melodie complete con bassi e alti. All’inizio non vi sembrerà di produrre delle melodie convincenti, ma con un po’ di pratica e di studio potrete ottenere buoni risultati. Potrete aiutarvi con video tutorial su youtube, manuali e magari cercare dei maestri, sebbene siano abbastanza rari. 

Come accordare la lira

Per accordare la lira avrete bisogno della chiave inclusa nella confezione e di un accordatore elettronico o di un’app accordatore che potrete scaricare sul vostro smartphone.  

Avvicinate l’accordatore alla lira e suonate le corde una per una. L’accordatore vi mostrerà automaticamente la tonalità da raggiungere. Per farlo dovrete usare la chiave, inserendola nell’apposita fessura di ogni corda e stringendo o allentando. Questa operazione va effettuata con molta attenzione, senza esagerare specialmente quando stringete, altrimenti rischierete di rompere la corda. 

 

 

 

Domande frequenti

 

Chi ha inventato la lira?

La lira è uno strumento musicale che risale all’antica Grecia. I primi riferimenti a questo strumento li troviamo proprio nella storia antica, rappresentata sia in sculture sia in pitture sui vasi. Il mito vuole che sia stata inventata da Hermes, usando il carapace di una tartaruga e ricavando sette corde di budello di pecora. Hermes regalò la lira ad Apollo per sdebitarsi, mentre questo la donò a suo figlio Orfeo che diventò il più abile suonatore di tutta la Grecia, oltre che protagonista di una tragica storia d’amore. 

Qual è la differenza tra la lira e la cetra?

Sono due strumenti molto simili, la lira però è di dimensioni ridotte e quindi più facilmente trasportabile. La cetra invece si presenta con un corpo molto più largo, infatti viene suonata da seduti, spesso tenendola appoggiata su una superficie o sul terreno, per permettere al musicista di suonare agevolmente. La cetra ha un suono più vibrante, simile a quello di altri strumenti con i quali condivide le origini, come il sitar indiano e la chitarra. 

 

Quanto costa una lira?

Le lire prodotte dai liutai professionisti hanno dei costi molto alti, in quanto sono strumenti abbastanza rari per i quali la richiesta non è elevata come altri. Le liuterie che producono lire sono poche e solitamente specializzate nella creazione di strumenti dell’antichità e del medioevo. Le lire ‘entry level’ acquistabili nei negozi di musica o online si presentano con costi molto più abbordabili che vanno dai 40 ai 90 € di spesa. 

 

Come sono le corde della lira?

Le corde della lira sono solitamente in acciaio, sebbene è possibile montare anche quelle in nylon, più adatte se siete alle prime armi. Il nylon si rivela più morbido, quindi è consigliato anche per i bambini che magari potrebbero non riuscire a suonare le dure corde in metallo. Il suono del metallo però è più autentico, quindi è comunque consigliato passare a questa tipologia dopo aver fatto un po’ di pratica. 

 

Si può suonare la lira con il plettro?

Non è proprio il metodo corretto, ma nulla lo vieta. Il plettro può tornare utile per cominciare a imparare le basi e le scale, sebbene sia comunque meglio imparare subito la posizione corretta per il finger picking, in quanto con il plettro sarà difficile usare sia i bassi sia gli alti dello strumento. 

Dove acquistare la lira?

Potete trovare la lira in un negozio di strumenti musicali che abbia una sezione dedicata agli strumenti etnici e antichi. Non sono sempre facili da trovare, quindi se non avete fortuna potete cercare sul negozio online. Se volete prodotti di più alta qualità, contattate un liutaio specializzato e chiedetegli un preventivo. 

 

 

 

Ultimo aggiornamento: 28.03.24

 

Il Natale è un momento magico per adulti e bambini, reso ancora più speciale dall’atmosfera delle città e dalla musica. 

 

Nel periodo vicino alla vigilia di Natale è praticamente impossibile entrare in un negozio senza sentire le classiche canzoni tipiche del periodo, tutte caratterizzate da toni allegri che ci preparano a vivere dei giorni felici con tutta la famiglia. Certo, le canzoni di Natale a volte sembrano tutte uguali, ma sono un vero e proprio must al quale è davvero difficile sfuggire. D’altra parte sono un buon modo per entrare nel ‘mood’ natalizio, specialmente per chi vive questa festa con uno spirito positivo. 

Le musica di Natale è spesso di produzione statunitense, basta pensare alle grandi classiche ‘All I want for Christmas is you’ o ‘Last Christmas’. Ogni tanto però capita di ascoltare qualche ‘hit’ natalizia in italiano, a volte si tratta di brani originali, altre volte di versioni tradotte e riarrangiate dei brani più famosi. 

 

A Natale Puoi

Come molte canzoni di Natale, anche questa è nata da una pubblicità ed in seguito interpretata da diversi artisti. Deve il suo successo alla totale assenza di ‘product placement’ nel testo della canzone, in quanto non viene mai nominato il prodotto della pubblicità. Il brano viene cantato da una bambina, per questo è diventato popolare anche nelle scuole. Curiosamente, secondo alcune indagini di mercato, A Natale Puoi è diventato più famoso del classico ‘Tu scendi dalle stelle’, diventando una delle canzoni per bambini piccoli da ascoltare a Natale 

Jingle bell Rock

Il brano di Bobby Helms inciso nel 1957 è diventato una delle canzoni di Natale per bambini più famosa. Il brano è stato reinterpretato in tutte le salse, ovviamente anche in lingua italiana. Il brano ha il classico incedere della musica ‘country’ che si mescola con le campanelle natalizie, mentre i cori contribuiscono a fornire quel tocco di atmosfera in più. Una bella canzone che potrete suonare con i vostri figli, magari insegnando loro gli accordi sulla chitarra per bambini, per qualche esibizione in famiglia durante la vigilia. 

 

Pregio
Difetto
Conclusione
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Bianco Natale

Bianco Natale è un altro canto di Natale preso in prestito dal repertorio statunitense. Il brano ‘White Christmas’ infatti è stato scritto dal compositore Irving Berlin nel 1940, sebbene il suo successo lo deve all’interpretazione di Bing Crosby nel 1942. La versione italiana ‘Bianco Natale’ fu creata dal giornalista e paroliere Filibello, per poi venire interpretata da diversi cantanti e con arrangiamenti diversi. Della scena italiana citiamo le versioni di Irene Grandi, Enrico Ruggeri, Laura Pausini, Marco Mengoni e Zucchero.

 

Buon Natale (se vuoi) – Eros Ramazzotti

Una delle poche canzoni di Natale italiane originali, tratta dal disco Perfetto di Eros Ramazzotti uscito nel 2015. La produzione e l’arrangiamento sono tipiche dello stile del cantautore, con un brano lento puramente pop dove la presenza di un sax riscalda l’atmosfera. La tanto amata e odiata, comunque inconfondibile voce di Ramazzotti parla di un Natale non proprio allegro, di una singola giornata che non può cancellare tutta la sofferenza e salvare l’umanità dal male. Il testo ‘stride’ leggermente con la musica, ma il messaggio finale è di speranza. 

Natale – Francesco De Gregori 

Di canzoni belle De Gregori ne ha scritte molte, tra le quali figurano anche quelle contenute nel breve EP di solo due tracce: Natale e Generale. Quest’ultima è probabilmente una delle più famose della produzione del cantautore, mentre Natale è ancora poco conosciuta. Fondamentalmente si tratta di una canzone d’amore che si sviluppa su un ritmo blues\folk con tanto chitarra slide. Nel brano De Gregori si augura di poter rivedere il proprio amore nel periodo di Natale, o quantomeno di riavere un contatto anche attraverso delle missive. 

 

Casa a Natale – Tiziano Ferro

Sebbene le strane regole della società ci vogliono tutti felici per il periodo natalizio, in realtà a molti il Natale mette una gran malinconia. Sarà per il clima, sarà per le giornate corte o magari per l’ansia del dover comprare regali per tutti i parenti, ma questa festività è spesso causa di malessere. Quello passato nel 2020 probabilmente è stato triste per tutti, vista la pandemia causata del Covid. Proprio a dicembre del 2020, Tiziano Ferro pubblica una triste ballata interpretata magistralmente come al suo solito. Non proprio una delle canzoni natalizie più canoniche, ma sempre bella da ascoltare.

 

Elio e le Storie Tese – Christmas with the yours

Natale con i tuoi e Pasqua con chi vuoi è un modo di dire che tutti conosciamo, tradotto volutamente in maniera maccheronica dalla mitica band Elio e le Storie Tese. Una canzone di Natale a tutti gli effetti, sia per la composizione sia per la voce avvolgente di Graziano Romani che duetta con quella di Elio. Il testo è uno spasso, in quanto parla di tutti gli stereotipi della cena di Natale, usando un inglese che sembra adattato dall’italiano con Google Translator. Un brano sempre divertente e alternativo per farsi due risate con la famiglia e gli amici nel periodo natalizio. 

Zucchero – Così Celeste

Il testo del brano non ha molto a che vedere con il Natale, ma la canzone di Zucchero veniva usata negli anni ‘90 per delle pubblicità, per questo è entrata tra i vari brani natalizi preferiti dagli italiani. Il merito però va anche allo stile del brano: una lenta ballata accompagnata da cori che si avvicina molto alle produzioni dedicate al Natale, creando un’atmosfera raccolta dove la voce di Zucchero avvolge l’ascoltatore e lo trasporta. Il brano è stato estratto dal disco Spirito Divino uscito proprio nel 1995 e successivamente anche in versione singolo.

 

 

 

 

 

 

Ultimo aggiornamento: 28.03.24

 

Le chitarre per mancini sono molto comuni sul mercato degli strumenti musicali, scopriamone di più. 

 

Se siete mancini e volete imparare a suonare la chitarra, probabilmente state cercando una buona chitarra per mancini. Oppure volete fare un bel regalo ad un ragazzo o bambino abituato ad usare la mano sinistra. In entrambi i casi potrete trovare diverse chitarre per mancini sul mercato.

Ma quali sono le differenze con le chitarre per destrorsi? In realtà nessuna, a parte che la cassa e il ponte sono orientati a destra, in modo da permettere ai mancini di ritrovare le corde nel giusto ordine, ovvero E-A-D-G-B-E. Vi state chiedendo qual è il significato di destrorsa? Semplice, una persona che usa la mano destra, sebbene sia un termine dotto che negli anni è stato sostituito semplicemente con ‘destro’. 

In linea di massima, i mancini si troveranno meglio a suonare le corde con la mano sinistra e a premere i tasti con la destra, sebbene questa regola non sia universale. Ci sono molti chitarristi mancini che hanno imparato a suonare le chitarre normali, abituandosi al design classico. 

Ad ogni modo, se avete una vecchia chitarra a casa e volete trasformarla in una versione per mancini non dovrete fare altro che cambiare l’ordine delle corde. Sostituite le corde vecchie con una muta nuova, poi girate la chitarra in modo che la tastiera sia orientata verso destra e cominciate a montare le corde in modo da ottenere l’ordine E-A-D-G-B-E (Mi, La, Re, Sol, Si, Mi cantino). Una volta fatto, avrete completato la trasformazione della vostra chitarra, senza aver speso un soldo. 

Chiaramente, sulla chitarra elettrica mancina con ponte mobile, dovrete fare un minimo di attenzione nel cambio delle corde, cambiando il settaggio del ponte per non far tirare troppo le corde e ottenere la giusta accordatura. Ovviamente, se volete comprare una chitarra nuova e siete mancini, vi conviene comunque puntare ad una chitarra elettrica per mancini prodotta dalle migliori marche come Fender, Gibson, ESP e Musicman, oppure affidandovi a qualche valida sottomarca come Epiphone, Squire ed LTD se volete risparmiare. 

Se invece state cercando una chitarra per bambini allora vi consigliamo di puntare su una chitarra mancina in modo da far abituare subito i bambini alla posizione giusta. Per i bambini vi consigliamo di scegliere una chitarra classica con corde in nylon più morbide, mentre per quelli più cresciuti e per i ragazzi potete anche puntare su una chitarra acustica mancina.

E per quanto riguarda la tecnica? Chi suona la chitarra con la mano destra è avvantaggiato rispetto a chi ha una mano mancina? Assolutamente no, gli accordi per destri si riproducono ugualmente sulle tastiere per mancini. Le difficoltà per i primi tempi saranno uguali per tutti, d’altronde la chitarra è uno strumento che non perdona, specialmente nei primi mesi di apprendimento.

Perché risulta così ostico? Semplice, prima di tutto il modo in cui sono disposti toni e semitoni sulla tastiera può risultare confusionale, così come le intricate posizioni degli accordi, anche di quelli maggiore e minore. Il largo uso della posizione barrè può scoraggiare i neofiti, inoltre le mani (specialmente quella della tastiera) verranno sottoposte ad uno stress notevole. La formazione dei calli e lo stretching della mano possono risultare molto fastidiosi e sono tra i principali motivi che portano i principianti a mollare lo strumento ancora prima di aver imparato i primi due accordi del giro di DO. 

Ovviamente non scriviamo questo per scoraggiarvi, solo per farvi capire che non importa quale chitarra utilizziate per iniziare, dovrete munirvi di un po’ di pazienza e venire alimentati dalla vostra passione per la musica al fine di poter riuscire a superare il muro iniziale posto dalla chitarra. Dopo la formazione dei calli e dopo che avrete raggiunto una discreta coordinazione tra le due mani, vedrete che studiare i brani vi sembrerà più semplice. L’ostacolo successivo è suonare a tempo, ma per quello è bene aiutarsi con un metronomo e fare molto esercizio.

Essere mancini quindi non impedisce di suonare bene la chitarra, non è un caso che molti chitarristi leggendari lo siano. 

Tony Iommi dei Black Sabbath è mancino. Uno dei più grandi chitarristi della storia dell’hard rock e dell’heavy metal che con i suoi riff ha influenzato e continua ad influenzare band su band. Un altro chitarrista mancino che vale la pena nominare è Albert King, bluesman magari poco conosciuto ai più, ma che molti ritengono è l’unico vero ‘King’ del blues e fonte di ispirazione per altri chitarristi leggendari come Stevie Ray Vaughan e Robben Ford. 

Volete una vera leggenda? Jimi Hendrix era mancino, proprio lui infatti suonava la chitarra  girata e con le corde invertite. Così come Kurt Cobain dei Nirvana e il mitico Paul McCartney dei Beatles. Infine, tra i chitarristi mancini più famosi, troviamo Dick Dale. Se il nome non vi dice niente, probabilmente il film Pulp Fiction vi darà qualche indizio. Dale è stato tra i primi a suonare la chitarra elettrica usando il tremolo picking, tecnica di plettrata adottata nel heavy metal e nei suoi sottogeneri più estremi.