Ultimo aggiornamento: 23.11.24

 

Principale vantaggio

Dobbiamo essere sinceri, siamo stati prevenuti nei confronti dei pad che invece si sono messi in mostra per la loro sensibilità al tocco, la risposta ai colpi di batteria è buona e dicasi lo stesso con le mani quando si seleziona la modalità hand Percussion.

 

Principale svantaggio

Timori confermati, invece, per quanto riguarda i pedali, poco precisi, difficili da gestire sia a causa della loro forma sia perché per tenerli fermi sul pavimento bisogna incollarli e forse neanche così si ottengono buoni risultati. 

 

Verdetto 9.7/10

Pur se migliorabile la DD 75 si è dimostrata essere una batteria divertente, si trasporta con grande semplicità e funziona pure con le pile. Materiali in linea con il prezzo e buona risposta dei pad, peccato manchi lo stand.

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DESCRIZIONE CARATTERISTICHE PRINCIPALI

 

Compatta 

Yamaha è uno dei migliori produttori di strumenti musicali, certo in fatto di batterie non diciamo che possa impensierire nomi quali Tama, Pearl o Premier ma comunque il colosso giapponese si difende bene in questo settore. Se poi aggiungiamo che nel catalogo prevede anche una batteria elettronica portatile, allora quantomeno bisogna prestare grande attenzione a cosa ha da proporre in questo campo. 

Ma di cosa stiamo parlando? Della batteria DD 75. Si tratta di uno strumento compatto che può essere trasportato sotto braccio e riunirsi con gli amici a suonare, magari durante una sera d’estate, in strada, sotto ai portici, tanto la batteria funziona anche con le pile quindi problemi non ce ne sono. Ok, ce la possiamo portare dietro, ma che altro? 

Avete ragione ma prima di spiegarvi che altro può fare la DD 75 vi invitiamo a ragionare ancora un attimo sulle sue misure. A differenza di altre batterie, questa potete tenerla sulla vostra scrivania, o tenerla da parte quando non si suona, è comodissima da questo punto di vista e vi risolve i problemi di spazio. Ma non vogliamo più tediarvi con la compattezza dello strumento e la semplicità di trasporto, andiamo a vedere cosa si può fare in concreto con uno strumento del genere. Seguiteci al prossimo paragrafo.

Buona sensibilità dei pad

La batteria ha otto pad la cui sensibilità al tocco merita di essere menzionata, non nascondiamo una certa sorpresa da parte nostra al tocco con la batteria, ma non è finita perché la DD 75 può essere suonata anche con le mani, è sufficiente selezionare la funzione Hand Percussion che tra l’altro è solo uno dei 75 kit eleggibili ispirati alle batterie più famose. A questi dobbiamo aggiungere altri 10 kit personalizzabili secondo le proprie esigenze e gusti. 

Dall’espressione del vostro volto pare che manchi qualcosa. In effetti avete ragione, la batteria si suona anche per mezzo dei pedali ma state tranquilli (o quasi) perché non mancano. All’interno della confezione trovate due pedali che possono essere assegnati a una delle voci della batteria oppure, scelta consigliata, a grancassa e charleston. 

Tuttavia è proprio nei pedali che abbiamo individuato il grosso problema della batteria, peccano in precisione, sono troppo sensibili e oltretutto la loro forma, ben lontana da quella di un pedale per batteria, non aiuta. Non è finita qui perché tenerli fermi sul pavimento è parecchio complicato. Il nostro consiglio è di spendere qualcosa in più e prendere i foot pedal Yamaha HH40 e il KU100.

 

Connettività

Non male la connettività. Come prima cosa potete connettere alla batteria il vostro smartphone o lettore MP3 in modo tale da esercitarvi sui vostri brani preferiti poi, per non disturbare nessuno, potete suonare usando le cuffie. 

Peccato che manchi uno stand, sarebbe stato utile inserirlo nella confezione, anche magari pagando qualcosina in più, suonare sistemando la batteria su una scrivania non è poi così comodo se non ci si trova con l’altezza mentre uno stand regolabile è ben altra cosa. Gli speaker sono un po’ deboli, dobbiamo dirlo. Diamo un rapido sguardo alla qualità dei materiali: il tutto sembra essere sufficientemente resistente e sicuramente adeguato al prezzo pagato.

 

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Ultimo aggiornamento: 23.11.24

 

Principale vantaggio

Punto di forza sono le pelli mesh che non mancheranno di conquistare per il feel naturale, la sensibilità al tocco va oltre le migliori aspettative. Molto bene il modulo con tanti suoni a disposizione e il rack, davvero solido.  

 

Principale svantaggio

È complicato tenere fermi i pedali e la grancassa, che si sposta in avanti quando la si colpisce: tutto ciò è molto scomodo e snervante. Peccato per l’assenza dello sgabello che va necessariamente comprato a parte.

 

Verdetto 9.8/10

Sicuramente non è una batteria per professionisti, ciò non toglie che possa regalare bellissime soddisfazioni. Secondo noi è uno strumento dalle mille potenzialità e difficilmente vi deluderà.

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DESCRIZIONE CARATTERISTICHE PRINCIPALI

 

In fatto di batterie elettroniche possiamo tranquillamente annoverare Alesis tra i leader del settore, anzi, diciamo che si gioca la testa della classifica con un altro paio di nomi, non di più.  Dopotutto l’azienda ci ha abituato a strumenti di buona fattura, solidi, realistici e venduti pure una un prezzo tutt’altro che esagerato se si pensa alla loro qualità. Il discorso appena fatto vale sicuramente per la Command Msh Kit. 

Cominciamo dalle pelli. È noto, c’è una certa diffidenza verso le batterie elettroniche soprattutto da parte di chi ha suonato un modello acustico per tutta la vita anche a certi livelli. A noi non interessa prendere parte a questo gioco dei paragoni e ci limitiamo quanti hanno sempre  e solo suonato batterie acustiche a provare le pelli mesh di Alesis e poi ci vengano a dire che il feel non è naturale e che la sensibilità dinamica al tocco sia pessima. 

Secondo noi è vero il contrario e se non ci credete non vi resta che provare in prima persona. Andiamo a vedere gli elementi di questa batteria che in tutto sono otto: c’è il rullante bizona mesho da 25 centimetri, tre pad tom mesh da 20 cm, la grancassa con il pedale e tre piatti, ovvero, ride, crash e hit-hat.

Modulo

Ok, bei pad ma questi sono muti senza un modulo, anzi, senza un buon modulo ed è ciò che troviamo qui: il Command Drum Module con 50 kit preste più altri 20 programmabili dall’utente. In totale a disposizione del batterista ci sono 6.000 suoni e 60 basi senza dimenticare il metronomo. Molto utile l’ingresso USB dove potete inserire una pendrive con campioni in file .WAV. 

Le possibilità di connessioni non finiscono qui: potete collegare lo smartphone al modulo oppure un lettore MP3  se vi state chiedendo se potete collegare la batteria al vostro computer, la risposta è affermativa. Da segnalare anche le porte MIDI IN/OUT. Insomma, questa batteria offre diverse “possibilità creative”. 

Chi compra questo modello, poi, ha diritto a 40 lezioni di batteria Melodis gratis. Una volta registrato il drum kit sul sito di Alesis si scarica la app Melodics. A quel punto non dovete fare altro che scegliere il vostro genere preferito ed esercitarvi.

 

Rack solido

La qualità della batteria non si vede solo dal modulo o dalla risposta al tocco delle pelli mesh, uno strumento del genere deve offrire anche garanzie di solidità, a cominciare dalla struttura che regge i pad. In questo senso il rack non delude: è molto robusto. 

Qualche delusione, invece, arriva dai pedali che non restano fermi sul pavimento e anche la grancassa, ovviamente, si sposta sotto i colpi del pedale. La situazione può diventare snervante soprattutto se si suona con una certa foga. La soluzione migliore sarebbe bloccare la grancassa contro una parete e ad ogni modo sistemare la batteria su un grosso tappeto. 

Una cosa importante da dire è che lo sgabello va comprato a parte. Il montaggio è abbastanza semplice: una volta sistemato il rack ci sono da fissare i pad e collegare i cavi ma lo ripetiamo è tutto molto semplice anche se è un lavoro che conviene fare i due per terminare prima.

 

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Ultimo aggiornamento: 23.11.24

 

Principale vantaggio

La risposta dei pad è soddisfacente ma più in generale tutta la batteria è costruita con buoni materiali che conferiscono la necessaria solidità. Il display è ampio, comodo da leggere e l’uso dello strumento è intuitivo. Ampia e soddisfacente la quantità di suoni a disposizione. È una batteria pensata per essere trasportata, visto che sta tranquillamente in uno zaino.

 

Principale svantaggio

Assolutamente inadeguata per fare musica con un minimo di serietà, è un giocattolo o poco più. Il pedale complica la vita del batterista a causa della sua eccessiva sensibilità. Gli speaker peccano in potenza, meglio procurarsi delle buone cuffie da usare quando si suona. Le bacchette sono parecchio scadenti, per fortuna sostituirle non è cosa complicata.

 

Verdetto 9.3/10

Considerando la CompactKit come un giocattolo possiamo sicuramente esprimere un giudizio positivo, siamo certi che un bambino possa divertiti tantissimo a suonarla senza annoiarsi e magari, portarsela dietro per far vedere agli amichetti quanto è bravo. I più grandi, invece, hanno bisogno di un altro tipo di strumento con migliori caratteristiche.

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DESCRIZIONE CARATTERISTICHE PRINCIPALI

 

È un giocattolo

Alesis è famosa per le sue batterie elettroniche, non lo scopriamo oggi, tuttavia dobbiamo mettere subito in chiaro che per noi questa batteria è un giocattolo e la recensiamo come tale, altrimenti la stroncatura sarebbe inevitabile, quindi non chiedete alla CompactKit 4 più di quanto possa darvi. Del resto le bacchette che trovate come accessorio sono un chiaro indizio di cosa si ha tra le mani (in tutti i sensi), visto che sono di plastica. 

Certo, Alesis ci mette del suo nel descrivere questa economica batteria elettronica da tavolo facendola passare come uno strumento completo per i batteristi in erba, qui permetteteci di fare una tiratina di orecchie, insomma, sparare paroloni definendolo come uno strumento che possa far migliorare la tecnica del batterista principiante ci pare quantomeno un azzardo per non voler essere più cattivi e brutali. Lo ripetiamo, noi consideriamo questa batteria come un giocattolo e come tale ve lo presentiamo e valutiamo. 

Cosa ci si trova di fronte una volta aperta la confezione? Il modulo con quattro piccoli pad integrati che hanno una buona sensibilità ai colpi di bacchetta… a proposito procuratevene di migliori, magari otterrete un rimbalzo più realistico. Al centro c’è il display LCD: è bello grande ma non retroilluminato e dal classico colore grigio e triste che ricorda le vecchie calcolatrici.

Funzioni e suoni

Il modulo ha settanta timbri per una vasta gamma di percussioni, ci sono inoltre dieci effetti e cinquanta brani di accompagnamento. La batteria ha la funzione Game che nelle intenzioni dovrebbe farvi migliorare nel timing e nella tecnica. Divertente la modalità coach che consente di caricare le canzoni preferite e accompagnarle: sul display sono mostrate le note e una piccola luce LED indica il pad da colpire. 

Se le funzioni appena descritte sono messe a disposizione di un bambino, possiamo tranquillamente dirci soddisfatti, ma è chiaro che per un adulto serve altro. Ci teniamo a battere questo tasto perché vogliamo impedire un acquisto sbagliato. Il pedale è fin troppo sensibile per un utilizzo appropriato, bisognerà faticare non poco per usarlo al meglio ma l’impresa resta ardua.

 

Audio e portabilità

L’audio che esce dai piccoli speaker non è molto potente, da un lato per i genitori può essere un sollievo, la soluzione migliore secondo noi è l’ascolto in cuffia. La portabilità è una delle caratteristiche migliori dello strumento, è compatto, si può mettere in uno zaino o tenere la batteria sulle gambe, anche se non è una posizione ideale per suonare comodamente. 

La batteria può essere alimentata con alimentatore o sei pile di tipo mezza torcia. Qui però dobbiamo dire che la questione è un poco controversa. Nella descrizione del prodotto è riportata la presenza dell’alimentatore ma in molte recensioni scritte da clienti abbiamo letto che manca, dunque attenzione. 

I materiali ci hanno convinto, il modulo è solido, le plastiche sembrano essere molto resistenti. La batteria, poi, si mantiene ben ferma sul tavolo. Quanto al prezzo secondo noi è adeguato alla qualità dell’articolo, si tratta di una spesa sostenibile. In definitiva, se state pensando a un regalo che possa fare felice un bimbo la Alesis CompactKit può renderlo felice, per i più grandi, invece, serve uno strumento migliore.

 

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Ultimo aggiornamento: 23.11.24

 

Principale vantaggio

La lista dei vantaggi sarebbe lunga ma come non evidenziare l’incredibile senso di realismo e di fedeltà sonora ad una batteria acustica che contraddistingue la TD25KV? Il modulo, poi, è eccezionale, intuitivo, offre tanti drumkit ben organizzati per genere e la possibilità di registrare le proprie performance. Si ha la sensazione di suonare una batteria acustica con una risposta alle bacchettate a dir poco eccezionale.

 

Principale svantaggio

Innanzitutto la batteria è parecchio costosa, inoltre bisogna comprare a parte l’asta dello hit-hat e anche il pedale per la grancassa, di conseguenza la spesa si incrementa di un bel po’ perché una batteria del genere richiede accessori di pari livello.

 

Verdetto 9.9/10

È nostra ferma opinione che la TD25KV sia una ottima batteria per batteristi di livello avanzato, può tranquillamente trovare posto in uno studio di registrazione, la fedeltà sonora e la risposta al tocco vi sorprenderanno. Costa tanto e l’assenza di accessori indispensabili non fa altro che aumentare la spesa perché senza non si può suonare.

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DESCRIZIONE CARATTERISTICHE PRINCIPALI

 

Per professionisti

Roland è il marchio che ha scritto la storia delle batterie elettroniche pertanto gli appassionati guardano sempre a un certo interesse gli strumenti di questo importante brand. La batteria elettronica TD25KV è un modello top gamma, su questo non ci piove quindi è indicato innanzitutto per i batteristi di livello avanzato. 

Sia chiaro, non stiamo ai livelli della famigerata TD30 ma ci andiamo abbastanza vicini anche perché i punti di contatto non mancano, a cominciare dalla qualità sonora. Della TD30 ritroviamo la tecnologia SuperNatural e il Behavior Modelling, di conseguenza la batteria risponde con la massima precisione al modo di suonare, in sostanza la sensazione che si ha è quella di suonare una batteria acustica con tutte le sfumature che contraddistinguono uno strumento del genere, pensiamo alle note fantasma tipiche del rullante oppure al decadimento del suono che caratterizza i piatti. È una batteria ad uso domestico ma che non sfigura in studio, anzi, si trova a suo agio anche in una sala d’incisione.

Suonabilità eccezionale

La qualità dei pad vi stupirà, oppure no se conoscete già le batterie top gamma di Roland. In ogni caso tanto le pelli mesh quanto il positional sensing che si trova sul rullante assicurano la migliore risposta possibile ai colpi di bacchetta. Noterete la differenza variando l’intensità tra un colpo e l’altro. A rendere tutto ancor più realistico è l’oscillazione dei piatti che è molto naturale. I piatti, inoltre, possono essere stoppati proprio come si fa con la batteria acustica. 

Due trigger sono presenti rispettivamente sul bordo e sul corpo del crash mentre il ride ne ha tre così da sfruttare la campana il bordo e il corpo del piatto. Quanto allo Hit-Hat va montato su un’asta apposita, una qualsiasi di quella che si usano per le batterie acustiche, ciò per dire che l’asta non è compresa, a parte questo dettaglio non da poco, anche nel caso dello Hit-Hat abbiamo una risposta realistica, poi è chiaro che vi serve un’asta all’altezza della situazione, ma considerato quanto spenderete per questa batteria, che giusto per la cronaca costa tanto, non mancherete di provvedere con qualcosa che sia all’altezza della situazione. 

Non è da meno il pad della grancassa (in totale abbiamo cinque pad e quattro piatti) che ha un ottimo feeling, è stabile, solido e senza pedale… esatto, dovete comprare anche questo indispensabile accessorio. Quasi ci sembra di avvertire il vostro comprensibile malumore per queste ultime informazioni che inevitabilmente fanno aumentare la spesa.

 

Interfaccia semplice

La TD25KV ha una interfaccia semplice, quindi si comincia a suonare praticamente subito.I kit si selezionano con una manopola, sono organizzati per genere quindi immediatamente individuabili. Molto semplice è anche l’operazione per la personalizzazione dei kit, i salvataggi sono automatici. 

È possibile suonare sui brani preferiti, basta collegare una chiave USB (ma anche un iPod, smartphone ecc.) con file WAV o MP3, volendo si possono impostare dei loop oppure modificare la velocità di riproduzione del pezzo. Sulla pendrive potete registrare la vostra performance. 

Naturalmente è anche possibile collegare il modulo al computer o sfruttare il collegamento MIDI. Il display è luminoso e ben realizzato, i tasti per le varie impostazioni rispondono immediatamente, c’è anche l’uscita per la cuffia.

 

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Ultimo aggiornamento: 23.11.24

 

Djembe – Consigli d’acquisto, Classifica  Recensioni

 

Pur non trovandoci in Africa forse vi sarà capitato, magari durante qualche sera d’estate, di avvertire un suono di tamburi e incuriositi vi siete messi alla ricerca del posto da dove il suono proveniva. Vi siete imbattuti in un gruppetto di ragazzi intenti a fare musica con tamburi dalla forma a calice. Rapiti da quella poliritmia tribale avete voluto osservare più da vicino. Senza neanche accorgervene è passata più di un’ora, siete rimasti lì, come ipnotizzati e al tempo stesso affascinati. È deciso, volete imparare a suonare il djembe. Bene, anzi, molto bene ma per imparare dovete procurarvi prima lo strumento. Qui entriamo in gioco noi con la nostra guida ma soprattutto con la nostra selezione di strumenti della quale vi anticipiamo subito due modelli: Meinl Percussion HDJ4-S ha un eccellente rapporto qualità/prezzo, chi invece cerca qualcosa che soprattutto costi poco può prendere in considerazione il djembe intagliato da 30 cm di World Playground

 

 

Tabella comparativa

 

Pregio
Difetto
Conclusione
Offerte

 

 

Gli 8 migliori djembe – Classifica 2024

 

Per voi abbiamo scelto otto djembe della migliore marca, per ciascuno è stata scritta una recensione. Abbiamo pensato che per facilitarvi la scelta potesse essere utile organizzare questi strumenti secondo una classifica, in più ci sono dei link utili a quanti vogliono sapere dove acquistare a prezzi bassi i djembe più venduti online. Non dimenticate di confrontare i prezzi.

 

 

1. Meinl Percussion HDJ4-S Djembe in legno, serie Headliner/Nile

 

Per rapporto qualità /prezzo lo HDJ4-S si dimostra un buon acquisto. Non si tratta di un djembe professionale ma resta comunque uno strumento di buon livello il cui suono non vi deluderà. Come da tradizione è ricavato da un unico pezzo di legno, mogano per essere precisi, quindi si tratta di un legno duro come dovrebbe essere. 

La membrana è ricavata dalla pelle di capra. È uno strumento comodo da suonare e molto bello esteticamente, anche se osservandolo più da vicino si notano piccole imperfezioni, in particolare minuscole schegge, quindi attenzione se lo fate suonare a un bambino perché una di queste potrebbe conficcarsi nella mano del piccolo. 

A parte questo piccolissimo difetto non c’è altro di negativo da segnalare pertanto possiamo ritenerci più che soddisfatti e ne consigliamo l’acquisto ai principianti che cercano comunque un buon djembe.

 

Pro

Qualità/prezzo: Siamo molto soddisfatti del rapporto tra quello che si spende e quello che si ottiene in cambio, visto che, con una cifra in fin dei conti modesta, si acquista uno strumento percussivo dal bel timbro.

Materiali: La qualità dei materiali si mantiene su buoni livelli, come legno è stato scelto il modano che dà un grande apporto al suono.

Come da tradizione: Il djembe è stato costruito come vuole la tradizione dunque non solo usando una pelle vera ma anche ricavandolo da un unico pezzo di legno.

 

Contro

Poco rifinito: Nulla di particolarmente evidente a colpo d’occhio tuttavia da una più attenta osservazione sono emerse rifiniture non perfette, perciò attenti alle schegge.

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2. Djembe intagliato da 30 cm, tamburo/bongo dell’Africa occidentale

 

Un djembe che consigliamo principalmente a chi vuole spendere poco, trattasi infatti di uno strumento economico che può essere perfetto per quanti vogliono portarselo dietro in vacanza e quindi cercano qualcosa che “non addolori troppo” nel caso in cui si rovini. 

Secondo noi è perfetto anche come complemento di arredo per dare un tocco d’Africa allo stile etnico della vostra casa. Non ha un suono molto potente. Particolarmente interessanti le decorazioni, cosa che avvalora la nostra idea di utilizzare il djembe anche come elemento di design. 

Purtroppo non abbiamo informazioni certe circa il legno ma a giudicare dal colore potremmo azzardarci a dire che si tratta di mogano. Chi non cerca un djembe professionale resterà sicuramente soddisfatto dell’acquisto.

 

Pro

Economico:Tale strumento fa soprattutto al caso di chi ha l’esigenza di spendere molto poco, magari perché ha bisogno di un djembe di riserva.

Decorazioni: Una grande attenzione è stata posta alle decorazioni dello strumento, se cercate un complemento d’arredo etnico, lo avete trovato.

 

Contro

Per dilettanti: Assolutamente questo djembe non presenta caratteristiche tali che possano soddisfare i professionisti e neanche quanti suonano a livello avanzato.

Volume: Non aspettatevi un suono molto potente, anzi, è piuttosto basso per essere un djembe, almeno i vostri vicini non si lamentano.

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3. Tamburo djembe africano con 3 piccoli strumenti gratuiti 

 

Questo djembe è per chi cerca uno strumento veramente africano ovvero, costruito in Africa, Ghana per essere precisi, con legno africano (cedro che però non è duro) e soprattutto da artigiani africani. Non è finita perché si tratta di un prodotto di commercio equo e solidale e la questione etica è sempre importante per noi. 

Entriamo più nel dettaglio. Ci ha convinto la gamma tonale, il basso è profondo, con una ottima risonanza mentre lo slap (lo schiaffo che date sulla pelle) è molto penetrante. In generale il suono è molto buono. L’uso del cedro, se da un lato ci dà un djembe più “tenero”, dall’altro permette di avere uno strumento più leggero e quindi più comodo da trasportare o comunque da maneggiare. 

Non costa poco ma considerata la qualità e che si tratta di uno strumento interamente costruito a mano rispettando la tradizione, il prezzo ci sembra tutto sommato adeguato.

 

Pro

Gamma tonale: Ci hanno convinti i bassi che sono profondi così come lo slap penetrante, e che dire della dinamica? Suona piano quando si colpisce debolmente e forte quando il colpo è energico naturalmente con tutte le sfumature che ci sono nel mezzo.

Manifattura: Lo strumento è realizzato a mano in Ghana da esperti artigiani nonché musicisti del luogo, secondo la tradizione.

Peso: Il djembe è piuttosto leggero pertanto che deve trasportarlo non ha particolari problemi e soprattutto non deve faticare.

 

Contro

Legno: Il cedro non è il miglior legno per questo tipo di strumenti, infatti sono preferibili quelli duri. Ad ogni modo il cedro è una scelta ecocompatibile.

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4. Ciffre 40cm Djembe Drum Bongo Elefante 

 

È un djembe per uso non professionale adatto tanto agli adulti quanto ai bambini. La membrana è in pelle di capra mentre per la realizzazione del fusto è stato usato il mogano. Lo strumento è costruito artigianalmente, dunque è intagliato a mano, ciò secondo noi aggiunge valore all’oggetto. 

La qualità del suono non è eccezionale ma comunque conforme al prezzo di vendita. La verniciatura avrebbe potuto essere migliore ma chiaramente ciò non influisce sulla suonabilità dello strumento. 

Non mancano le decorazioni, in particolare è riprodotto un elefant, questo per dire che volendo l’articolo può interessare anche a chi cerca un bel complemento di arredo per la sua casa o altro. Non è uno strumento molto pesante quindi anche portarselo dietro non è un grosso problema.

 

Pro

Legno: La qualità dei materiali non è affatto male, sebbene non si tratti di uno strumento costoso, è stato usato il mogano per la sua costruzione.

Artigianale: Lo strumento è realizzato a mano, è una caratteristica che secondo noi aggiunge valore allo djembe.

 

Contro

Suono: La qualità non è eccezionale, di certo non può finire tra le mani di un professionista o di musicisti a livello avanzato.

Rifiniture: Lo strumento non è ben rifinito, in particolare la verniciatura poteva essere eseguita con maggiore cura.

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5. Double Duck products Tamburo Djembe in Legno 

 

Questo djembe è realmente piccolo, può tranquillamente essere tenuto con una sola mano. Le dimensioni non devono far credere che si tratti di uno strumento per bambini, anche se naturalmente può prestarsi a questo cosco così com può fare soprammobile, ma torna utile chi cerca suoni più acuti, magari per completare il set di djembe. 

Dobbiamo aggiungere che alcuni hanno lamentato difficoltà nel suonarlo proprio a causa delle sue dimensioni. La gamma sonora non è male, i suoni sono definiti, anche se il volume non è molto alto. Lo strumento è stato ricavato da un unico pezzo di legno ed è lavorato a mano. 

Non servono grossi investimenti per comprare lo strumento in esame, anzi, il costo è talmente irrisorio che può essere acquistato per il semplice motivo di volersi togliere uno sfizio. Non mancano le decorazioni, semplici a dire il vero ma gradite dalla clientela, stando a quanto abbiamo letto.

 

Pro

Prezzo: Non costa nulla o quasi, l’investimento economico necessario all’acquisto è talmente basso che può essere comprato a scatola chiusa.

Suono: Contrariamente a quanto si potrebbe immaginare questo djembe pur se piccolo ha una buona gamma sonora.

Rifinitura: Lo strumento è lavorato a mano e ricavato da un unico pezzo di legno, è ben rifinito nonostante sia un prodotto economico.

 

Contro

Scomodo: Alcuni utenti lamentano delle difficoltà a suonare il djembe a causa delle dimensioni molto ridotte e per questo lo giudicano scomodo.

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6. Ciffre, djembe professionale C1, tamburo, bongo,

 

È un bel djembe non professionale ma comunque protagonista di un buon suono come confermato da una serie di clienti soddisfatti che hanno fatto menzione di tale pregio nel corso delle loro recensioni. Ci teniamo a mettere in evidenza che lo strumento è prodotto secondo i criteri del commercio equo e solidale. 

Cosa possiamo dire sui materiali? Come legno è stato usato il mogano, naturalmente lo strumento è stato ricavato da un solo pezzo. Per la membrana è stata usata la consueta pelle di capra. Veramente ben fatte sono le decorazioni, dietro c’è stato senza dubbio un grosso impegno e secondo noi impreziosiscono il djembe. 

Trattandosi di un prodotto realizzato a mano, può presentare delle piccole imperfezioni che però non pregiudicano il suono emesso. Siamo soddisfatti del rapporto qualità/prezzo. Volendo fare un appunto, forse è un po’ pesante ma per il resto altri difetti non ne abbiamo trovati.

 

Pro

Suono: C’è da essere soddisfatti per quello che emette il djembe, ha una buona gamma sonora e tutto è molto definito.

Qualità/prezzo: È nostra opinione, tra l’altro condivisa da molti clienti, che questo djembe abbia un buon rapporto qualità/prezzo.

Etico: Lo strumento è stato prodotto nel rispetto dei criteri del commercio equo e solidale, è sicuramente un valore aggiunto per chi ama l’Africa.

 

Contro

Peso: Ad essere sinceri difetti veri e proprio non ne abbiamo riscontrati, possiamo solo dire che è un po’ pesante.

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7. A-Star BDJ525 Tamburo Djembe in legno massello

 

Piccolo djembe adatto per i bambini ma anche per chi cerca suoni più acuti. Quello che vi proponiamo è da 25 cm ma il produttore A-Star dispone in catalogo anche di strumenti di altre taglie. Il suono non è male ma siamo ben distanti da uno strumento professionale. 

In particolare questo modello è stato pensato per studenti che possono usare il djembe durante corsi didattici. Lo strumento è stato realizzato a mano in legno massiccio. Ora, il fatto che il produttore si limiti a dire che lo strumento è costruito in legno massiccio senza specificare il tipo, non ci piace affatto. 

La mancanza di chiarezza ci porta a evidenziare ciò come un aspetto negativo. Il cliente ha diritto di sapere cosa sta comprando, oltretutto il tipo di legno è molto importante quando si parla di strumenti musicali. La membrana, a detta di alcuni clienti è troppo sottile. Il prezzo ci sembra congruo.

 

Pro

Suono: Per essere uno strumento destinato a studenti e principianti crediamo che abbia un buon suono, possiamo dirci soddisfatti.

Costo: Il prezzo del djembe ci sembra quantomeno onesto rispetto alla sua qualità materiale, anche in questo caso possiamo esprimere soddisfazione.

 

Contro

Materiali: Non ne facciamo tanto una questione di qualità, piuttosto non ci piace il fatto che il produttore non specifichi con chiarezza il tipo di legno.

Membrana: Nonostante il produttore affermi che è realizzata in pelle naturale è ritenuta dagli utenti fin troppo sottile.

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8. Toca To803106 Tssdj-Mb Djembe Street Series

 

Magari non avrà un aspetto tradizionale ma ciò non toglie che il Toca sia proprio un bel djembe. Il suono è valido e se cercate dei bassi profondi allora è questo il modello da prendere in considerazione. La membrana misura 10” ed è in pelle di capra, questa ha una ottima tenuta e non si allenta neanche dopo aver suonato per tantissime ore. 

Il fusto è in legno di mogano, trattato con abbondante olio di teak quindi è debitamente protetto. È uno strumento molto resistente, c’è addirittura chi ha raccontato di averlo fatto cadere più volte senza mai riportare danni, ad ogni modo vi consigliamo di tenerne cura anche perché costa qualcosina.

Non ci sono grossi problemi per il trasporto in quanto non è molto pesante. In definitiva è un acquisto che consigliamo a chi cerca un djembe di livello medio che possa regalare belle soddisfazioni.

 

Pro

Suono: Della resa sonora del Djembe Toca ci sono piaciuti in modo particolare i bassi che sono belli profondi e presenti.

Membrana: La pelle di capra montata sullo strumento si fa apprezzare per la sua tenuta, resta tesa a lungo anche se si suona per diverse ore.

Resistente: Realizzato con del buon legno di mogano opportunamente trattato con olio di teak, il djembe è molto resistente, per conferme chiedete a chi lo ha fatto cadere.

 

Contro

Prezzo: Pur essendo uno strumento di fascia media costa qualcosina in più rispetto agli altri strumenti che si posizionano in questa categoria.

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Come scegliere un buon djembe

 

Sul mercato abbiamo trovato tante offerte ma chiaramente a noi non interessano tutte bensì quelle dedicate ai migliori djembe del 2024, ne consegue che è importante fare un’attenta comparazione tra queste per escludere quelle che a nostro giudizio sono meno convenienti di altre. 

Nel fare la nostra selezione abbiamo preso spunto dai pareri di persone che hanno già comprato lo strumento. La loro esperienza diretta di consumatori è per noi una fonte molto importante da cui attingere in quanto si tratta di commenti disinteressati e ci aiutano a individuare pregi e difetti del miglior djembe. In questo modo il lettore che ancora non ha deciso quale djembe comprare evita brutte sorprese.

Il djembe tradizionale

Come scegliere un buon djembe? Beh, come prima cosa bisognerebbe cominciare dalla qualità dei materiali, ma questa diciamo che è una regola valida per tutti gli strumenti. Il djembe fondamentalmente presenta due elementi che sono il fusto e la membrana. Se l’idea è di avere il vero suono del djembe africano allora dovete procurarvene uno tradizionale. Qui apriamo una parentesi, bisogna saper distinguere tra quello che è un souvenir e uno strumento vero e proprio. Perché diciamo questo? Vi sarà capitato di incrociare per strada venditori ambulanti africani che magari tra la merce in vendita espongono anche dei djembe. Nove volte su dieci quelli sono souvenir, quindi il suono è di pessima qualità. 

Diciamo pure che del djembe ha soltanto la forma. Voi, però, non cercate un complemento d’arredo per lo stile etnico di casa vostra, volete qualcosa con cui suonare. Secondo noi non c’è niente di meglio del Djembe tradizionale, per adesso ci concentriamo su questo poi nel paragrafo seguente vedremo qualche alternativa. 

Com’è fatto un djembe tradizionale? Ha il fusto in legno, non un qualsiasi legno, deve essere uno duro come il dimba, lo iroko, il lenge, il teak ecc. I djembe tradizionali sono costruiti da un unico pezzo sulla cui sommità viene posta la membrana, questa solitamente è in pelle di capra ma non mancano quelle in pelle di mucca. Cosa importante da osservare è l’interno, la superficie dello strumento deve essere ben levigata per favorire la ricchezza del timbro. Questo è un dettaglio molto importante cui prestare attenzione perché aiuta a capire la qualità dello strumento.

 

Djembe moderni

Oggigiorno affianco ai djembe tradizionali ce ne sono altri che possiamo definire moderni in quanto sono realizzati con materiali diversi dal legno e dalla pelle animale. Non solo, anche il sistema per tendere la membrana è facilitato. Per quanto riguarda il fusto, può essere, per esempio, in PVC oppure fibra di vetro. 

È chiaro che se da un lato si rinuncia a un “suono tradizionale” dall’altro si guadagna in praticità in quanto lo strumento è più leggero quindi più comodo da trasportare. Restando sul versante della praticità, tendere la pelle è molto più semplice. Chiariamo una cosa. Un buon djembe tradizionale non costa poco ma questo non significa che quello moderno sia più economico a prescindere, dipende sempre dalla qualità.

 

 

 

Come suonare il djembe

 

Dopo aver fatto il grande passo di acquistare un djembe, augurandoci che abbiate fatto un buon affare, magari seguendo i nostri consigli, c’è un altro problema da risolvere, la questione è tutt’altro che marginale perché una volta comprato lo strumento bisogna suonarlo. Già, ma come si fa? Come si suona un djembe? In effetti all’inizio ci si può trovare spaesati e se vi state chiedendo dove sono le bacchette, siete partiti abbastanza male. Il djembe, infatti, si suona a mani nude ma non è che si possono dare dei colpi a casaccio. Andiamo quindi a vedere come fare.

La posizione

Come prima cosa mettetevi comodi ovvero, assumete una posizione corretta e funzionale a suonare lo strumento. Possono andare benissimo una sedia oppure uno sgabello regolabile in altezza (preferibile). Il djembe va tenuto tra le gambe, leggermente inclinato in avanti.

 

I colpi

Fondamentalmente per suonare il djembe si usano tre colpi detti: basso, medio e alto (slap). Il suonatore deve essere abile nell’eseguire una combinazione di questi suoni a seconda della necessità. In aggiunta ci sono almeno altri due colpi per chi vuole fare delle finezze, diciamo così, che sono il muto e il flame. Andiamo a vedere questi colpi nel dettaglio.

 

Il basso

Il basso si esegue con il palmo della mano, la si lascia cadere colpendo al centro. È importante che le dita non tocchino la pelle. La mano deve rimbalzare, non restare sulla membrana altrimenti si stoppa il suono.

 

Il medio

Per eseguire il medio, altrimenti detto tone, va colpita la parte più esterna della membrana. L’attaccatura tra le mani e le dita deve coincidere con il bordo dello strumento. Il colpo è dato con tutte le dita ma escludendo i polpastrelli. Al momento del colpo il polso deve essere allineato con la pelle.

Lo slap

Per ottenere un suono acuto si usa lo slap. Per l’esecuzione la metà del palmo deve coincidere con il bordo dello strumento mentre i polpastrelli di indice, medio e anulare frustano la pelle. Naturalmente bisogna lasciar rimbalzare le dita. Il polso si viene a trovare in una posizione leggermente più bassa rispetto alla pelle. 

Ci sono poi degli slap secondari. Lo slap chiuso, ad esempio si ottiene appoggiando una mano sul centro della pelle mentre l’altra esegue con uno slap, le differenza è che le dita non restano sollevate ma appoggiate sulla pelle. Questo è un esempio di suono muto e può essere applicato anche agli altri tipi di colpi con le dovute variazioni. Quanto al flame, più che un colpo è una tecnica consistente nel produrre con le due mani suoni molto ravvicinati, quasi come se fossero sovrapposti. Lo scopo, in sostanza, è ottenere una sequenza rapidissima di colpi.

 

 

 

Domande frequenti

 

Quali sono le origini del djembe?

Informazioni certe in merito non ce ne sono tuttavia tra le ipotesi più accreditate c’è quella secondo la quale il djembe fosse già in uso più di 3.000 anni fa presso i Bambara, etnia del Mali, regione un tempo conosciuta come Wosolo. La diffusione nel più ampio territorio dell’Africa occidentale avvenne nel primo millennio d.C. In epoca coloniale i francesi contribuirono alla diffusione del djembe in Europa, negli anni 40 era uno strumento ormai noto nel Vecchio Continente, fama che aumentò grazie a una serie di spettacoli nei quali veniva suonato questo particolare tamburo africano.

Di cosa è fatta la membrana del djembe?

Per realizzare la membrana del djembe si usa principalmente la pelle di capra o in alternativa quella di mucca, tuttavia la rima pare essere preferita. Non mancano pelli sintetiche applicate soprattutto su djembe prodotti a livello industriale.

 

Quale legno di usa per la costruzione del djembe?

Il dambe si costruisce da un unico pezzo di legno. Si prediligono i legni duri come il dimba anche se sono ormai diffusissimi i djembe realizzati in mogano. Si tende a prelevare il legno per la costruzione di questi strumenti senza avere un impatto negativo sulle foreste.

 

Come si tende la pelle?

Per tendere la pelle bisogna mettere in atto due procedure di tiraggio. La prima è detta tiraggio verticale mentre la seconda è detta tiraggio orizzontale. Dopo aver sistemato la pelle si procede con il tiraggio verticale, questo è serve ad ottenere una buona tensione delle corde. Per eseguire il tiraggio orizzontale bisogna intrecciare le corde tese nella prima fase servendosi di una terza corda da legare orizzontalmente al fusto.

 

Esistono dei corsi di djembe?

Si esistono, anche se non sono moltissimi. Purtroppo non possiamo fornire un elenco di tutti i corsi sul territorio nazionale ma servendosi di un motore di ricerca non è complicato vedere se ci sono scuole o maestri privati nelle vicinanze della città dove si vive.

 

Dove posso comprare un djembe?

Escludendo la possibilità di fare un viaggio in Mali, i djembe possono essere acquistati presso alcuni negozi di strumenti musicali, soprattutto in quelli specializzati in percussioni e/o strumenti etnici. Resta sempre valida la possibilità di acquistare online.

 

Il djembe si suona con le bacchette?

No, il djembe si suona a mani nude principalmente usando tre colpi; a seconda del suono che si vuole ottenere si colpisce con il palmo delle mano al centro (bass), con le dita escludendo i polpastrelli sulla parte più esterna della pelle (tone) oppure nella stessa zona ma solo con i polpastrelli di indice, medio e anulare (slap).

Il djembe suona solo o insieme ad altri?

Nulla vieta di suonare “in solo” il djembe tuttavia è preferibile che questo faccia parte di più tamburi in modo da creare una poliritmia all’interno della quale possono esserci dei solo.

 

 

 

Ultimo aggiornamento: 23.11.24

 

Cajon – Consigli d’acquisto, Classifica e Recensioni

 

Chi vuole arricchire il proprio set di percussioni assolutamente non può farsi mancare un cajon, uno strumento di origini peruviane poi diffusosi in Sud e Centro America per conquistare il mondo. Perché tanto successo? Perché è uno strumento che, a differenza di altre percussioni, non richiede necessariamente una buona tecnica per essere suonato, poi è chiaro che la differenza tra quelli bravi e quelli scarsi si nota comunque. Detto ciò, se vi piacerebbe provare uno strumento percussivo pur non avendo la minima esperienza, il cajon può essere un buon e divertente inizio; ne abbiamo scelti alcuni per voi e vi proponiamo subito due esempi: Cajon Rock/Pop, Made in Germany è un buon entry level e siamo certi che il suo suono vi piacerà. C’è, poi, il Meinl Headliner Cajon HCAJ1NT che si caratterizza per dei buoni bassi e una struttura solida.

 

 

Tabella comparativa

 

Pregio
Difetto
Conclusione
Offerte

 

 

I 6 migliori cajon – Classifica 2024

 

Dopo aver valutato attentamente i tanti modelli di cajon abbiamo ristretto il campo a sei strumenti. Per ciascuno di questi è stata scritta una recensione con la quale si evidenziano i punti forti e quelli meno convincenti del cajon in modo da far comprendere al lettore se vale la pena spendere denaro per l’articolo oppure cercare altro. 

Per una migliore comprensione delle nostre preferenze abbiamo organizzato i cajon selezionati secondo una classifica che chiaramente non ha un valore assoluto, più semplicemente si tratta della nostra opinione che però si è formata a seguito di attente valutazioni. Grazie ai link che vi forniamo potete sapere dove acquistare a prezzi bassi gli strumenti più venduti e da noi segnalati.

 

 

Cajon rock

 

1. Cajon Rock/Pop, Made in Germany con breve corso introduttivo

 

Cominciamo da un cajon con un suono moderno adatto sia per la musica pop che per un certo rock. La struttura è in faggio e si presenta parecchio solida, tuttavia non abbiamo visto di buon occhio la mancanza di una informazione fondamentale ovvero il peso massimo che lo strumento può reggere.

 Dire che è per adulti non può essere sufficiente e c’è il rischio di fare un acquisto poco fortunato o comunque avere il timore di romperlo se si è molto corpulenti. Il cajon è provvisto di rullante, il suo suono è ricco mentre la grancassa si fa apprezzare per il suono pieno. Il prodotto è made in Germany e questo per qualcuno potrebbe essere una garanzia in più circa la qualità costruttiva. 

Non è uno strumento professionale ma offre ugualmente delle buone prestazioni, insomma, il rapporto qualità/prezzo ci ha soddisfatto. Chiudiamo aggiungendo che viene fornito anche un breve corso introduttivo per imparare a suonare.

 

Pro

Suono: Siamo rimasti sorpresi per il suono del cajon, tanto il rullante con quanto i suoni bassi non deludono.

Resistente: La struttura è ben realizzata, si vede che è un prodotto made in Germany, angoli e spigoli sono ottimamente arrotondati.

Prezzo: Il costo, tenuto conto della qualità strutturale e del suono prodotto è secondo noi molto buono, come entry level non delude.

 

Contro

Informazioni: Considerato che per suonare il cajon bisogna sedersi sopra, sarebbe stato opportuno fornire informazioni circa il peso massimo che lo strumento può reggere.

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Cajon Meinl

 

2. Meinl Headliner Cajon HCAJ1NT Hévéa natural

 

Chi bazzica il mondo delle percussioni sicuramente conoscerà il marchio Meinl quindi sa che anche quando si dirige verso strumenti entry level può contare comunque su un buon prodotto. Ciò naturalmente vale anche per il Cajon HCAJ1NT Hévéa natural, adatto principalmente per flamenco e world music senza però escludere la possibilità di impiegarlo per altri generi come il pop. 

La struttura è molto resistente ma gli utenti non hanno mancato una certa imperfezione nelle rifiniture, chiaramente non è qualcosa che compromette il suono ma visivamente non è bello da vedere anche se magari serve un occhio attento. I bassi sono ottimi, hanno convinto tutti, non possiamo dire lo stesso del rullante che è debole. 

Sia chiara, questa critica è frutto più che altro di pignoleria da parte nostra poiché bisogna pur sempre considerare che stiamo parlando di uno strumento entry level e siamo convinti che il rapporto qualità/prezzo sia buono.

 

Pro

Struttura: Il cajon è solido, è stato dotato di una buonissima struttura: si vede fin da subito che si tratta di uno strumento resistente.

Bassi: Dal punto di vista del suono sono i bassi a essere stati maggiormente apprezzati dai clienti, questi sono profondi e molto presenti.

 

Contro

Rullante: Se i bassi si sono dimostrati ottimi, il rullante non si mantiene sullo stesso livello qualitativo, il suono è un po’ debole.

Rifiniture: I più pignoli e attenti noteranno sicuramente una leggere imperfezione delle rifiniture, ad ogni modo ciò non compromette il suono.

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Cajon Schlagwerk

 

3. Schlagwerk 2inOne CP404BLK  Cajon

 

Schlagwerk è un altro dei produttori leader in fatto di strumenti percussivi etnici. Vi diciamo subito che questo cajon ci è piaciuto un sacco, abbiamo ascoltato con attenzione il suo suono e abbiamo riscontrato degli ottimi bassi e un rullante che non è da meno. Ha un suono ampio, dinamico, risponde ottimamente al tocco quindi le sfumature sono tantissime. 

La struttura è resistente, come legno è stata usata la betulla. Una grande attenzione è stata posta anche nei confronti del design con il pannello frontale di colore scuro rispetto al resto del corpo  e delle scritte che trasmettono un certo non so che di urbano. 

Tutto sembra essere ben rifinito con gli angoli ottimamente arrotondati, sicuramente costa qualcosina ma se cercate un buon cajon di fascia media che possa regalarci belle soddisfazioni lo Schlagwerk è ciò che fa per voi.

 

Pro

Suono: Il cajon ha un ottimo suono, è dinamico con bassi profondi e un rullante molto bello, si riescono a cogliere tante sfumature.

Struttura: Lo strumento è molto resistente, costruito con dell’ottimo legno di betulla. È nostra ferma convinzione che possa durare a lungo.

Design: Abbiamo notato una certa cura per i dettagli, lo strumento è ben rifinito ed ha anche un bel design con il pannello frontale piacevolmente decorato.

 

Contro

Costo: Occhio al prezzo che, pur non essendo esageratamente alto, per qualcuno potrebbe essere fuori budget e di molto.

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Cajon De Gregorio

 

4. Cajòn Yaquì Iris DG De Gregorio

 

Il cajon De Gregorio risponde alle esigenze di quanti cercano uno strumento adatto anche ad un impiego professionale. Esteticamente colpisce subito la superficie battente dove uno strato di radica è stato stampato a caldo su di un supporto di legno di betulla. Proprio la betulla è il legno impiegato per realizzare l’intero strumento con risultati molto buoni sia in termini di resistenza che di suono. 

Sul palo interno di sostegno si trovano delle campanelle che vibrano in particolare quando si suonano i bassi. Naturalmente parliamo di una vibrazione leggera. La cordiera verticale presenta delle corde di chitarra in nichel, questa può essere regolata mediante un sistema a viti. 

Tutte queste caratteristiche si traducono in una gamma sonora ricca e particolare, diciamo anche molto personale. Per quanto riguarda ci è piaciuto tanto il rullante quanto la grancassa. Quanto al prezzo che dire? Beh diciamo che non costa poco.

 

Pro

Resa : Quando ascolterete per la prima volta il suono del cajon De Gregorio siamo certi che converrete con noi sul fatto che abbia una buona gamma sonora.

Resistente: Abbiamo apprezzato la qualità costruttiva dello strumento, in particolare la sua struttura solida merita menzione.

Estetica: La superficie battente presenta uno strato di radica colorato che conferisce allo strumento un look molto personale.

 

Contro

Costo: Trattandosi di uno strumento che può essere usato anche a livello professionale, potete immaginare che non costi poco.

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Cajon flamenco

 

5. Juglar Básico Cajón Flamenco

 

Cajon da flamenco per principianti. Buona parte della struttura è realizzata in MDF mentre la tapa è in pioppo. Ha un sistema di accordatura della cordiera con chiave a forma di V. È uno strumento per principianti dal costo decisamente abbordabile. Il suono tutto sommato non è male. 

C’è di meglio? Sicuramente ma bisogna pagare molto di più pertanto c’è da ritenersi soddisfatti. Certo, impossibile non notare quei difettucci tipici degli strumenti di fascia economica come le rifiniture poco curante. Impossibile non notare poi l’evidente distacco tra la tapa con gli angoli arrotondati e la struttura che presenta degli inestetici angoli. 

Una cosa sicuramente da apprezzare è la presenza della borsa per il trasporto, quasi come a voler sottolineare che lo strumento è stato pensato soprattutto per chi ne cerca unico economico da portarsi dietro senza doversi preoccupare più di tanto per eventuali urti ecc.

 

Pro

Costo: Per chi ha poco denaro da spendere il cajon Basico può rappresentare una buona soluzione per cominciare a fare pratica.

Borsa: Insieme allo strumento è compresa una borsa che torna molto utile per il suo trasporto, non è imbottita ma va bene lo stesso.

 

Contro

Materiali: Crediamo che l’MDF non sia la scelta più appropriata per uno strumento del genere, da questo punto di vista non è difficile trovare di meglio.

Finiture: Scarsa, per non dire nessuna, attenzione alle rifiniture. Il contrato tra gli angoli arrotondati della tappa e gli spigoli della struttura sono fastidiosi persino da guardare.

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Cajon xDrum

 

6. xDrum Cajon Primero con Borsa 

 

A essere sinceri l’impatto visivo avuto dallo strumento ci aveva fatto sperare in qualcosa di meglio invece alla prova dei fatti lo xDrum si è rivelato per quello che è, uno strumento entry level che pagherete il giusto. Certamente rispetto ad altri strumenti per principianti qui trovate extra interessanti come la seduta morbida che permette di stare più comodi. Il design è molto bello, il colore nero dà un bel tocco di eleganza… fin quando regge. 

Pare, infatti, che sotto i colpi la vernice si rovini e venga via. Una cosa molto interessante da segnalare è che alla base non c’è il solito tessuto sintetico ma dei buoni piedini in gomma che offrono anche una buona presa sul pavimento. Il corpo è in tiglio mentre la tapa è in multistrato. La struttura è solida, abbiamo testimonianze di persone che pesano sui 100 kg e lo strumento ha retto benissimo. 

Il suono non fa gridare al miracolo ma potete comunque adattarlo ai vostri gusti mediante la regolazione delle stringhe, il sistema è semplice basta una chiave (in dotazione) a brugola per stringere o allentare le viti sul fondo. Gradita la borsa per il trasporto che può essere indossata anche come uno zaino.

 

Pro

Seduta: Potete suonare in tutta comodità grazie alla seduta imbottita, la sua presenza è stata parecchio gradita da parte di chi ha comprato il cajon.

Base: Invece del classico tessuto sintetico alla base ci sono dei più performanti piedini in gomma che assicurano anche una buona aderenza al pavimento.

Borsa: La confezione comprende una borsa molto utile per il trasporto, oltre alla maniglia presenta degli spallacci per trasportare il cajon in spalla.

 

Contro

Vernice: All’inizio la verniciatura vi piacerà ma è molto probabile che si deteriorerà nel medio periodo, non mancherete di notare tracce sul pavimento. 

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Pedale per cajon

 

Ortega Guitars, OCJP-GB

 

Lo strumento non si suona soltanto con le mani ma anche con l’ausilio di oggetti come questo bel pedale per cajon prodotto da Ortega. La struttura è in metallo pertanto potete immaginare quanto sia robusto. Il battente è in gommapiuma pertanto l’impatto sulla tapa non è traumatico. La tensione della molla è regolabile, la corsa di andata e ritorno del battente è precisa, fluita. Ad accompagnare il pedale c’è una borsa, anche se non è imbottita è comunque molto comoda per il trasporto. Il prezzo è alto pertanto il pedale lo consigliamo per cajon di buona qualità.

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Filo rullante d’Acciaio Molla per rullante Cajon Box Drum

 

Questa è una comune cordiera per rullante che va bene anche per lo strumento in questione. Realizzata in acciaio la cordiera per cajon fornisce un’ottima risposta ai colpi, è a 30 fili ed è di facile installazione. Le sue doti sono state messe in risalto da tanti utenti che l’hanno scelta per il loro cajon. Insomma, la soddisfazione è massima anche perché il costo è contenuto quindi si tratta di una spesa che tutti possono affrontare. Alla luce di quanto detto sentiamo di poterne consigliare l’acquisto.

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Come scegliere un buon cajon

 

Cercando sul mercato delle buone offerte circa i migliori cajon del 2024 abbiamo avuto modo di scovare degli strumenti niente male pur non essendo della migliore marca. Questi sono perfetti per i meno esperti che cercano qualcosa di più economico, almeno per cominciare. 

Ci teniamo a farvi sapere che gli strumenti selezionati sono stati analizzati con attenzione, abbiamo fatto una comparazione tra i vari strumenti venduti online, confrontato i prezzi e letto i pareri dei musicisti. Tutto ciò ci è servito a individuare quello che per noi è il miglior cajon. Per chi invece desidera un ventaglio più ampio di scelte, oltre quelle da noi indicate, spieghiamo come scegliere un buon cajon in totale autonomia, tutte le informazioni necessarie nei seguenti paragrafi.

 

Materiali

Una grande importanza nella scelta ce l’hanno i materiali, anzi, il materiale, ovvero il legno. Del resto questo da sempre incide sulla qualità degli strumenti oltre alla mano del costruttore. In genere viene impiegato del legno compensato ma la tradizione peruviana vuole l’impiego di mogano, cedro oppure quercia. Ad ogni modo è molto più facile imbattersi in cajon costruiti con faggio, frassino, betulla oppure acero. 

In vero la costruzione del cajon non è complicata, non stiamo parlando di una chitarra o un pianoforte e non sono poche le persone che si cimentano nell’autoproduzione; chiaramente non è una cosa che si improvvisa e bisogna avere gli attrezzi adatti e naturalmente una buona manualità. Se proprio non si vuole rinunciare alla costruzione del cajon, si vendono dei kit di montaggio con tutti i pezzi già pronti e che hanno solo bisogno di essere montati.

Tipi di cajon

Non tutti sanno che esistono tre tipi di strumento di conseguenza è lecito domandarsi quale cajon comprare. Oltre al cajon peruviano, che presenta la sola struttura in legno, c’è quello flamenco, di evidente origine spagnola e caratterizzato da una cordiera e sonagli che servono per la variazione del timbro. Infine c’è lo snare cajon che ha una cordiera di rullante, che può essere esterna oppure interna. Se la cordiera è esterna, si trova su una struttura disgiunta che poi viene collegata alla “tapa” del cajon tramite velcro. Se si trova all’interno, può essere sistemata a contatto con la “tapa”, in posizione verticale oppure orizzontale.

 

 

 

Come utilizzare il cajon

 

Quando si pensa di imparare a suonare uno strumento la prima domanda che ci si pone è se si tratti di una cosa difficile da fare. Il cajon non è uno strumento complesso, basti pensare che ha due suoni fondamentali (più un terzo che possiamo paragonare a una sorta di ghost note), non richiede la coordinazione della batteria, ovvero l’indipendenza dei quattro arti. 

Intorno a questo strumento non si sono sviluppate tecniche particolari ma se da un lato è vero che gli strumenti percussivi primitivi sono stati suonati da uomini che non avevano la minima nozione di teoria musicale e quant’altro, ciò non deve illudere che come per magia si possa tirare fuori qualcosa di decente dal cajon, è comunque necessario fare pratica, applicarsi e magari servirsi di un corso, se ne trovano in vendita. Intanto qualche consiglio ve lo diamo noi.

Il tono basso

Abbiamo detto nel paragrafo introduttivo che il cajon emette due suoni fondamentali. Il primo di cui vogliamo parlarvi è il tono basso che può tranquillamente essere paragonato alla grancassa della batteria. Come si ottiene questo tono basso? Beh se lo avete visto fare da qualcuno, magari da un amico, è probabile che abbia usato il modo sbagliato. 

Perché lo diciamo? Perché per l’esecuzione di questo suono è molto comune un errore, ovvero, colpire a mezz’altezza la tapa. Pensateci, la posizione per raggiungere quella zona è pure scomoda perché obbliga a inchinarsi in avanti un bel po’. In realtà, prendendo come punto di riferimento il bordo superiore, il colpo va dato a non più di 15 cm di distanza. Come va dato? Con il palmo della mano, non sulla destra, non sulla sinistra ma in mezzo. 

È importante fare attenzione a non “frustare” con le dita perché altrimenti si ottengono anche le frequenze alte. In pratica non dovete schiaffeggiare la superficie battente, la mano deve trovarsi sempre perpendicolarmente a questa, immaginate di sollevare il braccio e avere il polso rotto, la mano resta penzolante, questa è la posizione giusta.

 

Il tono acuto

Non c’è un modo univoco per ottenere il suono acuto, da questo punto di vista c’è parecchia libertà di scelta a seconda dell’esatto suono che si vuole ottenere. In generale le dita devono essere rilassate, ancora una volta si prende come punto di riferimento il bordo superiore del cajon, a quell’altezza deve dovete toccare con la parte appena superiore del palmo e poco prima dell’inizio delle dita. Le dita devono frustare la superficie ma questa volta i colpi sono decentrati.

 

Il pedale

Per ampliare le possibilità del cajon e ottenere un ritmo più ricco si possono usare alcuni accessori. Uno di questi è sicuramente il pedale. Sostanzialmente funziona allo stesso modo di quello della batteria, quindi c’è il battente il cui movimento è trasmesso da una catena. La particolarità è che in questo caso il battente invece di essere rivolto in avanti “guarda” il musicista. Questo non comporta un cambio d’uso, il principio per suonare è sempre lo stesso.

L’accordatura

Il suono del cajon potrebbe non convincere chi suona, spesso il problema non è dovuto alla scarsa qualità dello strumento, molto più semplicemente bisogna regolare la cordiera. Sollevando lo strumento noterete sotto la base una vite, questa può essere stretta o allentata con una chiave brugola fino ad ottenere il suono desiderato.

 

 

 

Domande frequenti

 

Come si suona il cajon?

Il cajon si suona principalmente a mani nude, questo è il modo tradizionale ma come spesso accade nella musica, con il tempo si sviluppano altre soluzioni. Quali? Per esempio ci sono musicisti che utilizzano le spazzole. Non solo, perché volendo si può aggiungere un pedale per suonare i toni bassi. In commercio si trovano anche dei completi drumset per cajon.

Come amplificare un cajon?

Il modo di amplificare un cajon non è diverso da quello che si usa per altri strumenti percussivi. Per enfatizzare le frequenze basse si sistema un microfono in prossimità del foro. Per amplificare il suono prodotto dalla mano e dalle dita che colpiscono la superficie battente serve una ripresa audio frontale proprio come si fa con il rullante della batteria. Questo tipo di microfonazione è particolarmente suggerito se si ha un tocco delicato. 

Se il cajon è microfonato solo davanti si penalizzano le frequenze basse. Tente conto che suonare in un contesto live e tra le quattro mura dello studio significa avere esigenze diverse ecco perché in uno spazio grande, dal vivo, si devono usare microfoni dinamici mentre in studio per registrare vanno bene quelli a condensatore.

 

Com’è fatto un cajon?

Il cajon ha la forma di una scatola costruita con legno compensato. La tradizione vuole l’impiego di legni quali mogano, quercia e cedro tuttavia gli strumenti prodotti su larga scala sono fatti con betulla, faggio, acero o frassino. La tapa ha uno spessore inferiore rispetto alle altre tavole che compongono la struttura. 

Sulla parte posteriore è presente un foro per l’uscita del suono anche se negli ultimi sono stati prodotti con il foro sulla parte anteriore oppure laterale. Ci sono alcune distinzioni da fare: il cajon tradizionale è composto soltanto dalla struttura in legno, quello flamenco ha una cordiera e dei sonagli mentre lo snare cajon monta la cordiera del rullante.

 

Come costruire un cajon?

Il modo più veloce  anche semplice per costruire un cajon è comprare un kit di montaggio che molto spesso permette anche di risparmiare denaro. Le tavole di legno sono già tagliate a misura e frate. Basta unire i pezzi, montare la cordiera e stringere le viti.

 

Sono preoccupato di sedermi sul cajon e romperlo, quanto peso regge uno strumento del genere?

Un cajon di buona qualità, con una struttura solida può tranquillamente leggere 100 kg di peso e anche qualcosa di più. Se si hanno dubbi è meglio evitare strumenti che non indicano chiaramente il peso massimo sopportabile e comunque controllare con attenzione al struttura per avere almeno un’idea della robustezza.

Per quali generi musicali è adatto il cajon?

Il cajon si è dimostrato essere uno strumento molto versatile, soprattutto se ha la cordiera. Per una jam session può andare bene per qualsiasi genere, persino l’heavy metal come dimostrano tanti video reperibili su YouTube, dopotutto la musica non teme la contaminazione di generi e stili e inserire nel proprio sound strumenti inusuali rende la proposta musicale più originale e innovativa.

 

 

 

 

Ultimo aggiornamento: 23.11.24

 

Gong – Consigli d’acquisto, Classifica e Recensioni

 

Ad alcuni potrebbe sembrare uno strumento poco suonato, perfino poco utile eppure non mancano gli appassionati di gong e non di rado fanno parte di orchestre e addirittura band di musica moderna (in questo caso solitamente è il batterista che lo suona). Ma il gong trova anche larga applicazione durante le pratiche meditative, secondo alcune credenze il suo suono potrebbe aiutare l’anima a rilassarsi. Volendo può anche fungere da complemento d’arredo se vi piace l’idea.

Insomma, le ragioni per comprare questo strumento non mancano quindi a vantaggio di quanti sono interessati all’argomento abbiamo preparato una guida ricca di consigli. Prima di andare al centro della questione, vi suggeriamo due articoli della nostra selezione: il Woodstock Chimes Desk ha un buon suono e una solida struttura portante mentre il Woodstock Chimes a sospensione vi piacerà per il suo design oltre che per il suono emesso.

 

 

Tabella comparativa

 

Pregio
Difetto
Conclusione
Offerte

 

 

Gli 8 migliori gong – Classifica 2024

 

Dopo aver raccolto i pareri dei consumatori e valutato tutti gli aspetti positivi e negativi di ciascun modello selezionato, abbiamo scritto una recensione. Per una migliore fruizione da parte del lettore abbiamo organizzato i gong secondo una classifica, crediamo che ciò possa aiutare chi ci legge a individuare il prodotto più adatto. A tutto ciò si aggiungono dei link utili a chi vuol sapere dove acquistare a prezzi bassi i gong più venduti. Fate tutte le valutazioni del caso e non dimenticate di confrontare i prezzi.

 

 

1. Woodstock Chimes Desk Gong

 

Per le vostre lezioni di yoga o per attività meditative suggeriamo il Woodstock che si presenta particolarmente adatto a tali scopi mentre escludiamo l’impiego come strumento vero e proprio. Quanto detto non deve far pensare che il suono sia pessimo, semplicemente a nostro avviso non è adatto per scopi musicali. 

Non male neanche la risonanza. Il gong è martellato a mano, il lavoro è ben visibile sulla superficie. Insieme allo strumento c’è una struttura di legno, pertanto parliamo di un modello sospeso. La struttura è molto stabile e sufficientemente solida, si assembla in un attimo; peccato che le rifiniture non siamo particolarmente curate. 

Riflettendo con attenzione sul rapporto qualità/prezzo, crediamo non sia vantaggioso, in sostanza è nostra opinione che il gong dovrebbe avere un prezzo inferiore proprio in virtù di alcune imperfezioni riscontrate e che sono tipiche di prodotti economici.

 

Pro

Suono: È chiaramente un gong da usare per l’inizio e la fine della meditazione, per tale ragione consideriamo positivamente il suono in quanto assolve al suo scopo.

Struttura: Si presenta molto solida e stabile, inoltre si assembla velocemente e senza il bisogno delle istruzioni.

Montaggio: Per assemblare il gong, o meglio, la sua struttura, non servono le istruzioni è tutto molto intuitivo, il lavoro si esegue velocemente.

 

Contro

Rifiniture: Presenta delle rifiniture poco curate che a tratti disturbano alla vista, serviva più attenzione anche in virtù del suo costo.

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2. Woodstock Chimes gong a sospensione

 

Dopo un’attenta analisi dei commenti pubblicati dagli utenti abbiamo avuto conferma circa la qualità del suono che ha il gong, sia chiaro che restiamo sempre nel campo della meditazione, non è certo un elemento da incorporare in una band o addirittura una orchestra. L’altro aspetto convincente è il design, sicuramente essenziale e semplice ma nonostante ciò ha il suo fascino. 

Ne consegue che il gong si presta anche a un impiego come oggetto decorativo, siamo certi che potrebbe fare una bella figura in qualsiasi casa. Non ha una struttura portante, per essere suonato bisogna tenerlo in mano mediante una cordicella. 

Le dimensioni sono molto piccole e questa è stata una delle poche ragioni per criticare il prodotto da parte di chi l’ha acquistato. La qualità dei materiali è sufficiente ma magari, visto il prezzo che riteniamo leggermente alto rispetto alla qualità del prodotto, avrebbero potuto essere migliori.

 

Pro

Suono: La qualità del suono che caratterizza il gong non è male, sicuramente perfetta per chi ha bisogno di dare solo qualche ritocco magari per dare inizio e fine alla meditazione.

Design: Pur essendo semplice e minimal il design ci è piaciuto, il legno “ondeggiante” che sovrasta il gong è molto bello.

 

Contro

Dimensioni: Non sono mancati i clienti che si sono detti molto delusi per le dimensioni del gong, lo ritengono eccessivamente piccolo.

Struttura: Privo di una struttura portante quindi richiede necessariamente un gancio per fissarlo al muro oppure va riposto in un cassetto.

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3. Gong Tam Tam Whood Chau 7026 L

 

Le piccole dimensioni di questo strumento non devono trarre in inganno, perché racchiudono una grande potenza, visto che il suono si sente e si propaga ottimamente, ha una buona dinamica e una più che soddisfacente proiezione. È perfetto per la meditazione o attività affini. 

Lo strumento è martellato a mano, forgiato da esperti artigiani di Wuhan, in Cina. Il materiale usato per la costruzione è buono, visto che è solido bronzo. Compreso c’è il batacchio ma non è prevista una struttura portante, tocca tenerlo in mano e non per un tempo prolungato visto che comunque supera il chilo di peso. 

Secondo noi è un modello di buona qualità, destinato a chi cerca uno strumento valido sotto tutti i punti di vista, capace di propagare il suono con efficacia nello spazio e nel tempo, certo, non costa poco, è bene saperlo ma come sempre la buona qualità si paga.

 

Pro

Suono: Ci ha convinto completamente, visto che è forte, prolungato e dinamico. Siamo sicuri che anche voi resterete soddisfatti. 

Materiali: La qualità è buona, lo strumento è realizzato in bronzo, è forgiato da abili ed esperti artigiani cinesi.

 

Contro

Costo: Un problema potrebbe essere rappresentato dal prezzo, questo pur non essendo esageratamente alto potrebbe scoraggiare qualcuno.

Struttura: Purtroppo manca una struttura portante, tutto ciò che c’è è una corda per tenere il tam tam in mano.

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4. Ping Gong piccolo color nero e oro

 

Per il vostro giardino zen o più in generale per l’arredamento della vostra casa o centro di meditazione proponiamo il Ping gong. Il prezzo è molto piccolo, diciamo pure direttamente proporzionali alle dimensioni dello strumento che a qualcuno non hanno convinto. 

Il suono, come si può immaginare, non è molto potente. Il piatto è sostenuto da una buona struttura, non manca l’alloggio per il batacchio dove poterlo riporre quando non lo si usa. Tutte queste caratteristiche rafforzano la nostra convinzione che questo gong sia più adatto a fare da soprammobile che altro, fermo restando che l’utilizzo per segnalare l’inizio e la fine della meditazione resta valido. Se ci si accontenta e non si hanno grosse pretese, se non quella di pagare poco per il gong, allora non resterete delusi dall’acquisto.

 

Pro

Costo: Punto di forza di questo gong è il suo prezzo, costa veramente poco quindi se il vostro budget è risicato tenetelo in considerazione.

Struttura: Buona  la struttura in legno, ben realizzata e anche graziosa. Utile l’alloggio per il batacchio così da averlo sempre a portata di mano.

 

Contro

Suono: Non aspettatevi molto dal suono, è poco potente, poco prolungato, sembra più che altro un giocattolo.

Dimensioni: Il gong potrebbe essere fin troppo piccolo per le vostre esigenze, vi invitiamo a controllare con attenzione le misure prima di comprarlo.

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5. CiShow  Gong in Ottone

 

Un gong molto economico ma anche con poche pretese, tuttavia se vi serve qualcosa per avvisare che il cibo è in tavola può essere una buona soluzione altrimenti meglio sistemarlo su una parete in bella mostra nonostante neanche il design sia nulla di che. 

Probabilmente l’uso migliore che se ne possa fare è con i bambini per esercizi volti al miglioramento della coordinazione di mani e occhi. È molto leggero, questo è un altro indice del fatto che il gong sia stato costruito al risparmio. Il batacchio è in legno, testa compresa e questa cosa è abbastanza inusuale, vi conviene sostituirlo con un con testa in feltro. 

Consigliamo il prodotto soprattutto a chi voglia far divertire i bambini perché alla fine stiamo parlando di un giocattolo e da questo punto di vista il giudizio può diventare molto più positivo. Dimenticavo, non c’è una struttura portante.

 

Pro

Prezzo: È un gong che ha la sua caratteristica migliore nel prezzo in quanto costa poco, perfetto se volete far divertire un bimbo.

Divertente: I bambini sicuramente si divertiranno a far suonare il gong e scoprire uno strumento poco noto, resteranno contenti.

 

Contro

Suono: La qualità lascia a desiderare, forse è anche colpa del batacchio la cui testa non è rivestita di feltro o simili.

Design: Visivamente parlando non presenta nulla di particolare, anzi diciamola tutta, è abbastanza anonimo.

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6. zen Art Brass Feng Shui desktop Gong W free Mxsabrina 

 

Davvero un bel gong, lo consigliamo a quanti cercano in particolare un grazioso elemento decorativo che richiami l’Oriente e in particolare la Cina. Le decorazioni sono molto belle, ottimamente realizzate, i disegni sono definiti alla perfezione. Non solo il piatto ma anche la struttura che lo sorregge dà il suo contributo dal punto di vista visivo. 

Dobbiamo altresì evidenziare come la verniciatura del legno lasci a desiderare, con il tempo viene via e a quel punto gli inestetismi sono evidenti. Naturalmente è completo di batacchio che trova posto appeso a un gancetto di cui la struttura è corredata. 

Il suono non è niente di che ma questo gong, probabilmente, non è stato costruito con l’intenzione di usarlo ma soltanto esporlo anche perché i colpi del batacchio inevitabilmente rovinerebbero le bellissime decorazioni che a conti fatti sono l’elemento migliore del prodotto.

 

Pro

Decorazioni: Il gong è impreziosito da bellissime decorazioni che rimandano alla tradizione cinese, queste sono ben definite e d’impatto.

Complemento d’arredo: Le succitate decorazioni unitamente al design della struttura ne fanno un grazioso oggetto decorativo.

 

Contro

Suono: Evidentemente il gong non è fatto per essere suonato, il suo suono non soddisfa, oltretutto suonandolo le decorazioni si rovinerebbero.

Verniciatura: Attenzione a come è verniciata la struttura, questa potrebbe venire via in piccole quantità dopo qualche tempo.

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7. Feng Gong cinese Asiatico 20 cm 

 

Non nascondiamo la nostra sorpresa per questo gong, il suono è realmente valido e potente, perfetto per chi cerca molto più di un elemento decorativo destinato a prendere polvere su una parete, a proposito, non c’è la struttura portante ma solo una cordicella. Lo strumento, disponibile in diverse misure, è realizzato nella città cinese di Wuhan dove si trovano ottimi costruttori di gong. 

Come materiale naturalmente è impiegato quella lega di rame e stagno che risponde al nome di bronzo. Ad accompagnare il gong c’è il battente che è fatto di legno con la “testa” di filo come da tradizione. 

Il prodotto è per una clientela esigente quindi anche se l’articolo che vi stiamo proponendo è piccolo (20 cm) ha comunque un prezzo alto. Non stiamo parlando di una grossa somma, sia chiaro ma lo consigliamo solo a chi ha principalmente bisogno di un buon suono.

 

Pro

Suono: Crediamo che il gong in questione emetta un bel suono, perfetto per chi cerca innanzitutto questo tipo di caratteristica.

Costruzione: Il gong è stato realizzato da esperti artigiani della città di Wuhan secondo i metodi tradizionali di lavorazione.

 

Contro

Prezzo: Se pensate di farne un complemento d’arredo lasciate perdere, il prezzo non giustifica questo utilizzo, oltretutto esteticamente non ha niente di particolare.

Struttura: Il gong è privo di una struttura portante, c’è soltanto una comune cordicella per reggerlo quando lo si suona.

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8. Lachineuse Gong sul Supporto B079T81GC5

 

Chiunque sia in cerca di oggetti d’arredamento in stile orientale e/o buddista troverà di sicuro interesse questo gong. Il piatto è ottimamente decorato, al centro c’è l’imponente figura di Budai. A sorreggere il piatto c’è una struttura in legno, anche questa esteticamente curata. 

La base è sufficientemente ampia da fornire la necessaria stabilità anche nel caso in cui il gong dovesse oscillare accidentalmente come nel caso in cui ci siano delle correnti d’aria. La verniciatura del legno non è perfetta, qui colpevolmente è stata prestata poca attenzione.

Insieme alla struttura trova posto il battente, interamente in legno, sconsigliamo di usarlo per colpire il gong se non si vuole compromettere le decorazioni. 

Quanto appena detto fa comprendere che il modello in questione non è adatto a essere suonato ma soltanto esposto. Il prezzo secondo noi è adeguato al prodotto e pertanto possiamo sicuramente considerare un aspetto positivo.

 

Pro

Decorazioni: Il gong presenta ottime decorazioni, ben rifinite e che saranno sicuramente apprezzati dagli appassionati della cultura cinese e buddista.

Struttura: Ha delle belle linee che invogliano all’esposizione. La base è abbastanza ampia da garantire una buona stabilità.

 

Contro

Insuonabile: Non è un gong costruito per essere suonato, la sua funzione è meramente di complemento d’arredo, bello quanto si vuole ma non suonabile altrimenti si rovinano le decorazioni.

Verniciatura: Abbiamo notato poca attenzione e cura alla verniciatura della struttura, non sempre è perfetta, anzi. Si poteva sicuramente fare di meglio.

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Come scegliere un buon gong

 

È importante cercare bene sul mercato per individuare delle buone offerte riguardanti i migliori gong del 2024. Ma come scegliere un buon gong? Beh dipende dall’uso che se ne vuole fare. Se per esempio volete impiegare il miglior gong nel contesto di un esercizio meditativo, potete prendere il modello più economico mentre se dovete usarlo per fare musica conviene rivedere il budget al rialzo. In questo caso la questione non è solo economica, il suono deve essere appropriato alle esigenze del musicista. 

Altra cosa importante, quando si valutano più modelli bisogna fare una comparazione tra le caratteristiche che ciascuno presenta. Nei paragrafi successi vogliamo dare al lettore una serie di informazioni utili a decidere quale gong comprare, in questo modo se tra gli strumenti selezionati nessuno corrisponderà ai gusti di chi legge potrà comunque sfruttare la nostra guida per individuare in autonomia il gong più adatto tra quelli venduti online.

 

 

Le origini

Crediamo che prima di comprare uno strumento si debba conoscere qualcosa di più sulle sue origini. Cosa sappiamo del gong? È uno strumento antichissimo, sicuramente ha più di 4.000 anni. Cosa possiamo dire sulle sue origini? Beh si pensa che i primi gong siano stati costruiti in Cina, questa è la credenza più diffusa che però non coincide con dei ritrovamenti archeologici in Grecia dove sono stati rinvenuti gong insieme alle struttura per tenerli sospesi e anche dei battenti. Ciò detto il largo uso che se ne faceva nell’antica Cina è un dato di fatto.

 

I tipi di gong

Una prima distinzione da fare è tra gong sospeso e quello a ciotola. Quello sospeso è suonato con un battente, ha grandi dimensioni, visto che generalmente il diametro non è inferiore a 1 metro. Per suonare uno strumento del genere bisogna colpire al centro, la forza del colpo determina la potenza del suono e della durata. Non cambia il modo di suonare del gong a ciotola, la differenza sta nel fatto che tale strumento presenta più di una sonorità di conseguenza il colpo può essere dato anche in altri punti.

Il suono

Oggigiorno i gong possono differire anche parecchio per il suono grazie a innovative tecniche costruttive nonché un lavoro di ricerca eseguito dalle migliori marche. Sarebbe importante, pertanto, ascoltare il suono o comunque analizzare alcune caratteristiche. Ci sono gong, per esempio, che sono intonati tenendo conto delle proprietà orbitali dei pianeti e quindi della loro naturale serie armonica. Questi gong risuonano in armonia con i corpi celesti, differiscono per misura e si va dalla nota più acuta alla più grave.

Ci sono anche gong che hanno una superficie leggermente rialzata, presentano una struttura armonica solida, in questo caso gli armonici si sprigionano ogni volta che la nota viene suonata. Suono e dimensione influenzano la resa acustica così come i tipi di colpi e il materiale delle mallet con cui si suona il gong.

 

 

 

Come godere al meglio di un bagno di gong

 

I bagni di gong sono diventati molto popolari, si tratta di eventi cui i partecipanti hanno modo di rilassarsi attraverso un percorso meditativo. Sebbene questa pratica è svolta insieme ad altre persone è comunque un lavoro che si fa a livello individuale, su se stessi. Ma cosa vuol dire bagno di gong? Forse dovete fare una nuotata tra un mucchio di piatti di bronzo? Ovviamente no. Allora perché questo nome particolare? Perché ci si stende davanti al gong e ci si immerge accompagnati da frequenze, toni, energia, vibrazioni e luce.

Cosa serve e come comportarsi

Per partecipare a un bagno di gong è utile portarsi dietro un tappetino per yoga. Lasciate perdere l’eleganza, in un evento del genere servono abiti comodi, stare bene con se stessi passa anche da cose del genere. Il bagno di gong si fa in gruppo, ecco perché la puntualità è fondamentale, arrivare tardi è una mancanza di rispetto verso gli altri partecipanti. 

Superfluo dire che il cellulare va spento, e sottolineiamo spento, togliere la suoneria non basta perché siete all’evento per rilassarvi e per non pensare a niente altro che non sia il bagno di gong e il vostro benessere. Ci si può muovere a patto che non si disturbino gli altri partecipanti. 

È fondamentale lasciarsi andare, non preoccupatevi di cosa dovete fare domani e lasciate che i ricordi e i pensieri fluiscano liberamente. Se ve la sentite di condividere con gli altri del gruppo le vostre emozioni, le vostre sensazioni, ben venga ma dopo non scordate di ringraziare chi vi ha ascoltato e condiviso con voi il bagno di gong.

 

Bere prima, durante e dopo

L’acqua è fondamentale. Bisogna bere in abbondanza prima di recarsi all’evento, ma anche durante e dopo. Perché è così importante l’acqua? Perché è un elemento della natura che è in grado di assorbire le vibrazioni del gong, proprio per tale ragione è consigliabile portare delle bottiglie d’acqua all’evento così da berla anche il giorno seguente.

La posizione

Come ci si posiziona davanti al gong è importante. Bisogna stare sdraiati ma più in basso rispetto al gong, per farvi capire, stare su un letto non va bene. Per evitare che le auree si intreccino è bene mettersi a distanza dalle altre persone, questo vale anche se si va all’evento accompagnati dal partner oppure dagli amici a meno che non si stia lavorando ad un unico intento. È preferibile che i piedi siano in direzione del gong in modo che il suoni viaggi nella medesima direzione del kundalini.

 

 

 

Domande frequenti

 

A quale classe di strumenti appartiene il gong?

Il gong appartiene alla classe di strumenti idiofoni a percussione diretta. Vengono suonati per mezzo di un oggetto non sonoro detto mallet.

Com’è fatto un gong?

È un piatto di metallo di dimensioni variabili e chiaramente di forma circolare. Il materiale per la sua costruzione può essere bronzo oppure rame. Nella parte alta presenta una cordicella che serve per tenerlo e lasciarlo vibrare liberamente, naturalmente i gong più grandi vanno necessariamente legati a una struttura.

 

Quanti tipi di gong ci sono?

Ci sono due tipi di gong, quello sospeso e quello a ciotola. Il primo può essere anche molto grande, il battitore lo suona con un bastone alla cui estremità c’è una testa di cotone o altro materiale simile. Se ha misure più piccole si usa la mallet. Il gong sospeso va colpito al centro, il suo suono è più o meno forte a seconda della forza con la quale si colpisce. Non cambia il modo di suonare per il modello a ciotola, in questo caso però lo strumento ha diverse sonorità ovvero può essere colpito in più punti e non soltanto al centro.

 

Che differenza c’è tra il gong e il tam-tam?

Spesso si confonde il gong con il tam-tam ma in realtà ci sono una serie di differenze non di poco conto. Innanzitutto a differenza del gogn il tam-tam non può mai avere un suono determinato. Diversa è anche l’origine, nel caso del gong è la Cina mentre il tam-tam è turco. Differenze ci sono anche per la superfici: il gong ce l’ha irregolare, i bordi sono ripiegati verso l’interno. La superficie del tam-tam è liscia e i bordi non sono ripiegati. 

Non è finita, il gong è piatto, il tam-tam invece presenta una superficie leggermente concava. Il gong ha una maggiore rigidità che unitamente alla forma comporta un suono con oscillazioni più regolari nonché uno sviluppo sonoro veloce in confronto al tam-tam. Il suono del gong è più morbido, più preciso e profondo.

 

Chi è Maurice Ravel, perché è importante per il gong?

Maurice Ravel è stato un compositore e direttore d’orchestra francese, tra le altre cose ebbe il merito di includere il gong nella partitura di quella che probabilmente è la sua opera più famosa, 

il Bolero, composta nel 1928.

 

Chi ha inventato i bagni di gong?

L’idea venne a Don Conreaux, è stato uno dei cinque maestri di Kundalina Yoga. Cominciò con i bagni di gong a New York, pratica che arrivò ad essere una autentica moda negli Stati Uniti, fino a travalicare i confini nazionali ed arrivare a che in Italia, sebbene la pratica è rimasta in un ambiente ristretto.

In quali città si fanno di bagni di gong?

In Italia non mancano i luoghi dove partecipare ai bagni di gong. Eventi del genere si organizzano in svariate città e in particolare presso i centri olistici o per lo Yoga. Gli appuntamenti non sono a cadenza settimanale ma più diradati nel tempo, spesso i centri si limitano ad ospitare esperti che viaggiano su e giù per il paese per tenere le serate.

 

 

 

Ultimo aggiornamento: 23.11.24

 

Kalimba – Consigli d’acquisto, Classifica e Recensioni

 

Ci sono strumenti poco conosciuti da noi ma che una volta scoperti suscitano una grande curiosità al punto tale da volerne sapere di più e chissà che non si trovi il modo di incorporare il loro suono all’interno di un progetto musicale o comunque di un singolo brano. A quei musicisti amanti della musica e sempre pronti ad aprirsi a nuove esperienze e contaminazioni vogliamo parlare della Kalimba. Si tratta di uno strumento africano che per essere suonato richiede la percussione delle lamelle.

Ne parleremo ampiamente nel corso della nostra guida ma prima, soprattutto per quanti vanno di fretta, indichiamo due modelli che più di altri ci hanno incuriosito: la Moozica K17K a 17 tasti che produce un bel suono ed è comoda da tenere in mano. Anche la Thomann TK-17R si caratterizza per un bel suono ed è costruita con materiali di soddisfacente qualità.

 

 

Tabella comparativa

 

Pregio
Difetto
Conclusione
Offerte

 

 

Le 8 migliori kalimba – Classifica 2024

 

Per aiutarvi a scegliere la kalimba abbiamo stilato una classifica. Non è finita qui, tenendo conto dei pareri delle persone che hanno già comprato lo strumento di origini africane che vi stiamo proponendo, abbiamo scritto una recensione che illustri le principali caratteristiche nonché pregi e difetti.

Nel tentativo di farvi risparmiare qualcosa abbiamo confrontato i prezzi delle kalimbe più vendute online, dunque siamo in grado di suggerirvi dove acquistare a prezzi bassi questo particolare strumento.

 

 

1. Moozica K17K kalimba professionale a 17 tasti con custodia

 

Moozica ha realizzato una kalimba davvero niente male con un suono che ha convinto sia noi sia i tanti clienti che hanno scelto la K17K. Lo strumento presenta 17 lamelle con le quali si può dare vita a diverse melodie. C’è da dire che le due lamelle poste alle estremità sono molto dure e non si riesce a farle suonare. Ci sono piaciuti gli incavi laterali che donano allo strumento una buona ergonomia, è comodissimo da tenere in mano. 

Oltretutto gli incavi fanno da guida aiutando ad assumere la corretta posizione. Il legno è di buona qualità e tutto è ben rifinito. Il packaging è ottimo con una confezione elegante e di qualità che ha al suo interno, oltre allo strumento, una bella custodia rigida, una sacca, un martelletto da usare per l’accordatura, due copri pollici, una piccola sacca in tessuto morbido e, per imparare più in fretta a suonare due strisce adesive, una numerata l’altra con la notazione anglosassone. Completa il tutto un piccolo libretto con le istruzioni ma qui arriva la tiratina d’orecchie per l’assenza dell’italiano.

 

Pro

Suono: La kalimba emette un ottimo suono, tanto è vero che molti utenti ne sono rimasti affascinati e dunque soddisfatti per l’acquisto.

Ergonomica: Presenta due incavi ai lati per tenerla comodamente in mano. Questi incavi, inoltre, sono come una sorta di guida per avere la K17K nella posizione corretta.

Accessori: Ricca la dotazione di accessori a cominciare da una utilissima custodia rigida che assicura la necessaria protezione alla kalimba.

 

Contro

Lamelle laterali: Qualche problema arriva dalle due lamelle che si trovano alle rispettive estremità e che sono troppo dure per essere suonate.

Istruzioni: Segnaliamo che, sebbene siano presenti, non sono scritte in italiano bensì in inglese, cosa che ha dato origine a qualche lamentela da parte degli utenti.

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2. Thomann TK17-R Kalimba

 

Kalimba ben costruita e dal suono coinvolgente. Vogliamo soffermarci sulla qualità dei materiali cui va buona parte del merito per il suono che si riesce a far venire fuori, naturalmente senza nulla togliere all’abilità di chi ha costruito la kalimba. Ottime la lamelle, perfettamente accordate in C e pronte ad essere suonate fin da subito. 

Il suono è abbastanza soddisfacente, specialmente quello generato dai tasti più bassi e non è difficile ottenere un piacevole effetto vibrato. Sfortunatamente i tasti più alti hanno un piccolo rumore di fondo che non è facile da evitare, inoltre non sono così “forti” come i bassi. Se avete le dita grandi potreste avere qualche difficoltà in più.

La kalimba di Thomann tende a perdere l’accordatura quando non utilizzata per qualche giorno ma per fortuna è semplice riaccordarla, sfruttando anche le app ad hoc disponibili per gli smartphone.

 

Pro

Suono: La kalimba emette un suono molto bello, caldo e definito, crediamo che ne resterete affascinati fin dalle prime note suonate.

Materiali: Al buon suono sicuramente contribuiscono i materiali impiegati, toccando con mano si capisce subito che sia stata impiegato del legno di alta qualità.

Costo: Tenendo conto della qualità del suono così come di quella dei materiali pensiamo che il prezzo di vendita sia vantaggioso.

 

Contro

Accordatura: Sono sufficienti pochi giorni di mancato utilizzo per dover accordare lo strumento.

 

 

 

 

3. Terre Kalimba Clear Skin A-Minor

 

Un’altra kalimba che non delude per la qualità del suono emesso è quella proposta da Terre, che si differenzia dalla maggioranza degli altri modelli presenti in questa pagina.

Arriva ben accordata in La minore, perciò dovete solo cominciare a suonarla. Si tratta di una kalimba a nove tasti (la3, do4, mi4, re4, sol4 la4, si4, do5, mi5) ed è inserita all’interno di una cassa di risonanza che ne amplifica il suono.

I materiali sono di ottima qualità, con il telaio in pelle e linguette in acciaio. In termini di soddisfazione complessiva, di suono che si ottiene e di piacevolezza dell’esperienza lo strumento di Terre è impeccabile.

Probabimente anche per questo motivo è venduto a un prezzo decisamente superiore alle media, perciò si propone come una scelta per chi conosce già la kalimba e vuole fare uno step successivo nell’esecuzione dei brani.

 

Pro

Accordata: La kalimba è perfettamente accordate in La minore, quindi è pronta per essere subito suonata senza dover fare alcun intervento.

Lamelle: Sono affidabili, rispondono ottimamente a ogni sollecitazione emettendo un bel suono, molto definito.

Suono: Anche grazie alla presenza della cassa di risonanza e alla qualità dei materiali, regala grandi soddisfazioni.

 

Contro

Prezzo: Costa mediamente il doppio o il triplo delle kalimbe più “semplici”, dunque è indicata solo per i suonatori con una certa esperienza.

 

 

 

 

4. Aklot Kalimba 17 Tasti Thumb Piano Transparente

 

Uno strumento tradizionale dal design ultramoderno. Che dire, esteticamente è innegabile che la kalimba Aklot riesca ad attirare su di sé le attenzioni. Il distacco dallo strumento originale non è solo a livello di design con la forma che a noi sembra essere la testa di un gatto ma anche a livello dei materiali. 

Qui non troviamo la cassa armonica in legno ma un body in acrilico. Ad essere sinceri avremmo preferito il legno, non soltanto per un suono più fedele a quello della kalimba africana ma anche per una questione di vibrazioni. Le lamelle, ben realizzate, sono 17. Lo strumento è leggero e si tiene comodamente in mano. 

Con piacere abbiamo notato la presenza di una buona custodia rigida con pratica chiusura a zip. Grazie a quello che riteniamo un accessorio che non dovrebbe mancare mai, la kalimba è ben protetta. Ottimo il prezzo, è una delle kalimba più economiche che possiate trovare.

 

Pro

Prezzo: Se cercate una kalimba che costi poco per cominciare a fare pratica, in questo modello troverete quello che vi serve.

Originale: Innegabilmente si tratta di uno strumento dal design originale e particolare, molti lo hanno scelto proprio per questa ragione.

Custodia: Ottima cosa la presenza di una custodia rigida tra gli accessori, in questo modo la kalimba è ben protetta dagli urti accidentali.

 

Contro

Materiali: La scelta di quelli utilizzati non ci ha del tutto convinto, continuiamo a preferire dl buon legno al posto dell’acrilico usato per il body.

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5. Gecko Kalimba 17 chiavi Thumb Piano con custodia

 

Molto bella esteticamente la kalimba firmata Gecko e in particolare si nota l’attenzione messa per i dettagli e per le rifiniture. Il risultato è uno strumento utile sicuramente per suonare ma anche, eventualmente, da tenere esposto… ecco, se non imparate a sunarlo avete una alternativa d’uso. Ha 17 lamelle, queste nella zona centrale suonano bene ma non benissimo. I problemi più evidenti emergono con i suoni acuti, sempre più stoppati. Insomma, quasi non vibrano. 

Buono il legno, ottima la custodia che sufficientemente rigida da proteggere la kalimba. Sembra una sorta di trolley in miniatura ma senza le rotelle. È una soluzione elegante vista la cura che è stata prestata anche i questo caso. Non manca l’indispensabile martelletto per l’accordatura. Terminano qui gli accessori, per esempio non avrebbero guastato i copri dita che solitamente non mancano neanche in strumenti più economici di questo. 

Nonostante qualche carenza e le lamelle che non ci sono piaciute fino in fondo, pensiamo che il prezzo di vendita sia adeguato alla qualità della kalimba, ciò non toglie che potrebbe essere migliorata con qualche piccolo accorgimento.

 

Pro

Estetica: Si nota una grande attenzione e cura per i dettagli, lo strumento è ben rifinito ed esteticamente piacevole.

Materiali: La cassa di risonanza è stata costruita con del buon legno, almeno questa è l’impressione che abbiamo avuto in da subito.

Custodia: Molto bella e ottimamente realizzata la custodia rigida, che assolve bene al suo compito di proteggere la kalimba dagli urti.

 

Contro

Acuti: Le lamelle hanno un suono troppo stoppato sugli ultimi acuti, di conseguenza se ne ottiene uno fastidioso quando si producono le note più alte.

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6. Kalimba 17 Tasti Thumb con Corpo in Legno

 

La particolarità della kalimba che vi stiamo proponendo risiede sicuramente nella possibilità di amplificarla, non mancherete di notare l’uscita audio dove va inserito il jack proprio come si fa con le chitarre elettriche. Naturalmente avrete bisogno di un amplificatore, ciò non significa che la kalimba sia muta, pertanto avete una doppia possibilità di utilizzo. 

Ha 17 lamelle ma vi conviene controllare l’accordatura perché va sicuramente sistemata A tale scopo nella confezione trovate un martelletto che serve proprio a questo scopo. Peccato che tra gli accessori manchi un accordatore. 

Sono presenti, invece, due copri pollici, una piccola sacca, un libretto con alcune canzoni, un panno per la pulizia e il cavo per il collegamento con l’amplificatore che però riteniamo sia preferibile sostituirlo con qualcosa di decente. La qualità del legno è nella media per strumenti in questa fascia di prezzo. Assenti le istruzioni in italiano.

 

Pro

Amplificabile: Lo strumento può suonare unplugged oppure amplificato così da avere più volume in caso di necessità senza dimenticare la possibilità di poter usare degli effetti.

Costo: Anche alla luce della possibilità di amplificare lo strumento e dunque considerando la presenza di circuiti elettrici e di un pickup, il costo è contenuto.

 

Contro

Cavo: Fa piacere trovare il cavo jack tra gli accessori, tuttavia questo dovrebbe essere di migliore qualità, meglio cambiarlo.

Accordatura: Lo strumento necessita di essere accordato, ciò ci ha fatto notare l’assenza di un accordatore tra gli accessori, che avrebbe indubbiamente fatto comodo.

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7. Moozica Kalimba, tono Koa Wood Electric

 

Moozica si conferma azienda che presta grande attenzione ai dettagli, tutto nello strumento in questione è curato fin dal packaging. La kalimba che ci accingiamo a descrivere è amplificabile quindi è adatta a chi, per esempio, si esibisce in pubblico o magari vuole sfruttare qualche effetto per arricchire il suono e magari meglio adattarlo alle sue idee musicali. 

Le lamelle sono 17, occhio a quelle alle estremità perché si suonano con difficoltà a causa della durezza. La cassa armonica è in legno di acacia, buon materiale per questo scopo secondo noi. Una particolarità che difficilmente troverete altrove sono i due incavi che facilitano la presa e consentono di assumere una posizione funzionale al suonare lo strumento. 

La kalimba è accompagnata da un’ottima custodia rigida, ci sono anche il cavo jack e due riduttori. Il cavo però, non ci è piaciuto, consigliamo di investire un po’ di denaro per comprarne uno migliore. Quanto al prezzo, questa modello costa qualcosina in più ma restiamo nell’ambito delle somme abbordabili.

 

Pro

Amplificato: La kalimba può essere suonata anche collegandola a un amplificatore e, eventualmente, arricchire il suono con degli effetti.

Attenzione per i dettagli: Moozica ha curato attentamente fino al più piccolo dei dettagli, lo strumento è ben rifinito e anche il packaging è molto bello, dunque è un’ottima idea regalo.

Comodo: Lo strumento, grazie a due incavi laterali, si tiene comodamente tra le mani facilitando l’assunzione di una posizione corretta per suonare.

 

Contro

Cavo: Quello in dotazione non è dei migliori, è nostra opinione che sia conveniente sostituirlo con uno di livello superiore.

Lamelle: Alcuni utenti lamentano una eccessiva durezza delle lamelle che si trovano alle estremità, perciò si hanno difficoltà a farle suonare.

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8. Kalimba 17 Tasti Finger Piano con Borsa 

 

Kalimba molto economica, perfetta per chi non è ancora convinto di investire molto in uno strumento del genere. La cassa armonica è fatta in mogano, le lamelle sono in acciaio, nelle zone centrali suonano bene ma, man mano che ci si sposta verso l’esterno, il suono è sempre più smorzato. 

Come detto, questo è uno strumento economico pertanto difetti del genere vanno messi in conto. Esteticamente non è male, tra gli accessori troviamo una sacca morbida, il consueto martelletto, copri pollici, un mini corso che spiega come si suona lo strumento, peccato che non sia scritto in italiano. 

Niente custodia rigida ma a queste cifre forse è pretendere troppo. In definitiva è un modello che consigliamo a chi non è del tutto convinto che si appassionerà allo strumento ma vuole comunque fare un tentativo, l’investimento richiesto è così basso che vale la pena tentare.

 

Pro

Costo: La kalimba si trova in vendita a un prezzo molto basso, è uno di quegli investimenti che praticamente non presentano rischi.

Estetica: Lo strumento è ben rifinito, l’estetica non ci dispiace, non abbiamo notato difetti visibili a occhio nudo, pertanto siamo soddisfatti.

 

Contro

Note alte: Le lamelle suonano bene nella parte centrale ma più si procede verso l’esterno, ossia verso le note alte e più queste presentano un suono smorzato.

Istruzioni: Il piccolo corso di base sull’utilizzo dello strumento non è scritto in italiano, pertanto si potrebbe comprendere ben poco di quanto scritto.

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Come scegliere una buona kalimba

 

Per quanto lo strumento non sia popolarissimo, sul mercato abbiamo individuato parecchie offerte che meritano la vostra attenzione, ma soprattutto di essere incluse nella nostra selezione delle migliori kimbala del 2024. Come vedrete voi stessi, troverete strumenti della migliore marca ma anche qualcuno più economico perché magari come prima volta non ve la sentite di investire troppo denaro e sinceramente la scelta ci sembra saggia, magari poi, dopo aver imparato a suonare, tornerete qui sulle nostre pagine per controllare qual è secondo noi la migliore kalimba e comprarla. 

Ma come scegliere una buona kalimba? La domanda merita una risposta articolata ed esauriente. Se avrete la pazienza di leggere la nostra guida troverete la risposta così potrete decidere quale kalimba comprare. 

Tipi di kalimba

Esistono più tipi di kalimba pertanto la scelta del nuovo strumento deve necessariamente passare da qui. Insomma, che tipo di kalimba vi piacerebbe suonare? Beh, avete ragione, difficile rispondere senza fare una comparazione tra le diverse kalimba che possiamo distinguere per altezza del suono e chiave musicale. 

Nel primo caso abbiamo la kalimba contralto, soprano e bassa. Nel secondo caso, ovvero, quello della chiave musicale, potete scegliere tra la karimba (non si tratta di un refuso, si scrive proprio così, con la “R”, ed è costruita in base alla scala africana), la pentatonica, la cromatica (più difficile da suonare ma anche quella con maggiori potenzialità espressive), la diatonica e infine quella in chiave tradizionale.

 

Il tipo di lamelle

Questo paragrafo vuole più che altro essere utile a rendere una informazione completa perché se è vero che le lamelle da suonare possono essere sia in metallo sia in bambù, difficilmente troverete questa ultima versione a meno che non vi rechiate in Africa e probabilmente neanche così basterà. 

Cosa cambia tra lamelle in metallo e bambù? Sicuramente c’è qualche differenza a livello di suono ma la qualità costruttiva non dipende certo da questo elemento. Ecco, ciò che vi consigliamo è di prestare attenzione proprio ai materiali e come questi sono stati assemblati. Non aspettatevi molto da quegli strumenti che hanno più la funzione di souvenir che altro altrimenti ciò che avrete tra le mani sarà solo un adorno per la casa.

La kalimba elettrica

Se pensate di esibirvi davanti a un pubblico, forse è il caso che optiate per una kalimba elettrica. Avete capito bene, elettrica, come la chitarra e proprio come questa vi servirà un amplificatore, quindi, volendo, potrete utilizzare anche degli effetti. Avete visto? Basta poco per trasformare uno strumento tradizionale in uno moderno. Diamo un attimo qualche informazione circa l’amplificazione: è tutto semplice vi serve un cavo con jack e fate il collegamento.

 

 

 

Come utilizzare una kalimba

 

La kalimba è uno strumento percussivo particolare. Pur provenendo dall’Africa si è parecchio diffuso in paesi asiatici come la Cina dove oggigiorno è concentrata la produzione a livello industriale. Imparare a suonarla non è difficile ma è chiaro che questo non significa che non serva impegno, infatti se ci metterete poco a “strimpellarla”, per acquisire la necessaria abilità tecnica per suonare più veloci e naturalmente con precisione, servirà tempo.

 

L’intonazione

La kalimba può essere in diverse tonalità, quella più diffusa è sicuramente in Do o C secondo la notazione anglosassone. La prima cosa da fare è controllare che tutte le note abbiano il suono che dovrebbero avere. A tale scopo suggeriamo di usare un accordatore. Non è strettamente necessario comprarne uno, potete scaricare sullo smartphone una delle tante app disponibili, magari non avrete una precisione massima ma comunque sufficiente al vostro scopo. 

Ma che succede se appunto le lamelle non sono ben accordate? È necessario un vostro intervento. Avrete sicuramente notato che la kalimba è accompagnata da un martelletto. Se ve lo stavate chiedendo non serve a piantare chiodi nel muro e tantomeno distruggere la kalimba in un momento d’ira per non riuscire a suonarla. Quel piccolo martelletto serve per intonare lo strumento. 

Come si fa? Si danno del colpetti a una delle estremità a seconda delle esigenze fino ad ottenere la perfetta tonalità. Consigliamo di dare un colpo e poi controllare con l’accordatore.

La posizione

La kalimba va tenuta tra due mani con la parte inferiore dei palmi che poggiano saldamente sui lati dello strumento mentre la restante parte, dita comprese, fanno da appoggio per la kalimba. Le mani devono essere sistemate in modo tale che la punta dei pollici arrivi a toccare l’estremità delle lamelle in modo da poterle suonare.

 

Come emettere le note

Le lamelle non vanno schiacciate come si potrebbe pensare, va eseguito come un movimento a tirare. Per spiegarci meglio, il pollice poggia sulla lamella che si vuole far suonare e si tira a sé esercitando una pressione verso il basso in modo da far abbassare la lamella che viene rilasciata una volta tolto il pollice. È importante essere delicati, se si esercita troppo forza il suono risulterà quasi nullo.

 

Amplificare il suono

La kalimba è certamente udibile trq quattro pareti ma se c’è l’esigenza di un volume più alto? In questo caos ci sono due possibilità. La più pratica è sicuramente comprare una kalimba con pick up così da collegarla a un amplificatore. Se questa soluzione, per motivi vostri, non vi piace allora è sempre possibile microfonarla.

Prendetevi cura dello strumento

Dopo aver suonato la kalimba ci sono alcune cose da fare per essere certi che vi duri a lungo. Sicuramente la prima cosa da fare è sicuramente pulire lo strumento con un panno morbido, va tolto di sudore che si è accumulato a cominciare dalle lamelle per poi passare a pulire la cassa armonica, è un lavoro che chiude pochi istanti ma che va fatto ogni volta per tenere la kalimba sempre in ottimo stato. Meglio se conservate lo strumento in una custodia rigida per evitare che le lamelle si pieghino accidentalmente.

 

 

 

Domande frequenti

 

Come si è diffusa la kalimba fuori dall’Africa?

Con buona probabilità possiamo affermare che la kalimba ha travalicato i confini del continente africano insieme agli schiavi deportati negli Stati Uniti. Gli africani schiavizzati utilizzavano materiali di scarto per costruire lo strumento, come vecchie posate e/o scatolette di pesce.

 

Perché Maurice White è importante per la diffusione della kalimba?

Maurice White è stato il fondatore degli Earth, Wind & Fire ed era un grande appassionato di kalimba tanto è vero che in più occasioni lo incorporò nella sua musica. White era convinto che la kalimba rappresentasse un elemento di connessione con l’Africa (lui era afroamericano) e di conseguenza con le origini della musica stessa.

Si possono ottenere degli effetti particolari con la kalimba?

È possibile, in particolare sfruttando il foro più grande sulla parte superiore con il corretto movimento della mano si può generare un effetto “wha wha”.

 

Quante lamelle ha una kalimba?

Il numero delle lamelle varia da cinque a trenta, naturalmente il loro numero incide sulle dimensioni dello strumento ma in questo modo si hanno più ottave a disposizione su cui suonare.

 

Tutte le kalimbe hanno la tavola armonica?

Non tutte sono dotate di tavola armonica ma è chiaro che se questa è assente il volume dello strumento è molto più basso.

 

Che cos’è la kalimba cromatica?

Si tratta di una kalimba che può essere in chiave di Do oppure di Sol che sulla parte posteriore ha le pentatoniche; è pertanto uno strumento più complesso ma dalle maggiori possibilità. Con una kalimba pentatonica, per esempio è possibile cambiare la tonalità. Avendo due ottave e mezzo si possono suonare più generi musicali.

 

Chi è Mark Holdway?

Nel mondo della Kalimba c’è un nome che più di altri si sente fare spesso per è quello di mark Holdway, è un vero esperto dello strumento ed ha inventato le tabulature per kalimba. NOn solo perché ha scritto e pubblicato diversi libri sullo strumento ed è stato proprio lui ad avere l’idea di realizzare una kalimba cromatica.

Quanto costa una kalimba?

Il costo di una kalimba parte da circa 25 euro per i modelli più economici per arrivare fino a 250 o 300 euro per quelli di migliore qualità. Con una cinquantina di euro si può acquistare una buona kalimba semiprofessionale, volendo anche con pick up.

 

 

 

Ultimo aggiornamento: 23.11.24

 

Nacchere – Consigli d’acquisto, Classifica e Recensioni

 

Le nacchere sono uno strumento tipico della musica tradizionale spagnola e vengono utilizzate per creare la ritmica del flamenco, ma anche in alcuni brani orchestrali popolari. Se volete provarle o magari fare un bel regalo, allora siete arrivati sulla pagina giusta. Qui troverete diversi consigli d’acquisto e le opinioni sui modelli con il rapporto qualità-prezzo conveniente. Tra questi spiccano in modo particolare le Castañuelas del Sur – Coppia di Nacchere in Fibra e le Castanuelas del Sur – Paio di nacchere per principianti. Entrambi i modelli sono stati prodotti a Siviglia, il primo in particolare ha il suono ruvido tipico del flamenco. Il secondo, leggermente meno costoso, si rivela estremamente maneggevole, quindi adatto per i principianti.

 

 

Tabella comparativa

 

Pregio
Difetto
Conclusione
Offerte

 

 

Le 8 migliori nacchere – Classifica 2024 

 

Passiamo ora alla classifica con le recensioni di ben otto modelli diversi, scelti per il loro ottimo rapporto qualità-prezzo. Troverete nacchere tipiche spagnole, modelli per principianti e altri per bambini. Leggendo le nostre opinioni e confrontando i prezzi potrete trovare il prodotto giusto per le vostre esigenze. Buona lettura! 

 

 

1. Castañuelas del Sur – Coppia di Nacchere Flamenco in Fibra

 

Le migliori nacchere per rapporto qualità-prezzo prodotte a Siviglia, una delle città dell’Andalusia che ha contribuito alla creazione del flamenco così come lo conosciamo. Prodotte in fibra di vetro di alto livello, si rivelano molto resistenti e potranno durare nel tempo anche se ne fate un utilizzo intensivo. 

Anche la manutenzione è molto semplice: basta passare un panno di cotone all’interno delle nacchere dopo ogni utilizzo per farle tornare come nuove. Il loro pregio principale è la doppia cassa costruita all’interno in grado di produrre un suono ruvido e duro, tipico del flamenco. 

Il design e le dimensioni inoltre le rendono molto maneggevoli, quindi adatte anche se siete alle prime armi e volete fare pratica. Nel prezzo è inclusa anche una pratica custodia morbida dove potrete portare le vostre nacchere ovunque andiate e tenerle al riparo dalla polvere quando le riponete in casa. 

 

Pro

Qualità: Le nacchere spagnole si presentano con un materiale in fibra di vetro molto resistente che potrà durare senza subire danni anche se vengono usate molto spesso.

Suono: La doppia cassa costruita all’interno delle nacchere crea un suono ruvido, tipico della musica flamenca, ideale per accompagnare la chitarra e la voce.
Manutenzione: Per pulirle sarà sufficiente usare un panno asciutto dopo ogni utilizzo. 

Custodia: Nella confezione troverete una borsetta dove poterle riporre quando non le usate.

 

Contro

Colore: Sono disponibili solo in nero, quindi non sarà possibile scegliere tra altre fantasie nel caso questo colore non vi piaccia.

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2. Castanuelas del Sur – Paio di nacchere di flamenco per principianti

 

La ditta, con sede a Siviglia, è una delle più conosciute produttrici di nacchere e apprezzata dagli appassionati di musica flamenca in tutto il mondo. Queste nacchere si presentano con un prezzo molto conveniente, specialmente se comparato alla loro qualità costruttiva di alto livello. 

Particolarmente belle da vedere, sono realizzate in resina resistente che conferisce allo strumento una notevole durevolezza nel tempo anche dopo un utilizzo prolungato. Queste nacchere sono una soluzione ideale per iniziare a praticare, godendo comunque di un buon suono ruvido, tipico del flamenco e molto fedele a quello dei modelli più costosi. 

Il design ben calibrato le rende leggere e allo stesso tempo maneggevoli, ottime per suonare a diverse velocità con precisione. Le nacchere vengono vendute con una pregiata custodia color salmone dove potrete riporle quando non le usate in modo da tenerle al sicuro dalla polvere e dagli urti. 

 

Pro

Qualità-prezzo: Tra i modelli venduti online, questo si presenta con ottimi materiali resistenti e durevoli uniti ad un costo tutto sommato accessibile. 

Versatili: Il design leggero e maneggevole si adatta molto bene alle esigenze dei principianti o degli utenti intermedi che potranno suonare a diverse velocità.

Suono: Ruvido e duro, tipico del flamenco, si adatta all’accompagnamento di qualsiasi tipo di strumento e la voce. 

Custodia: Elegante e in color salmone, vi permette di portare le vostre nacchere ovunque andiate tenendole al riparo dalla polvere e dagli urti. 

 

Contro

Dimensioni: Vi consigliamo di considerare le misure dello strumento e compararle con quelle delle vostre mani, in quanto le nacchere potrebbero risultare abbastanza larghe.

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3. Tiger Music – CAS14-NT Nacchere in Legno

 

Se non sapete quali nacchere comprare e preferite gli in legno rispetto a quelli costruiti con altri materiali, potete optare per questo modello. Il suo prezzo molto conveniente lo ha reso uno dei più venduti, facendogli riscuotere molti pareri positivi da parte degli utenti. Il design delle nacchere molto piacevole le rende adatte sia per la musica, sia come oggetto decorativo. 

Per quanto riguarda il suono non raggiungono i livelli dei modelli più costosi, in quanto manca la doppia cassa interna, ma per lo studio delle percussioni vanno più che bene. Il legno utilizzato è di buon livello, quindi potrà resistere ad urti e cadute, inoltre si rivela abbastanza durevole. Le dimensioni ridotte le rendono leggere e maneggevoli, adatte anche ai bambini dai tre anni in su. Cliccando sul link qui di seguito potrete accedere alla pagina del negozio online dove acquistare il prodotto nuovo e a prezzi bassi. 

 

Pro

Convenienti: Il costo ridotto delle nacchere è ideale se volete risparmiare o fare un regalo ad un bambino per farlo appassionare alla musica. 

Design: Sono molto piacevoli da vedere, al punto che si potranno anche esporre in casa per abbellire un ambiente, dandogli un tocco personale.

Materiale: Prodotte interamente in legno resistente, potranno durare nel tempo anche se ne fate un utilizzo intensivo. 

Dimensioni: Leggere e portatili, sono ottime per bambini dai tre anni in su. 

 

Contro

Suono: Sebbene vadano bene per cominciare a studiare le percussioni e per divertirsi, queste nacchere non hanno il timbro ruvido tipico del flamenco.

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4. Ammoon 2 Pezzi Nacchere Cajon Box Drum con accessorio

 

Questo set di percussioni con due nacchere e un cajón viene venduto a un costo interessante, proponendosi come soluzione ideale per gli percussionisti intermedi che vogliono provare questo particolare strumento ritmico. 

Il cajón viene utilizzato nei paesi del Sud America, ma compare anche nel flamenco spagnolo. Si suona con le mani come se fosse un tamburo, dando gli accenti e alternando l’intensità del suono con il palmo o le dita. Questo modello si può suonare con le nacchere, attaccandole al cajón per creare soluzioni ritmiche interessanti e divertenti. 

Il suono è di buon livello per uno strumento della sua fascia di prezzo, ma non aspettatevi troppo in quanto la cassa di risonanza non è di altissima qualità. Per quanto riguarda i materiali ci troviamo di fronte ad un prodotto resistente e allo stesso tempo leggero, quindi potrete suonarlo anche a tracolla senza fare fatica.

 

Pro

Divertente: Se suonate le percussioni e volete provare qualcosa di nuovo, con questo cajón con nacchere potrete creare delle ritmiche fresche, tipiche della musica sudamericana.

Prezzo: Il prodotto viene venduto ad un costo davvero molto basso, una soluzione ideale se non volete spendere troppo per cominciare a praticare lo strumento.  

Materiali: Risulta molto leggero da trasportare, quindi potrete tranquillamente suonarlo in piedi, usando la tracolla senza fare troppa fatica.

 

Contro

Suono: La cassa di risonanza non è proprio di alta qualità, ma si tratta pur sempre di un prodotto ‘entry level’ dal quale è difficile pretendere di più.

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5. Jale – Nacchere Fibra Speciale

 

Il design di questo prodotto replica fedelmente quello delle classiche nacchere spagnole usate nella musica flamenca. Si tratta di un modello per principianti, ideale quindi per cominciare a studiare questo strumento ritmico senza spendere troppo. Le dimensioni ridotte le rendono maneggevoli e leggere, adatte anche ai bambini dai tre anni in su. 

Il suono non è proprio fedele a quello del flamenco, in quanto non dispongono di una doppia cassa interna, ma per cominciare vanno più che bene. Sono state prodotte usando una fibra di buona qualità, quindi potranno durare a lungo nel tempo e resistere ad un utilizzo prolungato. 

Il montaggio risulta molto pratico, inoltre basta un panno asciutto per pulirle. Nel prezzo non è inclusa la custodia che avrebbe fatto comodo per il trasporto delle nacchere e per proteggerle dalla polvere quando non le utilizzate. 

 

Pro

Prezzo basso: Un’offerta molto conveniente che può fare al caso vostro se state cercando un modello più economico.

Dimensioni: Pratiche e maneggevoli, sono adatte ai principianti e anche ai bambini dai tre anni in su. 

Design: Replica fedelmente quello delle tipiche nacchere andaluse utilizzate nella musica flamenca. 

Pratiche: Sono molto facili da montare e da pulire, basta un panno asciutto per farle tornare come nuove dopo ogni utilizzo.

 

Contro

Suono: Non aspettatevi il tipico suono del flamenco, in quanto non dispongono della doppia cassa al loro interno.

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6. Stagg – CAS-P Nacchere in Plastica

 

Sebbene la qualità dei materiali lascia molto a desiderare, queste nacchere in plastica sono una buona soluzione, specialmente per fare un regalo ad un bambino negli anni della crescita. Sono molto belle da vedere, con un rosso e un blu accesi che potranno destare l’interesse dei più piccoli. 

Il design si adatta anche ad un costume di carnevale o per fare il cosplay di qualche personaggio particolare alle varie convention. In questo modo i bambini potranno cominciare a suonarle e sviluppare il senso del ritmo, inoltre le dimensioni ridotte sono adatte alle loro manine. 

Allo stesso modo il peso leggero permette di suonarle senza fare alcuno sforzo. Come potete immaginare il loro suono è abbastanza piatto in quanto si tratta di un giocattolo più che un vero e proprio strumento, nonostante questo i bambini si divertiranno un mondo a suonarle. 

 

Pro

Per bambini: Queste nacchere leggere e dai colori accattivanti sono ideali per far divertire i più piccoli o da abbinare ad un bel costume da carnevale a tema spagnolo o latino-americano.

Maneggevoli: Il peso leggero e le dimensioni ridotte permettono ai bambini di impugnarle senza fare fatica e di giocare in tutta tranquillità. 

 

Contro

Suono: Trattandosi di un giocattolo non ci si può aspettare molto dal suono riprodotto che risulta 

alquanto piatto. 

Materiali: La plastica utilizzata per la realizzazione delle nacchere non si rivela particolarmente resistente o durevole nel tempo. 

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7. Una coppia di nacchere di legno a percussione per il flamenco

 

Tra i vari modelli venduti online non mancano quelli dedicati al mondo dell’infanzia. Le nacchere sono uno strumento ideale per i bambini, in quanto potranno cominciare a sviluppare il senso del ritmo e la coordinazione occhio-mano. Un allenamento divertente che può trasformarsi in una vera passione per il ritmo e la musica. 

Queste nacchere in legno sono della dimensione giusta per le mani dei piccoli e pesano pochissimo, inoltre sono piacevoli da vedere. Per questo si potranno abbinare anche a dei travestimenti particolari, cosa che potrebbe attrarre anche gli adulti e i giovani appassionati di cosplay. 

Come tutti gli strumenti giocattolo per i bambini, il suono espresso non colpisce, inoltre il legno utilizzato si rivela di bassa qualità. Non aspettatevi quindi una grande resistenza o durevolezza nel tempo, specialmente se i bambini le utilizzano di frequente.  

 

Pro

Pratiche: Le dimensioni e il peso ridotti permettono ai bambini di usarle senza fare sforzi, in modo da potersi abituare al ritmo e migliorare la coordinazione occhio-mano.

Design: Sono molto piacevoli da vedere e si adattano ad un bel vestito di carnevale, come anche ad un cosplay per giovani e adulti. 

 

Contro

Materiali: Il legno non è dei migliori e tende a scheggiarsi facilmente. Per questo le nacchere non promettono molto bene in quanto a longevità e resistenza. 

Suono: Piatto e poco espressivo, d’altronde si tratta pur sempre di un giocattolo per bambini progettato per il loro divertimento.

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8. Gewa – Nacchere

 

Le nacchere sul mercato sono di varie dimensioni, queste si adattano particolarmente a chi ha le mani piccole e vuole cominciare a suonare questo particolare strumento ritmico. Si presentano con un design ‘rustico’ che ricorda le tipiche nacchere prodotte in Andalusia, nel sud della Spagna dove il flamenco è nato. 

Il peso leggero le rende molto maneggevoli, adatte quindi per allenarsi in diversi esercizi ritmici per molte ore senza fare troppi sforzi. Nonostante il prezzo conveniente, ci troviamo comunque di fronte a nacchere molto resistenti e durevoli nel tempo, grazie alle quali potrete allenarvi e accompagnare altri strumenti. 

Il suono è buono, sebbene non sia propriamente quello tipico del flamenco, riprodotto solo dalle nacchere più costose sul mercato. Non è presente la custodia per il trasporto che dovrete acquistare separatamente in modo da proteggerle dalla polvere e dagli urti. 

 

Pro

Pratiche: La particolarità di queste nacchere sta nelle loro dimensioni ridotte che si adattano alle mani piccole. Il peso leggero consente di usarle a lungo senza stancarsi. 

Per principianti: Il prezzo basso le rende adatte ai neofiti che vogliono imparare a suonare questo strumento senza spendere troppo.

Materiali: Quelli utilizzati sono di buona qualità, quindi resistenti e durevoli nel tempo. 

 

Contro

Suono: Di qualità discreta, le nacchere non riproducono quello classico del flamenco caratterizzato da un timbro più ruvido e meno secco. 

Niente custodia: Sarebbe tornata molto utile per trasportare le nacchere o proteggerle dalla polvere quando non le utilizzate. 

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Come scegliere delle buone nacchere 

 

Dopo aver letto i nostri pareri, potreste avere ancora qualche dubbio su come scegliere delle buone nacchere. In effetti sul mercato ci sono moltissime offerte e fare una comparazione accurata tra i vari modelli può portare via un po’ di tempo. Per comprare quello giusto per voi dovete prima di tutto tenere in considerazione le vostre esigenze, in modo da puntare sul prodotto con il rapporto qualità-prezzo più conveniente. 

In questa guida illustreremo quali sono le caratteristiche principali da tenere in considerazione prima di acquistare delle buone nacchere. In generale vi consigliamo sempre di puntare su prodotti con un prezzo conveniente, a meno che non abbiate già le idee chiare. Ricordate che non sempre il modello più costoso è quello giusto, specialmente quando si parla di strumenti musicali, articoli dai mille dettagli e con metodi di produzione ben precisi. 

Materiali

Questo particolare strumento conosciuto in Spagna come castañuelas (castagnette) è stato reso famoso dalla musica flamenca, caratterizzata da ritmi coinvolgenti che accompagnano il cantato o i virtuosismi dei chitarristi. In realtà le nacchere non sono proprio nate nella penisola iberica, bensì la loro origine si può ricondurre all’antico Egitto dove venivano utilizzate per alcune danze rituali. 

Solitamente le nacchere vengono realizzate in fibra di vetro, particolarmente apprezzata proprio per la sua leggerezza e la resistenza complessiva. I modelli più costosi infatti vengono prodotti proprio con questo materiale, quindi ideali se state cercando la qualità e avete già una buona dimestichezza con questo o altri strumenti ritmici. 

Nel caso invece vogliate risparmiare potete puntare su un prodotto in plastica o in legno, ottimo per cominciare a suonare le nacchere senza spendere troppo. Le castagnette per bambini sono realizzate con questi materiali, specialmente in plastica in quanto più morbida e leggera.  

 

Suono

Il suono delle nacchere è collegato spesso alla qualità dei materiali usati, ma anche ai particolari intagli interni. I modelli migliori in fibra di vetro dispongono di una doppia cassa interna che crea un suono ‘ruvido’ e con un leggero riverbero, tipico del flamenco. Tenete conto però che le nacchere di alta qualità hanno un costo più alto, sebbene si tratti sempre di cifre comunque abbordabili. 

Il nostro consiglio è quello di partire con un paio di nacchere poco costose, in modo da poter praticare le basi per poi passare a quelle autentiche. Quelle in legno e plastica hanno un suono secco meno convincente, ma che comunque può andare bene per lo studio e per i primi accompagnamenti. Come ogni strumento, anche le nacchere richiedono moltissima pratica per poter eseguire le figure ritmiche più complesse e per dare le giuste variazioni al suono e gli accenti.

Design

Le nacchere classiche sono quelle con una cordicella che va legata al dito in modo da poter tenere saldamente lo strumento in mano senza che sfugga. I modelli venduti online sono prodotti con questo design, sebbene si possano trovare anche altri più particolari come le nacchere a macchina, usate nelle orchestre. Questa tipologia si abbina anche al cajón, uno strumento a percussione a forma di cassa sul quale vengono collegate le nacchere per creare variazioni nel suono. Potete trovare sul mercato delle nacchere a macchina economiche, vendute direttamente con il cajón, cosa che vi permette di avere il kit completo e risparmiare. 

Per quanto riguarda l’aspetto puramente estetico, le nacchere classiche hanno un colore nero, ma se volete fare un bel regalo potete trovare modelli con fantasie diverse che si possono adattare anche al cosplay o ad un costume da carnevale per bambini. 

 

Dimensioni

Prima di acquistare le vostre nuove nacchere vi consigliamo di fare un po’ di attenzione alle misure. Alcuni modelli infatti sono piuttosto larghi, quindi poco adatti se avete le mani piccole o se volete fare un regalo ad un bambino. Sul mercato ce ne sono per tutte le esigenze, dovete solo trovare quella giusta per voi. 

Ricordate anche di controllare il peso, assicuratevi infatti che lo strumento sia abbastanza leggero e maneggevole per poterlo suonare senza fare troppa fatica. I modelli per bambini sono facilmente individuabili, in quanto il produttore fornisce subito questa informazione, in ogni caso per scrupolo controllate sempre le misure. Le dimensioni e il peso delle nacchere non influiscono sul prezzo.

 

 

 

Come si suonano le nacchere

 

Le nacchere sono all’apparenza molto semplici, ma come tutti gli strumenti musicali hanno diversi livelli di profondità. Il loro studio comporta un certo impegno, in quanto il flamenco è uno stile musicale tutt’altro che facile, caratterizzato da figure ritmiche complesse. Le ‘castagnette’ però, come molti strumenti ritmici, sono molto intuitive, quindi cominciare ad apprendere almeno le basi non richiede grandissimi sforzi, non a caso i bambini le adorano. Vediamo come cominciare in pochi semplici passaggi.

Come si impugnano le nacchere

Prima di iniziare a suonare, occorre sapere come impugnare bene le nacchere. I modelli classici dispongono di una cordicella che va messa attorno al dito medio, tenendo lo strumento verso il basso. Questa è l’impostazione classica molto comune in Spagna, anche se recentemente alcuni musicisti preferiscono legare una nacchera intorno al pollice e una intorno all’indice. 

Noi vi consigliamo comunque di partire con la prima impostazione, cambiandola poi a seconda delle vostre esigenze una volta che vi sarete impratichiti. Tenendo le nacchere legate all’indice, assicuratevi che le altre dita siano ben posizionate sullo strumento. In teoria se avete legato bene il filo, le nacchere dovrebbero rimanere semiaperte quando non le suonate. 

 

 

Gli esercizi di base

Le due nacchere sono conosciute come macho e hembra (maschio e femmina): la prima produce un suono più profondo, mentre la seconda quello acuto. In generale la nacchera macho viene usata per scandire il tempo, mentre la seconda per eseguire le varie figure ritmiche. Nulla vieta ovviamente di esibirsi in virtuosismi tipici del flamenco usando entrambe le nacchere, ma per cominciare è meglio partire piano e capire i fondamentali. Se non avete mai suonato uno strumento prima d’ora, vi consigliamo di usare un metronomo per poter cominciare a costruire il senso del ritmo e del tempo. 

I suoni delle nacchere sono conosciuti con delle onomatopee, per ottenerli dovrete usare tutte le dita della mano. Il primo che prende il nome di ‘TA’ si esegue battendo sulla nacchera con l’anulare e poi con il medio. Il secondo suono ‘RRI’ è un po’ più complesso in quanto richiede di battere sulla nacchera destra prima col mignolo, poi con l’anulare e poi con l’indice. Il terzo suono invece è molto simile al ‘TA’, ma va eseguito sulla nacchera ‘hembra’ (quella di destra) e prende il nome di ‘PI’. Il quarto suono ‘PAM’ si esegue battendo le nacchere come se stesse applaudendo, mentre il quinto ‘CHIN’ si ottiene suonando tutte e due le nacchere con l’anulare e il medio. 

In generale vi consigliamo di allenarvi prima sui suoni ‘TA’ e ‘PI’ che sono quelli più facili da eseguire, per poi passare al secondo suono. Ricordate che più vi eserciterete e più riuscirete a sciogliere le dita, acquisendo padronanza dello strumento. Una volta imparati i cinque suoni principali, potete cercare di accompagnare un brano, non necessariamente flamenco, in modo da mettere alla prova le vostre abilità.

 

 

 

Domande frequenti 

 

Cosa vogliono dire ‘macho’ e ‘hembra’?

Questi due nomi si traducono dallo spagnolo con ‘maschio’ e ‘femmina’. Vengono utilizzati per dividere e riconoscere le due nacchere di ogni paio, la ‘hembra’ solitamente viene decorata o segnata in modo da poter essere facilmente individuabile dal musicista. La nacchera ‘macho’ ha un suono più profondo, mentre quella ‘hembra’ è più acuta, infatti la prima viene usata per scandire il tempo e la seconda per eseguire le varie figure. 

È difficile suonare le nacchere?

Gli strumenti musicali richiedono una certa pazienza e costanza, spesso inoltre non sono facilissimi da approcciare. Le nacchere sono abbastanza intuitive, quindi imparare le basi non è troppo faticoso, sebbene comunque dovrete fare un po’ di pratica. Il vantaggio è che anche con poche nozioni potrete divertirvi, accompagnando chitarristi o cantanti con la vostra base ritmica. Le nacchere si possono suonare anche in solitaria, quindi potrete dare sfogo alla vostra fantasia e al vostro istinto. 

 

Le nacchere vanno bene solo per il flamenco?

Questo strumento si accompagna benissimo con la musica folkloristica spagnola e latino-americana, come anche quella popolare italiana e mediterranea in generale. Sebbene non sia molto comune sentirle in altri generi musicali, le nacchere si rivelano molto versatili, infatti si possono ascoltare anche nelle orchestre. Per praticare e allenarvi a tenere il tempo potete suonare le nacchere su delle brani di qualsiasi tipo.

 

Le nacchere sono uguali a livello di suono?

Le nacchere in legno o in plastica adatte per i principianti o per i bambini hanno un suono secco, ideale per cominciare a praticare o semplicemente per divertirsi. Le autentiche nacchere prodotte nel sud della Spagna sono caratterizzate da un suono più ‘ruvido’ e con un leggero riverbero, tipico del flamenco e quindi indicate proprio per questo genere musicale. 

 

Quanto costano le nacchere? 

Dipende molto dal modello. Quelle in fibra di vetro con la doppia cassa interna, possono costare dai 60 ai 70 €, con i modelli più pregati che superano anche i 100 €. I prodotti in legno o in plastica invece hanno un prezzo più ridotto che si aggira attorno ai 16 €. Le nacchere per bambini si possono considerare dei veri e propri giocattoli, infatti costano davvero poco: si parla di massimo 3 o 5 €. 

Dove comprare le nacchere?

Potrete acquistare le nacchere in qualsiasi negozio di strumenti musicali oppure, nel caso dei modelli per bambini, in quelli di giocattoli. Per acquistare nacchere prodotte in Spagna vi consigliamo di andare sul negozio online, dove potrete trovare diverse offerte convenienti e comprare uno strumento di qualità al giusto prezzo. Online avrete una scelta più ampia anche dei modelli per principianti e per bambini. 

 

 

 

 

Ultimo aggiornamento: 23.11.24

 

La musica italiana spesso esce dai confini del Bel Paese per approdare nel resto d’Europa e in alcuni casi anche negli Stati Uniti. 

 

La musica di stampo anglosassone è un colosso con il quale è davvero difficile gareggiare. D’altronde la maggior parte degli artisti, delle band e dei generi musicali moderni sono nati tra il Regno Unito e gli Stati Uniti. L’inglese oltre ad essere la lingua più studiata al mondo, risulta essere tra le più musicali in assoluto, in quanto è caratterizzata da parole brevi e da una sintassi più snella che si adatta perfettamente ai tempi musicali. 

Il dominio dell’inglese nella musica moderna ha ovviamente reso difficile la consacrazione ‘internazionale’ di determinati artisti che, seppur molto validi, non sono riusciti a trovare terreno fertile fuori dal proprio Paese, proprio per via della lingua. La musica moderna di stampo ‘pop’ si basa molto sulla voce e sui testi, specialmente quella del nostro Bel Paese che celebra le performance al microfono ormai da anni. Vediamo quali sono i cantanti famosi in Italia che sono riusciti a ritagliarsi una buona fetta di pubblico anche all’estero. 

 

Luciano Pavarotti

Impossibile non cominciare con uno degli artisti italiani più famosi di tutti i tempi: Luciano Pavarotti. Il tenore ha guadagnato una fama internazionale grazie al suo incredibile talento e alla sua personalità magnetica, cosa che lo ha portato a collaborare con artisti di tutto il mondo. L’evento di beneficenza Pavarotti & Friends ha sempre incluso artisti leggendari come Bono Vox degli U2, Stevie Wonder e tanti altri provenienti da tutto il mondo. Qui trovate i suoi album principali.

Il Volo

I gruppi musicali italiani fanno parecchia fatica ad emergere nel proprio paese, in quanto la nostra tradizione musicale tende a prediligere i cantanti più che le band. Il trio composto da Piero, Ignazio e Gianluca però incarna l’essenza della musica popolare italiana: la lirica eseguita con grande perizia vocale, mescolata con un pop orecchiabile e diretto. Il Volo ha ottenuto grandi consensi all’estero, specialmente negli Stati Uniti e nell’America latina, dove continua a esibirsi. Il brano Grande Amore è stata una grande hit di Sanremo. 

 

Andrea Bocelli

La lirica italiana non conosce rivali e Andrea Bocelli è riuscito a fonderla perfettamente con le melodie tipiche del pop italiano. Il cantante cattura con la sua voce potente e allo stesso tempo leggera che nasconde un sottofondo di malinconia, in grado di far viaggiare verso lidi inaspettati. Il brano Con te partirò ha praticamente dominato le classifiche per anni, al punto da mettere Bocelli al pari dei cantanti americani e farlo candidare per il Grammy 2017, un onore riservato davvero a pochi artisti italiani.

 

Tiziano Ferro

Voce e stile unici, Tiziano Ferro si distingue dagli altri cantanti italiani per la sua grande tecnica che unisce al suo notevole talento canoro. I suoi testi sinceri e spesso molto personali lo hanno reso molto amato, in quanto spesso ci si può relazionare con la sua musica a livello emotivo. La sua conoscenza dello spagnolo gli ha permesso di raggiungere il successo anche in Spagna e in America Latina, dove tra l’altro ha ricevuto dei notevoli riconoscimenti. 

Mina

Tra i cantanti italiani degli anni 80 Mina è probabilmente quella che ha avuto più successo nel panorama internazionale. Una delle poche cantanti italiane a essere rimasta davvero nel cuore degli ascoltatori, non a caso continua a vendere dischi nonostante si sia ritirata da tempo dalla scena musicale. Talento unico e voce di incredibile potenza, Mina viene venerata anche fuori dal panorama italiano, spesso riconosciuta anche per il miglior mascara che usava per il suo trucco. 

 

Pregio
Difetto
Conclusione
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Toto Cutugno

La canzone popolare tra mandolino, chitarra e tamburello ha avuto diversi interpreti, ma Toto Cutugno è stato uno dei cantautori italiani capaci di raggiungere gli ascoltatori di altri paesi, spesso inaspettati. Incredibilmente famoso sia in Cina sia in Russia dove si esibisce regolarmente, Cutugno continua a portare in giro la sua musica e a vendere dischi. 

 

Eros Ramazzotti

Le collaborazioni con i cantanti americani sono un sogno per molti, ma non per Eros Ramazzotti che ha avuto la possibilità di incidere un duetto con l’esplosiva Tina Turner e con altri artisti internazionali del calibro di Anastacia, Patsy Kensit, Cher e Ricky Martin. 

Laura Pausini

Laura Pausini merita un posto tra le cantanti e donne italiane per aver raccolto tantissimi consensi a livello nazionale e internazionale. Dopo l’incredibile successo in Italia, la Pausini è arrivata anche nei paesi dell’America Latina e negli Stati Uniti. La sua capacità di cantare benissimo anche in spagnolo le ha permesso di raggiungere un pubblico molto più vasto. Anche lei come Bocelli è stata nominata ai Grammy del 2017. 

 

Zucchero

Uno dei cantanti degli anni 80 più amati dal pubblico al quale va riconosciuto il merito di aver portato il blues e il soul nella musica italiana. Zucchero Fornaciari vanta la partecipazione al Woodstock del 1994, cosa che lo ha reso molto apprezzato anche oltreoceano. Il suo stile musicale frizzante ed esplosivo lo rende un cantante amato anche ai giorni nostri. 

Al Bano

Il duetto con Romina Power intitolato ‘Felicità’ è probabilmente il brano più conosciuto del pugliese Al Bano che, nel corso della sua lunga carriera, si è ritagliato un posto d’onore nelle pagine della musica italiana. Come molti artisti e cantanti italiani, anche Al Bano riscuote di un buon successo in Russia e in Est Europa, così come nella ben più vicina Germania.