Ultimo aggiornamento: 18.04.24

Diamonica – Consigli d’acquisto, Classifica e Recensioni

 

Strumento semplice e in molti casi economico, la diamonica trova un impiego principalmente didattico. Solitamente è l’alternativa al flauto che i giovani studenti delle scuole medie usano per la parte pratica delle lezioni di musica. Pur avendo i tasti simili a quelli di una tastiera musicale o, se preferite, del pianoforte, è un aerofono ad ance. Considerato che vostro figlio potrebbe non avere simpatia per il flauto vediamo come individuare una diamonica adatta al suo percorso di studi. A tale scopo, per facilitare la scelta dei nostri lettori, abbiamo preparato una guida che affianca a consigli di carattere generale, le recensioni di alcuni strumenti come questi due: la Bontempi 33 3250 Diamonica 32 note con voci in metallo ha due ottave  e mezzo, è adeguata alle esigenze dei giovanissimi che imparano le prime nozioni musicali a scuola. Un discorso analogo possiamo parlo per la Angel Amex32k diamonica a 32 toni gamma F C3 che, tra le varie caratteristiche convincenti, ha un bocchino con la giusta angolazione.

 

 

Tabella comparativa

 

Pregio
Difetto
Conclusione
Offerte

 

 

Le 7 migliori diamoniche del 2024

 

Prendete spunto dalla nostra classifica per individuare la diamonica più adatta a voi. Per i modelli venduti online abbiamo scritto una recensione dettagliata ma tenete conto anche dei pareri di altri consumatori, confrontate i prezzi e ricordate che i nostri link suggeriscono dove acquistare a prezzi bassi il nuovo strumento dei vostri sogni.

 

 

 

Diamonica Bontempi

 

1  Bontempi 33 3250 Diamonica 32 note con voci in metallo

 

Potremmo definire la diamonica Bontempi un grande, anzi, un grandissimo classico del resto parliamo di uno dei marchi leader in fatto di strumenti/giocattolo o comunque per principianti. Questo modello ha due ottave e mezzo con estensione da FA a DO per un totale di 32 tasti. 

È sicuramente un valido strumento per gli studenti di scuola media che fanno pratica musicale. È leggera anche perché, diciamoci la verità, la qualità dei materiali è discutibile ma è altrettanto vero che non ci aspettavamo di meglio. 

Il tubo attraverso il quale si immette l’aria è molto sottile e dà l’impressione che si possano formare delle crepe da un momento all’altro. Che dire della custodia, non è rigida ma comunque elegante e funzionale, è certamente un buon accessorio, a proposito c’è anche un piccolo panno per la pulizia.

 

Pro

Tasti: La diamonica ha una buona estensione in termini di ottave, che sono 2 e mezzo, è adatta per i giovani studenti durante l’ora di musica.

Custodia: Per l trasporto dell strumento c’è una bella custodia che pur non essendo rigida, è comunque ben fatta e sufficientemente resistente.

Costo: Il prezzo lo giudichiamo positivamente, magari non state facendo un affare ma è comunque una richiesta economica in linea con la qualità della diamonica.

 

Contro

Materiali: La qualità è abbastanza scarsa, in particolare ci lascia perplessi il tubo, molto sottile, non crediamo debba passare molto prima che si danneggi.

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Diamonica Angel

 

2. Angel Amex32k diamonica a 32 toni gamma F C3

 

La diamonica Angel è uno strumento per principianti, come tutti gli altri strumenti di questo tipo è realizzata interamente in plastica. Ha un’estensione di due ottave e mezzo, il tubo è sufficientemente lungo per suonare in tutta comodità anche quando si appoggia lo strumento su un tavolo. 

Non meno comoda è la posizione che si assume nel suonare la diamonica senza tubo in quanto il bocchino ha una buona inclinazione. Ad ogni modo lo strumento è un po’ pesante come fatto notare da alcuni utenti. 

Nel prezzo, un po’ alto secondo noi, è compresa una custodia rigida che secondo noi è molto affidabile, riteniamo che al suo interno la diamonica sia ben protetta da eventuali urti. In conclusione è certamente uno strumento meritevole di essere preso in considerazione e confrontato con altre possibili scelte.

 

Pro

Bocchino: Indubbiamente ben realizzato, con una inclinazione che favorisce l‘assunzione di una postura corretta per suonare.

Custodia: La diamonica quando non è in uso trova posto in una custodia rigida, questa è abbastanza robusta da garantire allo strumento la protezione necessaria.

 

Contro

Peso: Non è uno strumento leggerissimo e quindi potrebbe non essere adatto per i piccolissimi che potrebbero avere delle difficoltà a maneggiarlo.

Prezzo: La somma di denaro richiesta per l’acquisto, pur non essendo nulla di esorbitante, è nostra opinione che sia comunque alta.

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Diamonica professionale

 

3. Hohner Student 32 Negro

 

Il marchio Hohner è tra i leader del settore, questo modello non è esattamente una diamonica professionale ma sicuramente è adatta a chi vuole studiare lo strumento con una certa serietà e impegno. Chiaramente costa qualcosa in più rispetto alle diamoniche che potete comprare persino in cartoleria per i vostri figli che frequentano la scuola media e anzi, è uno strumento eccessivo per uno scopo del genere secondo noi. 

Le ottave sono due e mezzo, i tasti sono comodi e precisi. La qualità dei materiali è buona e crediamo adeguata al prezzo dello strumento che è accompagnato da una custodia in plastica. Utili i piedini d’appoggio per chi predilige suonare seduto tenendo la domenica su un tavolo. 

A tale proposito segnaliamo che il tubo ha un po’ deluso, per qualità non lo riteniamo allo stesso livello dello strumento. Un altro punto sfavorevole è il sistema di drenaggio della saliva che non è adeguato considerato il prezzo dello strumento.

 

Pro

Tasti: Sicuramente da apprezzare i tasti della diamonica, questi sono comodi ovvero di dimensioni sufficienti e soprattutto offrono una buona precisione.

Materiali: La qualità è sicuramente buona e soprattutto adeguata al prezzo di vendita della diamonica.

 

Contro

Drenaggio: econdo noi il sistema di drenaggio della saliva non è dei migliori o almeno non lo è per una diamonica di questo livello.

Tubo: Ci lascia un po’ perplessi, la sua qualità non è dello stesso livello della diamonica e secondo noi è fragile.

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Diamonica elettrica

 

4. Casio SA-46 Mini Tastiera Elettronica Polifonica ad 8 Voci e 32 Tasti

 

Anche se la diamonica non richiede grandi polmoni, un bambino potrebbe avere difficoltà a insufflare aria. Che ne dite, allora, di provare con una diamonica elettrica? In particolare abbiamo pensato alla Casio SA-46 che ha un centinaio di toni e 32 tasti senza dimenticare i 50 ritmi selezionabili. Il tutto è completato da cinque drum pad. 

Chiaramente la risposta dei tasti non è delle migliori ma stiamo parlando di una tastiera che si avvicina più a un giocattolo che ad uno strumento vero. Quanto appena detto, naturalmente, vale anche per la qualità dei suoni.

La SA-46 può essere alimentata con alimentatore che, attenzione, non è presente nella confezione, oppure a batterie che neanche sono comprese. Dobbiamo dire che l’assenza dell’alimentatore ha generato più di un malcontento.

 

Pro

Compatta: Le dimensioni contenute dello strumento agevolano il trasporto da parte del piccolo che può così portare la tastiera anche a scuola senza difficoltà.

Toni: La tastiera ha una gran quantità di toni e ritmi che faranno sicuramente divertire il piccolo musicista, senza dimenticare che ci sono anche cinque drum pad.

 

Contro

Alimentatore: Preparatevi con l’occorrente in tempo perché nella confezione non troverete né il cavo di alimentazione né le batterie.

Suoni: No aspettativa molto dalla fedeltà dei suoni che è piuttosto scarsa, del resto il problema era intuibile.

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Diamonica Bontempi scolastica 25 tasti

 

5. Bontempi Organo Elettronico C25 Musicali Tastiere

 

Tra gli strumenti più venduti c’è la diamonica bontempi scolastica 25 tasti, parliamo dunque di uno strumento a due ottave che è pensato per i bambini e l’uso a scuola durante le lezioni di musica, oltretutto la tastiera è molto comoda da trasportare, sta in uno zaino senza difficoltà.

Inutile girarci intorno, è un giocattolo quindi le attese devono essere necessariamente basse. È dotata di octave transposer nel caso si abbia l’esigenza di suonare note più alte. I suoni sono solo tre e purtroppo tra questi non figura il piano che probabilmente era quello più necessario. La qualità dei tasti lascia parecchio a desiderare, sono fragili e sovente è capitato si rompessero oppure continuassero a suonare la stessa nota per un tempo prolungato. 

I materiali, lo avrete capito, non sono di buona qualità anche se in linea con il prezzo che tutto sommato è basso. Non aspettatevi di trovare accessori: niente custodia, alimentatore o batterie.

 

Pro

Trasporto: Per chi ha l’esigenza di portare uno strumento a scuola la tastiera Bontempi si presenta come un’ottima soluzione per le sue dimensioni ridotte che ne favoriscono il trasporto anche nello zaino.

Prezzo: Se l’esigenza è spendere poco, la Bontempi è la risposta giusta, è venduta a un prezzo accessibile.

 

Contro

Scarsa robustezza: Male i tasti che sono fragili, tendono a rompersi e persino a incepparsi pregiudicando la suonabilità della tastiera.

Accessori: Segnaliamo la totale assenza di accessori. Non c’è una custodia che fa sempre comodo ma neanche un cavo di alimentazione o delle batterie.

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Diamonica a fiato Yamaha

 

6. Yamaha P37D02  Melodica/pianica colore marrone

 

La diamonica a fiato Yamaha si è dimostrata essere un buono strumento semi professionale a 3 ottave. Non costa poco, questo è un dettaglio che è bene chiarire fin da subito ma d’altro canto è vero che stiamo parlando di uno strumento che va ben oltre le esigenze di uno studente delle scuole medie. 

La diamonica offre una risposta immediata alla minima immissione di aria. Buona anche la risposta dei tasti. Da segnalare qualche lieve problema di intonazione che però è difficilmente tollerabile considerato il prezzo dello strumento. 

Un giudizio decisamente positivo lo esprimiamo per i materiali la cui qualità ci sembra essere buona e più che adeguata. Ottima la custodia rigida che ci spinge a pensare che possa assolvere al meglio al suo compito di salvaguardare lo strumento.

 

Pro

Tasti: Garantiscono una buona risposta al tocco, oltretutto non è da sottovalutare l’altrettanto immediata risposta all’emissione d’aria, anche se minima.

Materiali: Indiscutibile la qualità di quelli scelti e impiegati da Yamaha per la costruzione di questa diamonica semi professionale.

Custodia: Non di meno sotto il profilo qualitativo è la custodia che è molto solida, resistente, in altre parole, svolge alla grande il suo compito.

 

Contro

Intonazione: Sarebbe bastato davvero poco per rendere questa diamonica perfetta, un esempio è l’intonazione che non è precisissima.

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Kit diamonica

 

7. Melodica 32 Tasti Tastiera Stile Pianoforte

 

Qui abbiamo un kit diamonica venduto a un prezzo a dir poco interessante. Stiamo parlando di uno strumento per dilettanti, sia chiaro ma tra le mani di un ragazzino fa sicuramente il suo dovere. Ci sono due tubi e due boccaglio così da avere i ricambi all’occorrenza. La custodia è morbida ma comunque ben realizzata. 

Un plus è lo strap posto lateralmente dove si infila la mano per una presa salda. Non manca il sistema di drenaggio per la salita. Veniamo al suono che è quello tipico di una diamonica economica. 

Lo stesso discorso vale per la sensibilità dei tasti ma sono cose che sebbene rientrano pur sempre nella categoria dei difetti o comunque degli aspetti sfavorevoli, ci possono stare per strumenti economici. Secondo noi per la lezione di musica a scuola questa è una valida soluzione.

 

Pro

Accessori: La diamonica porta in dote ben due tubi e due bocchini così da poterli sostituire all’occorrenza, questo è uno degli aspetti più interessanti.

Strap: Per una presa più agevole e comoda quando si suona in piedi c’è uno strap dove si infila la mano.

Prezzo: Il costo della diamonica è buono secondo noi, lo diciamo tenendo conto anche degli accessori inclusi nella confezione.

 

Contro

Tasti: Come molti avranno immaginato, i tasti sono di modesta fattura, non sono molto sensibili al tocco.

Suono: La qualità del suono è tipica di uno strumento molto economico, un discorso che possiamo tranquillamente estendere anche ai materiali.

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Accessori

 

Custodia per diamonica

 

Bontempi Tubo Flessibile e Custodia per Diamonica MP, 65 2500

 

Molto spesso i tubi delle diamoniche economiche lasciano a desiderare per la qualità dei materiali, infatti tendono a rompersi, ecco perché un accessorio come questo che vi proponiamo torna di grande utilità. La qualità è buona, non si tratta della classica plastica sottilissima inoltre è inclusa anche una custodie pieghevole. È un prodotto che ha soddisfatto del tutto i clienti che ne sono entrati in possesso come emerge dalle loro recensioni positive pubblicate in rete e che in buona parte coincidono con le nostre conclusioni.

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Come scegliere una buona diamonica

 

Abbiamo fatto una comparazione tra tutte le offerte disponibili in rete e abbiamo determinato una selezione di quelle che secondo noi sono le migliori diamoniche del 2024. Sul mercato la scelta è ampia, si va dalla migliore marca a quella meno nota ma in ogni caso parliamo di buoni strumenti che siamo certi saranno approvati anche dagli insegnanti di musica dei vostri figli.

La chiamano melodica

Sebbene chiamare questo strumento diamonica sia molto comune, è noto anche con altri nomi a cominciare da melodica (che poi sarebbe quello principale), pianica e clavetta. Il fatto che sia uno strumento principalmente didattico non significa che non ci siano musicisti che la usino professionalmente. 

Ma a chi si deve l’invenzione della migliore diamonica? Oggi la producono in tanti ma il primo che la lanciò sul mercato fu la Hohner (azienda tedesca di Trossingen attiva fin dal 1957) che è nota anche e soprattutto per la costruzione di fisarmoniche e armoniche a bocca, anzi, proprio per quest’ultimo tipo di strumento la Hohner ha portato diverse e interessanti innovazioni. Ma non stiamo qui a parlare di armoniche delle quali trovate comunque informazioni in abbondanza sempre sulle nostre pagine.

 

Una variante dell’armonica a bocca

C’è un filo conduttore tra la diamonica e l’armonica a bocca e la fisarmonica. La diamonica si compone di due elementi: una tastiera e una imboccatura. Possiamo anche individuare un terzo elemento ma il suo uso non è tassativo, si tratta di un tubo di plastica che serve ad insufflare l’aria. Questo tubo è utile, per esempio, se si vuole tenere la diamonica appoggiata su un tavolo mentre si suona. 

I tasti ricordano quelli di una fisarmonica, i modelli più diffusi hanno due ottave ma ce n sono anche da due ottave e mezzo. Per quanto riguarda la produzione del suono (anche in questo caso noterete le similitudini con la fisarmonica), all’interno dello strumento ci sono delle ance che sono controllate da valvole che si trovano collegate ai tasti; al vibrare le ance emettono il suono.

Caratteristiche

Come scegliere una buona diamonica? Beh, di certo ci sono un paio di caratteristiche che orientano la scelta. Una di queste è sicuramente il numero di ottave. Come abbiamo visto la diamonica può essere di s oppure due ottave  e mezzo. Se non ci sono particolari esigenze legate allo spazio (magari si preferisce una diamonica da due ottave perché più comoda da mettere nello zaino di vostro figlio), noi suggeriamo di prendere il modello con maggior estensione. Tenete comunque presente che nella maggior parte dei casi la diamonica è accompagnata da una custodia di plastica pertanto anche il trasporto a mano non costituisce un grosso problema. 

L’altra questione riguarda i materiali, la qualità costruttiva. Abbiamo detto che si tratta di uno strumento in uso per le lezioni di musica all scuole medie, in questo caso la qualità dei materiali non deve essere eccelsa, il discorso cambia se volete suonare la diamonica ad alti livelli. Qui la qualità costruttiva deve necessariamente avere standard più alti e di conseguenza anche i materiali. Nel primo caso sarà sufficiente un budget di pochi euro perché è uno strumento più economico mentre nel secondo parliamo di qualche centinaio di euro. Sono questi i principali aspetti da valutare prima di decidere quale diamonica comprare.

 

 

 

Domande frequenti

 

Come suonare la diamonica?

Fondamentalmente ci sono due possibili modi per suonare la diamonica. Potete decidere di tenerla adagiata su una superficie, in questo caso dovrete necessariamente collegare l’apposito tubo, oppure tenendola in mano quindi servendovi del bocchino. In entrambe i casi bisogna sempre soffiare aria all’interno dello strumento e contemporaneamente premere i tasti per emettere le note desiderate. 

Bisogna controllare la respirazione e soffiare piano per ottenere note “leggere” o forte per avere l’effetto contrario. Tenete le mani rilassate, controllate soprattutto che le dita non siano rigide. Se lo strumento non si trova appoggiato su di un pano, il pollice va sotto la base dello strumento.

 

Come pulire il tubo della diamonica?

La pulizia del tubo della diamonica non è complicata. Nella maggior parte dei casi è sufficiente un po’ d’acqua corrente che si può far scorrere all’interno del tubo. Per una maggiore igiene ma anche per eliminare eventuali cattivi odori si può usare qualche goccia di sapone per i piatti; è importante risciacquare bene. Prima di sistemare il tubo nella custodia, controllate che sia perfettamente asciutto. 

Per lo sporco più ostinato, chiaramente visibile a occhio nudo, è possibile attuare il seguente metodo. Mettete sufficiente acqua in una bacinella, aggiungete qualche goccia di candeggina e mettete il tubo in ammollo per una decina di ore. Trascorso questo tempo, sciacquate con acqua e fate asciugare il tubo.

 

La mia diamonica non suona più come prima, perché?

Se notate che il suono della vostra diamonica è cambiato, per non dire peggiorato, escludendo qualche danno alle lamelle, sempre possibile soprattutto nel caso di strumenti economici, è molto probabile che la diamonica sia sporca. Una accurata pulizia dovrebbe risolvere il problema.

 

La melodica va intonata?

Nella diamonica il problema di intonazione è sicuramente minore rispetto ad altri strumenti, però si presenta. Molti non ci danno peso ma è chiaro che chi ha bisogno di un suono perfetto sotto tutti i punti di vista deve necessariamente intervenire. L’operazione non è alla portata di tutti, bisogna limare leggermente parte delle lamelle che non sono intonate con della carta abrasiva fine. Se non si sa dove mettere le mani è meglio rivolgersi a un professionista.

 

 

 

Come utilizzare una diamonica

 

Molto spesso il primo incontro con questo strumento a fiato avviene a scuola, le medie per essere precisi. La diamonica è l’alternativa al flauto per eseguire la parte pratica delle lezioni di musica quando si impara anche a leggere gli spartiti. In molti casi la diamonica è vista come uno strumento giocattolo ma in vero ne esistono anche modelli professionali che costano centinaia di euro ma probabilmente voi che siete giunti fin qui avete speso una cifra ragionevole e adesso volete capire cosa farci. Vi aiutiamo noi.

Tecnica di respiro

Come per tutti gli strumenti a fiato anche nel caso della diamonica la respirazione è importante, bisogna imparare a controllarla. In linea generale possiamo dire che ci sono diversi metodi per ottenere differenti toni ma per sintetizzare possiamo dire che un respiro leggero permette di emettere note dolci mentre un suono forte richiede maggiore aria spinta con più pressione. 

Per ottenere particolari effetti si può usare la lingua, un po’ come per il flauto. È da tenere presente che quando si premono due o più note in contemporanea sarà necessario suonare più forte per un volume adeguato.

 

La mano sulla tastiera

C’è più di un approccio per la mano che tocca i tasti, l’importante è che questa, così come le dita, siano rilassate. Il pollice va sotto la diamonica. Anche per questo strumento è possibile eseguire dei bending, serve un po’ di pratica ma l’esecuzione non è complicata. In pratica si suona la nota e mentre lo si continua a fare si solleva lentamente il dito dal tasto allentando così la pressione e ottenendo un calo di intonazione.

 

Eliminare la condensa

Dopo aver suonato è opportuno eliminare la condensa e la saliva che inevitabilmente si formano all’interno dello strumento. L’operazione è semplice, basta premere il pulsante che si trova all’estremità della diamonica e soffiare dal bocchino come se si volesse suonare.

Pulizia approfondita

Lo sporco pregiudica il suono della dinamica, in casi estremi è necessaria una pulizia all’interno dello strumento. Capovolgete la diamonica e  svitate le viti. Sotto ai tasti c’è una parte metallica, tamponatela con della carta assorbente, strofinate leggermente nei punti dove è accumulato lo sporco. 

La scocca può essere pulita internamente con un panno imbevuto di alcol. Aiutandovi con un cottonfioc imbevuto di alcool pulite l’imboccatura. Rimontate lo strumento e sempre con un panno imbevuto di alcol, pulite i tasti. Asciugate bene con della carta. Per la pulizia tra lo spazio che intercorre tra un tasto e l’altro potete usare cotton fioc e alcool.

 

 

 

Ultimo aggiornamento: 18.04.24

 

Principale vantaggio

L’armonica ha i fori ravvicinati, caratteristica che, soprattutto gli armonicisti alle prime armi, hanno ritenuto positiva perché facilita il compito di suonare. Un altro aiuto arriva dai numeri posti su ciascuno dei dieci fori. Da segnalare anche la buona qualità dei materiali così come la soddisfazione per la custodia fatta con plastica dura e resistente. L’acquisto dell’armonica dà diritto ad alcune lezioni online.

 

Principale svantaggio

Pochi i difetti, in buona parte trascurabili, ad ogni modo dobbiamo segnalare che dopo aver trascorso diverso tempo a suonare, l’armonica si gonfia un po’, probabilmente a causa del legno che si inumidisce. Lo strumento richiede un po’ di attenzione per la manutenzione, a proposito, peccato per l’assenza di istruzioni in merito, a un principiante avrebbero fatto comodo. Il prezzo non è proibitivo ma comunque un po’ alto secondo noi.

 

Verdetto 9.7/10

È un’armonica a bocca entry level ma ciò non deve far pensare che si tratti di una sorta di giocattolo da pochi euro, secondo noi è lo strumento perfetto per il principiante che vuole imparare come si suona: si ritrova tra le mani qualcosa di solido e ben costruito senza dimenticare la garanzia che il marchio Hohner rappresenta. È un acquisto che consigliamo senza dubbio alcuno.

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DESCRIZIONE CARATTERISTICHE PRINCIPALI

 

Buona entry level

Hohner è un punto di riferimento per chi è interessato all’acquisto di un’armonica a bocca. L’azienda tedesca ha alle spalle una lunga tradizione e molte delle sue armoniche sono ritenute modelli innovativi. Le armoniche sono solo la punta di diamante di una vasta produzione che comprende anche fisarmoniche, melodiche e flauti. 

Di questo produttore abbiamo scelto l’armonica in tonalità Do ma naturalmente le caratteristiche, i pregi e i difetti che andremo a segnalare nel corso della nostra selezione sono validi anche per le armoniche a bocca di altra tonalità. 

È un buono strumento anche se entry level, per cominciare a imparare come si suona va bene, anche perché avendo i fori ravvicinati, tutto risulta più semplice come ha fatto notare qualche utente nel commentare felicemente il suo acquisto. In corrispondenza di ciascuno dei dieci fori c’è un numero progressivo in modo da identificarli più facilmente.

Materiali

L’armonica ha il corpo in legno rivestito da una lamina di metallo. Ciò comporta tanti pregi e qualche piccolissimo difetto con il quale si può tranquillamente convivere ma che è comunque giusto portare all’attenzione di chi ci legge e vuole conoscere anche il più piccolo dettaglio dello strumento. 

Il legno sicuramente conferisce un buon suono all’armonica, certo il corpo dopo aver suonato per parecchio tempo tende a gonfiarsi e la cosa potrebbe anche infastidire qualcuno. Questo materiale, rispetto alla plastica delle armoniche più economiche, richiede una certa manutenzione ma nulla che non possa essere fatto velocemente, basta solo un po’ di buona volontà e, siccome un musicista ama il suo strumento, prendersene cura non costituirà un problema significativo.

 

Accessori

Premesso che l’armonica vi arriva in una bella confezione, perfetta da incartare e fare un regalo, come accessorio troviamo una ottima custodia che permette di proteggere al meglio lo strumento. La custodia è in materiale plastico molto resistente, si apre e chiude con un piccolo gesto. 

Sulla parte superiore è impressa la foto della banda della marina militare, ci azzardiamo a dire della Germania visto il luogo di origine della Hohner, ma non possiamo affermarlo con certezza assoluta. Bella l’incisione anche sulla lamina in metallo dell’armonica che dà un tocco di classe e abbellisce lo strumento. 

Un’altra cosa molto interessante è che comprando questa armonica si ha diritto a delle lezioni online senza dover pagare nulla; tutti i dettagli sono presenti all’interno della confezione. Avrebbero fatto comodo delle istruzioni circa la manutenzione dello strumento in quanto i meno esperti potrebbero non sapere come si fa, ma questi sono dettagli cui eventualmente porvi rimedio con una ricerca su Google. Il costo è sicuramente alla portata di tutti, anche se chi non è convinto al 100% di riuscire a imparare a suonare l’armonica potrebbe essere scoraggiato dal costo e quindi lasciar perdere. Secondo noi avrebbe potuto costare qualche euro in meno.

 

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Ultimo aggiornamento: 18.04.24

 

Tromba – Consigli d’acquisto, Classifica  e Recensioni

 

Non ci avevamo mai pensato prima d’ora ma probabilmente la tromba è lo strumento “più militare” che ci sia. D’altra parte fin dall’antichità, strumenti che possono essere ritenuti a tutti gli effetti i suoi antenati, erano impiegati per scopi militari e per impartire ordini. Pensiamo poi all’adunata, al silenzio, alla carica per non parlare della fanfara dei bersaglieri. Ma sapete cosa? Noi la tromba la preferiamo quando usata per fare semplicemente musica, quella, se ben suonata, non uccide nessuno.

Se anche voi avete voglia di fare della buona musica, allora provate con una di queste due (oppure con le altre della nostra selezione): la Yamaha YTR-2330 è una ottima entry level con un timbro brillante e definito. La pTrumpet 700626 è una buona soluzione per introdurre i più giovani allo studio della tromba, ha un buon timbro.

 

 

Tabella comparativa

 

Pregio
Difetto
Conclusione
Offerte

 

 

Le 8 migliori trombe – Classifica 2024

 

Dopo aver preso visione della nostra classifica vi suggeriamo di leggere la recensione scritta per ciascuna tromba, chissà che non possiate trovare il vostro nuovo strumento tra quelli più venduti online. A vostra  disposizione ci sono dei link che vi conducono a dove acquistare a prezzi bassi la tromba che state cercando. Prima di decidere prendetevi tutto il tempo necessario per confrontare i prezzi.

 

 

Tromba Yamaha

 

1. Yamaha YTR-2330 tromba

 

È una tromba in SIb che riteniamo particolarmente adatta per chi comincia  a studiare lo strumento. La YTR-2330 ha la campana in due pezzi è in ottone giallo e si fa immediatamente apprezzare per il timbro brillante, definito ed omogeneo. 

Altro punto di forza, secondo noi, sta nel peso bilanciato che vita l’affaticamento del trombettista che può anche riscontrare la comodità nella presa offerta dall’anello regolabile alla terza pompa il quale consente di tenere la mano in una posizione naturale, cosa che va a vantaggio della tecnica di esecuzione. 

I pistoni sono in monel e indubbiamente garantiscono una buona resistenza all’usura e soprattutto alla corrosione. In conclusione la YTR-2330 è una tromba entry level (oltretutto fornita con una bella custodia) ma di buona fattura. Attenzione perché quando diciamo che è entry level non ci riferiamo al prezzo, visto che non costa poco.

 

Pro

Suono: La tromba suona magnificamente, difficile non restare stupiti dal suo timbro definito, brillante ed omogeneo.

Comoda da suonare: Lo strumento è ottimamente bilanciato, in più l’anello regolabile alla terza pompa aiuta a tenere la mano in una posizione naturale.

Materiali: Ottimi i materiali che fanno di questa tromba uno strumento resistente e duraturo nel tempo, difficilmente perderà valore il che è un vantaggio per chi un giorno vorrà rivenderla.

 

Contro

Costo: Può essere difficile spendere a cuor leggero la somma necessaria per l’acquisto della YTR-2330 se poi questa deve finire nelle mani di un giovane aspirante trombettista.

 

 

 

 

Tromba Sib

 

2. pTrumpet 700626 Tromba con Bocchino e Borsa

 

La pTrumpet è una tromba in SIb. La particolarità dello strumento sta nei materiali, non aspettatevi di trovare il classico ottone, nossignori la pTrumpet è costruita in ABS, volgarmente detto anche plastica. Tromba di plastica, dunque è un giocattolo. Equazione sbagliata, sebbene indubbiamente ne abbia tutto l’aspetto, perché questo è uno strumento vero e proprio, magari non eccezionale ma pur sempre di uno strumento musicale si tratta. 

Perché la scelta della plastica allora? Sicuramente per fornire ai giovani studenti un qualcosa di leggero, comodo da trasportare e resistente nonché economico. Parliamo dunque di una tromba didattica, dal prezzo contenuto, che torna utile a chiunque voglia esercitarsi quando non è il caso di portarsi dietro lo strumento principale. 

Il timbro ci è piaciuto ma ci sono comunque una serie di problemi da segnalare a cominciare da quello che vince per distacco: i pistoni si inceppano. Proseguendo con l’elenco dei problemi c’è la scarsa intonazione e la valvola di sfiato si apre con difficoltà. Aggiungiamo una bag scarsamente protettiva, utile solo per il trasporto.

 

Pro

Timbro: Ciò che più ha stupido della pTrumpet è il timbro che secondo noi è realmente buono per la categoria.

Leggera: Chi compra questo modello è perché ha anche l’esigenza di portarsi dietro lo strumento, magari per andare a lezione. La scelta dell’ABS elimina i problemi di peso e conferisce anche una buona resistenza.

Costo: A nostro avviso tra i punti di forza va assolutamente citato il prezzo, è l’ideale per quei genitori che almeno all’inizio non se la sentono di spendere troppi soldi senza la certezza che la passione del figlio si concretizzi.

 

Contro

Meccaniche: La cosa più criticata sono stati i pistoni, questi purtroppo tendono a bloccarsi provocando sentimenti di ira nei trombettisti. Problemi anche per la valvola di sfogo che si apre a fatica.

 

 

 

 

Tromba Do

 

3. Thormann TR-600 GM

 

Proseguiamo la nostra comparazione con una tromba in Do pensata per i trombettisti dilettanti che vogliono affinare la tecnica prima di passare a uno strumento più professionale e costoso ma anche come tromba “di riserva”.

Questa TR-600 GM si fa apprezzare per timbrica e intonazione, inoltre la fattura è decismente soddisfacente, naturalmente parlando di un prodotto che si colloca in questa fascia di prezzo.

Chi è abituato a trombe di altro livello potrebbe temere di mettere le mani su un giocattolo. Il realtà non è così e la cosa è particolarmente evidente per il suono che si ottiene, rotondo e caldo.

I tasti tendono a diventare un po’ meno scorrevoli quando non vengono utilizzati per brevi lassi di tempo. Meglio avere sempre a portata di mano un po’ di lubrificante.

 

 

Pro

Secondo strumento: Considerato il prezzo abbordabile e la buona qualità complessiva, la tromba rappresenta un’ottima scelta come strumento di riserva.

Resa: Contrariamente alle aspettative, vista la fascia di prezzo, il prodotto di Thormann si fa apprezzare per un suono rotondo e caldo.

Materiali: La realizzazione in ottone laccato con finiture in acciaio nichelato si propone di allungare la vita dello strumento, massimizzando anche la qualità del suono.

 

Contro

Tasti: Quando non vengono utilizzati per qualche giorno hanno la necessità di essere lubrificati.

 

 

 

 

Tromba Benson

 

4. Roy Benson RB701050 Tromba in Sib TR-101

 

Saliamo leggermente di livello – e di prezzo – con la tromba Roy Benson TR 101, progettata per soddisfare le esigenze dei principianti e dei musicisti in erba, entrando di diritto nel novero delle migliori trombe del 2024 per il convincente rapporto tra spesa e resa.

La campana in ottone contribuisce a donare brillantezza e pienezza armonica al suono, che si mantiene chiaro e ben definito grazie alla presenza di un’imboccatura ramata che favorisce la vibrazione labiale e migliora notevolmente anche l’intonazione.

Altro punto forte di questa tromba in Si Bemolle è la costruzione che strizza l’occhio a un concetto di strumento leggero e suonabile da chiunque grazie al peso contenuto di soli 3,54 kg e ai pistoni in acciaio inox che offrono una scarsa resistenza e rendono più fluido il meccanismo al fine di facilitare l’articolazione delle dita nei suoni glissati.

Nel prezzo è inclusa anche una pratica custodia rettangolare grazie alla quale si potrà trasportare lo strumento agevolmente e tenerlo al riparo da polvere e sporco quando non viene utilizzato.

 

Pro

Facile da suonare: La campana in ottone e il canneggio ML permettono anche a chi non ha ancora una buona forza polmonare di ottenere suoni ben definiti e omogenei, rendendo la tromba ideale per principianti di tutte le età.

Durevole: I pistoni in acciaio inox compiono agevolmente la loro corsa e assicurano una buona resistenza all’usura e alla corrosione per prolungare la vita utile dello strumento.

Optional: In dotazione troverete anche una pratica custodia semi-rigida per il trasporto e i vari accessori per la pulizia dello strumento.

 

Contro

Bocchino: Dal momento che nella fornitura non è incluso un bocchino di scorta, è bene procurarsene uno di ricambio per una pronta sostituzione in caso di emergenza.

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Tromba economica

 

5. Andoer tromba BB B Flat in ottone exquisite con bocchino 

 

Se la vostra priorità è spendere poco, la Andoer è sicuramente da tenere in considerazione. Chiaramente parliamo di una tromba per principianti e con il budget risicato. Lo strumento è fatto in ottone, la qualità dei materiali ci pare essere buona, cosa che diciamo anche considerando il costo. 

Buono il peso così come la sua distribuzione, in sostanza il bilanciamento è soddisfacente. Meno soddisfacenti, invece, sono le meccaniche, in particolare le lamentele dei clienti si concentrano su l’eccessiva durezza dei pistoni, problema che non risolve neanche una buona lubrificazione con miglioramenti appena percettibili. 

Risulta difficile anche dosare l’aria e come verificato da alcuni clienti, il problema non è dovuto al bocchino quindi anche cambiandolo non risolverete nulla. Come accessori ci sono una custodia morbida, un paio di guanti e un panno per la pulizia.

 

Pro

Costo: La tromba risponde perfettamente alle esigenze di chi innanzitutto cerca qualcosa che non abbia un costo eccessivo.

Materiali: La qualità complessiva non è malvagia, la Andoer è costruita con del buon ottone che conferisce una accettabile resistenza.

 

Contro

Meccaniche: L’aspetto meno convincente lo abbiamo individuato nell meccaniche: i pistoni sono troppo duri e neanche lubrificandoli si ottengono risultati apprezzabili.

Dosaggio del fiato: Difficoltà si riscontrano nel dosare correttamente il fiato, il problema purtroppo non dipende dal bocchino altrimenti sarebbe stato sufficiente sostituirlo. 

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Tromba Valvola Rotatoria Sib

 

6. B&S 3005/3TR-L

 

Parliamo di una tipologia di tromba, quella con valvola rotatoria, che è pensata per i musicisti più esperti e che sono disposti a spendere una cifra importante per questo tipo di strumento. Il modello firmato B&S, pur venduto a quasi 2.000 euro, si colloca tra i prodotto economici e, nel caso specifico, si propone come uno tra quelli con il miglior rapporto tra qualità e prezzo.

La 3005/3TR-L è realizzata interamente in ottone dorato e la qualità che trasmette è quella di essere una tromba destinata a durare nel tempo. Il bocchino 7C, incluso nella confezione di vendita, ha la tendenza a rendere il suono eccessivamente acuto ma, optando per uno più grande, si riesce a ottenere un suono pieno e soddisfacente.

Molto utili gli accessori presenti: olio, grasso e una chiave torx. La custodia non è particolarmente capiente (non ha lo spazio per spartiti) ma è adeguata per il trasporto e per proteggere la tromba

 

Pro

Prezzo: Ok l’esborso da sostenere è significativo ma, tenendo conto del costo medio di questi modelli, la tromba di B&S vanta un eccellente rapporto qualità/prezzo.

Materiali: Di ottimo livello, destinati a durare nel tempo e a garantire la qualità del suono.

Accessori: Inclusi nel prezzo ci sono una serie di accessori per la manutenzione nonché una custodia.

 

Contro

Bocchino: Quello messo a disposizione è il 7C e ha la tendenza a rendere il suono un po’ troppo acuto. Meglio optare per qualcosa di differente.

 

 

 

 

Tromba Tuyama

 

7. Tuyama Tromba in Sib TTR-171 Bb

 

Dalla musica classica alle big band, dal funk al jazz, molti trombettisti professionisti e principianti scelgono le trombe Tuyama per la buona qualità costruttiva e il prezzo che non spaventa.

Tra i migliori modelli proposti da brand si segnala la TTR 117, uno strumento in Si Bemolle abbastanza leggero e comodo da impugnare, che si presenta con un design molto piacevole da vedere grazie al corpo in ottone laccato in oro che lo rende particolarmente elegante.

Per quanto riguarda il suono, la campana da 128 mm e il canneggio da 11,65 mm restituiscono un timbro chiaro e definito anche quando la tromba viene suonata da un musicista inesperto.

Morbida sui tasti e sulle meccaniche, si caratterizza anche per l’eccellente risposta dei tre pistoni in monel, che compiono agevolmente la loro corsa e rendono più fluido il meccanismo per facilitare l’articolazione delle dita

Nella dotazione, oltre alle canoniche chiavi e all’imboccatura 7C, c’è anche una borsa per il trasporto che torna utile per proteggere lo strumento dagli urti e dalla polvere.

 

Pro

Versatile: La tromba Tuyama TTR 117 suona davvero bene e ha un’ottima intonazione, rivelandosi ideale sia per i principianti sia come strumento di backup per i musicisti più avanzati.

Meccaniche: Se ben lubrificati, i pistoni in monel restituiscono timbriche precise e una risposta più fluida che permette di eseguire note chiare e ben definite a qualsiasi livello.

Custodia: Inclusa nel prezzo, si rivela molto comoda per il trasporto dello strumento e per riporlo al riparo dalla polvere quando non viene utilizzato.

 

Contro

Finiture: I materiali sono buoni in rapporto al prezzo, ma non possiamo evitare di far notare come la laccatura avrebbe richiesto maggiore cura e attenzione.

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Tromba per principianti

 

8. Classic Cantabile TR-30L Tromba Sib

 

Il modello che chiude i nostri consigli d’acquisto è la tromba in Sib Classic Cantabile TR-30L, un ottimo strumento entry level che può fare al caso dei musicisti in erba alla ricerca di un aerofono affidabile e di buona qualità, senza però spendere un occhio della testa.

Il suono lascia stupiti e si emette con facilità, anzi verrebbe quasi da dire che suona da sola, restituendo un’intonazione che rasenta la perfezione.

Le meccaniche sono impeccabili con una risposta fluida e immediata dei pistoni in monel che agevola i movimenti delle dita nell’esecuzione delle scale e degli arpeggi.

Giudizi positivi anche in merito alla qualità dei materiali, che si sono rivelati particolarmente solidi e resistenti nonostante il peso contenuto di soli 2,74 kg e il prezzo molto competitivo.

Non manca all’appello una pratica e utile custodia, perfetta per trasportare la tromba ovunque si voglia andare, rendendone anche più sicuro il rimessaggio quando bisogna metterla via.

 

Pro

Suono: La Classic Cantabile TR-30L si presenta con un buon suono che permette al trombettista di esprimersi con note intonate e precise sin dai primi mesi di apprendimento.

Leggera e maneggevole: Nonostante la costruzione con materiali di elevata qualità, resta comunque una tromba leggera e semplice da maneggiare anche per i principianti e i musicisti meno esperti.

Accessoriata: È accompagnata da una serie di interessanti e utili accessori, tra cui una custodia per il trasporto, due bocchini di riserva e un kit per la pulizia.

 

Contro

Per neofiti: Nonostante i tanti e lodevoli pregi, resta pur sempre una tromba entry level pensata principalmente per studenti e dilettanti.

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Come scegliere una buona tromba

 

Abbiamo messo insieme le offerte di maggiore interesse disponibili sul mercato affiancando alle trombe della migliore marca anche altre di produttori meno noti, così da fornire come alternativa qualche strumento più economico in quanto non tutti possono spendere certe cifre. Alla base della nostra selezione non sono stati secondari i pareri dei consumatori che, anzi, ci hanno fornito degli spunti molto interessanti e dei quali vi faremo partecipi nel corso della nostra analisi sulle migliori trombe dl 2024. Per fornirvi un’informazione completa vogliamo condividere con voi una serie di criteri utili a comprendere come scegliere una buona tromba e soprattutto a individuare la migliore tromba.

La tonalità, canneggio e pistoni

Quale tromba comprare ma soprattutto, in quale tonalità? Eh si perché appartiene alla famiglia degli ottoni, ovvero tutti quegli strumenti che producono il suono grazie alla vibrazione dell’aria immessa dal trombettista. Per questo può essere in SI bemolle (la più usata), MI bemolle, DO, RE e FA. Naturalmente non possiamo essere noi a dirvi quale tonalità scegliere, si tratta di una scelta personale che dipende dalle vostre esigenze, tuttavia se volessimo dare un consiglio a un principiante suggeriremmo quella in SI bemolle. 

Tonalità a parte, e ci riferiamo ai principianti che probabilmente queste cose non lo sanno, è che c’è da valutare anche il canneggio, ossia, la misura del tubo. Più è grande la misura del tubo maggiore è lo sforzo richiesto ai polmoni; ecco perché chi è agli inizi dovrebbe cominciare con la misura M oppure ML. Infine ci sono da valutare i pistoni. 

Negli strumenti entry level solitamente sono in nichel che presenta il vantaggio di essere resistente e non è eccessivamente pregiudicato da una disattenta manutenzione. Uno strumento economico può anche avere i pistoni in Monel che offre una grande resistenza alla corrosione, tuttavia a differenza delle nichel, richiede più cure manutentive. I pistoni Monel si caratterizzano per una meccanica più fluida.

 

Il bocchino

Un paragrafo separato merita il bocchino, la scelta è davvero ampia. È importante sapere che il suono della tromba cambia in base alla profondità della tazza del bocchino, ovvero la sua cavità. Questo importante elemento dello strumento deve avere l’appoggio confortevole e deve adattarsi alla conformazione della bocca e dei denti. Più in generale, se si vuole ottenere un suono caldo e cupo, serve un bocchono profondo, questo però richiede maggire fatica in quanto serve più aria. I bocchini più piatti e con la tazza alta, invece, favoriscono una vibrazione acuta e richiedono meno fatica.

Il budget 

Nei limiti del possibile evitare strumenti troppo economici in quando le meccaniche sono scarse e complicano l’apprendimento dello strumento. Certo non si può pensare di mettere uno strumento costosissimo nelle mani di un ragazzino ma bisogna comunque cercare di trovare un buon compromesso. 

Se si è decisi a studiare con una certa serietà, bisogna mettere in conto un investimento di almeno 500 euro e parliamo comunque di entry level, anche se di buona qualità. Esistono trombe sotto questa cifra? Certamente! Vale la pena comprarle? Dipende dall’età del ragazzo, dal livello del corso di studio e così via. In merito, consultarsi con il maestro, è sempre una scelta saggia.

 

 

 

Come utilizzare la tromba

 

Imparare a suonare la tromba non è impresa semplice, tuttavia le difficoltà possono essere superate con il giusto impegno. La buona volontà è fondamentale ma da sola non basta senza il supporto di un bravo maestro. Intanto che ne trovate uno, prendete in considerazione i suggerimenti che seguono.

Per i primi due anni

Non è nostra intenzione spaventarti ma sappiate che generalmente per la corretta impostazione servono circa due anni. Quella dell’impostazione è una fase delicata poiché se non si correggono gli errori si compromette l’intero percorso del trombettista. 

Sapete qual è un errore classico da novellini? Cercare di raggiungere fin da subito le note più alte. Sforzare prematuramente le labbra quando non si ha ancora la necessaria preparazione comporta una postura scorretta e pessime abitudini delle quali non ci si libera più. Quindi, come primo appunto segnate “mai e poi mai forzare l’estensione”.

 

La preparazione

Ogni volta che si suona la tromba c’è tutta una fase preparatoria. La testa e la schiena devono stare dritte preoccupandosi di tenere le spalle leggermente all’indietro. La pancia, al contrario deve stare in fuori. Rilassatevi e prendete fiato, se dovete suonare note lunghe, prima espellete l’aria quindi gonfiate i polmoni che non significa gonfiare il petto. Premete le labbra insieme, devono esercitare una pressione minima sul bocchino. Mettete la lingua in una posizione tale com se voleste pronunciare “tha”. 

Se volete delle note acute la posizione della lingua deve essere funzionale alla pronuncia di “ti” mentre il “toh” è per le note gravi. Nell’emissione delle note acute e gravi gioca un ruolo importante anche la gola che nel primo caso deve essere “stretta” nel primo caso, rilassata e aperta nel secondo.

La manutenzione

Una tromba per suonare bene deve essere efficiente altrimenti tra i primi problemi avrete i pistoni che si bloccano. Come si ottiene una tromba efficiente? Mediante una corretta manutenzione che generalmente porta via un’oretta del vostro tempo. Lo sappiamo, preferireste trascorrere questi 60 minuti suonando ma credeteci, quello della cura dello strumento è una cosa molto importante. Com prima cosa smontate pistoni e pompe. 

Con della carta assorbente asciugate tutti i pezzi, controllate che non resti alcun tipo di residuo. Prendete un recipiente abbastanza grande e riempitelo con acqua tiepida, aggiungete qualche goccia di detersivo per piatti. Mettete i pistoni nell’acqua ma facendo attenzione che i feltri non si bagnino. Vanno immersi in acqua anche le pompe e il resto della tromba. Il tutto deve restare in acqua per circa 30 minuti. È importante procurarsi un kit per la pulizia dello strumento in quanto comprende tutti gli utensili necessari. 

Con gli spazzolini che trovate nel kit pulite delicatamente tutti i pezzi. Il bocchino può essere pulito con dentifricio e l’apposito spazzolino. Una alternativa per la pulizia del bocchino è lasciarlo in ammollo in aceto bianco. Ricordate di sciacquare tutto con abbondante acqua corrente e poi di asciugare ogni pezzo scrupolosamente. Pompe e pistoni vanno lubrificati con un olio dedicato mentre il corpo della tromba va lucidato con un panno.

 

 

 

Domande frequenti

 

Vorrei imparare a suonare la tromba ma ormai ho più di 50 anni, è un problema?

Non si è mai troppo vecchi per imparar a suonare la tromba, anche quando si è in là con gli anni, quindi oltre i succitati 50 anni della domanda, è possibile apprendere i segreti di questo affascinante strumento a fiato.

Con quale tromba bisogna cominciare a fare pratica?

Tutti cominciano con la tromba in SI bemolle che oltretutto è la più diffusa, dopo aver acquisito la necessaria abilità si può passare a quelle di altre tonalità che sono DO, FA, MIb e RE.

 

Da qualche tempo i pistoni e la pompe si bloccano, cosa posso fare?

Quando si nota che i pistoni e le trombe si bloccano è necessario intervenire con della carta assorbente per pulire le zone interessate. I pistoni vanno lubrificati con dell’olio per tromba. Questi interventi di manutenzione se eseguiti periodicamente evitano il sorgere del problema appena descritto.

 

Come viene prodotto il suono della tromba?

Il trombettista immette aria nello strumento facendo vibrare le labbra che sono a contatto con il bocchino. Di fatto, dunque, sceglie la nota da riprodurre modificando la pressione del flusso di aria, l’apertura labiale e la muscolatura facciale. All’aumentare apertura delle labbra più grande è la portata del flusso d’aria ma diminuisce la pressione con il conseguente ottenimento di una nota grave. Tenendo, invece, le labbra più chiuse diminuisce la portata del flusso d’aria ma aumenta la pressione, quindi si ottiene un suono più acuto.

 

Quante ottave di estensione ha una tromba?

Non c’è una risposta univoca in quanto non dipende dallo strumento ma da chi lo suona, tutto dipende dalla sua bravura e naturalmente anche da quanto interessa al trombettista avere una estensione di ottave ampia.

Se la tromba ha solo tre pistoni, com’è possibile ottenere tante note?

In vero le note non si ottengono per mezzo dei pistoni che hanno il solo compito di deviare l’aria. Il trombettista proprio con l’aria può produrre le note ma tutto dipende sempre dalla sua abilità.

 

A cosa serve la sordina?

La sordina serve per cambiare il suono della tromba attutendolo e cambiandone il timbro.

 

 

 

Ultimo aggiornamento: 18.04.24

 

Ocarina – Consigli d’acquisto, Classifica e Recensioni

 

Non uno strumento diffusissimo ma che sicuramente gode di un buon numero di estimatori, soprattutto da parte degli appassionati di strumenti a fiato. Stiamo parlando dell’ocarina che, se non lo sapete, è stata inventata da un italiano, tale Giuseppe Donati di Budrio. La data non è certissima, c’è chi fa risalire l’invenzione al 1853 e chi un po’ più avanti ma pare comunque assodato che l’evento risalga alla primissima seconda metà del 1800. 

Ad ogni modo questi sono discorsi che ci interessano relativamente perché ciò che vogliamo proporvi è qualcosa di ben più moderno come questi due modelli: la Ohuhu Zelda Ocarina che è consigliata ai fan della saga del videogame per Nintendo Zelda che sono in cerca di gadget da collezionare, la Night By Noble Plastic Ocarina AC ha un buon suono, è resistente e richiede una lieve immissione di aria per essere suonata.

 

 

Tabella comparativa

 

Pregio
Difetto
Conclusione
Offerte

 

 

Le 8 migliori ocarine – Classifica 2024

 

L’ocarina è uno strumento che offre realmente una ampia varietà di scelta, come potrete vedere anche dalla nostra classifica ma soprattutto dalla recensione scritta per ogni strumento della nostra selezione. A proposito, se volete sapere dove acquistare la vostra nuova ocarina potete dare un’occhiata ai link che vi proponiamo e confrontare i prezzi con altre fonti.

 

 

1. Ohuhu Zelda Ocarina Strumento con cordino da collo 

 

Possiamo giudicare questa ocarina secondo due chiavi di lettura,ossia, come oggetto da collezione (sebbene di poco valore) oppure come strumento musicale; in base a questi diversi punti di vista il giudizio può essere positivo oppure negativo. Alla fine abbiamo deciso di premiare la Ohuhu perché è evidente che lo scopo del produttore era ed è dare al cliente una riproduzione dello strumento della celebre saga the Legend of Zelda e la presenza del particolare espositore a forma di mano è senza dubbio una conferma del fatto che questa ocarina sia nata per essere messa in bella mostra insieme ad altri gadget. 

Dal punto di vista strettamente musicale si tratta di una ocarina cromatica in Do acuto. Il suono non è un granché sia per qualità sia per intonazione, inoltre non pochi hanno difficoltà ad emettere suoni. 

Lo strumento è accompagnato oltre che dal già citato espositore da una custodia morbida un laccetto e alcuni spartiti per cominciare a fare pratica. A conti fatti possiamo ritenere buono il prezzo.

 

Pro

Estetica: L’ocarina è molto bella ed è la fedele riproduzione di quella resa celebre dal videogioco Nintendo. Il colore è molto bello.

Accessori: Non sono pochi quelli che accompagnano lo strumento, la custodia morbida è molto utile ma ciò che ci è piaciuto di più è l’espositore.

Costo: Non eccessivo il prezzo, anzi, diciamo pure che è buono per un oggetto da esposizione come questo che è ben curato nei dettagli.

 

Contro

Da esposizione: Suono e suonabilità sono due grossi punti deboli dell’ocarina: non è intonata e far uscire le note è abbastanza complicato e non certo per l’imperizia di chi la suona.

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2. Night By Noble Plastic Ocarina AC 

 

L’ocarina a 12 fori Night by Noble è realizzata in materiale plastico ma i puristi della terracotta, gentilmente, non saltino subito alla recensione successiva perché non siamo al cospetto di uno strumento di pessima qualità, anche se magari potrebbe costare di meno. 

Tralasciando il vantaggio di una maggiore resistenza e quindi praticità nel supporto e volendo sorvolare sulla piacevole sensazione al tatto, a proposito è antiscivolo, il suono che ne viene fuori non è affatto male e certamente migliori di tante altre ocarine di plastica. L’intonazione è buona anche se magari non consigliamo lo strumento a un professionista ma come entry level c’è da essere parecchio soddisfatti. Per emettere il suono basta uno sforzo minimo.  

L’articolo è ben curato anche nel packaging cosa che lo rende perfetto per un regalo, la bella figura è garantita. Insomma, ci è piaciuta e lo ripetiamo, l’unica cosa che ci lascia un po’ titubanti è il prezzo, inoltre non ci sarebbe dispiaciuta la presenza di qualche extra come magari un paio di spartiti per cominciare a suonare.

 

Pro

Materiali: In altre occasioni l’avremmo pensata diversamente ma questa volta dobbiamo dire che i materiali plastici ci sono piaciuti, l’ocarina è resistente e piacevole al tatto.

Suono: Lo strumento emette un buon suono, sufficientemente intonato, oltretutto non serve un grande sforzo per suonarlo.

 

Contro

Prezzo: Pur restando della nostra convinzione che questa ocarina sia una buona entry level, riteniamo il costo eccessivo.

Accessori: Non è accompagnata da alcun tipo di accessorio, ci sarebbe bastato anche qualche spartito per cominciare a imparare dei pezzi, anche semplici.

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3. Awef ocarina in ceramica 12 fori tonalità Do alto

 

Ocarina 12 fori realizzata in ceramica, ha una buona estetica. Lo strumento si tiene comodamente in mano e l’emissione delle note non richiede un particolare sforzo dei polmoni. Anche alla luce di un prezzo abbordabile possiamo tranquillamente ritenere lo strumento adatto ai principianti. 

I fori sono sufficientemente incavati per individuarli immediatamente al tatto e assumere subito la corretta posizione delle dita per emettere le note desiderate. L’intonazione non è perfetta e questo rafforza la nostra opinione circa il fatto che si tratti di una ocarina per principianti. 

In particolare i problemi succitati si riscontrano sulle note più alte. Insieme all’ocarina ricevete alcuni accessori, tra questi segnaliamo la custodia morbida e un laccetto oltre a un libretto con un po’ di canzoni ma non aspettatevi di trovarlo in italiano.

 

Pro

Sforzo: Per emettere le note non serve sforzare troppo i polmoni, il suono viene prodotto anche con una leggera immissione d’aria.

Comoda: L’ocarina si tiene comodamente in mano, i fori poi sono ben incavati pertanto è più semplice individuarli con le dita.

Accessori: Viene venduta insieme a una buona custodia morbida che la preserva dai danni, nella confezione trovate anche un laccetto e un libretto.

 

Contro

Intonazione: L’ocarina non è perfettamente intonata, il difetto emerge in particolare sulle note più alte. Non adatta ai professionisti.

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4. Night by Noble Plastic Ocarina avorio AC

 

Night by Noble è un brand che si è messo in luce per la buona qualità delle sue ocarine. Sia chiaro che stiamo pur sempre parlando di uno strumento per principianti ma che riserva comunque delle belle sorprese… almeno per chi ancora non conosce il marchio. 

L’ocarina è realizzata in materiale plastico ma non ha nulla da invidiare a tante altre fatte in terracotta ma dal suono mediocre. Qui, invece, il suono è buono e non bisogna neanche sforzarsi per emetterlo. È molto resistente ma al contempo anche piacevole al tatto, i 12 fori sono precisi, l’intonazione è sufficientemente buona. 

Per la natura stessa del materiale, l’ocarina resta saldamente in mano. Peccato per l’assenza di accessori e per il prezzo che è un filino alto ma che, probabilmente rispecchia il valore dello strumento. Se cercate qualcosa che suoni bene e che sia resistente, la Night by Noble può rivelarsi un acquisto soddisfacente.

 

Pro

Suono: L’ocarina suona molto bene, le note si emettono senza difficoltà, non serve molto fiato e ciò è un vantaggio soprattutto per i principianti.

Materiali: Non è in terracotta ma la plastica usata per la sua costruzione è secondo noi di prim’ordine e poi è molto piacevole al tatto.

Fori: Da lodare la loro precisione, si tratta di un altro dettaglio che dà la misura della buona qualità dello strumento.

 

Contro

Accessori: Non chiediamo molto ma, anche considerato che questa non è la più economica delle ocarine, almeno una custodia avrebbe fatto comodo e piacere.

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5. Thomann AC Stein Double Ocarina

 

Con la proposta di Thomann si sale di livello, visto che parliamo di un’ocarina realizzata a mano e in argilla, perciò anche più costosa rispetto ai modelli in plastica. Il primo pensiero all’apertura della confezione è stato che si abbia a che fare con un vero e proprio pezzo di artigianato.

Ha un buon peso, risulta solida al tatto ed è dotata di un foro in modo che possa essere indossata intorno al collo (il cordino per il collo non è incluso e, considerato il costo, ci sembra una piccola caduta di stile). Il materiale con cui è realizzata tende a emanare un certo odore che, però, con il tempo andrà a scomparire.

È progettata per essere comoda da impugnare e, da questo punto di vista, la struttura smaltata rende facile far scorrere le dita attraverso i fori e i sottofori. L’ocarina ha una gamma tonale di due ottave: a1-c4.

 

 

Pro

Artigianale: Lo strumento è realizzato a mano e ogni pezzo è unico e diverso dall’altro.

Suono: La qualità è più che soddisfacente e di livello superiore alle ocarine in plastica che costano qualche decina di euro.

Materiali: Oltre a essere di un certo pregio conferiscono solidità allo strumento e agevolano lo scorrere delle dita.

 

Contro

Cordino: Considerato che non costa poco e che è comunque a rischio rottura in caso di caduta, ci sembra che l’assenza del cordino per agganciarla al collo sia una caduta di stile.

 

 

 

 

6. Gewa ocarina solist accordato

 

Per chi ha deciso che è il momento di abbandonare la prima ocarina comprata quasi per gioco e passare a qualcosa di superiore segnaliamo la Gewa in Sol. È uno strumento di buona fattura di livello intermedio e proprio per questo motivo richiede di aver sviluppato già una tecnica di base nell’isufflare aria, in particolare per le note più alte. 

Il materiale è terracotta, non è verniciata dunque avete il colore naturale. La forma è sinuosa, slanciata dunque se arrivare da ocarine dalla forma più ampia vi servirà un certo periodo per abituarvi. Il suono che ne esce è bello forte, facilmente udibile. 

Il prezzo non è di quelli che si pagano senza pensarci un attimo e ci risulta maggiormente eccessivo se pensiamo all’assenza di accessori, questo per dirvi che la custodia dovrete comprarla a parte. Ad ogni modo non crediamo che possiate restare delusi dall’acquisto perché alla fine stiamo parlando di un buono strumento.

 

Pro

Resa: Lo strumento suona molto bene, è intonato e soprattutto potente, come vi diranno tutti coloro che vi ascoltano mentre suonate.

Intonazione: Niente da ridire sull’intonazione, in questo senso riteniamo lo strumento abbastanza preciso anche per suonare insieme ad altri.

 

Contro

Prezzo: Se volete fare vostra la Gewa dovrete essere disposti a investire una somma che probabilmente è almeno il doppio rispetto a quella versata per la vostra prima ocarina.

Dotazione: Tenendo conto del prezzo c’è ancora più rammarico nell’apprendere che non ci sono accessori, in particolare una custodia che riteniamo necessaria per proteggere un acquisto di tale valore.

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7. Inca ocarina flauto tradizionale Perù fair trade 

 

Usciamo un po’ dai canoni di quanto visto fino a questo momento per proporvi qualcosa di più esotico, qualcosa che arriva dall’altro mondo o per essere più corretti, qualcosa che arriva dal nuovo mondo, dal nuovo continente, insomma avrete capito che siamo parlando dell’America e più precisamente del Perù che, sebbene musicalmente parlando molti associno al flauto di Pan, non di meno vanta altri strumenti tradizionali come l’ocarina che però è diversa da quella italiana. 

Il modello che vi proponiamo è fatto a mano da artigiani peruviani, è ben decorato con uno stile che naturalmente rimanda alla civiltà precolombiana che viveva da quelle parti. Il suono, dobbiamo dirlo, non è dei migliori, diciamo che questa ocarina va intesa più come souvenir che come strumento vero e proprio. 

È comunque un esemplare che crediamo possa interessare sia come complemento d’arredo sia come oggetto da collezione per gli appassionati di ocarine anche perché è un modello che costa poco.

 

Pro

Decorazioni: L’ocarina ne presenta di molto belle e ben realizzate che si richiamano alla tradizione peruviana.

Prezzo: L’Inca può essere acquistata a un prezzo piuttosto basso, per un collezionista si tratta di una occasione irrinunciabile.

Artigianale: L’ocarina è il risultato di un lavoro fatto a mano da bravi artigiani del Perù, ciò rende lo strumento ancora più particolare.

 

Contro

Suono: È più un souvenir che uno strumento musicale vero e proprio, la qualità del suono non ci fa affatto impazzire.

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8. Aklot ocarina in ceramica fumé Ocarina Alto C

 

La ocarina Aklot ha dodici fori ed è in chiave di Do alto. Realizzata a mano e testata scrupolosamente per verificare la corretta intonazione si dimostra essere uno strumento interessante per rapporto qualità/prezzo. 

Sia chiaro, il suono è quello che ci si può aspettare da una ocarina economica ma ne abbiamo viste di più costose e meno intonate di questa. Poi merito va dato anche all’attenzione per i dettagli, è ben rifinita in ogni sua parte. 

L’ocarina è comoda da tenere in mano e d è accompagnata da una custodia morbida. Carino il laccetto abbellito da alcune perline di plastica. È compreso un libriccino che spiega le basi dello strumento ma è scritto in inglese.

 

Pro

Intonazione: Non ci aspettavano la buona intonazione che invece è stata riscontrata, dietro c’è un attento lavoro di controllo qualità.

Rifinitura: L’ocarina è ben rifinita, anche in questo caso è stata prestata grande attenzione da parte degli artigiani che ci hanno lavorato.

Custodia: Il prezzo molto contenuto non ha impedito al produttore di fomire come accessorio una buona custodia.

 

Contro

Istruzioni: Se da un lato apprezziamo la presenza del libriccino con le istruzioni, dall’altro ci tocca sottolineare come questo non sia scritto in italiano.

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Come scegliere una buona ocarina

 

Un tempo le maggiori probabilità di trovare le ocarine a prezzi bassi si avevano recandosi presso qualche mercatino o magari durante le feste di paese, proprio perché pur essendo uno strumento nostrano non era molto diffuso. Oggi, grazie agli e-store la situazione è cambiata e le offerte sul mercato sono decisamente aumentate, inoltre gli acquisti online danno maggior possibilità di comprare ocarine della migliore marca mentre sulla bancarella non sempre si sa da dove arriva lo strumento, senza offesa per il venditore ambulante, sia chiaro. 

Abbiamo fatto una comparazione tra gli esemplari più venduti online e siamo fiduciosi del fatto di essere riusciti a individuare le migliori ocarine del 2024 o almeno quelle che riteniamo essere tali. Non necessariamente dovete sentirvi conformi con i nostri pareri, per tale motivo nel corso della guida vi aiuteremo a comprendere come scegliere una buona ocarina e magari riuscirete anche a trovare qualcosa di più economico.

Tipi di ocarina

Se siete giunti fin qui probabilmente vi sarete posti una serie di domande, tra queste sicuramente c’è la seguente: quale ocarina comprare? La domanda è pertinente ma forse ha bisogno di essere un po’ più specifica, mirata. Per esempio potreste chiedervi: che tipo di ocarina comprare? Ecco, ci siamo, così focalizziamo meglio la questione perché anche volendo comprare la migliore ocarina bisogna capire di che tipo deve essere. 

Dai tempi di Giuseppe Donati di acqua sotto i ponti n’è passata e sono state costruite altre ocarine che presentano anche diteggiature diverse rispetto a quella nota come “ocarina di Budrio”. Addirittura c’è quella inglese, anche se è arrivata circa un secolo dopo quella di Donati, che però riesce a coprire un’ottava intera. 

Ma cerchiamo di sintetizzare le opzioni possibili raccogliendo tutto in cinque categorie. Della ocarina di Budrio abbiamo detto, c’è da aggiungere che si riconosce per l’impostazione traversa. Questa generalmente ha 10 fori ma non mancano modelli a 12. Molto piccole e comode da portarsi dietro sono le ocarine Pendenti, dette così perché possono anche essere portate al collo. I fori vanno da 4 a 10. Rientrano nella categoria le già citate ocarine inglesi ma anche quelle peruviane. Una via di mezzo tra l’ocarina di Budrio e la peruviana sono le ocarine dritte, hanno 10 fori e possono essere costruite anche di legno.

Per eseguire delle melodie polifoniche bisogna prestare attenzione alle ocarine doppie (o anche triple). Infine ci sono i cosiddetti fischietti che sono ocarine che possono avere massimo due fori (ma anche nessuno). È chiaro che uno strumento del genere permette una limitatissima possibilità di modulazione dei suoni.

Ocarina di Budrio

Dopo aver fatto una panoramica generale sulle ocarine vogliamo dedicare un paragrafo a quelle di Budrio che in totale sono cinque e realizzate in terracotta. La più piccola della famiglia è in Do (acuto), segue quella in Sol, un’altra in Do (quello centrale sul pentagramma), ancora una in Sol per terminare con uno strumento in Do basso. Quindi si va dalla ocarina più piccola e acuta fino alla più grande e grave. Un professionista delle ocarina sicuramente possiede il set completo ma in generale le più usate sono quella del Sol acuto e del Do centrale.

 

 

 

Come suonare l’ocarina

 

Dopo aver comprato la vostra prima ocarina sarete ansiosi di suonarla. Beh, comprendiamo la vostra emozione di provare un nuovo strumento, ancor di più se è la prima volta. Riempite i polmoni, mettete lo strumento in bocca e soffiate forte… come dite? Suona male o peggio, non suona affatto? Avete controllato che non sia rotta? Ecco, forse il problema siete voi, non l’ocarina. In effetti quello appena descritto non è certo il modo corretto per suonare, se non avete idea di cosa fare provate con i consigli che seguono, magari i risultati saranno migliori.

Come tenere lo strumento

L’ocarina va tenuta tra le due mani posizionando le dita contrapposte, la posizione ricorda quella del flauto dolce, solo che in questo caso l’imboccatura si trova lateralmente. I pollici vanno usati per tappare i due fori sottostanti. Noterete la presenza di un terzo foro nella parte posteriore, più o meno sotto il boccaglio, quello va lasciato sempre libero per permettere all’aria di uscire. Resta tappato il foro in corrispondenza del mignolo.

 

Come soffiare

La potenza dell’aria immessa deve essere ben calibrata, questa deve fluire all’interno dello strumento dolcemente ma non senza vigore, poi è chiaro che dosare l’aria dipende anche dal tipo dello strumento. Diciamo che il musicista riesce a regolarsi in base alla sua sensibilità. Il soffio deve essere preceduto da una “T”, chi suona il flauto sa di cosa stiamo parlando. 

Naturalmente non basta soffiare, serve che il suono sia intonato, ovvero, non basta posizionare le dita nel modo corretto, sulle note alte il soffio deve aver maggior forza mentre su quelle basse il soffio deve essere più delicato.

La manutenzione

L’ocarina è uno strumento che non richiede una particolare manutenzione ma come tutti gli strumenti a fiato va pulito non soltanto all’esterno ma anche all’interno, Per la parte esterna è sufficiente passare un panno morbido dopo aver suonato. Un po’ più complicata, relativamente parlando, è la pulizia interna. Suggeramo di munirvi si qualche cottonfioc e infilarlo letteralmente in tutti i buchi così da raggiungere tutti i punti possibili e asportare via i residui di saliva che potrebbero essersi accumulati. Anche in questo caso questa operazione va eseguita ogni volta che si smette di suonare, chiaramente non valgono le interruzioni momentanee ma solo quando decidete che è il momento di fare altro e dunque mettete via l’ocarina.

 

 

 

Domande frequenti

 

Chi ha inventato l’ocarina e perché si dice ocarina di Budrio?

L’inventore della prima ocarina fu Giuseppe Donati nel 1853. È interessante notare che il musicista nonché fabbricante di mattoni (cosa che spiega l’idea di usare la terracotta per costruire lo strumento), aveva 17 che anche se per l’epoca era una età assimilabile a quella adulta è comunque ragguardevole. Un’altra cosa interessante da far notare è che Donati era originario di Budrio, cittadina bolognese. Di qui il nome. 

Donati non si limitò a costruire ocarine in una sola chiave ma varie intonate tra loro con lo scopo di formare un gruppo ocarinistico insieme a degli amici. L’iniziativa ebbe un grande successo tanto da permettere al  gruppo di esibirsi con frequenza non soltanto in italia ma anche in altri paesi europei.

Di che materiale è fatta l’ocarina?

Fin dagli inizi per la realizzazione delle ocarine si ha usato la terracotta, un materiale che però ha il problema di essere molto fragile, quindi una ocarina siffatta cadendo a terra rischia di andare in pezzi. Successivamente si è cominciato a produrre anche ocarine con materie plastiche che sono più resistenti ma anche più leggere.

 

Quante sono le ocarine di Budrio?

Le ocarine di Budrio sono cinque, il che ne fa una famiglia abbastanza ampia se pensiamo, ad esempio, che quella degli archi ne comprende quattro. Le chiavi sono Do alto, Sol alto, Do centrale, Sol basso e Do basso. Le ocarine più diffuse sono quelle si Sol alto e Do centrale. È possibile distinguerle a occhio per le significative differenze di misura.

 

Quanto costa una ocarina?

Il prezzo varia in base alla qualità costruttiva ma anche alla chiave. Per esempio una ocarina in chiave di Sol basso in terracotta difficilmente al si trova a meno di 100 euro. Per le altre si va dai 15 ai 50 euro circa. Poi lo ripetiamo, molto dipende dalla qualità dello strumento. Se cercate qualcosa che suoni bene e con buona intonazione bisogna essere disposti a spendere qualcosa in più.

 

Dove posso comprare una ocarina?

Uno strumento come l’ocarina solitamente lo si trova in vendita presso i negozi di strumenti musicali specializzati in quelli a fiato. Ci sono poi in italia bravissimi artigiano che vendono direttamente le loro creazioni senza dimenticare Amazon ed Ebay dove c’è sempre una ampia scelta.

 

 

 

Ultimo aggiornamento: 18.04.24

 

Negli anni ‘70 l’esplosione delle discoteche e sale da ballo diede vita ad un vero e proprio filone musicale chiamato Disco Music. Scopriamone di più. 

 

La disco music anni 70 è uno dei sottogeneri musicali più amati dagli appassionati di ballo di tutte le generazioni. D’altronde come fare a resistere alle linee di basso, alla tromba incalzante e a quella chitarra funk di sottofondo? Probabilmente le nuove generazioni farebbero un po’ fatica a vedere i loro genitori (o magari nonni) vestiti con i pantaloni a zampa di elefante ballare sulle note degli Chic o degli ABBA.

Eppure in molti sostengono che negli anni 70 si ballava la vera musica, quella suonata e divertente, ben lontana dall’aggressività della moderna techno. D’altronde erano tempi dove si celebrava la libertà e l’allegria, quindi la musica rifletteva il ‘mood’ degli appassionati con brani energici e pieni di vigore. Ancora oggi, nei disco pub e nelle discoteche, le canzoni anni 70 non mancano nelle playlist di ogni DJ e riescono a far muovere anche i più giovani che magari non conoscono gli autori, ma si divertono un mondo a ballare determinate hit. Vediamo quali sono i brani di musica dance più conosciuti. 

 

Chic – Good Times

Uno dei gruppi più famosi della musica anni 70, gli Chic hanno scritto hit di altissimo calibro, con il loro sapiente amalgama tra funk e disco music. Nile Rodgers e Bernard Edwards sono tuttora ritenuti rispettivamente tra i migliori chitarristi e bassisti di quel genere, capaci di creare ritmi coinvolgenti e brani dal chorus memorabile. Good Times è probabilmente il loro brano più famoso, nonché quello più campionato e riutilizzato. Basta pensare alla linea di basso di Rapper’s Delight della Sugar Hill Gang, il primo brano rap a ottenere successo commerciale. 

Bee Gees- Stayin’ Alive

Quando si parla di musica da discoteca non si possono ignorare i mitici Bee Gees. I fratelli Gibb, con le loro voci in falsetto, hanno catturato intere generazioni e sono tuttora considerati tra i Big della disco music. Il loro successo, dovuto ai brani melodici e ritmati, li portò a scrivere la colonna sonora per i film La Febbre del Sabato Sera, uno dei film più iconici del periodo (e che tra l’altro ha portato l’attore John Travolta al successo), e Stayin’ Alive. Proprio quest’ultimo omonimo brano è il più famoso dei Bee Gees, dove il trio australiano colpisce con voci sovrapposte e la parte della strofa con una linea di basso entrata ormai nella storia. 

 

Village People – YMCA

Tutti conoscono i passi di questa divertente e irriverente canzone dei Village People. Una delle poche canzoni da discoteca a incorporare un vero e proprio ‘balletto di gruppo’, inventato dai membri della band che si presentavano con vestiti legati alla cultura omosessuale come il poliziotto, l’operaio e il cowboy. D’altronde lo stesso nome della band è legato al Greenwich Village di New York, un luogo molto frequentato dalla comunità gay della metropoli. YMCA fu un vero successo, sebbene uscì alla fine degli anni ‘70 e quindi era già ‘contaminato’ da alcuni suoni più moderni. Il brano è un vero spasso grazie al suo ritornello irresistibile e al famoso videoclip. 

Kool & The Gang – Jungle Boogie

Riportato alla luce da Quentin Tarantino nel film Pulp Fiction, Jungle Boogie dei Kool & The Gang non rientra proprio nella musica da discoteca, quanto più nel genere funk. La canzone grazie alla sua energia da ‘big band’ viene comunque inserita in tutte le playlist e ancora oggi è una presenza fissa in quelle dei DJ amanti del funk e della musica dance. Come molti brani funk, anche Jungle Boogie è stato campionato da una miriade di artisti, specialmente nel rap tra i quali ricordiamo gli EPMD e i Beastie Boys. 

 

Chic – Le Freak

Nile Rodgers è una sorta di utensile multifunzione della musica, capace di grande versatilità nella scrittura dei brani. Già inseriti in questo articolo per il loro Good Times, gli Chic meritano un’altra menzione per il loro brano Le Freak. In realtà la loro intera discografia è caratterizzata da brani iconici di quegli anni, ma indubbiamente Le Freak è uno dei più famosi in assoluto. Il brano critica il famoso Studio 54 di New York, discoteca leggendaria e fucina di tutta la scena dance degli anni ‘70. A quanto pare le file infinite e la sicurezza brusca del luogo non andarono molto giù a Rodgers e Edwards che pensarono bene di dedicare un brano al locale. In principio infatti il titolo del brano doveva ‘mandare a quel paese’ il locale e gli addetti alla sicurezza, ma per motivi commerciali fu cambiato con Le Freak. Ad ogni modo, come ogni brano dei Chic, anche Le Freak è un concentrato di pura energia e tecnica musicale messa al servizio della melodia e del groove. 

ABBA – SOS

Il famoso brano degli Abba mette in risalto le doti compositive del quartetto svedese che rispetto ad altre band della scena disco degli anni 70 amava sperimentare, spesso sfociando in soluzioni prog non proprio ‘ballabili’. Non a caso anche musicisti di altri generi hanno adorato gli ABBA e ne sono stati addirittura influenzati. David Bowie, i Cure e gruppi post punk hanno preso largamente spunto da brani come SOS e Mamma Mia. 

 

Carl Douglas – Kung Fu Fighting 

Nonostante la Giamaica sia spesso associata al Reggae, in realtà negli ‘70 l’artista Carl Douglas colpiva il mondo della dance music con la sua Kung Fu Fighting. Erano gli anni in cui il cinema di Bruce Lee approdava ad Hollywood, introducendo il finora quasi sconosciuto Kung Fu cinese. Il brano melodico caratterizzato da un coretto e una melodia orientale, viene portato avanti con grande carica da un ritmo coinvolgente e dalla voce di Carl Douglas che ci racconta una sorta di ‘rissa’ dove tutti i combattenti conoscono il Kung Fu, chiaro omaggio ai film d’azione orientali. 

 

 

Ultimo aggiornamento: 18.04.24

 

Principale vantaggio

La diamonica Casio è un ottimo strumento per bambini che potrete comprare per le lezioni a scuola o magari per farli avvicinare al mondo della musica. A differenza delle classiche diamoniche a fiato, questo modello elettrico si rivela molto più semplice da suonare, specialmente per i più piccoli che potrebbero stufarsi di dover sempre soffiare nello strumento. Allo stesso tempo è molto più igienica e semplice da mantenere, avvicinandosi più ad una pianola come struttura. La tastiera a 32 tasti permette di studiare le scale e gli accordi, sfruttando tra l’altro diversi toni e ritmi. 

 

Principale svantaggio

Le diamoniche non sono proprio strumenti famosi per la qualità del suono, in quanto principalmente vengono utilizzate per l’apprendimento delle basi musicali, per poi passare al pianoforte o ad altri strumenti. Il modello Casio sul suono lascia molto a desiderare, si tratta pur sempre di un giocattolo per far divertire i bambini mentre si avvicinano alla musica, quindi diciamo che non potrete aspettarvi più di tanto. 

 

Verdetto: 9.7/10

Una diamonica molto comoda in quanto elettrica che elimina completamente il problema della manutenzione e ovviamente si rivela molto più facile da suonare per i bambini. Il suo design infatti l’avvicina molto di più a una pianola giocattolo, dotata di vari toni e ritmi per far imparare e divertire i più piccoli. Nulla vieta ovviamente di usarla per studiare correttamente le basi teoriche della musica a scuola o con un insegnante privato, per poi far passare i bambini al pianoforte o ad altri strumenti. Il prezzo di vendita è abbastanza alto per quanto offre e il suono non si rivela proprio il massimo, ma se state cercando una diamonica alternativa a quelle a fiato, allora questa può fare al caso vostro. 

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DESCRIZIONE CARATTERISTICHE PRINCIPALI 

 

Una diamonica diversa

Chiunque abbia fatto lezioni di musica a scuola probabilmente ha dovuto affrontare uno strumento a fiato. In Italia l’educazione musicale nelle scuole è ancora indietro di anni, ma in qualche modo bisogna adattarsi. La diamonica è uno degli strumenti ‘didattici’ più utilizzati per lo studio teorico della musica durante l’infanzia, sebbene finisce più per essere odiato a causa della sua scomodità. 

Sebbene non richiede molto fiato, i bambini si potrebbero stancare facilmente di soffiare nel beccuccio, tra l’altro anche la manutenzione e la pulizia sono poco piacevoli. Con il modello Casio eliminerete questi due problemi, in quanto il suo funzionamento elettrico permette di suonarla senza soffiare. Una sorta di pianola giocattolo con i 32 tasti delle diamoniche, il prodotto Casio è una buona alternativa per far avvicinare i vostri bambini alla musica in modo decisamente più piacevole. Certo, il costo del prodotto è più alto rispetto alle diamoniche classiche, ma se avete un buon budget e l’approvazione dell’insegnante di musica, potreste farci un pensierino. 

Funzioni

Trattandosi di una diamonica elettrica, il modello Casio ha una serie di funzioni che potranno tornare molto utili. Prima di tutto si avranno a disposizione trentadue tasti con otto note di polifonia, sufficienti per imparare gli accordi e le scale più semplici. Si potranno selezionare fino a cento timbri diversi, per alterare il suono della diamonica e magari provare ad eseguire qualche brano di musica moderna. Oltre ai toni troviamo anche ben cinquanta ritmi incorporati sui quali allenarsi e suonare, ideale per i bambini in quanto potranno cominciare a sviluppare un senso del ritmo. 

La diamonica può funzionare sia con alimentazione elettrica, sia a batteria, quindi i bambini potranno portarla con loro ovunque e esercitarsi a scuola. Vi avvisiamo però alimentatore e batterie non sono inclusi nel prezzo, una mancanza un po’ grossolana che vi costringe ad acquistarli separatamente. 

 

Divertente

L’approccio alla musica per i bambini deve risultare anche divertente, altrimenti i piccoli si possono annoiare facilmente o magari sentirsi frustrati. Casio ha pensato anche a questo, dotando la diamonica di cinque drum pad con i quali i piccoli potranno creare ritmi di vario tipo. Anche il design si rivela molto piacevole alla vista e potrà attirare i bambini che non vedranno l’ora di giocarci. 

La tastiera è responsiva il giusto per fare eseguire le note singole o gli accordi ai piccoli, ma chiaramente trattandosi di un giocattolo non c’è da aspettarsi una grande resistenza. Le dimensioni compatte vi consentono di metterla nello zaino dei bambini senza occupare troppo spazio, inoltre non risulterà pesante. 

 

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Ultimo aggiornamento: 18.04.24

 

Il testo del famoso ‘inno’ partigiano’ e varie curiosità sulla sua storia che vi permetteranno di scoprire di più su questo brano ormai reso popolare dalla serie Netflix ‘La Casa di Carta’.

 

Una mattina mi sono alzato

o bella ciao bella ciao

bella ciao ciao ciao

una mattina mi sono alzato

e ci ho trovato l’invasor.

O partigiano, portami via

o bella ciao bella ciao

bella ciao ciao ciao

o partigiano, portami via

che mi sento di morir.

E se muoio da partigiano

o bella ciao bella ciao

bella ciao ciao ciao

e se muoio da partigiano

tu mi devi seppellir.

Seppellire lassù in montagna

o bella ciao bella ciao

bella ciao ciao ciao

seppellire lassù in montagna

sotto l”ombra di un bel fior.

E le genti che passeranno

o bella ciao bella ciao

bella ciao ciao ciao

e le genti che passeranno

e diranno: o che bel fior!.

E” questo il fiore del partigiano

o bella ciao bella ciao

bella ciao ciao ciao

è questo il fiore del partigiano

morto per la libertà

Probabilmente alcuni lettori che già conoscevano il brano avranno mal sopportato le masse di giovani (o adulti) cantare a squarciagola questo brano dopo aver visto la serie spagnola ‘La Casa di Carta’. Effettivamente, Bella Ciao godeva di grande popolarità anche prima che venisse cantata da Berlino, Tokyo e dal Professore, ma chiaramente i social e i video virali hanno ridato linfa vitale alla canzone popolare. La cosa davvero importante però è non perdere mai di vista il vero significato del brano, dato che ci sono state persone che hanno combattuto e perso la vita per spazzare via la dittatura dal nostro Paese. 

Che siate fan o meno della Casa di Carta, potreste avere qualche curiosità su questa famosa canzone popolare, diventata nel tempo un vero e proprio ‘inno’ partigiano alla libertà che ha comunque qualche analogia con quello ‘ufficiale’ italiano, ovvero l’Inno di Mameli. 

Prima di tutto, Bella Ciao nasce come un canto popolare, quindi non presenta una composizione articolata come i brani di stampo classico. Ed in effetti il successo del brano anche tra le generazioni moderne sta proprio nella sua energia positiva, che inneggia alla libertà senza però la drammaticità dell’Inno di Mameli. Come succede con molte canzoni popolari, anche di Bella Ciao non si conosce l’autore, in quanto la melodia e il testo sono state tramandate unicamente per via orale e rimaneggiate nel corso degli anni. 

La variante che conosciamo, ovvero quella di stampo partigiano quindi, non è altro che un rimaneggiamento di vecchie canzoni popolari con le quali condivide la metrica e alcune frasi. La melodia molto semplice si può imparare con la diamonica e con altri strumenti musicali, inoltre gli accordi di Bella Ciao sono ottimi per imparare le basi. 

Curiosamente il testo di ‘Bella Ciao’ sembra molto simile a quello di una canzone veneta chiamata ‘Stamattina mi sono alzata’, dove troviamo la ripetizione della frase ‘bella ciao ciao’ in ogni strofa. Il testo di questa versione della canzone popolare narra della dura vita in campagna, con la frase chiave usata per salutare la giovinezza che nel tempo svanisce, a causa anche del lavoro. Nella canzone ‘bella ciao’ di stampo partigiano, la frase è rivolta alla propria innamorata: il soldato della resistenza prima di partire chiede ad una donna di seppellirlo in montagna nel caso perda la vita contro l’invasore. 

La canzone è stata per anni ritenuta di origine settentrionale, in quanto la resistenza italiana al fascismo di Mussolini e alle truppe naziste si era sviluppata prevalentemente in quella zona. Recenti studi però hanno provato che la versione partigiana di ‘Bella Ciao’ fu cantata la prima volta nel 1944 dalla Brigata Maiella, una formazione militare abruzzese che ebbe un ruolo fondamentale per la liberazione dell’Abruzzo come anche di Marche, Emilia Romagna e Veneto. 

La canzone però deve la sua prima ondata di popolarità alle generazioni che vennero dopo il conflitto, in quanto i giovani la ripresero per cantarla a diversi Festival e ovviamente nei locali. Diverse band rock italiane come i Modena City Ramblers o la Banda Bassotti hanno ripreso il tema della canzone, portandola ai loro concerti. Al di fuori dell’Italia la canzone ha avuto un suo seguito specialmente nell’America Latina dove veniva cantata dai guerriglieri.

 

 

 

Ultimo aggiornamento: 18.04.24

 

Scopriamo di più sul nostro inno nazionale a livello storico e culturale, decifrando il contenuto del testo. 

 

Fratelli d’Italia

L’Italia s’è desta,

Dell’elmo di Scipio

S’è cinta la testa.

Dov’è la Vittoria?

Le porga la chioma,

Ché schiava di Roma

Iddio la creò.

Stringiamci a coorte

Siam pronti alla morte

L’Italia chiamò.

Noi siamo da secoli

Calpesti, derisi,

Perché non siam popolo,

Perché siam divisi.

Raccolgaci un’unica

Bandiera, una speme:

Di fonderci insieme

Già l’ora suonò.

Stringiamci a coorte

Siam pronti alla morte

L’Italia chiamò.

Uniamoci, amiamoci,

l’Unione, e l’amore

Rivelano ai Popoli

Le vie del Signore;

Giuriamo far libero

Il suolo natìo:

Uniti per Dio

Chi vincer ci può?

Stringiamci a coorte

Siam pronti alla morte

L’Italia chiamò.

Dall’Alpi a Sicilia

Dovunque è Legnano,

Ogn’uom di Ferruccio

Ha il core, ha la mano,

I bimbi d’Italia

Si chiaman Balilla,

Il suon d’ogni squilla

I Vespri suonò.

Stringiamci a coorte

Siam pronti alla morte

L’Italia chiamò.

Son giunchi che piegano

Le spade vendute:

Già l’Aquila d’Austria

Le penne ha perdute.

Il sangue d’Italia,

Il sangue Polacco,

Bevé, col cosacco,

Ma il cor le bruciò.

Stringiamci a coorte

Siam pronti alla morte

L’Italia chiamò.

Evviva l’Italia

Dal sonno s’è desta

Dell’elmo di Scipio

s’è cinta la testa

Dov’è la vittoria?

Le porga la chioma,

Ché schiava di Roma

Iddio la creò

Conosciuto anche come Fratelli d’Italia o il Canto degli Italiani, l’Inno Nazionale del nostro Paese deve la sua odierna fama al calcio. Durante i vari Mondiali o Europei le nuove generazioni possono scoprire gli Inni di varie nazioni, oltre ovviamente a quello italiano. Sebbene sia il nostro Inno Nazionale, in pochi lo ricordano a memoria, d’altronde parliamo di un brano che non tutti hanno nella propria playlist di Spotify. Si tratta di una canzone decisamente datata, ma ancora d’effetto, con l’introduzione a ritmo di tromba che accende gli animi dei tifosi e dei calciatori prima di ogni partita della Nazionale. 

In realtà l’Inno di Mameli fu scritto da Goffredo Mameli dei Mannelli nel diciannovesimo secolo, per celebrare la cacciata degli Austriaci da Genova, avvenuta nel 1746. L’opera di Mameli però non fu utilizzata immediatamente come Inno Italiano, infatti dopo l’unità d’Italia nel 1861, l’inno ufficiale fu la Marcia Reale, ovvero quello della Casa Savoia. Questo perché Fratelli d’Italia venne considerato un inno ‘repubblicano’, poco consono a rappresentare una monarchia. Il brano divenne l’Inno del nostro Paese solo dopo la seconda Guerra Mondiale, quando effettivamente l’Italia diventò una repubblica. Il processo per ufficializzare l’opera però è stato decisamente più lungo, infatti ha raggiunto il suo status di Inno per legge solo nel 2017. 

Il testo dell’Inno di Mameli viene accompagnato dalla composizione del musicista Michele Novaro. Sia le parole sia la musica hanno un incedere drammatico e dinamico, realizzato proprio per omaggiare la libertà e la liberazione dell’Italia dai sovrani stranieri.

La prima strofa è quella che un po’ tutti ricordiamo, dove troviamo l’analogia con le guerre puniche combattute da Roma e a Scipione (dell’elmo di Scipio s’è cinta la testa), mentre nella seconda strofa si passa ad una dichiarazione esplicita sulla mancata unione del popolo italiano, diviso dai contrasti politici del tempo. La terza strofa ci presenta l’idea di Mameli, convinto che gli italiani uniti e con l’aiuto di Dio potranno finalmente liberare il paese. La quarta strofa, forse la meno conosciuta, narra di alcuni avvenimenti storici come la battaglia di Legnano della Lega dei Comuni Lombardi contro il Sacro Romano Impero. Si celebrano anche altre figure storiche italiane che diedero prova di grande coraggio, sempre contro gli invasori stranieri, come ad esempio il condottiero fiorentino Ferruccio Ferrucci. La sesta strofa riprende la prima, con una ripetizione, ma non viene mai eseguita salvo rare eccezioni. 

Il ritornello è una vera e propria esortazione al coraggio, con un richiamo storico alle Legioni dell’Antica Roma. I soldati delle Legioni avanzano senza paura e uniti nel dovere verso il nemico, infatti la frase ‘Stringersi a coorte’ significa ‘serrare i ranghi’ e tenersi pronti alla battaglia.

 

 

Ultimo aggiornamento: 18.04.24

 

Una delle canzoni di Natale più famose, vediamo il testo originale del brano e la relativa traduzione in Italiano, insieme a varie informazioni storiche.

 

Qui di seguito vi presentiamo Adeste Fideles con testo in latino. 

 

Adeste fideles læti triumphantes

venite venite in Bethlehem:

natum videte Regem angelorum

Venite adoremus, venite adoremus,

venite adoremus Dominum.

En grege relicto, humiles ad cunas

vocati pastores adproperant:

et nos ovanti gradu festinemus:

Venite adoremus, venite adoremus,

venite adoremus Dominum.

Æterni parentis, splendorem æternum

velatum sub carne videbimus:

Deum infantem, pannis involutum.

Venite adoremus, venite adoremus,

venite adoremus Dominum.

Pro nobis egenum, et fœno cubantem

piis foveamus amplexibus:

sic nos amantem quis non redamaret?

Venite adoremus, venite adoremus,

venite adoremus Dominum.

 

Ecco la traduzione in italiano del testo di Venite Fedeli. 

 

Presentatevi, fedeli, lieti esultanti:

venite, venite a Betlemme.

Guardate colui che è nato, il re degli angeli.

Venite, adoriamo il Signore.

Ecco lasciato il gregge, all’umile culla

i pastori chiamati si affrettano.

E noi, esultanti al passo, corriamo.

Venite, adoriamo il Signore.

Lo splendore eterno dell’eterno Padre

velato nella carne vedremo,

Dio bambino avvolto dalle fasce.

Venite, adoriamo il Signore.

 

Pregio
Difetto
Conclusione
Offerte

 

Il testo di Adeste Fideles è un canto natalizio sul quale non si sa molto. Le origini sono infatti ancora sconosciute, così come l’autore originale. Vista la mancanza di informazioni si tende ad attribuire Adeste Fideles al compositore britannico John Francis Wade che nel diciottesimo secolo si impegnò a recuperare musica del passato. Nel 1743 Wade trascrive lo spartito di Adeste Fideles per un coro nella cittadina francese di Douai, nel periodo delle persecuzioni dei cattolici da parte dei protestanti inglesi. Douai infatti era uno dei rifugi per i cattolici, dove lo stesso Wade si era rifugiato e dove rimase per il resto della sua vita. Anche su di lui non abbiamo molte informazioni, si sa comunque che studiò musica e fu amico di altri compositori del tempo. 

Sebbene il testo originale di Adeste Fideles sia in latino, Wade lo riadattò da una canzone popolare irlandese in modo da renderlo più fruibile. La seconda, la terza e la quarta strofa furono aggiunte dal vescovo francese Étienne-Jean-François Borderies che praticamente spostarono le strofe originali di Wade dalla quinta alla settima posizione all’interno dello spartito. La modifica fu apportata per rendere le strofe più pertinenti alla musica, oltre ovviamente ad aggiungere un tono sacro alla composizione.

Il testo è un inno alla nascita di Gesù Cristo, dove si invitano i fedeli ad accorrere alla Grotta di Betlemme per dare il benvenuto al figlio di Dio. Al termine del brano, troviamo una frase d’amore verso Gesù e verso il prossimo, nel segno del reciproco affetto verso gli altri esseri umani e verso la figura religiosa del Salvatore dell’umanità. 

La canzone è stata tradotta dal latino in più lingue. Oltre alla versione italiana che abbiamo riportato all’inizio dell’articolo, Adeste Fideles ha ricevuto una traduzione inglese dal pastore Frederick Oakeley nel diciannovesimo secolo. Chiamata O Come All Ye Faithful (avvicinatevi o fedeli), la versione inglese si basa sulle prime quattro strofe dell’originale. 

Questo canto di Natale è entrato nella tradizione anche grazie alle diverse interpretazioni degli artisti moderni. Ricordiamo la versione di Andrea Bocelli, un vero e proprio ‘must’ natalizio che si può sentire in tutti i negozi durante lo shopping delle feste. 

Tra le versioni alternative troviamo anche quella un filo profana dei Twisted Sister, gruppo glam metal capitanato dal folle Dee Snider. Sempre in campo rock\metal troviamo la versione dei Blackmore’s Night, mentre in campo più pop Adeste Fideles è stata riproposta dalla nostra Laura Pausini e anche dai mitici Cavalieri del Re che qualcuno si ricorderà per le sigle dei cartoni animati anni ‘80. 

Gli accordi molto semplici di Adeste Fideles sono ideali per l’istruzione musicale dei bambini usando la diamonica e il flauto. 

 

 

 

 

 

Ultimo aggiornamento: 18.04.24

 

La pioggia come musa ispiratrice. Scopriamo quali sono le canzoni sulla pioggia più belle mai composte da artisti italiani e stranieri. 

 

La pioggia viene spesso associata a stati malinconici, sebbene nella musica sia stata soggetto di canzoni allegre e altre tristi. Diversi musicisti e band dei generi più disparati hanno dedicato delle canzoni alla pioggia, spesso associando questa condizione meteorologica all’amore, alla solitudine e anche a situazioni di pura spensieratezza. Canzoni e pioggia quindi sono spesso andate a braccetto, vediamo quali sono le più belle.

 

Arthur Freed\Nacio Herb Brown – I am singing in the rain 

Una delle canzoni sulla pioggia più famose della Hollywood del 1920, I am Singing in The Rain è la colonna sonora dell’omonimo film. Probabilmente le nuove generazioni non lo avranno mai visto, ma nonni e genitori si ricorderanno della famosa scena dove l’attore Gene Kelly canta questa allegra canzone mentre balla tra le pozzanghere. Cantando sotto la pioggia tra l’altro è un film molto importante, in quanto tra i primi a delineare il passaggio tra il cinema muto e il sonoro. La canzone è stata reinterpretata da tantissimi artisti, tra i quali Frank Sinatra, inoltre viene ancora utilizzata come colonna sonora in molte altre pellicole. Il titolo della canzone è diventato tra l’altro una delle maggiori citazioni sulla pioggia nei film e nella musica.

Creedence Clearwater Revival – Have you ever seen the rain

Di canzoni sul tempo poco favorevole ne sono state fatte molte, ma poche risultano evocative come quelle dei CCR. La band californiana capitanata da John Fogerty ha realizzato brani di gran gusto, tra il southern rock, il blues e il soul. Il brano Have you ever seen the rain forma una ‘coppia’ di canzoni sulla pioggia insieme a Who’ll Stop The Rain. Entrambe le canzoni sono caratterizzate da un ritmo rilassato e da una chitarra ritmica con lo strumming tipico del rock anni ‘70 su un tappeto musicale realizzato con un organo hammond. Have you ever seen the rain rimane però quella più conosciuta e forse la più bella delle due, tra l’altro recentemente le è stato dedicato un nuovo bellissimo videoclip con Jack Quaid ed Erin Moriarty.

 

Guns n’ Roses – November Rain

I belli e ribelli Guns n’ Roses hanno scritto canzoni hair metal di grande energia, ma sono stati capaci di realizzare anche bellissime power ballad, come November Rain. Un brano che si discosta molto dallo stile sfrenato della band per avvicinarsi al pop rock con tanto di accompagnamento al pianoforte. Il brano narra di una relazione problematica e della malinconia causata dal mal d’amore che in questo caso viene associato alla pioggia autunnale. Come sempre ottima l’interpretazione di Axl Roses e l’assolo di Slash e un ritornello con una delle più belle frasi sulla pioggia.

Pino Daniele – Quanno Chiove

Uno dei più grandi artisti italiani, Pino Daniele è riuscito a creare un perfetto amalgama tra il blues e la musica napoletana. Musicista poliedrico di grande talento, Pino Daniele mostra la sua grande versatilità nel disco Nero a Metà, uscito nel 1980. Nell’album troviamo anche il bellissimo brano Quanno Chiove che parla della vita di una prostituta con la grande sensibilità del musicista. Un ascolto consigliato, mai banale e sempre coinvolgente, con un Pino Daniele capace di mettere la pioggia in frasi e in musica come nessun altro ha saputo fare. 

 

Prince – Purple Rain

Uno dei brani più famosi di Prince, artista di incredibile talento, capace di suonare benissimo diversi strumenti. Contenuto nell’omonimo album, Purple Rain è una power ballad che narra di quanto sia importante rimanere con le persone amate nei momenti di difficoltà, quando il cielo annuncia la pioggia. Nonostante il ritmo lento, il brano ha un groove che cattura, segno dell’incredibile talento compositivo di Prince che tra l’altro nel brano mostra anche le sue doti alla chitarra e al microfono. Una vera poesia sulla pioggia che colpisce e commuove per la sua intensità.

Led Zeppelin – Fool in the Rain

Non proprio uno dei loro brani più famosi, Fool in the Rain si discosta dal granitico hard rock tipico della band inglese per andare su lidi soul dal retrogusto latino, un retrogusto che a metà del pezzo esplode in un tripudio ritmico. Presente nel disco del 1979 In Through the out Door, il brano fu accolto bene nonostante lo stile particolare, lontano anni luce da quello tipico dei Led Zeppelin.  

 

Led Zeppelin – The Rain Song

Il disco Houses of the Holy dei Led Zeppelin presenta un leggero cambio di rotta della band che in qualche modo si allontana dall’hard rock degli esordi, abbracciando sonorità tipiche del prog rock britannico. The Rain Song è una delle canzoni del disco più belle, un rock psichedelico con un crescendo tipico del progressive. 

Jovanotti – Piove

Tra le canzoni sulla pace e quelle sulla libertà spirituale, Jovanotti ha affrontato anche altri temi nella sua discografia. Di canzoni sulla pioggia nel rap ce ne sono poche, di solito i rapper stranieri usano l’espressione ‘make it rain’ riferita ad una vera e propria pioggia di soldi. Il nostro Lorenzo ‘Jovanotti’ Cherubini come molti rapper nostrani affronta temi quotidiani e nella canzone Piove parla di rinascita. La produzione allegra va in contrasto con il tema della pioggia che qui viene visto in modo positivo, in quanto l’acqua aiuta i fiori e le piante a crescere, così come può dare energia ad una persona per invitarla a reagire nelle situazioni più complesse della vita. Un normale giorno di pioggia nel testo di Jovanotti, ma che può fare molto per una persona cara.

 

The Weather Girls – It’s Raining Men

Brano che negli anni ‘80 ha spopolato nelle discoteche in un periodo dove il suono della tromba e del sintetizzatore faceva da padrone, It’s Raining Men delle Weather Girls è pura energia e divertimento. In molti conoscono la versione che Geri Halliwell ha proposto dopo la dipartita dalle Spice Girls, ma l’originale in realtà è stata scritta da Paul Shaffer, famoso compositore e comico spalla di David Letterman nell’omonimo show. Il ritornello è composto da frasi sulla pioggia da ridere, unendo il sacro (hallelujah) e il profano (piovono uomini).  

Slayer – Raining Blood

Non sono proprio simpatiche goccioline di pioggia a cadere sugli ascoltatori degli Slayer, ma nel metal Raining Blood è uno dei brani più veloci e devastanti che siano mai stati scritti. Riff ultraveloci della coppia Hanneman\King, la voce gridata di Tom Araya e la batteria martellante di Dave Lombardo hanno fatto la storia del thrash metal, contribuendo allo sviluppo di generi più estremi come il death e il grind.