I dieci brani per violino più famosi

Ultimo aggiornamento: 28.03.24

 

Vi proponiamo una selezioni di dieci opere scritte ed eseguite da grandissimi musicisti del passato. Attenzione, perché l’ordine dei brani è casuale, non si tratta di una classifica.

 

Dobbiamo dire che non c’è musica che non possa essere suonata con un violino. È altrettanto vero che ci sono musiche pensate principalmente per tale strumento. Molte sono conosciutissime, anche se magari si ignora il compositore. Le composizioni possono essere di difficile esecuzione ma tutti quelli che stanno cercando dei violini venduti online perché sognano di imparare a suonare, non disperino perché con l’impegno potranno imparare le musiche che vi introdurremo a breve.

 

Il volo del calabrone

Probabilmente non esiste persona al mondo che almeno una volta non abbia avuto modo di ascoltare – anche solo parzialmente – Il volo del calabrone. Si tratta del terzo episodio dell’Opera “La favola dello zar Saltan” composta da Nikolaj Andreevič Rimskij-Korsakov tra il 1899 e il 1900.  In vero il brano, che nella versione originale è accompagnato anche dal testo, non ha un titolo poiché è un interludio, ma è comunemente identificato, appunto, con Il volo del calabrone.

 

 

Le quattro stagioni

Le quattro stagioni è il titolo comunemente usato per indicare i quattro concerti solistici per violino; sono tratte da “Il cimento dell’armonia e dell’inventione”; l’autore è Antonio Vivaldi. I concerti delle quattro stagioni si dividono in tre movimenti: il primo e il terzo sono in tempo Allegro o Presto; il secondo ha un tempo adagio.

 

Ciaccona in Sol minore per violino e basso continuo

Si ritiene che la Ciaccona sia stata composta da Tommaso Antonio Vitali ed è la sua opera più nota. Una delle sue caratteristiche principali è che nelle sue modulazioni tocca il Si bemolle, una tonalità inusuale per il periodo barocco.

 

Concerto per violino

Sul finire degli anni ’20 del 1900 stava nascendo un nuovo astro del violino: Samuel Dushkin. Il suo nome giunse a Stravinskij per bocca di Willi Strecker, direttore delle Edizioni Schott che approfittando di un soggiorno del noto compositore a Wiesbaden, tappa di un suo tour, ebbe l’ardire di chiedergli di comporre un concerto per Dushkin. Alla richiesta, Stravinskij esitò per un attimo poiché non essendo un violinista e non avendo una conoscenza approfondita delle tecniche dello strumento, riteneva di non essere all’altezza del compito. Alla fine si convinse a patto che Dushkin si prestasse a fare da consulente.

 

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Duo Concertante

Igor’ Fëdorovič Stravinskij è l’autore di Duo Concertante per violino e pianoforte. L’opera è diretta conseguenza della collaborazione tra Stravinskij e il violinista Samuel Dushkin che l’anno prima (1931) si era concretizzata nel Concerto per violino in re. La cosa interessante era che Stravinskij inizialmente non amava unire pianoforte e strumenti ad arco ma la collaborazione con Dushkin lo convinse del contrario.

 

Pregio
Difetto
Conclusione
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Concerto per violino e orchestra

Ludwig van Beethoven impiegò circa sei mesi per comporre il Concerto per violino e orchestra in re minore. L’opera è datata 1806 ed è in tre movimenti: Allegro ma non troppo, Larghetto e Rondò. Allegro. Non c’è interruzione tra il secondo e il terzo movimento. L’esordio dell’opera di al Theater an der Wien il 23 dicembre del 1806 da Franz Clement, violinista e direttore d’orchestra.

 

I 24 Capricci op. 1

Nella nostra selezione di certo non poteva mancare colui che è da più parti ritenuto essere il più grande violinista mai esistito al mondo. Ovviamente stiamo parlando del misterioso Nicolò Paganini. Nel 1820 il musicista pubblicò i 24 Capricci op. 1. Si tratta di composizioni dal carattere virtuosistico, chiaramente di difficile esecuzione vista la gran varietà di tecniche come ricochet, picchettati, pizzicati, decime e ottave.

 

Il trillo del diavolo

Il trillo del diavolo (titolo originale La Sonata per Violino in Sol Minore) è una sonata per violino e basso continuo. Autore è Giuseppe Tartini. L’esecuzione richiede un’ottima tecnica ed è davvero impegnativa. La struttura della composizione è di tre movimenti, vediamoli. Il primo è il larghetto affettuoso in 12/8. In questa fase l’esecuzione non presenta grosse difficoltà. Il secondo movimento, invece, è Allegro in 2/4. Qui la struttura si fa più complessa e il violino si rende protagonista di diversi passaggi virtuosistici. Il terzo e ultimo movimento è Andante Allegro Adagio con alternanza in 2/4 e 4/4.

 

Sonata n.1 per violino e pianoforte

Tra il 1878 e il 1879 Johannes Brahms compose l’opera di musica da camera Sonata n.1 per violino (ecco i migliori modelli) e pianoforte. La struttura prevede tre movimenti che sono vivace ma non troppo, Adagio in mi bemolle maggiore e Allegro molto moderato in sol maggiore. L’esordio dell’opera fu l’8 novembre del 1879 a Bonn e fu eseguita dal violinista Robert Heckmann e dalla pianista Marie Heckmann-Hertig.

 

 

Tema e variazioni

Si tratta di musica da camera per violino composta nel 1932 da Olivier Messiaen. L’esordio dell’opera davanti al pubblico fu il 22 novembre del 1932; ad eseguirla furono lo stesso Messiaen e la sua prima moglie Louise Justine Delbos. L’opera si divide in sei sezioni.

 

 

Liuterie e liutai famosi

 

Stradivari è il nome sulla bocca di tutti quando si parla di violini, ma la liuteria nostrana, e in particolare quella cremonese, ci ha regalato tanti altri maestri.

 

Ci sono liuterie e liutai entrate a far parte della storia e della cultura Italiana. Il nostro Paese, da secoli, vanta una tradizione senza uguali. I preziosi segreti sono stati tramandati di generazione in generazione, molto spesso da padre a figlio, anche se non sono mancati illustri allievi che come si suol dire, hanno imparato l’arte e l’hanno messa da parte per poi diventare essi stessi liutai di fama mondiale. In un tale contesto il centro del mondo non può che essere Cremona con la sua liuteria tradizionale, un’arte tipica dell’artigianato locale, riconosciuta anche dall’UNESCO, specializzata soprattutto nella costruzione di strumenti ad arco come violini, viole e violoncelli.

 

Andrea Amati e famiglia

Il mito della liuteria cremonese ha avuto inizio con Andrea Amati che iniziò a costruire violini nel 1520. Pur non essendoci precise fonti a riguardo, molti studiosi sono concordi nel ritenere che fosse lui l’inventore del violino. Tutto ciò che resta della sua opera si riduce a 16 strumenti musicali costruiti tra il 1564 e il 1574. Gli strumenti sono divisi tra il museo di Oxford (UK), il South Dakota Museum (USA), il comune di Cremona e due collezioni private. 

Andrea ha avuto due figli che hanno seguito le sue orme, Antonio nato nel 1540 e Girolamo nato nel 1550. Non è certo se i due fossero effettivamente fratelli oppure fratellastri poiché Andrea si era risposato. Anche sulla vita dei due fratelli si sa molto poco. Di certo c’è che il rapporto tra i due non fu sempre idilliaco tanto è vero che si separarono nel 1588 come testimoniano anche alcune etichette riportanti solo i nomi dell’uno e dell’altro. 

Morto Antonio nel 1607 Girolamo riprese a usare etichette con i nomi di entrambi, evidentemente fu una scelta di marketing. Dei dieci figli avuti da Girolamo, il terzogenito Nicolò seppe tenere in alto il nome degli Amati diventando uno dei liutai più famosi della storia. L’ultimo liutaio della famiglia Amati sarà Girolamo II, secondogenito nato dal matrimonio con Lucrezia Pagliari.

 

 

Guarneri

Un’altra famiglia celebre della liuteria cremonese è Guarneri. Di loro, in vero non si sa molto. Tra le poche cose note c’è che Andrea Guarneri si formò presso la bottega di Nicolò Amati dal 1641 fino al 1645 come apprendista ma è certo che collaborò con Amati fino al 1654. Imparò molto dal maestro ma non lo superò mai. Dei suoi due figli Pietro e Giuseppe, solo quest’ultimo seguì le orme del padre. Il ruolo di Giuseppe nella realizzazione del piccolo violoncello (costruito un decennio prima di quello di Stradivari), fu determinante. 

Un discorso analogo lo si può fare con la viola contralto e anche in questo caso giocò d’anticipo su Stradivari. Dopo la morte del padre, Giuseppe proseguì con l’attività perfezionando e modificando il suo stile. Ebbe tre figli, il terzultimo Bartolomeo Giuseppe, conosciuto anche come Guarneri del Gesù, che si prefisse di fondere lo stile Stradivari con quello della scuola bresciana. 

Lo strumento più noto di Guarneri del Gesù è il Cannone di Paganini che è custodito presso il Palazzo Municipale di Genova dal 4 luglio del 1851. Lo strumento fu donato alla Civica Amministrazione dal suo proprietario Achille Paganini, figlio del celebre Nicolò, dopo la sua morte come espresso nel testamento.

 

Antonio Stradivari

Quando si parla di violini storici non si può evitare di parlare del maestro dei maestri Antonio Stradivari; naturalmente nato a Cremona, anno 1644. Apprese l’arte presso la bottega di Nicola Amati. Sposò Francesca Ferraboschi, rimasta vedova e incinta; una condizione cui bisognò far fronte con un matrimonio combinato. 

Paganini aprì la sua bottega a Piazza S. Domenico nel 1680 insieme ai figli Omobono e Francesco. Quattro anni dopo morì Nicola Amati così lo scettro di liutaio più importante di Cremona passò ad Antonio Stradivari. Nei primi del ‘700 stradivari costruì alcuni dei suoi strumenti più famosi come l’Hellier, il Toscano e la viola Medicea. Pur non essendoci la certezza assoluta, è plausibile ritenere che fi stradivari il primo a portare avanti gli studi sulla modifica dell’inclinazione del manico. 

 

 

Quando la musica cominciò a essere ascoltata nei teatri, dunque in ambienti più grandi rispetto a quelli sui si era abituati, si presentò la necessità di un suono più potente. Di qui l’idea di inclinare il manico all’indietro incastrando e incollando parte di esso all’interno dello zocchetto così da resistere alla tensione. Si presentò anche l’esigenza di allungare la catena e la tastiera così da accedere alle posizioni più alte. Per la tastiera, inoltre, fu usato l’ebano poiché più resistente. Fu così che nacque il violino moderno. 

L’attività di Stradivari è distinta in quattro periodo. Il primo va dal 1666 al 1680. Durante questa fase si nota l’influenza stilistica del maestro Nicolò Amati. I violini realizzati in quest’epoca hanno l’etichetta “Antonius Stradivarius Cremonensis alunnum Nicolò Amati”. I secondo periodo, detto “amatizzato” va dal 1680 al 1690. In questi anni i suoi violini rispecchiano tutte le caratteristiche degli strumenti creati dalla famiglia Amati, sono più rotondi e ampi rispetto a quelli del primo periodo. 

In questa fase Stradivari realizza i primi violoncelli in forma grande. Tale forma è detta “A”. Nel terzo periodo che va dal 1690 al 1700 è il decennio degli strumenti lunghi caratterizzati da un suono più cupo. Il primo ventennio del ‘700 è detto “periodo d’oro”. Gli strumenti realizzati durante questo periodo sono i più costosi e ricercati. Il quinto periodo la mano di Nicolò è quasi assente; è il figlio Francesco a fare il grosso del lavoro ma ciò coincide con un peggioramento qualitativo del livello di produzione.

 

 

 

 

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