Elvis Presley: la sua storia e la vera causa della morte

Ultimo aggiornamento: 26.04.24

 

Una delle icone della musica rock, Elvis Presley è entrato nella leggenda. Scopriamo di più su di lui. 

 

Elvis Presley viene spesso chiamato il Re del Rock and Roll (The King), ma sebbene la sua musica e il suo personaggio potrebbero risultare poco conosciuti ai più giovani, le vecchie generazioni lo ricordano per i suoi brani, i suoi film e per le miriadi di citazioni e tributi che il cinema di Hollywood. 

D’altronde Elvis, il Re del Rock è stato una delle prime rockstar, affascinando e catturando l’attenzione dei giovani di un’epoca ormai passata, dove internet e gli smartphone non erano che un miraggio in un futuro distante. La sua immagine, del suo modo di ballare e di cantare arrivarono anche in Europa, come non citare i nostri Adriano Celentano e Bobby Solo, o il francese Johnny Hallyday. Il carisma del Re era difficilmente eguagliabile, basta pensare al fatto che durante la sua roboante carriera, Elvis Presley ha venduto più di un miliardo di CD.

In un certo senso Elvis Presley ha rappresentato un po’ la vecchia america: ribelle, attraente, libera e allo stesso tempo legata al consumismo e alla fame di successo, finendo per diventare parte integrante delle sue leggende. Ancora oggi negli Stati Uniti ci sono gare musicali, dove partecipano miriadi di impersonatori di Elvis Presley che emulano le sue movenze e la sua voce sul palco. 

Per questo la sua morte fu uno shock per tantissimi appassionati di musica e ovviamente per i suoi fan più sfegatati. Negli anni ‘70, dopo una carriera musicale e cinematografica di successo, Elvis Presley cade in uno stato depressivo, probabilmente dovuto alla separazione con la moglie. In quegli anni la sua figura slanciata era solo un ricordo: Elvis pesava più di 100 chili e viveva ormai una vita completamente dissoluta, dove il consumo di alcoclici e cibo era praticamente incontrollato. A questo si univano gli psicofarmaci e i medicinali che assumeva periodicamente, una combinazione decisamente letale. 

Su Elvis Presley e la sua morte ci sono tantissime teorie: la prima è quella dell’attacco cardiaco causato dai medicinali prescritti dal suo medico, il dottor George Nichopoulos. Il dottor Tennant invece afferma che la morte fu causata da una caduta di Elvis nella vasca da bagno, con una conseguente ferita che avrebbe innescato un disturbo del sistema immunitario. Altri affermano che si sia trattato di ipogammaglobulinemia e le cause che hanno portato ad Elvis a soffrire di questa condizione. C’è anche chi ritiene che Elvis sia ancora vivo, e come molte altre rock star abbia messo in scena il suo decesso per sfuggire dagli impegni. Addirittura ci sono state teorie assurde secondo le quali Elvis fosse in realtà un alieno. Ad aumentare il senso di mistero c’è il fatto che i dati dell’autopsia effettuata dopo il decesso di Elvis Presley, non sono mai stati rilevati al pubblico.  

 

La vita di Elvis e la sua ascesa musicale

Elvis Presley nacque a Tupelo, in Mississippi, l’8 gennaio del 1935 in una famiglia povera, ma dove non gli mancò mai l’affetto. Negli Stati Uniti non erano anni facili, il padre e la madre infatti, non avendo un posto fisso, erano costretti a fare lavori saltuari per sbarcare il lunario. Come succedeva spesso nelle piccole comunità, anche il giovane Elvis si avvicina alla musica grazie tramite la Chiesa del paese, dove viene attratto dalle voci del coro al punto di alzarsi dalla panca dov’era seduto con la madre e unirsi a loro. 

Notato il suo interesse, i genitori decidono di regalargli una chitarra per i suoi 8 anni e da qui la vita del Re cambia radicalmente. Durante l’adolescenza, Elvis si trasferisce a Memphis a causa del lavoro del padre. A Memphis, Elvis si faceva notare per il suo stile decisamente particolare, con capelli pieni di brillantina, ciuffo e lunghe basette, un look che in seguito diventò praticamente iconico ed è stato adottato da tantissimi giovani. Anche il suo stile di vita era decisamente ‘avanti’ per l’epoca: attratto dalla musica blues, Elvis non si faceva problemi a frequentare i locali della comunità nera, cosa che insieme al suo look lo rendeva un tipo decisamente ‘scomodo’. Fu proprio la sua apertura mentale a permettergli di assorbire influenze dai diversi generi musicali, per incorporarli nelle sue composizioni. Nei brani di Elvis Presley si può sentire la sofferenza del blues e il ritmo del country.

La prima registrazione di Elvis avviene alla Sun Records, casa discografica ancora attiva nel settore e che ai tempi permetteva a chiunque di registrare una propria ‘demo’ per una cifra davvero bassa (quattro dollari). Approfittando di questa occasione nel 1953 Elvis registra il suo primo disco, ma semplicemente per fare un bel regalo alla madre in occasione del compleanno. Il proprietario dell’etichetta, Sam Phillips ascoltò il materiale e immediatamente capì di trovarsi davanti ad un musicista e compositore capace. Fu così che affiancato da due session man scelti da Phillips, Elvis cominciò a incidere e provare brani, letteralmente esplodendo nel mondo della musica. Fu proprio la sua capacità di passare da un genere all’altro e di unire diversi stili a permettergli di scrivere brani che finivano sia nelle radio dedicate alla musica bianca, sia in quelle per la musica nera. Canzoni di Elvis Presley come Blue Moon of Kentucky, Good Rockin’ Tonight e That’s All Right Mama venivano messi a rotazione, ma visto che all’epoca era difficile scoprire chi fossero gli artisti emergenti, tutti si cominciarono a chiedere chi fosse davvero Elvis: un nero che aveva deciso di fare musica country, o un bianco che amava il blues? 

Ovviamente appassionati di musica e DJ non dovettero attendere molto per vedere Elvis dal vivo, infatti il cantante con la sua band cominciò a fare qualche live locale, ottenendo grandi consensi. Quando si esibiva davanti ai giovani, Elvis era praticamente inarrestabile. I teenager impazzivano per il suo look, la sua musica, il suo modo di cantare e ovviamente tutte le sue movenze sul palco. Il suo status di rockstar infatti si consolidò proprio grazie all’amore delle nuove generazioni nei suoi confronti. Probabilmente Elvis fu il primo musicista a dover praticamente fuggire dai vari fan e dalle ‘groupies’. 

Adesso la sua musica potrebbe risultare un filo datata, ma bisogna sempre pensare che negli anni ‘50 negli Stati Uniti non c’era nulla che si avvicinasse al fenomeno Elvis Presley. Addirittura alcuni musicisti neri cominciarono a prendere spunto dalle sue esibizioni dal vivo, per rendere i concerti più interessanti e energetici. La fama del cantante crebbe ancora di più grazie alla televisione e al cinema, cosa che tra l’altro gli permise di accumulare una vera e propria fortuna.

La morte di Elvis ha scosso il mondo e non solo quello della musica, una sorta di gong che ha risuonato in tutto il pianeta. Basta pensare che dalla morte di Elvis Presley ogni giorno fan e turisti organizzano pellegrinaggi alla villa a Memphis, conosciuta con il nome di Graceland.

 

 

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