Led Zeppelin II – Recensione

Ultimo aggiornamento: 26.04.24

 

Principale vantaggio

Quando si pensa ai Led Zeppelin viene subito in mente la classica band dell’immaginario rock anni ‘70: ribelli, spregiudicati e geniali. Il disco viene spesso considerato uno dei capisaldi dell’hard rock, in quanto contiene brani assolutamente selvaggi dove il quartetto inglese mette in mostra le abilità tecniche e compositive. Basta l’opener Whole Lotta Love a mettere subito le cose in chiaro, con uno dei riff più iconici della storia del rock. Un disco che ogni appassionato di musica dovrebbe avere nella sua collezione, ancor di più se siete fan dei Led Zeppelin. 

 

Principale svantaggio

Questo album dei Led Zeppelin non è esente da difetti, uno su tutti il leggerissimo plagio di alcuni lavori di bluesmen come Willie Dixon e Howlin’ Wolf. Con il senno di poi, nel blues l’utilizzo delle dodici barre e di alcune idee melodiche tende a ripetersi nelle composizioni dei vari artisti, quindi diciamo che queste accuse lasciano un po’ il tempo che trovano. Chiaro che se apprezzate il blues, potreste trovare alcune idee dei Led Zeppelin non proprio originali, come d’altronde non le trovò la critica dell’epoca all’uscita del disco. 

 

Verdetto: 9.8/10

Nonostante alcune idee prese direttamente dagli artisti blues statunitensi, II rimane un disco hard rock di grande importanza per il genere e per la musica in generale. Il blues qui viene esasperato con distorsioni estreme per l’epoca, creando un sound infiammato e sulfureo, portato avanti dalla chitarra di Jimmy Page e dalla sezione ritmica composta da Bonham e Jones. Come una fiammata sull’alcol arriva la voce di Robert Plant che manda a fuoco le composizioni. Un disco da avere, al quale non diamo un punteggio pieno solo perché su alcuni punti non è proprio il massimo dell’originalità. 

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DESCRIZIONE CARATTERISTICHE PRINCIPALI 

 

La nascita dell’hard rock

Alla fine degli anni ‘60 nel Regno Unito si stavano sviluppando nuove correnti musicali come il punk e l’heavy metal, caratterizzate da suoni distorti e ritmiche selvagge. Tra le varie band che iniziavano a prediligere queste sonorità ‘scomode’ troviamo anche i Led Zeppelin al loro secondo album. 

Musicisti di grande tecnica e capacità compositiva, gli Zeppelin abbracciano il blues del Mississippi e le sonorità rock\folk inglesi per creare il loro sound, un rock più duro e scatenato, portato avanti in maniera dirompente grazie alle loro incredibili esibizioni dal vivo. Prodotto tra Londra, Los Angeles, Tennessee e New York, questo disco è l’unione del sound britannico con quello statunitense, dove i suoni più caldi e le distorsioni estreme si uniscono ad atmosfere più rilassate. 

Le tracce

Si parte con Whole Lotta Love, caratterizzata da un riff martellante e da una parte assolutamente folle dove il feedback e il rumore della chitarra vengono accompagnate dai vocalizzi di Plant, intento a simulare un orgasmo. Si passa poi a What is and What Should Never Be, momento prettamente folk\blues del disco che presenta un ottimo crescendo e passaggio da riff acustici alle distorsioni elettriche. 

Con The Lemon Song e Heartbreaker si torna all’hard rock tipico dei Led Zeppelin, con riff pesanti e sezione ritmica prorompente. Con Living Loving Maid troviamo un buon incontro tra l’hard rock e il rock classico della British Invasion. Nella strumentale Moby Dick, dove John Bonham si esprime in un lungo assolo di batteria, mostrando le sue abilità tecniche. Il disco si conclude con il rock blues di Bring it on Home. 

 

Il remaster 

Il remaster del disco riesce a catturare il suono dell’incisione originale, rendendo i suoni più ampi e chiari, in particolare la voce di Plant che risulta più presente rispetto all’edizione degli anni ‘70. Delude la custodia del CD realizzata in carta poco resistente e non troppo bella da esporre in una collezione. 

Dopo questo album, il quartetto si avvicinerà sempre di più alle sonorità folk, fino ad abbandonare l’hard rock degli esordi. Per questo II viene considerato il vero capolavoro dei Led Zeppelin dagli amanti della band in cerca del loro sound più autentico e scatenato. Nonostante sia stato accusato di plagio per alcuni riff tratti senza alcuna vergogna dai lavori di Willie Dixon e Howlin’ Wolf, II dei Led Zeppelin rimane un ottimo lavoro della band che riesce nell’intento di unire il rock inglese con le sonorità blues, come nessun altro aveva saputo fare prima. 

 

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