Pink Floyd – Wish you Were Here – Recensione

Ultimo aggiornamento: 29.03.24

 

Principale vantaggio

Wish you Were Here dei Pink Floyd è il disco successivo all’ormai leggendario The Dark Side of The Moon, quindi rientra nel periodo della band che vede David Gilmour sostituire Syd Barrett. Un concept album sul rapporto tra gli stessi membri della band, è considerato un capolavoro ed è anche il preferito di Gilmour e Wright, forse proprio per il suo valore sentimentale. Tracce come Shine on You Crazy Diamond e la title track sono entrate nella storia, così come gli assoli ispirati di Gilmour che cullano l’ascoltatore con note di puro gusto.

 

Principale svantaggio

Molti fan dei Pink Floyd e del progressive di stampo britannico hanno mal digerito il passaggio a composizioni decisamente più accessibili che ha avuto inizio proprio con The Dark Side of The Moon e continuato con questo disco. Chiaramente si tratta di gusti, ma se vi state avvicinando al progressive rock e volete scoprire i Pink Floyd, allora meglio partire con i dischi come Atom Heart Mother che più si avvicinano alle sonorità psichedeliche tipiche del gruppo. 

 

Verdetto: 9.8/10

Impossibile non dare un voto alto ad un album dei Pink Floyd, band che più di ogni altra ha saputo trasformare il progressive rock e la psichedelia in qualcosa di più accessibile, facendo avvicinare tantissimi appassionati di musica al genere. Wish You Were Here potrebbe non soddisfare i palati abituati alle band della scena di Canterbury come i Soft Machine o i Caravan, ma resta un vero e proprio capolavoro per le sue composizioni, l’esecuzione dei brani e la qualità del suono registrato. Un disco che non può mancare nella vostra discografia dei Pink Floyd che vi farà viaggiare sulle sue note e atmosfere. 

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DESCRIZIONE CARATTERISTICHE PRINCIPALI 

 

Il concept

Si definisce ‘concept album’ un disco con un tema portante per tutte le tracce che può raccontare una storia o semplicemente avere testi e atmosfere collegati ad un determinato argomento. Nel caso di questo album dei Pink Floyd, il concept riguarda la perduta fratellanza tra i vari membri della band, specialmente nei riguardi di Syd Barrett, precedente chitarrista dei Pink Floyd. Syd Barrett aveva avuto un crollo psicologico e aveva per questo deciso di lasciare le redini della band a Roger Wright e al talentuoso chitarrista David Gilmour. 

La traccia Wish You Were Here è stata scritta pensando alle persone care che si sono allontanate, un invito a ritornare al fianco degli amici, mentre Shine on You Crazy Diamond è dedicata proprio a Syd Barrett. Queste tracce sull’amicizia perduta vengono interrotte da brani come Welcome to The Machine che va proprio a spezzare ‘l’emozione’ per criticare il mondo del music business, freddo e calcolatore, più interessato al guadagno che all’arte. 

Le tracce

Sebbene i Pink Floyd si fossero ormai allontanati dai suoni più psichedelici per spostarsi su sonorità più accoglienti e oniriche, le tracce di Wish You Were Here mantengono elevata la qualità delle composizioni. Basta sentire l’introduzione di Shine on You Crazy Diamond, un brano che è entrato praticamente nella storia. Un grande contributo lo danno gli assoli di David Gilmour, sempre ispiratissimo e capace di trasportare con i suoi vibrati, bending e una scelta delle note che dimostra il suo incredibile gusto, senza ostentare alcun virtuosismo che sarebbe superfluo nel contesto dell’album. 

Wish You Were Here è probabilmente uno dei brani più famosi dei Pink Floyd che ha permesso a molti amanti del rock e del pop di avvicinarsi alla band. Bellissimo nella sua semplicità, coinvolge grazie ad una progressione di accordi ben studiata e alla voce avvolgente. Welcome to The Machine è decisamente il brano più ‘sinistro’ del disco che si apre con dei suoni di macchinari, un punto di rottura con le atmosfere sognanti del resto dell’opera. 

 

Il suono

A differenza di The Dark Side of The Moon, questo album dei Pink Floyd non vede la presenza del mitico Alan Parsons dietro al mixer che, visto che si stava dedicando al suo gruppo musicale (i The Alan Parsons Project), rifiutò l’offerta. La produzione fu affidata a Brian Humphries, un tecnico alle prime armi ci mise un po’ ad adattarsi al lavoro in studio con una band del calibro dei Pink Floyd. Il disco fu registrato usando la tecnica della registrazione multi-traccia, sempre abbastanza faticosa perché richiede diversi ‘take’ dei vari strumenti. Nonostante le difficoltà il suono di Wish You Were Here risulta fresco, pulito e allo stesso tempo incredibilmente avvolgente. 

 

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