Le 10 canzoni più famose degli anni 2000
Gli anni 2000 sono stati probabilmente gli ultimi ad avere una selezione di musica mainstream variegata, vediamo quali sono state le canzoni più famose.
Prima dell’esplosione di internet e lo streaming, la musica mainstream era caratterizzata da una buona varietà di generi e artisti. Le etichette avevano ancora il coraggio di investire nelle novità e di proporre musica fuori dagli schemi, pur rimanendo nella ‘comfort zone’ di brani comunque orecchiabili e piacevoli.
Nella musica degli anni 2000 inoltre si potevano trovare band che avevano riscosso notevole successo negli anni ‘90 ancora attive nella scena e ancora vogliose di proporre buona musica. Questo ha contribuito a creare un caleidoscopio musicale, non a caso nel 2000 sulle radio famose e su MTV si potevano ascoltare brani pop, metal, rock e R&B.
Probabilmente è stata una delle ultime ‘annate’ valide anche per il mainstream, prima che arrivasse la moda moderna delle playlist Spotify e dei video Youtube, in concomitanza con una certa ‘chiusura’ delle etichette verso i generi alternativi, per puntare solo ed esclusivamente quelli di tendenza.
Contents
- Vediamo quali sono state le canzoni del 2000 e gli artisti più apprezzati:
- Eminem – Slim Shady
- Linkin Park – In the end
- Evanescence – Bring me to life
- Gorillaz – Feel Good Inc.
- Rihanna – Umbrella
- Bon Jovi – It’s my life
- Red Hot Chili Peppers – By The Way
- Shakira – Whenever, Whenever
- The Killers – Mr. Brightside
- Daniele Silvestri – Salirò
Vediamo quali sono state le canzoni del 2000 e gli artisti più apprezzati:
Eminem – Slim Shady
Il 2000 è stato l’anno in cui il rap ha raggiunto le masse anche fuori dagli Stati Uniti e ha iniziato un lento (e per alcuni doloroso) processo di commercializzazione e di allontanamento dalle sue origini. Uno degli artisti che ha dato il via a questa trasformazione è stato Eminem, probabilmente però senza neanche volerlo. Il rapper di Detroit d’altronde si era fatto una gavetta nei locali, con le sfide di freestyle che gli avevano fatto guadagnare una certa fama. Eminem non era certo l’unico rapper bianco (ricordiamo El-P dei Company Flow e degli attuali Run The Jewels), ma la sua metrica particolare e una collaborazione con Dr. Dre lo portarono al successo con il brano Slim Shady. Una sorta di comedy rap con una base allegra dove Eminem si presenta, avviando così una carriera incredibile che lo ha visto anche protagonista di un film autobiografico.
Linkin Park – In the end
L’amato\odiato Nu Metal era esploso nella metà degli anni ‘90 grazie ai Korn e ai Rage Against The Machine per poi proseguire la sua ascesa nei primi del 2000 con i pittoreschi Slipknot e i più orecchiabili Linkin Park. Proprio la band del compianto Chester Bennington riuscì a catturare anche gli ascoltatori non proprio avvezzi al metal, grazie alla loro formula ben congeniata che mischiava sonorità pop e rap con grandi accordi distorti tipici del nu metal. Il brano In The End è stato probabilmente uno degli ultimi ‘tormentoni’ alternativi della musica commerciale, dove Chester Bennington sfoggia le sue capacità vocali nel ritornello.
Evanescence – Bring me to life
Da molti definiti come i ‘Linkin Park, ma con la cantante’, gli Evanescence effettivamente riprendono la fortunata formula dei colleghi per comporre le loro canzoni del 2003: strofa rap e ritornello metal, questa volta però attingendo al gothic metal melodico, un sottogenere che in quegli anni godeva di molta fortuna grazie a band come Nightwish, Within Temptation e Tristania. Il fascino e la voce di Amy Lee colpiscono gli ascoltatori, rendendo Bring me to life una delle canzoni degli anni 2000 più famose e suonate alla radio.
Gorillaz – Feel Good Inc.
Uno degli ultimi ‘supergruppi’ a ottenere notorietà nel mainstream, i Gorillaz avevano già colpito le classifiche con il loro brano Clint Eastwood. L’esperimento dei Gorillaz era molto particolare: unire la musica al fumetto, creando membri con storie fittizie e realizzare video musicali animati. A livello musicale, la band è riuscita ad unire il rap con il funk e il brit rock, merito di membri come Damon Albarn dei Blur e di Del The Funky Homosapien degli Hieroglyphics. Il brano Feel Good Inc. è probabilmente il loro successo commerciale più conosciuto per via delle atmosfere rilassante che ricalcano quelle degli ultimi dischi degli stessi Blur.
Rihanna – Umbrella
Come parlare delle canzoni del 2000 senza nominare Rihanna? Il brano che l’ha praticamente consacrata al successo e diventato un tormentone nel giro di pochi mesi dalla sua uscita. Probabilmente non il brano migliore dell’artista delle Barbados, ma di sicuro uno dei più conosciuti anche per la presenza di Jay-Z. Una delle canzoni da cantare che ha spopolato ovunque, anche grazie al suo ritornello elementare e diretto.
Bon Jovi – It’s my life
A proposito di artisti vecchia scuola che nel 2000 erano ancora in attività, Jon Bon Jovi mostra a tutti i nuovi arrivati che il rock può ancora spaccare le classifiche. It’s My Life è un brano nel pieno stile della band, un hard rock granitico e allo stesso tempo orecchiabile, diventato subito un grande successo anche grazie allo spettacolare video.
Red Hot Chili Peppers – By The Way
I Red Hot Chili Peppers dopo Californication diventarono una band di grande successo e con By The Way continuarono a rimanere in cima alle classifiche. Il singolo riprende lo schema compositivo tipico della band losangelina, capace di mescolare con perizia una strofa funk con cantato rap e affiancarla ad un ritornello decisamente più pop.
Shakira – Whenever, Whenever
Con questo brano di Shakira ha inizio una sorta di rivoluzione delle canzoni pop che cominciano sempre di più ad abbracciare alcune sonorità latine, creando (purtroppo o per fortuna) i cosiddetti tormentoni estivi degli ultimi anni e le canzoni sexy da ballare sulla spiaggia. Whenever, Whenever probabilmente la conoscono anche i sassi, in quanto è stata una delle canzoni più ascoltate delle estati dei primi anni del ventunesimo secolo.
The Killers – Mr. Brightside
Il ritorno del british rock influenzò anche band statunitensi come i The Killers che visto il loro stile e la loro presentazione molto ‘inglese’potrebbero quasi ingannare l’ascoltatore sulla loro effettiva provenienza. Il brano sembra quasi uscito dalla scena New Wave degli anni ‘80, ma caratterizzato da una produzione moderna e da un suono leggermente high school punk, senza però risultare troppo ‘adolescenziale’. Bello anche il video che vede come protagonista l’attore Eric Roberts.
Daniele Silvestri – Salirò
Nel nostro Paese la musica ha sempre seguito una linea decisamente diversa, soprattutto per quanto riguarda le produzioni mainstream incentrate quasi esclusivamente sulle prestazioni canore, sui testi d’amore e sulle grandi orchestrazioni. Tra i vari artisti della ‘canzone italiana’ Daniele Silvestri si è sempre distinto per il suo umorismo e per la sua capacità di comporre brani piacevoli e orecchiabili, senza risultare banale. Salirò è stato un grande successo, sia per il testo sia per il particolare mood da canzone da discoteca di fine anni 70, solo che al posto della console da DJ troviamo Silvestri al pianoforte.
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