Le corde per la chitarra archtop

Ultimo aggiornamento: 29.03.24

 

Scegliere le corde più adatte può richiedere tempo; al netto dei tanti consigli che si possono ricevere, il modo migliore è testarle in prima persona fin quando non si trova la muta che soddisfa in pieno.

 

Soprattutto quando si è dei principianti, si commette l’errore di non di dedicare la necessaria attenzione alla scelta delle corde. Eppure sono un elemento fondamentale dello strumento. Trovare le corde giuste è impresa tutt’altro che banale e mettere tutti d’accordo è impresa ardua. A ogni pregio che metterete in evidenza ci sarà sempre un altro chitarrista pronto a evidenziare gli aspetti negativi. 

Questo perché molto spesso la scelta delle corde è una questione estremamente personale ma magari voi approfittatene per discuterne ore con i vostri amici e colleghi chitarristi, magari seduti a un tavolo con un paio di birre e vedrete che nonostante le divergenze di opinioni, la chiacchierata sarà comunque piacevole e il tempo volerà via come sempre accade quando si discute di chitarre e musica.

 

Le corde

Individuare le corde giuste richiede un certo bagaglio d’esperienza alle spalle ma, se avete almeno chiaro il concetto di scalatura, avete almeno fatto un primo passo. Ovviamente le corde non si differenziano solo per il loro spessore ma anche per i materiali, per il tipo di lavorazione e naturalmente per la marca e credeteci, ce ne sono tante. 

Ma concentriamoci sulla chitarra archtop. Le corde per questo tipo di chitarra possono essere realizzate in diverse leghe di bronzo oppure in acciaio. Le prime vanno bene per chitarre archtop acustiche mentre le seconde sono adatte a quelle elettriche. Le corde di acciaio, inoltre, possono essere lisce oppure ruvide. 

Poco più sopra abbiamo fatto cenno alla scalatura. Ebbene, una muta parte da 009 fino a 014; queste misure si riferiscono al MI cantino poi ci possono essere tante varianti, esistono anche corde ibride. In generale possiamo dire che le corde sottili sono “meno faticose” da suonare, ma hanno un suono debole mentre le corde più spesse pur essendo più dure hanno maggior volume, sustain. 

Tenete presente che quando cambiate scalatura delle corde cambia anche la tensione sul manico e nel caso di una chitarra elettrica, sul ponte mobile o Floyd Rose, e dunque sarebbe opportuno fare le necessarie regolazioni. Ma alla fine, quali corde vanno bene? A tale domanda solo il chitarrista può rispondere e per farlo deve provare decine di mute, anche delle marche più disparate e che ben si completino con la loro ottima chitarra.

 

 

Non solo jazz

In molti ritengono che la chitarra archtop sia una chitarra jazz ma in realtà può essere usata in altri generi musicali. È comunque vero che questo tipo di chitarra è stata resa famosa da tantissimi jazzisti e dunque la diffusione di tali convinzioni è comprensibile. 

Qual è l’elemento di differenza nella chitarra archtop rispetto alle altre? In sostanza la tavola armonica. Questa è scolpita nel legno, solitamente abete rosso dalla provenienza geografica più disparata, anche se i legni più apprezzati sono quelli dell’abete europeo, il nordamericano adirondack, l’engelmane e il sitka. Al posto della classica buca, ci sono due fori che somigliano alla “f”. Quanto al ponte è potenzialmente mobile ma, di fatto, resta bloccato dalla pressione delle corde sulla tavola armonica. 

Per quanto riguarda le misure, sono varie e in genere sono indicate dalla larghezza della cassa nella parte inferiore. Le misure più comuni sono quelle da 16 e 17 pollici ma in commercio se ne possono trovare anche di più grandi oppure più piccole. Essendo il corpo completamente vuoto, produce sonorità calde e naturali che appunto sono quelle predilette per il jazz.

 

Le chitarre archtop per eccellenza

Si fa risalire la paternità della chitarra archtop a Oliver Gibson ma dobbiamo dire che in merito ci sono pareri discordanti, tuttavia il nome più accreditato è il suo. Tra gli anni ‘20 e ‘30 fu commercializzata la Gibson L-5; inizialmente non era amplificata ma poi fu arricchita con il pick-up Charlie Christian negli anni ’40; negli anni ’50, invece, furono montato gli humbucking. 

 

 

Nel 1934 è stata avviata la produzione della Gibson Super 400 che al pari della L-5 ha la tavola della cassa armonica scavata a mano dunque niente a che vedere con il laminato piegato a caldo della linea ES di Gibson. Questi due modelli sono all’unanimità o quasi considerate le chitarre archtop per eccellenza che tutti i chitarristi jazz, ma anche blues, sognano di avere un giorno.

 

 

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