Fabrizio De Andrè, le canzoni più belle e famose
Il cantautore genovese è considerato uno degli artisti più importanti del panorama musicale italiano, scopriamo di più sulla sua vita e sulle sue canzoni.
Le canzoni di Fabrizio de Andrè hanno lasciato il segno nella musica italiana e internazionale e sono tantissimi gli appassionati del cantautore genovese che adorano i suoi dischi e i suoi brani più famosi. Nonostante ormai siano passati vent’anni dalla sua scomparsa e le correnti musicali siano cambiate, il poeta continua a incantare anche i giovani con la sua musica e i suoi testi.
D’altronde è impossibile negare l’abilità di De Andrè nel raccontare delle vere e proprie storie, mettendole in musica e trasmettendo grandi emozioni. Ma quante sono le canzoni di De Andrè? Ebbene, ‘Faber’ ne ha scritte davvero tantissime, d’altronde durante la sua carriera ha realizzato ben quattordici album in studio, un numero davvero importante. I testi dell’artista erano spesso ispirati da storie di vita di personaggi ai margini della società, come i ribelli, le prostitute e i ladri. Il mondo ‘sotterraneo’ ha sempre affascinato De Andrè che nella sua opera è riuscito a conferire un’aura di fascino e nobiltà anche ai luoghi più malfamati della sua città.
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Via Del Campo
Parlando proprio dei temi più amati di De Andrè, la canzone Via Del Campo parla proprio di uno dei vicoli più malfamati della sua città. Questa zona di Genova era il rifugio degli emarginati: prostitute, poveri, spacciatori e travestiti. Il cantante non vuole semplicemente descrivere la vita nel quartiere, ma ad elevare queste figure spesso abbandonate, ma più reali e nobili della borghesia di plastica che invece tende a ignorare o a guardare con sdegno la ‘vita’ vera. La famosa frase ‘dai diamanti non nasce niente, dal letame nascono i fior’ ripetuta nel finale racchiude il senso del brano: il diamante è un bene di lusso, ma che rimane fine a se stesso e non ha alcun ‘valore’ per la vita. Dalle situazioni di povertà invece possono nascere le cose belle.
Don Raffaè
Tra le canzoni di De Andrè più conosciute troviamo Don Raffaè, un brano che ricorda la musica tradizionale napoletana e cantato proprio nel dialetto partenopeo. Come molti altri brani dell’artista, anche Don Raffaè si pone tra la denuncia e il voler descrivere situazioni di vita lontane dai riflettori, in questo caso quella del carcere. Il protagonista del testo è il brigadiere Pasquale Cafiero, una guardia del carcere che dialoga con il boss della camorra ‘Don Raffaè’ che nonostante sia stato incarcerato, mantiene un grande potere, anche sullo stesso brigadiere. La critica alla camorra è evidente, così come quella della corruzione delle forze di polizia da parte della mafia.
La Guerra di Piero
Probabilmente il brano più famoso dell’artista, uno di quelli conosciuti anche da chi magari non ha mai esplorato la discografia di De Andre. La Guerra di Piero è stata ispirata dai racconti dello zio, che aveva fatto la campagna di Albania durante la guerra. La poesia segue una struttura di tredici strofe con rime baciate e incrociate, raccontando un episodio di guerra che potrebbe venire letto anche come uno scontro interiore del protagonista, Piero. Il brano è stato in seguito associato ai programmi scolastici di storia delle scuole elementari e reinterpretato da diversi gruppi come la PFM e i Modena City Ramblers.
Crêuza de mä
Termine ligure utilizzato per definire il limite tra il mare e la terra, si può tradurre in italiano con ‘viottolo di mare’. Con questo brano De Andrè tocca i confini della World Music, avvicinandosi a suoni più moderni (il brano è stato scritto nel 1984). L’omonimo disco scritto con Mario Pagani è un vero e proprio esperimento in quanto cantato interamente in dialetto ligure. Il testo è ispirato proprio dalla vita dei marinai e del porto, mentre la composizione si tiene su un ritmo lento ed evocativo. Una delle canzoni più belle di De Andrè.
Bocca di Rosa
Altra canzone conosciutissima di De Andrè, Bocca di Rosa pubblicata nel 1967 è ancora oggi una delle più apprezzate di tutta la discografia dell’artista ligure. Si tratta di una composizione classica con accompagnamento di chitarra, dove De Andrè narra della vita di una prostituta con grande empatia e fascino.
Il pescatore
La discografia di Fabrizio De André non contiene molti brani ‘movimentati’ e il Pescatore è uno di quelli. Il testo è intriso di una certa positività, accompagnando perfettamente il ritmo incalzante del brano. De Andrè narra di un incontro tra un malvivente e un vecchio pescatore che dopo avergli dato da mangiare si riaddormenta con un sorriso, salvandolo da due gendarmi armati. Del brano è stata realizzata anche una bellissima cover con l’arpa celtica.
Chi scriveva le canzoni di De Andrè?
Fabrizio De Andrè scriveva i suoi testi e spesso anche le parti musicali, sebbene Faber nel corso della sua carriera ha collaborato con numerosi musicisti e poeti della scena musicale italiana per scrivere brani e interi dischi. Tra questi troviamo i New Trolls, Mina, Giuseppe Bentivoglio, Nicola Piovani, Riccardo Mannerini, Mauro Pagani e la PFM.
Dove viveva Fabrizio De Andrè?
Fabrizio De Andrè nacque a Genova nel 1940, ma a causa dello scoppio della Seconda Guerra Mondiale sarà costretto ad abbandonare la città con tutta la sua famiglia, rifugiandosi nella campagna vicino Asti. Alla fine del conflitto tornerà a Genova, abitando in Via Trieste e in Via Trento. Lascerà la città solo per andare a vivere in Sardegna con la sua compagna. Genova però rimane una delle principali fonti di ispirazioni per il cantante, con i suoi vicoli, stradine strette e un’aura di malinconia che pervade le strade vicino al porto.
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