I 5 migliori cantautori romani emergenti

Ultimo aggiornamento: 19.04.24

 

La scena musicale italiana vede spesso protagoniste le grandi città. Da Firenze, Napoli e Bologna ogni tanto escono nuovi artisti, ma la maggior parte di quelli emergenti trova la sua dimensione nei centri di Roma e Milano, ormai veri e propri ‘hub’ per la musica italiana di diversi generi. Vediamo quali sono i cantautori romani più importanti.

 

Roma è una città divisa tra modernità e antichità che potremmo definire monumentale. Tra le rovine dell’Antico Impero Romano fino ai quartieri pieni di bar e locali, la nostra Capitale è un vero spettacolo per gli occhi, nonché calderone ribollente di arte. Di cantanti romani e di band capitoline d’altronde se ne sono viste parecchie nel corso degli anni, come anche canzoni su Roma dedicate alla vita e alla bellezza della Capitale. 

I cantautori romani emergenti però prediligono canzoni più attuali dei classici stornelli romani, adattandosi ovviamente alle correnti moderne e cercando di trarre ispirazione da diversi artisti di fama mondiale, sia italiani sia stranieri. Il tutto mantenendo spesso lo stesso sapore delle vecchie canzoni romanesche, sempre un po’ divertenti e scanzonate. Vediamo quali sono gli artisti romani emergenti che hanno ottenuto un buon successo commerciale grazie alle loro hit. 

 

Il Tre 

Il rap a Roma ha sempre trovato terreno fertile, merito di artisti come gli ormai leggendari Colle Der Fomento che negli anni ‘90 hanno portato il ‘boom bap’ in Italia, con sonorità tipiche dell’hardcore rap di New York. Sebbene Il Tre non sia proprio un rapper ‘puro’, prende spunto dalla vecchia scuola specialmente su alcune lyrics che si cementano sul beat come palazzi di periferia. Le influenze più ‘moderne’ del R&B e della trap si sentono, con ritornelli che si avvicinano all’EDM e vocals con autotune. Il giovane rapper sorprende con il suo stile che fonde l’extrabeat con la trap su basi pesanti, notevole se si pensa che il ragazzo ha solo 21 anni. Per un assaggio del suo stile vi consigliamo di ascoltare la trilogia dei brani Cracovia: impertinenti, sfacciati e tecnicamente eccellenti… un vero terrore per i poveri boomer! 

Calcutta

In arte Edoardo D’Erme, il cantautore di Latina ha il merito di aver praticamente portato al grande pubblico la musica indie pop italiana, della quale viene considerato come l’artista principale. Nonostante il successo, Calcutta rimane spesso lontano dai riflettori e quelle poche volte che ci finisce sotto, si presenta con uno stile formale come se stesse andando al supermercato durante un giorno di pioggia. Artista decisamente apprezzabile per le composizioni malinconiche, dove spesso vengono inseriti strumenti a fiato e altre soluzioni. L’indie italiano fa ancora un po’ di fatica a uscire dall’underground, ma di sicuro Calcutta ha dato una buona spinta a molti artisti per uscire fuori dal guscio e farsi notare. Nei suoi testi racconta il disagio di questa generazione in particolare, spesso persa in un vuoto senza alcuna risposta, in cerca di un posto dove ritrovarsi che non siano i social. 

 

Mèsa

Giovane cantante romana capace di scrivere brani rock molto incisivi, con uno stile vocale unico. Le distorsioni della sua chitarra ricordano quelle del grunge di Seattle dei Nirvana e dei Pearl Jam, evocando una grande malinconia. Anche la sua voce a volte spezzata e a tratti volutamente stonata, rimanda al cantato straziante di Kurt Cobain. Al momento l’autrice ha realizzato solo un EP di cinque tracce con la sua band, ma il contratto con l’importante etichetta indie Bomba Dischi fa ben sperare nell’uscita di un LP. Speriamo solo che riesca a mantenere questo suo stile fresco, ma che allo stesso tempo rimanda agli anni ‘90, senza mai snaturarsi. 

Margherita Vicario

Forse qualcuno di voi lettori la ricorderà per i suoi ruoli come attrice in alcuni film e serie TV, ma Margherita Vicario in realtà si è dedicata anche alla musica, con uno stile molto personale e a tratti ironico. Della musica romana probabilmente è una delle poche capaci di passare da uno stile all’altro con gran disinvoltura e di affrontare temi abbastanza scomodi. In Mandela troviamo quello del razzismo, raccontato con grande empatia verso chi subisce torti a causa dei pregiudizi. In Abaué invece la Vicario fa una sorta di critica verso la trap, genere ormai superato che ostenta una vita priva di qualsiasi regola e i quali contenuti spesso finiscono per essere presi troppo alla lettera dai giovani ascoltatori. Notevoli anche i video, dove ovviamente l’artista sfrutta le sue doti recitative. 

 

Ultimo

Niccolò Moriconi vince il Festival di Sanremo nel 2018 per la categoria ‘Nuove Proposte’, a soli 23 anni. Il cantautore romano si dimostra un filo più ‘classico’ rispetto agli altri emergenti, legato alla forma canzone tipica della musica italiana, nonostante sia partito con il rap. Ultimo colpisce con la sua voce potente e decisa, così come sui testi ricercati, sebbene all’ascoltatore un po’ più esigente potrebbe non piacere. Le composizioni infatti sanno un po’ di qualcosa di ‘già sentito’, ma comunque hanno avuto un grande impatto sul pubblico più giovane, d’altronde Ultimo con i suoi concerti fa sold out e questo vuol dire che la stoffa c’è tutta. 

Giancane

Se Ultimo è il lato ‘gentile’ e magari anche ‘commerciale’ (passateci il termine) della musica emergente romana, Giancane è quello che rappresenta il disagio e che probabilmente non fareste sentire ai vostri nonni. A tratti riesce a mantenere quella ironia delle canzoni romane e non ha assolutamente paura di sfociare nella blasfemia o di essere troppo diretto. Basta ascoltare ‘Buon Compleanno Gesù’ per rendersi conto di quanto Giancane possa rivelarsi critico verso i vari ‘riti’ della società, sempre a modo suo e con una grande ironia. Il brano Ipocondria caratterizzato da un riff punk accompagnato da tastiera MIDI, vanta un bellissimo video realizzato dal fumettista Zerocalcare.

 

 

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